vorrei costruire un moltiplicatore di tensione cockroft-walton, avevo pensato di usare un convertitore flyback per pilotarlo a una frequenza di
100khz, poi leggendo la descrizione del flyback penso di aver capito che il valore del voltaggio di uscita dipende dalla resistenza di carico finale. Come faccio a calcolare la resistenza del cockroft-walton? Inoltre il cockroft-walton accetta in ingresso tensioni pulsanti o alternate mentre negli schemi di uscita del flyback ho visto sempre un diodo è un condensatore...come si concilia questo?
Il flyback, come tutti gli alimentatori, puo' controllare bene una sola delle tensioni d'uscita. Nel tuo caso non avendone altre e prendendo come riferimento l'unica che hai la stabilizzazione c'e', Giorgio
Se vuoi modificare un flyback preesistente, rischi di fare danni, le tensioni di uscita e di picco sul primario sono legate.
Che io sappia il flyback eroga corrente in una sola direzione, in pratica sono due induttori accoppiati, e (detta molto semplicemente) funziona alternando una fase in cui "carica" l'induttanza al primario seguita da una in cui la scarica al secondario, quindi e' vero che in questa fase la tensione e' limitata solo dalle capacita' parassite e da cio' che e' presente sul drain o collettore al primario, ma il tutto deve essere calcolato per reggere.
Il moltiplicatore di cui parli credo funga solo con correnti alternate, ma magari mi sbaglio. Se guardi i circuiti di flyback TV e CCFL di solito sono push-pull:
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Ciao e attento all'HV!
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Muvideo altrove
Fabio Eboli nella vita reale...
Si può fare, e la frequenza di lavoro ti aiuta sulla resistenza di uscita perchè puoi usare condensatori più piccoli. Lo schema di hamamatsu che ti hanno proposto è un flyback (più precisamente uno step-up) infatti. Puoi pensare anche di utilizzare un trasformatore con rapporto elevato per diminuire il numero di celle necessarie per il moltiplicatore. I diodi che dovrai utilizzare, però, devono essere veloci in relazione alla frequenza di lavoro ed al regime impulsivo a cui sono sottoposti
"CG Audio Laboratories" ha scritto nel messaggio news:ka5ckh$75s$ snipped-for-privacy@speranza.aioe.org...
Si può fare, e la frequenza di lavoro ti aiuta sulla resistenza di uscita perchè puoi usare condensatori più piccoli. Lo schema di hamamatsu che ti hanno proposto è un flyback (più precisamente uno step-up) infatti. Puoi pensare anche di utilizzare un trasformatore con rapporto elevato per diminuire il numero di celle necessarie per il moltiplicatore. I diodi che dovrai utilizzare, però, devono essere veloci in relazione alla frequenza di lavoro ed al regime impulsivo a cui sono sottoposti
grazie per la risposta, riguardo al trasformatore ho visto che di solito nei flyback si usa un piccolo trasformatore di ferrite ad E con traferro per scongiurare la saturazione, ho letto e mi sembra di aver capito anche che la tensione in uscita dipende dal carico, quindi mettiamo che io usi 20 volts in ingresso, per ottenerne 400 in uscita (per non usare condensatori troppo costosi nel moltiplicatore) quale rapporto di spire potrei usare?
Leggendo gli altri interventi di ramundo e CG, in effetti m'ero scordato i blocking oscillators (tipo joule thief), ecco un altro esempio, con tanto di valori:
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Per pura curiosita' (non che la cosa faccia differenza in pratica) ma un blocking oscillator accoppiato in AC che topologia e'? CG, dici che e' un flyback, come mai?
Grazie.
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Muvideo altrove
Fabio Eboli nella vita reale...
Avere una tensione di partenza elevata NON ti fa risparmiare sui condensatori, ma ti fa diminuire il numero di celle moltiplicatrici necessario. La frequenza più alta ti permette di usare condensatori di capacità inferiore, ma non è detto che siano meno costosi. Scegli bene la frequenza di lavoro.
Però non è così facile, ci sono le induttanze degli avvolgimenti e le resistenze di questi ultimi in mezzo. Il tutto legato alla frequenza di lavoro. Progettare un alimentatore switching, specie con i trasformatori, non è come buttare là a caso un 7805 o calcolare la resistenza per accendere un led.
Se non hai voglia di studiarti come funziona e come si dimensionano, puoi prenderti il "power stage designer tool" di texas instruments. E' gratis e fatto molto bene, cercalo su
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Per i trasformatori ti conviene prenderne di già fatti, tipo quelli MURATA o COILCRAFT
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Se poi hai intenzione di giocare ti prendi qualche ferrite e fai tu l'avvolgimento, però devi stare molto attento perchè 400V non sono uno scherzo (devi usare il filo smaltato adatto e stare attento a come lo pieghi perchè si rompe lo smalto).
I lamierini dei trasformatori per 50/60Hz non sono adatti per gli alimentatori switching (tipicamente >30kHz), e se devi smontare un trasformatore già esistente tanto vale che usi quello senza far circuiti strani
Credo non oltre i 100-150Hz con perdite umane. Dipende dalla qualità del lamierino e dall'accoppiamento tra lamierini. E' sicuramente un'idea malsana utilizzarlo per un flyback, dove le frequenze in gioco sono tipicamente >30kHz (oltre la frequenza audio limite per non sentirli fischiare)
"CG Audio Laboratories" ha scritto nel messaggio news:ka7fk3$5lp$ snipped-for-privacy@news.task.gda.pl...
capisco, ho dei trasformatori flyback recuperati da tipici alimentatori per notebook, potrei usarli al contrario datosi che tipicamente al primario entrano oltre 300 volts pulsanti e all'uscita una ventina di volts?
Certo, puoi, devi però o conoscere il valore dell'induttanza oppure la frequenza di lavoro dell'alimentatore (più facile da trovare, basta un oscilloscopio). I 300 V non sono pulsanti ma sinusoidali, tipicamente nei flyback/forward offline si raddrizza e si filtra prima di entrare nel trasformatore. Dato che spesso sono forward, non è detto che tu abbia i risultati utilizzandoli come "energy storage", cioè come avviene nei flyback
"CG Audio Laboratories" ha scritto nel messaggio news:ka9b0m$8rd$ snipped-for-privacy@news.task.gda.pl...
ah, io pensavo che dopo aver ottenuto i 300 volts continui poi il mosfet li rendesse ad onda quadra e alta frequenza prima di entrare nel trasformatore, che guardandolo mi sembra sia senza traferro (anche se le sue dimensioni sono discrete)
Lo fa, ma con un duty cycle variabile, in modo da regolare la tensione di uscita, soprattutto in base al carico. Infatti i convertitori isolati hanno una retroazione, anch'essa isolata, per regolare il duty cycle sul primario.
Non ha molto senso stabilizzare bene la tensione di ingresso, in quanto la frequenza di lavoro e la rete di reazione è tale da compensare una sinusoide a bassa frequenza raddrizzata e livellata alla meno peggio (si calcola il trasformatore necessario a lavorare entro il range di tensione di ingresso, che varia dalla Vpicco alla Vpicco-Vripple). Tra le altre cose, l'uso di un condensatore piccolo diminuisce lo stress sui diodi di ingresso e quindi i disturbi condotti (e radiati) emessi
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