dubbi su inclinometro / girocompasso

Ciao a tutti. Ho bisogno di un inclinometro senza pretese. Anche uno improvvisato con un potenziometro potrebbe andare bene ma qualcosa allo stato solido sarebbe comodo. HO visto questo:

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Ho letto il datasheet ma mi rimane un dubbio: Se all'accensione del dispositivo il sensore è già inclinato, diciamo a

30°, dal micro posso leggere direttamente i miei 30° o devo calcolare la differenza durante il movimento e campionare con una certa frequenza? Perchè poi dice: "0.67mv deg/sec nominal output from sensor" Il riferimento "al secondo" un pò mi depista. JohnnyRun
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JohnnyRun
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quel sensore e' un gyro RATE da' un segnale non nullo quando sta ruotando e non se e' semplicemente inclinato, teoricamente per sapere l'angolo dovresti integrare il suo segnale e comunque fornigli l'angolo iniziale

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mmm

?... questo è un trasduttore di velocità angolare, non di inclinazione.

Per una velocità angolare di 1 °/s, la tensione di uscita nominale sarebbe di 0,67 mV. Se il sensore non ruota, la tensione di uscita è nulla.

Piuttosto, se vuoi fare un inclinometro di poche pretese, usa un accelerometro.

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Massimo Ortolano

Girocompasso forse ha lo stesso significato in altre lingue, ma in italiano quello che intendi tu si chiama giroscopio; in inglese gyroscope (o, per gli amici, gyro). Comunque, come ti hanno già detto, quello che cerchi è un accelerometro. Cerca ADXL202 (2 assi) o ADXL330 (3 assi) Se cerchi l'equivalente al tuo potenziometro, probabilmente ti basta un asse soltanto (ADXL103?), ma se devi comprare una di quelle schedine e hai in mente di riciclarle in futuro io resterei sui 3 assi, visto che comunque la spesa è all'incirca la stessa.

P.

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Pasu

Il 26/05/2010 17.06, Pasu ha scritto:

Ok grazie a tutti delle risposte ora cerco un pò meglio come va interfacciato al micro. Cmq, per intenderci, il micro dovrà cmq conoscere l'angolo di partenza... giusto?

JohnnyRun

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JohnnyRun

Il 26/05/2010 17.06, Pasu ha scritto:

Direi piuttosto che 'girocompasso' è uno storpiamento (ma dove l'hai trovata, JohnnyRun?) di gyrocompass, ovvero girobussola, che è differente dal (rate) gyro.

Marco

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Marco Trapanese

Il 26/05/2010 19.52, Marco Trapanese ha scritto:

Eh ho storpiato io. :D Dicesi "traduzione maccheronica". JohnnyRun

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JohnnyRun

JohnnyRun ha scritto:

puoi usare un potenziometro sul cui albero ci colleghi un peso "sbilanciato" rispetto all'asse dell'albero del potenziometro. in modo che ruotando il potenziometro il suo albero rimanga sempre ortogonale al terreno.

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emilio

Non esattamente. Quegli accelerometri danno in uscita una tensione variabile tra 0 e Vcc. In assenza di altre accelerazioni, l'uscita è proporzionale alla proiezione del vettore accelerazione di gravità sull'asse dell'accelerometro. Se hai un accelerometro ad un asse, quando questo è allineato con la verticale (al "pavimento"), con lo stesso verso in uscita, otterrai la massima tensione (Vcc). Se ora ruoti il sensore di 180gradi (quindi sempre allineato con la verticale ma con verso opposto) l'uscita si porta a 0V. Se il sensore forma un angolo di

90 gradi con la verticale (in un verso o nell'altro), l'uscita è pari a Vcc/2. In altre parole l'uscita varia in funzione dell'angolo secondo la legge

Vout=Vcc/2*(1+cos(angolo))

dove l'angolo è misurato tra l'asse dell'accelerometro e la verticale.

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Pasu

Il 26/05/2010 21.15, Pasu ha scritto:

Mi sembra comodo. Grazie delle delucidazioni, tutto chiaro. Ho anche rispolverato un tuo vecchio post (2007) dove dici che questo package è umanamente saldabile. Ultimamente mi sento coraggioso...ma opterò per un modulino a prova di principiante ciao JohnnyRun

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JohnnyRun

Il 26/05/2010 21.15, Pasu ha scritto:

Non per pignolare, ma in uscita avrai Vcc solo se il fondo scala dell'accelerometro è 1g e se l'amplificatore di uscita è un rail-to-rail.

Ad esempio l'ADXL103 citato arriva fino a 4,5V (tipici) con un'accelerazione di 1,7g.

Ciao! Marco

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Marco Trapanese

JohnnyRun ha scritto:

Di solito si usano due accelerometri disposti su di un piano con gli assi ortogonali. Nel caso di un piano perfettamente livellato, i due accelerometri indicheranno entrambi accelerazione zero.

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Dimonio Caron

Dimonio Caron:

Sì, su un satellite ;-)

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F. Bertolazzi

Oh mamma... Google si ricorda proprio tutto :-/

Se non hai problemi di spazio è la scelta migliore.

Ciao e buon divertimento :-)

P.

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Pasu

Eheh fai bene a pignolare :-) A mia discolpa posso dire che la mia era una astrazione, non facevo riferimento a nessun particolare modello :-p

Ciao!

P.

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Pasu

LOL! Però è vero che l'uso di due assi ortogonali aiuta a "spalmare" l'errore. Io però li metterei su un piano perpendicolare al pavimento in modo che diano seno e coseno dell'angolo (il quale può essere calcolato con un una "atan2")

P.

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Pasu

Pasu ha scritto:

lmare"

ento in

colato

Non e' questione di spalmare errori, ma di eliminare un grado di liberta'. Con un solo accelerometro individueresti un fascio di infiniti piani aventi in comune l'asse dell'accelerometro. Con due accelerometri opportunamente disposti, individui un piano in modo univoco. Il motivo di far lavorare gli accelerometri con gli assi perpendicolari alla gravita' e' proprio per leggere un'accelerazione zero, e quindi eliminare completamente l'errore di scala. Questo metodo viene usato per esempio per livellare gli strumenti geodetici dopo aver fatto una regolazione grossolana con una bolla sferica. Tutto cio' pero' ha poca attinenza con la domanda iniziale.

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Dimonio Caron

Si ma se i gradi di libertà sono già eliminati in partenza (come mi sembra di capire dalla spiegazione dell'OP)

Si ma se il tuo oggetto è già vincolato di suo, a cosa ti serve?

Qui non capisco cosa dici. Il fatto di avere un accelerometro perpendicolare al pavimento ti permette di avere la massima sensibilità (la derivata del seno è massima intorno allo zero), oltre al fatto, come dici tu, di avere le due direzioni di inclinazione se usi due assi.

Ma di nuovo, il problema che descrivi è un tantino diverso da quello dell'OP.

Non mi sembra... E poi cosa siam qui a fare? :-)

P.

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Pasu

Come ti hanno già suggerito, il sistema più semplice è usare un accelerometro. Ti consiglio, per semplificarti la vita, di andare su un modello che ha già l'uscita in digitale, tipo alcuni della ST (io uso il LIS3LV02DQ). Esistono anche delle schedine demo già fatte, che però costicchiano (mi sembra di averle pagate intorno ai 100 euro).

Ciao

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stinf

stinf:

Ho l'impressione che quelli con l'uscita analogica siano in via di estinzione. Se ci pensi, è logico: la lettura della distanza del "cantilever" MEMS viene fatta in modo capacitivo, in pratica otterrai una frequenza diversa per ogni posizione. Poi devi convertire la frequenza in continua e poi, generalmente, avrai un convertitore A/D. Tutte complicazioni che iniettano solo errori. Meglio leggere direttamente il periodo dell'oscillatore e buttar fuori il contenuto del contatore.

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F. Bertolazzi

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