Franco,
le tue domande mi incuriosiscono e - praticamente sempre - mi spingono a ragionare e a scontrarmi con la mia ignoranza. Coi trasformatori, poi, sono proprio una frana. Provo lo stesso, con lo scopo di chiarirmi le idee ed eventualmente farmele ulteriormente chiarire, a rispondere. La domanda:
"dove passa la potenza che in un trasformatore va dal primario al secondario? Ad esempio in un trasfo a 2 colonne come questo
La domanda sembra avere una risposta immediata, quasi banale: la potenza passa nello spazio tra gli induttori, nel nucleo magnetico. Ma, ci sono dei ma.
Prima di tutto, non associo alla potenza alcun concetto di transito...In questo senso: per me la potenza *è* il transito dell'energia. L'energia transita, la potenza è il transito di questa energia. Dunque, la potenza non transita. La potenza "c'è".
E' un po' lo stesso della corrente: si dice che "scorre", ma in realtà a ben guardare questa è un po' un'estensione...Ciò che scorre sono le cariche, e la corrente è il numero rappresentativo di questo flusso, con certe condizioni.
Allora giriamo la domanda a: dove transita l'energia in un trasformatore? Oh, bella! E come la descriviamo, quest'energia? L'unico modo che conosco è col vettore di Poynting, dunque ci serve un diagramma del campo magnetico ed elettrico nello spazio...
Ora, il campo magnetico è abbastanza facile, il nucleo magnetico lo confina entro la sua superficie, e ok. Ma il campo elettrico? So per certo che c'è un campo elettrico che si estende dai due solenoidi, ragion per cui c'è una densità di energia associata con ogni punto dello spazio, specialmente nel nucleo magnetico (perché fuori il campo magnetico è pressoché assente, dunque niente energia EM).
Riservandomi di andare ad approfondire questo curiosissimo tema, posso dire che, essendoci delle differenze di potenziale tra i vari punti del circuito, per forza ci dev'essere un campo elettrico e dunque una densità di carica associata.
Allora - anche se non so come - ci si può ricavare l'andamento del campo elettrico punto per punto *fuori* dai solenoidi, ed è in quello spazio, dove ci sono contemporaneamente B ed E, che si misura una densità di energia e, con i soliti procedimenti, se ne calcola il flusso e dunque la potenza.
Mi viene in mente che, se proprio vogliamo parlare in termini di potenza, ce n'è una associata anche al tratto di nucleo magnetico (come si diceva all'inizio). Basta prendere la differenza di potenziale tra i due "+" degli avvolgimenti ed il campo magnetico come generato da una corrente (in maniera duale a quanto esposto per il discorso sul vettore di Poynting). Abbiamo dunque corrente e tensione, potenza.
Mah, fai un po' di luce!
M