Aiuto urgente

Ragazzi mai come ora ho avuto bisogno di voi. Ho un grosso problema per la tesi, in particolare per il generatore ad alta tensione che trovate qui:

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ho comprato un trasformatore di isolamento da 1 kVA (lasciate perdere la potenza, servirà tale in futuro per altre applicazioni)

un triplicatore di tensione come in figura

2 bobine di automobile, vecchia maniera (cioè positivo, negativo e l'elettrodo centrale)

4 condensatori da 3,15 uF in polipropilene 400 VAC.

1 Dimmer 220V - 500 W

il problema è che non funziona praticamente nulla. Ora, ho provato a simulare il circuito ed è veramente strano il funzionamento di questo schema. Ad esempio, se mettiamo il dimmer in modo da fornire la massima tensione in uscita (220 V), i condensatori fanno sì che ai capi della bobina arrivino 800 mV. La bobina più il triplicatore, come fanno a far arrivare il tutto a 25 kV? Abbiamo provato e come previsto, non va. Così abbiamo provato a collegare direttamente alla bobina 12 VAC, e in uscita avevamo una tensione di circa 840 VAC. Effettuando altre misure, il rapporto Vout/Vin è sempre 70. E' normale? Se è normale, mi chiedo come nelle auto la tensione d'uscita possa arrivare a 15000 V! E' un assurdo. Le bobine sono alimentate a 12 V no? Ho effettuato questo collegamento:

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ma nulla. Gli stessi valori di tensione ottengo con l'altra bobina. Anziché utilizzare un solo condensatore in polypropilene da 660 VAC, ho utilizzato 4 condensatori (una serie di 2 paralleli) di condensatori da

3,15 uF 400VAC, ma niente. Qualcuno può darmi una mano, è veramente una questione urgente.

Grazie anticipatamente

Artemis

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Artemis
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Le bobine di accensione non sono trasformatori. O meglio il loro funzionamento non =E8 quello di un trasformatore. Il rapporto spire che hai trovato =E8 giusto. Quelle per accensione elettronica arrivano, mi pare, fino a 400. I modi di funzionamento sono due, induttivo o capacitivo.

Nel modo induttivo una corrente continua viene fatta passare nel primario e poi viene bruscamente interrotta dalle "puntine" dello spinterogeno. L'extratensione si forma sia sul primario che sul secondario, e ovviamente le due stanno nel rapporto spire. Sul primario l'extratensione =E8 limitata dall'arco tra le puntine, sul secondario dall'arco nelle candele. La velocit=E0 di apertura delle puntine e un condensatore spegniscintilla in parallelo alle puntine fanno in modo che l'arco si abbia sul secondario, ossia sulle candele. La tensione applicata al primario non ha una relazione immediata con la tensione che si pu=F2 ottenere sul secondario. Certo influisce, ma solo per la corrente che riesce a far circolare nel primario, vincendo la resistenza del circuito primario e la fcem della componente induttiva del primario. Notare che l'arco sulle si ha all'apertura del circuito primario.

Nel modo capacitivo un condensatore viene caricato a circa 400V e poi con un scr viene scaricato sul primario. Ovviamente sul secondario appare una tensione moltiplicata dal rapporto spire. Quando il condensatore =E8 scarico l' scr si apre e il condensatore pu=F2 essere ricaricato. Notare che l'arco sulle si ha alla chiusura del circuito primario.

Nel circuito proposto credo si vogliano sfruttare i fronti di chiusura del dimmer, che possono arrivare alla tensione di picco di rete, ossia circa 300V, e applicarli al circuito primario attraverso il condensatore che caricandosi in un senso in un semiperiodo si scarica e si carica in senso opposto nel successivo. Quindi potrebbe fornire picchi fino a 600V. Credo che molto dipenda dal dimmer, non tutti sono in grado di funzionare in un circuito cos=EC diverso da quello normale in cui lavora un dimmer.

Ciao.

lucky

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lucky

Ciao e grazie soprattutto per la risposta!

Quindi con la bobina che ho, fino a che tensione posso arrivare switchando la tensione d'ingresso in qualche modo? Una sinunoide quindi non basta?

f.e.m. = -d(fi)/dt

quanto più è brusca la variazione (l'interruzione) della continua, tanto più si avrà una sovratensione... giusto?

Ah, quindi posso solo avere 840 V in uscita? E come fa allora a tirar fuori 15000V o 12000 V in un automobile, se il rapporto di spire è 70 e l'ingresso è 12 V?

Un dubbio: il cavo che va dalla bobina allo spinterogeno, ha due connettori in metallo alle estremità, ma dentro non ha conduttore! Ha una fibra (carbonio?) nera, e molti strati di isolanti, ma niente conduttore. E' normale?

Se volessi emulare le scintille delle puntine e far funzionare la bobina? Un multivibratore astabile a 12 V o un onda quadra? La sinusoide non porta sempre una variazione? Inoltre, se poi la tensione prodotta, sta sempre nel rapporto tra spire, tanto vale usare una sinusoide come già facevo. Ma comunque non ottengo la tensione che mi serve. In pratica, la bobina dovrebbe riuscire a tirarmi fuori almeno 5900 Vrms, è possibile in qualche modo?

tensione

vincere la fcem del... secondario, no?

Quindi equivale a porre una sinusoide diretta al primario... è un autotrasformatore la bobina, giusto?

E posso applicare questi picchi alla bobina o salta? Se il rapporto è

70, 600 V per 70, non può tirar fuori 42000 volt e poi applicarla ad un triplicatore che sopporta fino a 30 kV, per tirar poi fuori massimo fino a 25 kV. Non torna qualche conto...

Il dimmer che ho, sembra non funzionare, o meglio, se muovo la manopola, rimane sempre a 220 V. Quello che me lo ha venduto mi ha detto che se non collego un carico bello sostanzioso, non si attiva il triac e quindi è normale che la tensione non varia. Avrei quindi pensato di mettere una lampadina da 100 W prima di quel condensatore, ma in parallelo, così da far assorbire una certa potenza alla lampadina per attivare il triac e poi riuscire a regolare la tensione. Ma se poi escon fuori vicino al condensatore 600 VAC ho paura per la lampadina...

Spero di ricevere presto una tua risposta, ho veramente necessità di costruire questo generatore, pena, mi salta la laurea.

A presto

Artemis

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Artemis

OK

L'extratensione all'apertura NON =E8 la tensione della batteria della macchina! E' quella dovuta al dfi/dt, come detto di seguito ...

E' semplicemente carbone. Il filo non deve essere un ottimo conduttore, stante la tensione e la corrente bassa in gioco. L'uso di un'anima resistiva riduce la emissione di disturbi.

La sinusoide non va bene. L'onda quadra s=EC, ma il circuito di pilotaggio della bobina deve essere open collector e sopportare l'extratensione. Una limitazione all'extratensione a un valore inferiore alla Vcebs va prevista. Forse una decina di zener da una trentina di Volt in serie... Bisognerebbe ragionarci un attimo.

La sinusoide non ha il dfi/dt di una interruzione brusca.

Non credo la possano danneggiare.

Il triplicatore rappresenta un carico capacitivo che smorza l'extratensione. Certo se poi non avviene una scarica alla sua uscita, IMHO la tensione pu=F2 salire fino a valori pericolosi per la sua integrit=E0.

Potrebbe essere la soluzione buona. Per intenderci bene la lampadina andrebbe collegata tra l'uscita del dimmer (nodo dimmer-condensatore) e il terminale rupt della bobina. La massima tensione in uscita della bobina si avrebbe con parzializzazione al 50%, ossia accensione del triac in corrispondenza del picco di ciascuna semionda. Una possibile causa di ottenimento di una tensione di uscita inferiore alle aspettative potrebbe essere il filtro antidisturbo del dimmer.

Ciao.

lucky

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lucky

lucky ha scritto:

Allora avevo inteso male la frase: "ovviamente le due stanno nel rapporto spire", intesa come: "le due extratensioni stanno nei valori massimi ottenibili dal rapporto tra spire"

Ho trovato questo schema:

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e lo sto realizzando proprio in questo istante. Sarà protetto questo? Inoltre, come calcolo il valore dell'extratensione, a partire dalla frequenza dell'onda quadra e dalla tensione in ingresso? Mi occorrerebbe sapere poi quanto effettivamente ho di tensione all'esterno.

In pratica all'uscita del triplicatore ci sta un'impedenza formata da una resistenza da 450 kohm 6 W e un condensatore (in serie alla resistenza) di pochissimi pF (in pratica quel triangolino che vedi decollare, su quel sito che ti ho dato dove c'era lo schema con il dimmer).

Si esatto, il rupt che io spesso chiamo massa, perché sembra il potenziale di riferimento sia dell'ingresso che dell'uscita.

E questa può essere ottenuta scegliendo un carico (tipo lampadina) ad hoc?

A presto (mi sei veramente di aiuto)

Artemi

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Artemis

Conoscevo un'altra persona che ha provato a fare volare questo lifter senza ottenere grandi risultati. La cosa piu semplice da fare è utilizzare un vecchio monitor che produce tranquillamente 20/30 Kv. Mi ricordo che l'unico effetto che si otteneva erano una serie di scariche tralle due armature del lifter e in certi casi addirittura, per alte tensioni (30/40k) si poteva vedere l'aria ionizzata e un vento ionico anche a distanza. Attenzione mi raccomando usa tutte le precauzioni, questi oggetti sono simpatici ma particolarmente pericolosi. Ciao Emiliano.

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Emiliano

Artemis ha scritto:

Non lo so .... ma sento che il transistor finale durera' poco ... voi che dite ?

Un'ottima fonte di materiale per alta tensione, spesso ignorata, e' un microonde :)

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Alberto Rubinelli - A2 SISTEMI news.bbip.it ThunderBird 1.5.0.7
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Alberto Rubinelli

Alberto Rubinelli ha scritto:

Il transistor finale leggo sul datasheet che è protetto ed isolato fino a 1500 V. In parallelo vi è un condensatore da 47 uF elettrolitico (assorbirà la scarica?).

Mmm... solo che non ne ho disponibile neppure uno al momento.

Grazie veramente, comunque ti farò sapere se questo schema funziona.

Artemis

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Artemis

Emiliano ha scritto:

Forse non ha posto le armature a distanza sufficiente... dovrebbe funzionare per EHD e non per vento ionico, infatti la spinta che riceve è 3 ordini di grandezza superiore a quella che potrebbe produrre il vento ionico.

Sisì, qui per testarlo siamo usciti tutti dal laboratorio ed abbiamo attivato a distanza il contatore :)

A presto e grazie anche a te

Artemis

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Artemis

Il giorno Thu, 26 Oct 2006 22:41:28 +0200, Artemis ha scritto:

Non credo che basterà, meglio metterci un transil o TransZorb in parallelo.

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-- ciao Stefano

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SB

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