onde elettromagnetiche in acqua

A proposito di costante dielettrica dell'acqua, la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche e' inferiore dentro all'acqua, esatto? Percio' se volessi costruire un antenna, per esempio un dipolo, da usare immerso in acqua, quanto si ridurrebbero le dimensioni? Tutto questo a prescindere dalla effettiva utilita' e dalle perdite provocate dall'acqua.

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brown fox
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Si`, e cambierebbe anche l'impedenza di ingresso.

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche in un dielettrico è data dal rapporto tra la velocità della luce nel vuoto e la radice quadrata della costante dielettrica del mezzo nel quale si propagano.

Quindi devi conoscere la costante dielettrica dell'acqua, che dipende da molti fattori, e ovviamente anche la frequenza di funzionamento.

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A.S

ico

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pi=F9 che altro manda in corto circuito tutto se solo la frequenza =E8 al di sopra dei 100 khz

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giannibo

brown fox ha scritto:

Non di molto visto che dovresti scendere sotto i 30Khz ;-). Di solito i sottomarini trascinano una lunghissima "coda" o un conduttore portato fino ad una boa in superfice. In pratica si usano frequenze sotto i 100Hz volendo arrivare in profondità.

Cerca con chiave ELF e troverai un mondo piuttosto affascinante.

Questo è un sito interessante sull'argomento:

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For a list of all the ways technology has failed to improve the quality 
of life, please press three.
(C) Alice Kahn
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Iax

Il 26 Ott 2007, 12:08, snipped-for-privacy@interfree.it (A.S) ha scritto:

Sarebbe ipotizzabile un'antenna immersa in un dielettrico ad alta costante dielettrica per ridurne le dimensioni? In acqua le dimensioni si ridurrebbero di circa 9 volte, mentre usando materiai tipo il titanato di bario (epsilon-r=10000) si ridurrebbero di 100 volte! Che dimensioni dovrebbe avere il dielettrico che circonda l'antenna? E' un'idea impraticabile?

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brown fox

brown fox ha scritto:

sarei molto curioso di saperlo anche io: in passato sentii parlare di antenne VHF inglobate in Perspex, metacrilato o simili materiali, per ridurne le dimensioni fisiche di molto (3 volte mi sembra) ma mi sono sempre chiesto QUANTO dovesse prolungarsi questo dielettrico oltre l'antenna, se basta una "pellicola", oppure uno strato di pochi millimetri oppure se occorre un blocco massiccio di spessore paragonabile alle dimensioni fisiche dell'antenna (e, ovviamente, mi sono sempre chiesto se poi, in pratica, la cosa sia realizzabile con successo o sia solamente una esercitazione teorica :-) )

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Andrea  I0ADY
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Andrea I0ADY

Andrea I0ADY ha scritto:

Ho la precisa impressione che la cosa funzionerebbe solo se il blocco fosse abbastanza grande da contenere anche l'antenna ricevente. Invece, finito il blocco, inizia l'aria, e il discorso cambia. Se per assurdo fosse vero, allora basterebbe plastificare il dipolo.

Giuliano

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JUL

JUL ha scritto:

a questa cosa ho pensato, ma la fonte da cui traggo l'informazione (fonte seria) mi diceva che il metodo viene usato a volte per "annegare" antenne nei timoni di certi aerei (che oggi sono sempre piu' spesso fatti usando molta "plastica", colle ecc e non piu' solo metalli)

infatti, il paragone ottico del raggio di luce che attraversa un materiale diverso dall'aria e poi finito questo riprende il suo tragitto, e' il primo che viene in mente, ma senza fare serie prove non sono cosi' certo che regga ...... si potrebbe provare ad annegare un dipolo filare in un tubo piu' o meno grande da riempire poi di una resina bicomponente (facile da usare) e poi fare qualche misura .... pero' ... :-) sarebbe piu' semplice trovare una fonte _certa_ che tratti di questo (eventuale) fenomeno da un punto di vista eminentemente pratico

grazie

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Andrea  I0ADY
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Andrea I0ADY

Il 27 Ott 2007, 12:48, snipped-for-privacy@tiscalinet.it (JUL) ha scritto:

fosse

Io invece ho la sensazione che un'antenna, dal suo punto di vista, non risente di quanto avviene alle distanze oltre circa una lunghezza d'onda, ma questo lo penso su base empirica, senza un riferimento teorico. Se fosse vero, basterebbe immergere l'antenna in un corpo dielettrico (sfera?) di raggio di circa lamba/radice(epsilon r). Esempio, per i 144 MHz, un dipolo di un cm immerso in una sfera di titanato di bario di 4 cm di diametro. Sullo stesso principio si potrebbero immaginare antenne a moltissimi elementi dotate di grande direttività e di dimensioni estrememente ridotte. Se qualcuno sa dare una risposta precisa e' benvenuto.

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brown fox

Neanche in quel caso :)

Capitano alcuni fenomeni. Parliamo di blocchi di dielettrico "grandi": l'impedenza dell'antenna si abbassa, e quindi anche il rendimento scende. All'interfaccia fra dielettrico e vuoto si ha una discontinuita`, con disadattamento di impedenza e quindi onde riflesse. Se il blocco non e` grande

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Franco

Franco wrote in news:yyLUi.14469$ snipped-for-privacy@newssvr27.news.prodigy.net:

C'è abbastanza materiale in IEEE sulle "dielectric antenna".

In effetti pare che l'accorciamento vada con la radice della costante dielettrica (e questo è bello)

Tuttavia si ha anche una riduzione della banda passante (e questo è meno bello).

Ciao, AleX

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AleX

Perché, secondo te quando usi un cavo coassiale ti trovi in una situazione diversa? Dopotutto, nel cavo coassiale, lo "spazio" in cui si propaga l'onda è proprio il dielettrico stesso. Piuttosto mi sembra che il "trucco" di annegare l'antenna in un dielettrico abbia un solo scopo utile: attenuare (o meglio caricarli sul dielettrico che racchiude l'antenna) i problemi che derivano dall'utilizzare un'antenna disadattata perché più piccola rispetto alle necessità. In pratica l'antenna viene "adattata" allo "spazio" rappresentato dal dielettrico la cui superficie, come una vera e propria "antenna virtuale" si fa successivamente carico dell'adattamento con l'aria. Da qualche parte c'è sicuramente un conto da pagare ma al momento mi sfuggono i dettagli sia dell'entità di questo "conto" che della moneta usata per "il saldo" - cioè se si tratta di perdite termiche o di altro genere.

Ciao Piercarlo

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Piercarlo

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