AleX ha scritto:
Da noi si fa di base, il piano di studi lo facciamo alla fine di quest'anno. Le conoscenze di base che dobbiamo possedere sono:
Saper utilizzare il computer (word, excell), saper programmare in java a livello testuale (stesura di algoritmi e utilizzo delle librerie del convento java), sapere dal java come si programma più a basso livello (assembler), e infine progettare automi, reti sequenziali, capire la struttura del processore, il livello microarchitetturale etc.
Questo per quanto riguarda informatica.
Poi abbiamo (per quanto riguarda elettronica) elettrotecnica, impianti elettrici, elettronica 1, elettronica industriale e campi elettromagnetici.
Economia e organizzazione aziendale per avere un'infarinatura di come funziona il mercato e come si ottimizzano le vendite a livello microeconomico.
Inglese (PET)
Accenni di Chimica che rientra nella preparazione generale come Analisi, Fisica 1 e 2, algebra e metodi matematici (sistemi dinamici).
Controlli automatici, controllo digitale e altre materie.
QUESTA E' LA PREPARAZIONE DI BASE!
Poi da qui, dopo aver avuto questa infarinatura di quasi 2 anni, si passa a fare il piano di studi e a seguire le aspirazioni proprie.
Se non erro l'università della calabria è quotata come una delle migliori in Europa.
Il piano di studi, ripeto, è qualcosa che ancora deve venire (almeno per me). Le cose che ho studiato finora, sono la preparazione base!
Ecco gli ingegneri dell'università italiana...
Hey hey, non rigirare con "non è strettamente necessario". Che fai, vai a lavorare alla bticino, ti chiedono di progettare un magnetotermico e dici: "non ho l'esame di impianti nel piano di studi"??? Un ingegnere elettronico? E' da pazzi... Secondo me la figura dell'ingegnere l'avete un pò distorta. Cavolo, una persona ad una festa, ad una cena, qualsiasi parte, ti chiede una consulenza su un impianto o su una circuiteria di un appartamento e dici: "aspetta che chiamo il perito"? Quello risponde nella testa: "Ecco un altro impastettato che è andato avanti a prosciutti".
E chi viene dallo scientifico e non ha l'amico con le dispense? Non mi sembra che l'università "vecchia" offra molto più di quanto non offre quella di oggi... Posso dirti che è molto scomoda perché devi studiare man mano (e non è facile) con il nuovo ordinamento, ma ci sono molti esami di recupero, quindi se trovi il professore (stile Franco) che anche per una sciocchezza (che lui dalla sua sapienza giudica da bocciatura) ti assicura la bocciatura, prima o poi lo abbatti e poi gli righi pure la macchina... e se sei sotto Natale, sarai più buono e con una chiave scrivi sulla fiancata: "Buon Natale: a professò grazie per il 20, è il voto che scarto alla laurea". :)
Va bene. Comunque, il professore ci ha detto che una ragazza (Emanuela non so come) uscita dalla nostra facoltà, è stata presa ed è responsabile della sicurezza italiana (non ricordo bene di cosa, ma riguarda sempre l'elettronica o l'impiantistica). Beh... perito o no, penso che voi la pensiate così solo perché siete vecchio stampo e c'è un certo pregiudizio.
Okkey, va bene.
Beh, questo dovrebbe essere sua preoccupazione, non dell'università.
Dico che l'ingegnere ha molta più preparazione teorica di un perito, per cui conosce principi e leggi che governano il mondo dell'elettronica, ergo, dovrebbe saperne di più di un perito (ricordi quando mi hai parlato del tecnico che è venuto nel tuo palazzo per sistemarti l'antenna? Forse c'erano riflessioni sulla linea, avevi ipotizzato). Un perito ha imparato grazie all'esperienza, sa che gli elettrolitici possono esplodere e ci giocano pure... sono esperienze che ha da quanto faceva l'itis. L'ingegnere percorre una strada diversa, ha nozioni di matematica, fisica, elettronica, elettrotecnica, economia, campi elettromagnetici etc. etc. è molto più adatto a svolgere più di un ruolo nella società, dall'essere docente, a progettare impianti, a dirigere un azienda, a progettare circuiti elettronici per giocattoli, satelliti per la nasa (affiancato da un team)... non credo che possa fare questo un perito, e un perito non va a studiarsi il lambda/10 dei componenti per evitare riflessioni o effetti parassiti, non studia livelli di Fermi, automi e reti sequenziali. Ragiona in modo più ampio e arrivi a capire il mio ragionamento.
Bravo, è quello che ho appena scritto sopra. E' questo che fa la differenza col perito. La preparazione (seppure di base) di un ingegnere è molto più ampia di un semplice perito. Il 90% delle persone del mio corso sono dell'itis, ed hanno esami indietro (molti) che sono basilari (calcolo 1, calcolo2, calcolo3, fisica1, fisica2, CHIMICA poi...) Perché la preparazione che poi ti dà l'università è molto diversa da quella che hai ricevuto all'itis. Poi quando si arriva ai vettori rotanti, chi come me ha fatto lo scientifico, va nel panico, loro invece sono tranquilli.
Si. L'ingegnere con la laurea di 3 anni, non serve a nulla, ha solo il titolo di ingegnere perché ragiona con l'ottica dell'ingegnere (scelte prudenti, considera tutti i fattori che riguardano un fenomeno a 360°, ha conoscenze più elevate di quelle liceali di matematica/fisica/chimica/elettronica/termodinamica e altro, ma non può far nulla se non qualcosa di generale in azienda). Poi dopo una specializzazione, esperienze di tirocinio (già al 3° anno da me si fa il tirocinio all'estero o in laboratorio) allora lì è già diverso.
Sostituire i periti con neoingegneri, che prenderanno una specializzazione.
Mi può anche andar bene, anche se come ti ho detto, se sai già uscire fuori dagli schemi, puoi anche saper mettere da te, senza curve fotometriche i faretti (è un esempio che mi porterò sempre dietro). Ovviamente ragionando da ingegnere, non fidandoti del tuo occhio e dell'apparenza che ti dice: "ci sta bene".
Beh, non credo che tutti gli ingegneri che hanno progettato impianti elettrici di grandi aziende/palazzi/banche e industrie, siano semplici periti...
Artemis