ma c'è una differenza?

chiedo a voi che certamente avrete avuto modo di verificare con strumentazione adeguata che io non posseggo: ma c'=E8 una differenza, anche se solo strumentale, tra uno stesso segnale audio amplificato da transistor bjt e da transistor FET o MOSFET? Grazie a voi.

Remigio

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remigio
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Il giorno Wed, 19 Nov 2008 04:40:36 -0800 (PST), remigio ha scritto:

Domanda difficile. In genere i FET vengono udati negli stadi di ingresso per il loro minor rumore, i bjt un pò dappertutto nai vari stadi di amplificazione, i MOSFET solo negli stadi finali per la caratteristica poco lineare dell'amplificazione.

La qualità dell'amplificazione non dipende solo dai componenti usati (FET o bjt) ma anche da altre cose come la controreazione, per cui la risposta diventa per forza generica.

Comunque un amplificatore con uno stadio di ingresso a FET e l'amplificazione a bjt e con ampia banda passante è il miglior risultato possibile, direi.

-- ciao Stefano

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SB

umore,

negli

ET o bjt)

a per

ione a

scusa l'ignoranza, caratteristica poco lineare dei mosfet significa che saturano? O che non hanno una risposta in frequenza lineare? ciao e grazie.

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remigio
14:25 - Mer 19 Nov 2008, 13:40, remigio chiedo a voi che certamente avrete avuto modo di verificare

- La differenza c'è quando la distorsione è forte, all'orecchio medio "piace" di più quella del fet o del mos. Poi c'è differenza quando il segnale arriva a livelli di saturazione, con fet o mos il suono si sente "schiacciato", compresso in modo progressivo, mentre col normale transistor viene interrotto in malo modo "grattando" -*_ uniposta(at)yahoo.it -*_ uniposta(at)gmail.com

-------------------------------- Inviato via

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uniposta

remigio ha scritto:

Trovo che la domanda sia capziosa.

Immagino la tua buonafede, ma la domanda rimane tale.

Se parliamo di circuiti amplificatori per audio, una possibile risposta potrebbe essere:

- in schemi elementari (es. mono-elemento attivo), senza alcuna controreazione, ci sono delle differenze dovute (a parita' di ogni altra considerazione, fatto non banale) alla funzione di trasferimento caratteristica: rimane da considerare se e quanto siano significative.

- in schemi appena piu' complessi, le variabili si moltiplicano: topologia del circuito, punti e range di lavoro, presenza, tipo e quantita' di reazione, guadagno ad anello aperto, tipo di carico, qualita' dell' alimentatore, layout costruttivo, e chissa' quant' altro ancora che mi sono dimenticato, tutto questo ha influenza sul risultato finale, come e piu' della scelta del tipo di dispositivi attivi, in uno schema che parta da presupposti di disegno corretti.

--
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Englishman

"remigio" ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@k24g2000pri.googlegroups.com...

Non sono lineari nel "trasferimento" del segnale fra ingresso e uscita, se metti una sinusoide in ingresso non ne restituisce uno specchio fedele solo più amplificato in uscita, ma tenderà a deformarne la forma, addirittura "deformerà" una semionda rispetto ad un'altra, prova semplice se prendi un generatore ed uno oscilloscopio, se hai esperienza e sensibilità la distorsione la "vedi letteralmente" se non lo riesci a vedere bene con una sinusoide basta che gli dai una triangolare o una dente di sega e vedi le brutture:-)

Se trovi un vecchio data sheets con le curve tipiche dei fet e dei transistor e provi graficamente a tracciare le linee tipiche di funzionamento lo vedi anche sulla carta! (pant pant....mi stai facendo lavorare il cervello su cose studiade 30 anni fa, vado a memoria e perdonatemi qualche imprecisione)

Il BJT rimane "er mejo" :-)) Unico limite se ti serve un'alta impedenza di ingresso è più difficile da ottenere, quindi il Jfet aiuta, il Jfet non è molto lineare per grandi escursioni di tensione, riesce ad esserlo a sufficienza per piccole escursioni, quindi uno stadio di ingresso con guadagno relativamente basso e lasciando poi un transistor a fare il lavoro sporco di guadagnare tensione, stò parlando cmq di stadi di "segnale" e non di potenza e senza controreazione!! Il mosfet e il suo cugino IGBT li lascerei a fare i componenti di potenza negli inverter per motori e simili:-))) Ottima accoppiata il cascode di Jfet e transistor bipolare, si riesce ad ottenere il meglio dei due!!

Gli stadi con retroazionati non contano, possono anche avere il 50% di distorsione ma la magica parolina "controrazione" mette a posto tutto:-) E' il motivo per cui nel campo hifi negli anni '80 è sorta una corrente di pensiero che voleva l'abolizione della controrazione senza se senza ma, poi si è scesi a miti consigli utilizzando la formula della "bassa controreazione" che significava avere stadi amplificatori con guadagni ad anello aperto abbastanza bassi e cmq con pochissima distorsione e lasciare fare alla controreazione un lavoro minimo, ma almeno la stabilizzazione in continua in questo modo è garantita!

ciao Rusty

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Rusty

Il giorno Wed, 19 Nov 2008 05:09:38 -0800 (PST), remigio ha scritto:

Significa che amplificano con una legge di tipo quadratico tra VGS e ID, per cui sono poco lineari ed hanno bisogno di più controreazione per un amplificazione con bassa distorsione.

In altre parole sono più adatti per fare communtazioni veloci che amplificazioni a bassa distorsione.

-- ciao Stefano

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SB

allora, immaginiamo un piccolo circuito costituito da un transistore polarizzato ad emettitore comune con il condensatore in parallelo alla resistenza di emettitore per stabilizzare il punto di lavoro:

----- BJT ----- CONTRO:

1) ha una funzione di trasferimento di tipo esponenziale (quindi genera termini di terza armonica), la si considera lineare solo se si lavora in un piccolo intorno del punto di lavoro (mi pare 5mv), 2) alle alte frequenze è fastidioso il tempo di recupero delle correnti di diffuzione e la presenza di capacità parassite che hanno un andamento non lineare introducendo anche distorsione di seconda armonica. 3) se faccio una configurazione "carico non lineare" (al posto della resistenza di collettore metto un BJT) riesco a linearizzare la funzione di trasferimento ma il guadagno diventa unitario quindi lo posso usare solo come buffer

PRO:

1) se lo piloto in corrente (ovvero la resistenza di ingresso del bjt è molto minore di quella di uscita del segnale da amplificare) la funzione di trasferimento è lineare 2) in configurazione con "carico non lineare" posso usarlo come buffer senza aver bisongo di rispettare la condizione di "piccolo segnale" quindi posso bufferare anche grandi sengnali senza aver distorsione

----- FET/MOSFET ---- PRO:

1) hanno una funzione di trasferimento quadratica quindi introducono distorsione di seconda armonica. 2) per rispettare il vincolo di "piccolo segnale" posso agire anche* sul valore Vtn scegliendolo in modo da minimizzare i coefficienti. 3) in una configurazione "carico non lineare" elimino la distorsione e posso avere guadagni maggiori di 1 (dipende dalle caratteristiche geometriche dei fet)

CONTRO: non possono essere pilotati in corrente

*l'alternativa è una ovvia retroazione.
--
Davide C.
www.ingegnerando.it



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ahrfukkio

l'audiofilismo è bandito da questo newsgroup! :D

IMHO l'unica verità certa, inoppugnabile, sacrosanta e ripetibile sono quelle belle righette verticali su un analizzatore di spettro.. tutto il resto è paccottiglia venduta a peso d'oro a presunti "esperti".

--
Davide C.
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ahrfukkio

ahrfukkio:

Non sai con chi stai parlando: un esperto di marketing e smascheratore di fusibili truffaldini (vecchia storia inutile da ripetere).

E' per colpa sua che ora mi dovete sopportare.

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F. Bertolazzi

"ahrfukkio" ha scritto nel messaggio news:gg26o9$aar$ snipped-for-privacy@news.newsland.it...

Cmq decisamente più lineare del FET!!

Alte quanto per te!? IMHO in banda audio scegliendo un BJT con FT decente ininfluenti!!

Essessivo e improduttivo:-))

Infatti un BJT è un amplificatore di corrente, non si parla di Vb e Vc, ma di Ib e Ic :-)))

Se ti sentono certi audiofili ti linciano, sai che un follower è uno stadio totalmente controreazionato per loro!? Aborrrrrrono:-))

Armoniche di ordine pari alla fondamentale sono meno avvetrtite dall'orecchio e hanno la caratteristica di "aumentare il volume" guarda i finali a valvole, la famosa leggenda che un 5 w a valvole suona "forte" come un 20 W a transistor è dura a morire!! Come quando giocavo con le microspie FM e l'unico strumento era il wattmetro, si leggevano le potenze e ci si esaltava quando si raggiongeva valori attorno al W, salvo poi che era potenza distribuita su un bel po di inutili armoniche:-))

Veramente non lo vedo un contro, ma l'unico vero vantaggio del fet:-) ciao Rusty

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Rusty

uniposta ha scritto:

Definire "forte".

Perche'?

Definire "schiacciato".

Come?

Definire "grattando".

Sarei curioso di leggere delle spiegazioni "elettroniche" a quello che hai detto.

--
La violenza non fa parte della mia vita. (L. Liggio)
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Englishman

fatto a mano si, ma realizzato sul wafer credo sia la soluzione piu usata quando i progettisti vogliono realizzare un buffer in un IC.

ed inoltre i prodotti di intermodulazione non cascano in banda o comunque ci cascano meno rispetto al caso in cui avessi usato linearità del terzo ordine.

vabbè, dovevo pur scrivere qualcosa tra i "CONTRO".. :P :D

--
Davide C.
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ahrfukkio

Il giorno Wed, 19 Nov 2008 14:00:08 +0100, SB ha scritto:

Dimenticavo che un punto a favore dell'uso dei MOSFET di potenza in uno stadio finale è che il MOSFET non soffre di rottura per breakdown secondario ed ha un coefficiente di temperatura positivo. Così si riducono (o al limte si eliminano) le protezioni termiche e le resistenze di potenza in serie, quindi un finale a MOSFET è intrinsecamente più robusto di uno a BJT.

Potrei anche rettificare la frase scritta prima con questa:

Un amplificatore con uno stadio di ingresso a FET, gli stadi di amplificazione a BJT e lo stadio finale a MOSFET potrebbe essere il miglior risultato possibile.

-- ciao Stefano

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SB

zione a

.

tadio

d ha un

ente pi=F9

zione a

ibile.

siete stati grandi!!! Un grazie a tutti voi.

Remigio

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remigio

cosa c'entra la polarizzazione con la "comunità"? Prima polarizzi, poi decidi dove applicare il segnale e dove prelevarlo! Certo, ovvio che se metti il condensatore di emettitore non ti rimangono molte possibilità...

È la resistenza di emettitore che stabilizza punto di lavoro. Il condensatore uccide la retroazione che crei con quella resistenza e riporta il guadagno al valore che avrebbe collegando l'emettitore a 0V, almeno per il "segnale".

Ma sei sicuro? Se guardi dentro al collettore vedi un generatore di corrente, che in serie al tuo carico non lineare... Fanno due generatori di corrente in serie... Quindi in teoria ci sarebbe il botto. In realtà, i generatori non sono ideali e c'è una resistenza in parallelo, molto molto alta. Quindi il guadagno è molto molto alto, altro che unitario! Forse ti confondi col generatore di corrente sull'emettitore, che è tutto un altro paio di mutande.

I segnali nel campo audio in genere sono delle tensioni. Un buon "lettore di tensione" ha resistenza infinita, proprio perchè la partizione tra la resistenza di ingresso e quella del generatore è la più vantaggiosa. Se hai un pilotaggio in corrente tipicamente hai una resistenza di ingresso alquanto bassa.

Ciao!

Pasu

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Pasu

giusta osservazione, mi sono espresso male

hai ragione, ho scritto di impeto senza fermarmi a ragionarci un attimo sopra.

ho la dimostrazione sotto mano: al posto della R di collettore metti un altro BJT che chiamiamo "1" con collettore e base connessi assieme a VCC e l'emettitore connesso al collettore del transistore "2". La corrente di collettore del transistore 1 sarà uguale a quella del transistore 2 (trascurando il contributo della corrente di base) ed in generale sarà uguale a I_0*e^(Vbe/Vt). Uguagliando le due espressioni hai un uguaglianza di esponenziali che è vera solo se è uguale il loro argomento. Hai quindi che la Vbe del BJT 1 deve essere uguale a quella del BJT 2. Però nel BJT 1 avevamo collegato la base alla Vcc quindi abbiamo che il potenziale di collettore del bjt 2 è identico a quello applicato in base, ovvero è lineare ma ha guadagno unitario!

si, però il mio "contro" era stato esposto solamente nell'ottica di avere linearità migliore possibile, in quanto abbiamo che il BJT può essere pilotato in corrente migliorandone la f.d.t., mentre per i dispositivi ad effetto di campo non è possibile usare questo accorgimento.

--
Davide C.
www.ingegnerando.it



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ahrfukkio

Domanda divertente: cosa capita se come carico metti due transistori uguali in parallelo? Al posto del solo transistore 1, ne metti anche un secondo 1bis collegato in parallelo al primo?

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Reply to
Franco

Pasu:

Oddiomio. Dici davvero?

Reply to
F. Bertolazzi

Franco:

Che hai buttato via un altro transistor?

Reply to
F. Bertolazzi

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