La teoria e la pratica (e l'esperienza).

La potenza rms non esiste :(

Il conto che ho visto fare riguarda solo la potenza media, 3A*35V in continua che corrispondono a 25V*4.2A sul lato alternato. Il valore efficace di 4.2A e` pero` solo quello della componente alla frequenza fondamentale, l'unico che porta potenza.

Poi ci sono le armoniche della corrente, che non entrano nel calcolo della potenza trasportata (perche' ortogonali), ma entrano nella corrente efficace che passa per il secondario del trasformatore e fanno si` che questa corrente sia dalle parti di 5.4A.

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco
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Qualche dettaglio in piu`, che non ho capito? Ti riferisci ai grafici di Schade?

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Franco ha scritto:

Beh, quello lo faccio anche io... non si sa mai... ;)

-- Paolo Squaratti "Colonnello, prova con questa... ...Indio, tu il gioco lo conosci..." Auguro a quel vigile che mi ha preso con l'autovelox a 70 km/h in una strada deserta in mezzo alle risaie una dissenteria dirompente...

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Paolone

Scossa ha scritto:

Ma non usi lo stesso carico resistivo che hai usato prima? Se alimenti una resistenza (pura) da 12,5ohm a 25volt in alternata o in continua, la corrente non =E8 sempre 2amp? Scusa se dico una pierinata... Ciao

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lungo23

se ci metti un C tale da rimanere sempre carico al valore di picco anche sotto carico nominale, ti bastano 18Vac, ma nella realtaà questo è improponibile.....

giusto

ma stai facendo delle considerazioni in merito alla P o alla I? perchè ai capi del C non hai + 25Vrms, ma molti di + ; quindi se assorbi 2A la potenza che deve dissipare il carico e che viene erogata dal trasf. è molto + alta (P=V*I); in ac ,su carico resistivo P=25*2=50W, in cc P=(V*1.41)*I=70.5W. questo perchè in ac stai usando una rms e in dc una di picco. se consideri una Vrms anche in cc, vedrai che le 2 cose coincidono.

forse dimentichi che il trasf. deve erogare pure una I tale da caricare i cond. elettro., oltre che quella che scorre nel carico.

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emilio

Certo! Se tu vivessi a Pisa adotteresti lo stesso atteggiamento :-)

Comunque, il ragionamento da ignorante-pigro =E8: tra la Idc che prelevo dal C di tank e la Ieff che esce dal secondario ci dovrebbe essere, grosso modo, il rapporto inverso di quelloche c'=E8 tra le corrispondenti tensioni, ovvero il solito radice di due.

In questo caso, e se la corrente del secondario fosse sinusoidale, il suo valore di picco Ip (pos o neg) sarebbe uguale in valore assoluto a Idc, ovvero a Ieff per radice di due.

Per=F2 la corrente prelevata dal trasf =E8 tutt'altro che sinusoidale, =E8 = a impulsi molto intensi, brevi rispetto alla semionda, col che il rapporto tra Ip e Ieff =E8 molto maggiore di radice di due. Per non chiedere al trasf un picco di corrente troppo pi=F9 alto di quello per cui =E8 calcolato, considero un fattore di sicurezza 2, e 2*radq(2) ~ 3.

Esagero solo nelfattore di sicurezza, oppure c'=E8 una falla nel ragionamento?

Ciao

Tullio

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T. M.

A seconda del problema si usa il metodo piu' adatto ad affrontarlo. Piuttosto di fare ragionamenti complessi e discutibili sulla corrente, come gia' postato in questo caso conviene utilizzare il fatto che la potenza attiva fornita (quella del trasformatore) DEVE coincidere con quella utilizzata: Pf=Pu La potenza sul carico per ipotesi vale 25x3=75Watt. Se l'alimentatore e' lineare (non switching), considerando il tutto ideale ai capi del C abbiamo una V continua di 25x1,41=35V circa. Per cui la potenza del carico aggiunta a quella dovuta alla caduta dell'alimentatore vale 35x3=105W. Di conseguenza il trasformatore deve fornire 105W. Poiche' Pf=V*I efficaci ne consegue che la I=P/V=105/25=4,2A efficaci. Questo nel caso ideale. Nella realta' vi sono da rivedere diverse cose: caduta di tensione del trasf. sotto carico, potenza da questo dissipata in calore per la sua resistenza interna, resistenza pur piccola del C, potenza dissipata di rettificatori (caduta di circa 1,5-2Volt). Questi fattori portano al alzare il valore teorico di 4,2 A.

Se vogliamo che la potenza fornita dal trasformatore non sia troppo piu' elevata rispetto quella consumata dal carico di 75W dobbiamo utilizzare un alimentatore switching che idealmente non dissipa, in realta' molto meno dell'equivalente lineare a caduta.

Ciao giorgio

"T. M." ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@o20g2000vbh.googlegroups.com... > > Io che faccio sempre ~3 sono paranoico? :-)

Certo! Se tu vivessi a Pisa adotteresti lo stesso atteggiamento :-)

Comunque, il ragionamento da ignorante-pigro è: tra la Idc che prelevo dal C di tank e la Ieff che esce dal secondario ci dovrebbe essere, grosso modo, il rapporto inverso di quelloche c'è tra le corrispondenti tensioni, ovvero il solito radice di due.

In questo caso, e se la corrente del secondario fosse sinusoidale, il suo valore di picco Ip (pos o neg) sarebbe uguale in valore assoluto a Idc, ovvero a Ieff per radice di due.

Però la corrente prelevata dal trasf è tutt'altro che sinusoidale, è a impulsi molto intensi, brevi rispetto alla semionda, col che il rapporto tra Ip e Ieff è molto maggiore di radice di due. Per non chiedere al trasf un picco di corrente troppo più alto di quello per cui è calcolato, considero un fattore di sicurezza 2, e 2*radq(2) ~ 3.

Esagero solo nelfattore di sicurezza, oppure c'è una falla nel ragionamento?

Ciao

Tullio

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Giorgio Padoan

Franco ha scritto:

pare di si: ONsemi HB206-D.pdf section 8 verificato con simulatore.

saluti

--
  lowcost
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lowcost

Gradirei molto un chiarimento chiaro sulla discutibilit=E0 del mio ragionamento.

Quello di fare i conti eguagliando potenze =E8 sempre una scelta imprudente. Le perdite sono la regola generale dell'universo, =E8 raro che siano facilmente stimabili. In questo caso, oltreturro, trascuri il fatto fondamentale che il trasformatore *non lavora in regime sinusoidale*

'

mo

Potevi partire direttamente da qui, il conto sui 25V =E8 del tutto ridondante.

aci

n

za

Manco per sogno. Non sono le cadute di tensione e le perdite resistive che impongono una maggiore richiesta di corrente (o pensi che un aumento di corrente compensi/riduca le perdite di tensione? :-). Le ragioni le ha ben spiegate Franco e hanno a che fare con la non sinusoidalit=E0 della corrente ovvero con la presenza di armoniche in gran quantit=E0 (corrente fortemente impulsiva)

Se proprio hai voglia di vedere qual =E8 la corrente di picco richiesta al secondario, devi applicare la conservazione della carica e imporre che a ogni semionda tanta ne entra nel C, tanta ne esce.

Se il carico assorbe 3A, dal cond escono 30 millicoulomb ogni 10 millisecondi. considerando un angolo di conduzione tra 30=B0e 36=B0 (tra

1/5 e 1/6 di semionda, che per i miei gusti =E8 tanto) la corrente che arriva dal secondario dovr=E0 ripareggiarla in un picco di durata circa 1,7 - 2 millisecondi, durante i quali dovr=E0 fornire una corrente media (e quasi costante) tra 5 e 6A.

Guarda caso o magia, =E8 il valore che si ottiene applicando il valore suggerito da Franco. Che strani, a volte, i numeri! Vero?

n

Pare che questo fatto sia ormai noto a tutti i frequentatori, ma c'=E8 anche a chi piace sfondare le porte aperte.

L'unico dubbio =E8: che cavolo c'entra in questo discorso?

Tullio

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T. M.

No, nel senso che =E8 lo stesso ma =E8 la resitenza-filo di un=20 asciugacapelli che "pinzo" coi due cocodrilli a distanza=20 tale da avere una resistenza che assorba la corrente che=20 voglio.

--=20 Bye!

Scossa

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Scossa

Sto dicendo che a fronte di una corrente "utile" di 2 A in=20 CC sul carico, il trasformatore deve erogare quasi 4 A, e=20 quindi per tale valore di corrente e quindi di potenza (VA =20 o chiamala come vuoi) va dimensionato; tutto il resto non =E8=20 molto rilevante.

Infatti non lo sto dimentiicando ... =E8 evidente che se il=20 carico assorbe 2A ed dal trsasfo ne vengono assorbiti 4 i 2=20 di differenza qualcosa li assorbe.

--=20 Bye!

Scossa

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Scossa

Forse nella precedente ho detto un'inesatezza ma poiche' di potenze parliamo, secondo me, con le potenze dobbiamo far i conti. Per il fatto che non lavora in regime sinusoidale che c'entra? cmq lavora in regime periodico e si puo' parlare di valori di V e I efficaci. Il problema sono le perdite dovute al comportamento reale del trasformatore, come ho accennato questo dissipa calore in quanto in realta' possiede una "resistenza interna" che rappresenta la somma degli effetti di dissipazione del cavo per effetto Joule e delle perdite per le correnti di Focol, e forse irradiera' un po'... Per quanto succede sul secondario io faccio queste considerazioni:

1) caso teorico: la V continua ai capi di C vale 25*1,41=35V circa, il che porta ad una potenza come gia' detto di Pmax=105W.

2) caso reale: c'e' la caduta relativa al ponte che porta ad una dissipazione di potenza Pp. A regime la corrente media sul condensatore e' nulla in quanto nel periodo tanta carica entra, altrettanta ne esce, anche se durante la carica vi e' un picco positivo elevato ma breve, il negativo e' basso ma lungo. Ne consegue che la corrente efficace sul ponte concida grosso modo con quella ai capi del carico di 3A, intendendo per carico cio' che viene visto a destra di C, stabilizzatore e R all'uscita di questo. Dico grosso modo in quanto l'alimentatore necessita di una I un po' superiore alla I che esce da questo, necessaria per i suoi circuiti. La tensione efficace ai capi di C e' sempre INFERIORE ai 35V meno la caduta efficace del ponte. Di conseguenza la potenza media Pc sul carico e' inferiore alla Pmax-Pp, cioe' Pc Pc+Pp

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Giorgio Padoan

Si`, questo e` vero

Certo

Questo non e` corretto, neanche nel caso ideale. La corrente e` impulsiva. Oltre alla fondamentale a 50 Hz, che e` l'unica componente che porta potenza, ci sono componenti di corrente a multipli dispari dei

50 Hz, che pero` NON portano potenza, ma caricano il trasformatore.

La potenza e` data da tensione efficace per corrente efficace per fattore di distorsione per fattore di spostamento. Il prodotto di questi ultimi due fattori e` il fattore di potenza.

I trasformatori non hanno un rating di potenza attiva, ma di potenza apparente. Quello che conta per il trasformatore e` la corrente efficace e l'integrale della tensione.

Se metti una capacita` all'uscita di un trasfo, puoi sovraccaricare il trasformatore senza che questo eroghi neppure un watt.

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Ci sono entrambe le potenze se circola corrente.

Certo perche' la corrente che circola sui cavi del trasfor. e al primario e al secondario, per la legge di joule dissipano energia, cosi' anche le correnti di Foucault. La sua rappresentazione alla 220 non e' un carico puramente reattivo.

C'e' una considerazione, in merito alle potenze dissipate che porterebbe a concludere che, anche se in termini diversi, forse stiamo affermando la stessa cosa. Partirei dalla constatazione che la potenza attiva fornita al primario coincide con la potenza che se ne va' in perdite sul trasf. stesso, sommata all'attiva che questo fornisce a valle secondario: principio di conserv. dell'energia, trascuriamo l'irradiamento. Dove c'e' variazione del campo magnetico B e nucleo di materiale conduttivo si possono generare correnti che portano a dissipare potenza attiva, che rappresentano le correnti do Foucault, minimizzate dalla stessa fisionomia costruttiva dei trasf. Se rispetto una certa frequenza, per questo effetto, abbiamo una potenza dissipata Pf, raddoppiando la frequenza si ha una f.e.m. = delta FI/ delta t doppi con conseguente maggior corrente e potenza dissipati, circa 2Pf. Ne deduco che se la corrente sul trasformatore e' impulsiva, quindi ricca di armoniche, queste portano ad una maggior potenza dissipata per effetto Focault rispetto al caso che se la corrente fosse con la sola fondamentale. Se le cose stanno cosi' allora i trasf. con nucleo in ferrite risentono meno di questa maggior perdita per la corrente impulsiva, mentre rimane la pedita nei cavi per eggetto joule.

Ciao giorgio

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Giorgio Padoan

Giorgio Padoan ha scritto:

le perdite per focault sono generalmente molto basse, qualche W per ogni kilo di ferro, quindi una piccola frazione ininfluente rispetto alla potenza nominale del trafo.

stai dicendo che raddoppia la freq primaria ?

no, al contrario, la corrente di carico, che si riflette al primario, genera una cdt nel rame, quindi minore tensione (e potenza) magnetizzante, quindi minori perdite per focault.

eeh ?

saluti

--
  lowcost
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lowcost

Dovresti rileggere con attenzione la mia riflessione: sto affermando che le correnti di focault sono maggiori al crescere della frequenza, a parita' di di picco del campo megnetico.

Non e' cosi', le correnti di focault dipendono dalle correnti (che generano il campo magnetico) e queste crescono se carichi il secondario. Non puoi considerare cio' che accade al primario senza riportare nello schema equivalente l'effetto del carico al secondario...

Allora come spieghi il riscaldamento del rame anche su questi trasformatori? Ti ricordo che un induttanza reale viene rappresentata da una L in serie ad una R. Fatto sta che il trasformatore ideale lo si ottiene con conduttori poco resistivi ad esempio usando la superconduttivita' di alcuni materiali ceramici raffreddati mediante azoto liquido che fluise nella cavita interna del conduttore. Cosi' si fa ad esempio in fisica per poter raggiungere campi magnetici intensissimi senza dover dissipare energia nel conduttore attraverso il quale transitano correnti intensissime.

saluti giorgio

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Giorgio Padoan

Giorgio Padoan ha scritto:

grazie, questa me la segno.

e non hai ancora parlato della supercazzula.

saluti

--
  lowcost
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lowcost

in

re,

ne

rse

mi sentivo un po' un codardo per averci rinuciato, ma vedo che altri stanno arrivando alle stesse conclusioni.

Continua cos=EC e buon divertimento!

Tullio

P. S. Sei un informatico, vero?

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T. M.

Se aumenti la frequenza, per ottenere lo stesso picco di campo magnetico, devi aumentare anche la tensione dello stesso fattore.

Non e` corretto. Il campo magnetico nel nucleo, dipende dall'integrale della tensione di primario. Che si metta un carico sul secondario o non lo si metta, il campo nel nucleo rimane praticamente lo stesso (la potenza fra primario e secondario non transita nel nucleo. C'era un mio vecchio post che lo spiegava).

L'effetto della maggior perdita dovuta alle armoniche di corrente e` legato alle perdite resistive per effetto joule, e questo e` esacerbato dal fatto che al salire della frequenza la profondita` di pelle diminuisce, la resistenza aumenta, e oltre all'effetto pelle ci sono gli effetti di prossimita`, spiralizzazione e multistrato.

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Si e' cosi'.

Dimentichiamo di mettere anche le perdite dovuti all'isteresi del nucleo che cmq portano all'aumento di dissipazione in calore, maggiore nei picchi di corrente non sinusoidale.

Ciao Giorgio

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Giorgio Padoan

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