effetto incremento stereo

sera a tutti,

Innanzi tutto scusatemi se sono un pò OT ma penso che gli elettronici siano i più adatti alla mia domanda anche se non proprio on-topic.

Da qualche tempo mi è presa la fissa per l'audio e per quanto la mia poca cultura me lo consente, provo a studiare e a sperimentare la sua elaborazione. I miei esperimenti sono, per lo più, numerici su segnali digitali (sono un informatico), l'ultimo riguarda l'incremento dell'effetto stereo.

Ho proceduto in questo modo: L = canale sx R = canale dx

ho sommato L-R con fase invertita ad R ho sommato R-L con fase invertita ad L

Il risultato è stato più blando di quanto mi aspettassi. Ho sbagliato qualcosa, il mio algoritmo è troppo banale per portare buoni frutti o semplicemente avevo aspettative eccessive?

Avete qualche riferimento a riguardo?

Grazie Giuseppe

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archimede
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Non mi è chiaro. Hai sommato elle meno erre con fase invertita ad erre? Cioè?

Se vuoi aumentare la separazione ti occorre un espansore stereo. Può essere realizzato molto semplicemente con due fet o addirittura mettendo una resistenza in serie alla massa comune dei due altoparlanti (o alla massa della cuffia).

Comunque si tratta di ridurre ciò che in comune c'è tra i due canali: L1=L-kR; R1=R-kL dove k è il coefficinte di espansione.

Gli estremi: Per k=0: L1=L e R1=R; per k=1: L1=L-R e R1=R-L

Dosando k regoli l'espansione.

Ciao

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Gianluca
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LAB

"LAB" ha scritto nel messaggio news:4a0754fa$0$702$ snipped-for-privacy@news.tiscali.it...

LAB, coincide, se K=1, con quello che ha fatto, L1=L-R e R1=R-L, cioe' prende cio che non c'e' in comune tra i segnali, che naturalmente e' qualcosa di "piccolo". Ora questi due nuovi canali puoi amplificarli ed ottenere un maggior effetto "separazione" o "espansione".

Ciao Giorgio

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Giorgio Padoan

LAB ha scritto:

Beh in effetti sarebbe stato più semplice spiegarlo come: R1 = R - (L-R) L1 = L - (R-L)

Però mi rendo conto è un pò confuso e soprattutto poco dosabile semplicemente.

beh mi dai lo spunto per nuovi piccoli esperimenti.

In effetti il mio approccio era inizialmente simile ma inverso amplificavo le differenze tra i due segnali una cosa tipo:

L1 = L + k(L-R) che mi ha dato risultati anche scarsini... probabilmente perchè non mi occupavo della fase.

In effetti il tuo procedimento è molto più lineare e, quanto meno, si riesce a dosare l'effetto in maniera molto semplice... faccio una prova al più presto.

Grazie per i consigli Giuseppe

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archimede

"archimede" ha scritto nel messaggio news:gu7ja1$nkr$ snipped-for-privacy@news.motzarella.org...

C'era un kit di nuova elettronca della fine degli anni '70 o primi anni '80 che faceva esattamente quello che vuoi fare tu con un paio di tl081:-))) ciao Rusty

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Rusty

Allora giustamente se K=1 hai per sinistra:

L1=L+(L-R), dove detto banalmente a sinistra oltre L aggiungo quello che, nel semplice stereo, a SX non c'e' anche DX, cioe L-R Mi spingerei oltre, perche non accrescere ancor di piu' questa differenza? in sostanza equivale a considerare anche K>1, l'effetto ampiezza o espansione dovrebbe aumentare!

Volevo anche far notare un particolare che puo' avere risvolti pratici?? Se k=1 :

L1=L+L-R=2L-R e per l'altro R1=R+R-L=2R-L

in sostanza basta avere, oltre al segnale L ed R, due ampli che raddoppino il segnale (guadagno di 2), per poter applicare le precedenti.

giorgio

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Giorgio Padoan

L'effetto deve partire dai 300Hz, altrimenti le basse frequenze, che sono quasi sempre uguali nei due canali, vengono attenuate.

AIP (Audio Image Processor) di AudioReview:

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Gianluca
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LAB

La versione a FET ha un fet per canale con resistenza di drain e resistenza di source. Tra i due source c'è una resistenza che produce l'espansione; un condensatore in serie alla resistenza disattiva l'effetto al di sotto di una frequenza di circa 300Hz.

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Gianluca
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LAB

LAB grazie mille per il post! Un articolo molto bello, da un era quando aveva un senso comprare una rivista di elettronica. Non conoscevo Audio Review ma mi piace come è scritta (fantastico quel "[...] e a questi livelli è difficile decidere qual è il meccanismo che spinge l'audiofilo ad investire ulteriormente nell'impianto" :'-D) e la loro umiltà nel presentare un oggetto che riesce soltanto ad "approssimare" la risposta ideale che si vorrebbe ottenere, spiegandone anche il perchè.

Tornando alla questione iniziale, suggerirei all'OP di cercare qualcosa sul beamforming (o filtraggio spaziale). Infatti, come anche menzionato nell'articolo, per fare le cose bene occorre ritardare (per usare il solito termine inglese: delay-and-sum). Se non trovi niente posso provare a mettere giù due formulette. Una aspetto che mi sembra sia stato trascurato nell'articolo è che il problema andrebbe suddiviso in:

1) espandere il panorama della registrazione 2) espandere l'immagine sonora generata dal proprio impianto.

Ovviamente il primo problema è molto più difficile da risolvere e cambia da disco a disco. Nel secondo caso invece è un problema geometrico del quale si conoscono tutti i dati.

@LAB: La storiella della resistenza sulla "massa" è interessante (da fanciullo a volte sfilavo leggermente il jack delle cuffie per studiarmi le parti di chitarra dei miei dischi preferiti :-), ma in questo caso non otterresti qualcosa tipo

L=[(Lo-Ro)+k(Ro+Lo)]/2 R=[(Ro-Lo)+k(Ro+Lo)]/2

k=0 "massa" scollegata, k=1 funzionamento normale? (la frase finiva con un punto di domanda :-)

In pratica staccando la "massa" togli il modo comune del segnale, da come la vedo io.

Ciao!

Pasu

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Pasu

Scollegando la massa ascolti la differenza dei due canali, con fase opposta alle due orecchie. Mettendo una resistenza (ad es. per una cuffia da

32 Ohm un potenziometro da 470 Ohm oppure da qualche kOhm per una cuffia da 600 Ohm) ottieni una via di mezzo tra l'ascolto normale e la differenza.
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Gianluca
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LAB

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