Preparazione al lavoro!

non deve lasciarti nulla di attaccato, ma deve averti allenato a fare una analisi di un testo.

Anche questo puo` andare bene, e` sempre qualcosa di "inutile" che costringe a fare allenamento al ragionamento astratto.

Dato che hai fatto fisica, hai notato fra i tuoi compagni di corso se c'erano differenze di rendimento in base alla scuola di provenienza?

La narrativa invece non mi pare sia molto allenante al ragionamento, ma ci sono le debite eccezioni.

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco
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Il problema è: che testo? Un testo in cui il significato bisogna cercarlo con la lente e scritto in una lingua che non si parla piú (quello non è italiano, è "italiano antico" che ha ormai poco a che vedere con la nostra lingua). Allora preferisco il latino. Se non altro è coerente, studio una lingua morta sapendola tale, non spacciandomela per le radici della mia lingua (per la cronaca: ho studiato latino per 6 anni, non sono un detrattore gratuito del mondo umanistico).

Insomma... "inutile"... se consideri inutile la logica... ;-)

Vengono tutti dal liceo.

Boiler

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Boiler

Buon punto! Sicuramente non parleremmo piu`il latino classico, ma certamente dante ha praticamente inventato l'italiano a tavolino.

E anche grazie a questa evoluzione scriviamo in modo quasi perfettamente fonetico, con molte facilitazioni rispetto ai parlanti inglese e francese.

Tutte le lingue sono equivalenti per comunicare (i bambini piccoli di una volta imparavano il latino, adesso imparano l'italiano e comunicano nello stesso modo). Alcune pero` sono piu` incasinate da scrivere.

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

OK, su questo hai ragione.

È solo che leggerla non mi dà molte soddisfazioni. Il tutto era partito da uno sfogo: al liceo me la sono dovuta sorbire per un anno senza capire lo scopo per cui lo facevamo.

Boiler

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Boiler

Franco wrote in news:bsaiu6$b0jpc$ snipped-for-privacy@ID-60973.news.uni-berlin.de:

Mah, su questo non sono del tutto d'accordo: Dante per la sua "Commedia" ha usato la lingua del "volgo fiorentino", la stessa lingua che parlava tutti i giorni la "Beatrice quando l'andava al mercato a fare la spesa..." (Marasco docet)

Te lo dimostra il fatto che, diversamente da altre parti d'Italia, non esiste un dialetto fiorentino o più in generale toscano.

Buone Feste,

AleX

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AleX

Non la sapevo cosi`. Dante (e mica solo lui) ha codificato la lingua partendo certamente da un substrato fiorentino, ma creando una koine' in cui ci sono parole provenienti da tante altre parti (incluso ad esempio il siciliano).

Non ho scelto bene il verbo "inventare", non e` una lingua artificiale: meglio dire codificare.

Quindi in toscana parlano l'italiano "standard"? Direi proprio di no, sia per il lessico, che per la pronuncia. E anche in toscana, spostandosi di pochi kilometri, si percepisce una variazione di parlata.

Grazie, ciao, buone feste anche a te.

--

Franco

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(L. Wittgenstein)
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Franco

Franco wrote in news:bsf2aa$c9mhf$ snipped-for-privacy@ID-60973.news.uni-berlin.de:

Ti ripeto, non esiste un dialetto. Se chiedi parlando con un toscano gli chiedi di fargli sentire il suo dialetto, non avrai risposta. Può esistere una pronuncia o una cadenza diversa (ad esempio la famosa 'c' aspirata fiorentina) ma la lingua è quella. In altre regioni la parlata dialettale può essere anche estremamente diversa dalla lingua 'ufficiale' italiana, tanto da assumere quasi carattere di lingua a se stante. Tanto che se un veneto o un siciliano vanno in toscana non hanno problemi di comprensione, mentre il contrario non sempre è vero.

Nella maggior parte dei casi è solo una diversa intonazione, sono molto poche le parole prettamente locali.

Vedi anche:

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Ciao, AleX

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AleX

Qui a Novi Ligure diciamo "belin" come i genovesi. Andando a Tortona (14Km) non lo si dice più.

Buone feste, belin belino! :-))

--

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Andrea

Andrea wrote in news:aUHGb.207666$ snipped-for-privacy@twister1.libero.it:

Eh, beh, mica si può pretendere che i confini linguistici corrispondano esattamente a quelli amministrativi :-)

Buone feste anche te,

AleX

P.S. sempre più OT.. :-)

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AleX

Dipende da come definisci dialetto. Se intendi un codice di comunicazione fortemente diverso dall'italiano, allora hai ragione. Se invece si intende come dialetto l'insieme delle varianti lessicali e fonematiche, allora anche la toscana ha il suo bravo dialetto.

Anche la pronuncia fa parte del dialetto, almeno secondo alcuni dialettologi (rohlfs, ad esempio). Poi c'e` la costruzione della frase (oh che tu fai?). Dipende dove uno mette la soglia per dire se il toscano sia un dialetto o no. La mia e` molto bassa, e considero fonetica, morfologia e sintassi.

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Qualche volta a firenze dei problemi di comprensione li ho avuti :-). Comunque e` vero quanto dici.

Bello il link al flechia! Bisongna anche dire che negli ultimi 130 anni qualcosa in dialettologia e` cambiato :-)

Ciao, grazie

--

Franco

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(L. Wittgenstein)
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Franco

Franco wrote in news:bsfp9l$bcccj$ snipped-for-privacy@ID-60973.news.uni-berlin.de:

Perfetto, allineati e coperti :-)

/QUOTE ON (by Garzanti) Dialetto: parlata propria di una determinata area geografica, a cui si contrappone la lingua ufficiale o nazionale /QUOTE OFF

In quel caso è più corretto allora parlare di "vernacolo":

/QUOTE ON (sempre by Garzanti) vernacolo: il parlare che è proprio di un luogo, di una regione; in partic., il linguaggio popolare considerato in ciò che lo differenzia dalla lingua letteraria (il termine si usa soprattutto per indicare le parlate toscane e ha valore più ristretto rispetto a dialetto, anche se comunemente viene adoperato come sinonimo di questo quando ci si riferisce alla moderna letteratura dialettale /QUOTE OFF

Beh, imho più che di "soglia" si dovrebbe invece parlare di distanza del "parlato locale" rispetto alla lingua nazionale nello spazio vettoriale delle lingue ;-) e in questi termini la parlata toscana è quella a minima distanza ;-)

Ciao, AleX

P.S. scusate l'OT evidente, deve essere stato l'eccesso di panettone a pranzo...;-)

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AleX

Con opportuna metrica :-)

Si`. E non ti fidare di un dizionario "normale" (garzanti) per parole tecniche (linguistica), che spesso e volentieri svaccano parecchio

OT? Secondo te siamo OT? Mah, si`, forse! Ma solo un pochino, tanto e` natale e fuori diluvia.

--

Franco

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(L. Wittgenstein)
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Franco

Beh, almeno un minimo di atmosfera natalizia ce l'hai. Qui ha fatto bel tempo tutto il giorno!

A proposito OT: il tutto è partito dal post in cui ho detto che secondo me algi scientifici si impone una cultura umanistica (cosa non necessariamente negativa) ma ai letterati non si impone un minimo di cultura scientifica.

Sembra proprio che io abbia una certa esperienza nello scatenare polemiche. Spero di non guastare lo spirito del NG ;-)

Boiler

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Boiler

Oggi invece giornata splendida e calda :-)

Cavoli e problemi loro, mica nostri :-). Il mio prof di scienze in liceo diceva che fra sapere e non sapere e` sempre meglio sapere.

Ciao!

--

Franco

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(L. Wittgenstein)
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Franco

Geniale! Hai ragione!

Ciao Boiler

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Boiler

Franco wrote in news:bshv4a$csij1$ snipped-for-privacy@ID-60973.news.uni- berlin.de:

Ehhh, mica vero... magari fosse cosi semplice...

hai presente cosa significa far comprendere certe cose a chi non ha la benchè minima base scientifica ( e allo stesso tempo non si fida dei "tecnici")?

E' cosi che poi fioriscono credenze e leggende metropolitane su cactus, cristalli e "coccinelle" antiradiazioni ;-)

AleX

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AleX

E perche' vuoi proprio che le capiscano?

Ben vengano, per due ragioni. La prima e` che se ho l'idea buona, le coccinelle riesco a venderle io :-). La seconda e` che in molti casi sono soldi che restano nel campo elettronico, e che quindi sono utili anche a me. Se un negozio di componenti elettronici vive meglio perche' vende tante coccinelle, meglio per me, avro` un negozio in piu` vicino a casa, magari con una scelta piu` vasta di componenti utili per me.

E i poveri turlupinati? Too bad! E` un vero peccato per loro! Tanti (proprio tanti) anni fa chi non correva abbastanza in fretta per raggiungere la cena, diventava la cena di qualcun altro piu` veloce e affamato. Si chiama selezione naturale. Adesso i tempi sono cambiati: soccombe (in senso lato, ad esempio economico) chi ha meno conoscenze. Con la differenza che adesso l'informazione e` out there, disponibile a tutti. Se uno non la vuole prendere e usare, rigorosi cavoli suoi.

Ciao

--

Franco

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(L. Wittgenstein)
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Franco

Franco wrote in news:bsie91$de2pv$ snipped-for-privacy@ID-60973.news.uni-berlin.de:

Ad esempio, perchè non vuoi essere linciato sulla pubblica piazza... ;-)

Diceva un prof. della mia facoltà: "per la gente è *ovvio* che pigiando l'interruttore si accenda la luce...salvo poi lamentarsi di elettrodotti e centrali elettriche" (e fu cosi che nacque il corso di ing. per ambiente e territorio, giusto per la cronaca)

L'esempio di Boiler è calzante, e accanto a quello ci possiamo mettere antenne per stazioni radio base o radio tv, generatori eolici (eh, già perchè c'è anche chi li giudica inquinanti) e cosi via.

Giusto per fare un altro esempio: "in Italia c'è il limite di protezione dai campi elettromagnetici(300kHz-300GHz) più basso al mondo, 6V/m. 20-25 persone in aula, comportano quindi, a 300GHz, la violazione di questo limite se consideriamo la curva di emissione di corpo nero a 37°C" (cit. prof. Falciasecca)

Quando si dice la sincerità ;-)))

Non è vero nemmeno questo, perchè di norma questo questo genere di "accessori" è venduto in farmacie (sigh!), negozi di "bioarchitettura(R)", New Age, articoli da regalo, etc, quindi sono soldi che girano fuori dal campo elettronico.

Non funziona, non funziona: da una parte c'è la scienza (e la tecnologia ad essa legata), dall'altra il cittadino comune che viene "spinto a non credere". Poichè però le decisioni si prendono democraticamente ad un certo punto le due cose contrastano e chi è in minoranza è la comunità scientifica.

Ciao, AleX

P.S. guarda questi link:

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AleX

Un ente veramente degno di fiducia (e soprattutto adeguatamente fiducioso nelle proprie ragioni e motivazioni) si sarebbe preoccupato di spiegare qualche cosa alla gente e non si sarebbe sognato di passar loro sopra la testa come hanno invece fatto... Non sapendo niente la gente si è fatta (giustamente) i *suoi* interessi: delle cose di cui non mi spiegano niente non ne voglio sapere niente di averle tra i piedi!

Non so se con una cultura scientifica più diffusa la faccenda sarebbe cambiata ma, anche fosse, il solo fatto di avere cercato di imporre un rischio senza informare chi correva i rischi, basta e avanza per giustificare il baccano che la gente ha fatto. Ignorante o no, in questo caso ha solo ragione! Del resto uno stabilimento di recupero materiali radioattivi in Giappone, protagonista di un incidente tanto grave quanto assurdo per la sua banalità (si sa dai tempi del progetto Manhattan come può accadere e quali regole vanno adottate per evitarlo) era giusto piazzato a qualche centinaio di metri da un asilo... Come dire che conoscenza, competenza, fiducia ecc. ecc. consolano ben poco se qualcosa va storto e se questa possibilità è stata presa sottogamba. E in qualsiasi impresa industriale è praticamente *certo* che prima o poi qualcosa va storto. Le leggi di Murphy sembrano barzellette ma non lo sono affatto.

Ora nei confronti di questo "qualcosa" vorrei qualche garanzia in più che non un "si tratta di un rischio minimo"! I rischi minimi sono appunto minimi, non nulli e sul lungo periodo non c'è nulla di più probabile dell'improbabile. Nell'eventualità, che faccio? Dispongo, come cittadino comune, non necessariamente in possesso di una laurea in fisica nucleare, chimica industriale, ingegneria o altro, di tutte le informazioni necessarie - e CHIARAMENTE ESPOSTE - per uscire dai pasticci? E ci sono poi delle possibilità effettive di uscire dai pasticci senza ricorrere allo spirito santo? Di tutto questo voglio essere messo al corrente: se vicino a casa mia installano un impianto pericoloso (per qualsiasi ragione, non solo perché di natura nucleare) è come se implicitamente mi facessero firmare un "contratto di rischio". E io, di questo contratto, voglio essere messo in grado di leggere e capire TUTTE le clausole (anche e soprattutto quelle in piccolo!) e non essere costretto a dipendere da ciò che mi dice l'imbonitore di turno! A scatola chiusa non prendo neppure Arrigoni... soprattutto quando nella scatola è altamente probabile che vi abbiano messo una fregatura.

Del resto può anche essere accettabile correre rischi... se me li pagano. In caso di incidente c'è la possibilità che debba abbandonare tutto - case, campi, cose, tutto - perché la zona diventa inabitabile? Benissimo, mi pagano un'assicurazione a vita per fronteggiare *a costo zero* questa eventualità... Se succede qualcosa voglio la possibilità di andare ad abitare dove meglio credo, spesato di tutto, con tutti i comfort, possibilmente senza mai vedere in vita mia un container adattato a casa. Chiedo troppo?

In ultimo: "conoscenza" di un fenomeno non significa *automaticamente* capacità di controllarlo in tutte le sue possibili manifestazioni e conseguenze... e su questo si giocano molti equivoci (e non di rado li si giocano in modo proprio sporco). Un conto è combattere le paure di rischi fasulli o presunti rimedi miracolosi (cactus antiradiazioni, cure Di Bella e compagnia cantante), ben altro è il sottovalutare arbitrariamente dei rischi reali con le giustificazioni (anche di comodo) più assortite perché a "qualcuno" la cosa rende. Il discorso però si allargherebbe parecchio... e le feste sono feste finché durano! ;-)

Ciao e buon anno a tutti! Piercarlo

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Piercarlo

Bellissimo! Questa me la noto!

Se poi pensiamo che il campo magnetico terrestre varia da 90 a 130 V/m risulta difficile capire i limiti assurdi per i campi a bassa frequenza...

Boiler

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Boiler

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