Se ho un fasore V, la sua derivata sarà V*w*J
Dove J è la parte immaginaria e w è la pulsazione.
Quindi abbiamo il fasore stesso, moltiplicato per una "costante", no?(credo che qui nascano le mie perplessità)
Perché allora la sua derivata è sfasata di pi/2?
Se passo dal fasore alla funzione originaria, la cosa è ovvia(si passa derivando da seno a coseno, ergo lo sfasamento).
Non mi è chiaro però il procedimento algebrico di sopra, che a me pare consista nel cambiare solo il modulo e non la fase del numero complesso.
Grazie.