Alimentatori per LED

Due domande semplici-semplici:

1)come si verifica se un alimentatore switching è idoneo per lampade a LED? 2) per gli alimentatori realizzati con trasformatore, raddrizzatore e stabilizzatore di tensione, la separazione dei circuiti AT/BT da qualche vantaggio (sempre ai fini di alimentare dei LED)?

Grazie, Carburo

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Carburo
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Ma troppo generiche per una risposta precisa ;)

Che lampada? Se ha una sua elettronica interna, c'e' scritto che tensione vuole e se accetta DC o AC o entrambe. Di solito ti serve un alimentatore DC stabilizzato in tensione, con tensione entro il range ammesso dalla lampada e corrente massima maggiore di quella assorbita dalla lampada stessa. Se per lampada intendi solo i led comunque connessi, allora l'alimentatore deve essere espressamente dichiarato "a corrente costante" di solito fatto apposta per led. Le cose si "invertono" rispetto al caso precedente: la corrente deve essere quella totale di lavoro di led, e il range di tensione deve includere la tensione di lavoro della lampada.

Se intendi che il secondario e' isolato dal primario a tensione di rete, meno rischi di prenderci la scossa (per dirla con un eufemismo). Comunque anche gli switching possono essere (e di solito sono) isolati.

Approfondendo un po (ma penso che ti possa interressare poco): le lampade a led di solito hanno un dissipatore metallico, per lavorare bene questo di solito e' accessibile all'esterno, quindi deve essere ben isolato dalla rete. Si capisce bene che e' sarebbe preferibile isolare l'alimentazione e avere un buon contatto termico tra led e dissipatore, piuttosto che non isolare l'alimentazione e compromettere la dissipazione dei led, dovendo tenerli ben isolati dal dissipatore. Ma il discorso e' troppo generico e va visto caso per caso.

Ciao.

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Fabio Eboli nella vita reale...
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Fabio_78

Il giorno mercoledì 16 gennaio 2013 12:50:04 UTC+1, Fabio_78 ha scritto:

E invece mi haqi risposto in modo più che adeguato.

Per la cronaca, io mio caso era l'alimentazione di una lampada intesa come "lampada da tavolo" e non come "lampadina". Si tratta di alimentare un array di LED e, quindi, il caso ricade nella seconda delle ipotesi.

Grazie, carburo

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Carburo

Il giorno mercoledì 16 gennaio 2013 12:50:04 UTC+1, Fabio_78 ha scritto:

Fabio, aspetta un secondo. Mi era sfuggito un "dettaglio".

Hai scritto "...la corrente [dell'alimentatore, ndr] deve essere quella totale di lavoro di led...".

Significa che se, per esempio, ho una serie di LED la cui corrente nominale totale è di 1A, devo utilizzare un alimentatore (per LED, tensione giusta) che eroga 1A, e non posso usarne uno da 2A o 3A?

Grazie, carburo

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Carburo

Giusto.

Necessitano di una certa corrente, e avranno ai propri capi una tensione variabile in funzione di quanti sono in serie, e anche di effetti meno controllabili come la temperatura. L'alimentatore quindi dovra' essere in grado di regolare la corrente in uscita in modo che sia costante e pari a quella voluta. In genere (per sempicita' e costo) puo' farlo entro un range prestabilito di tensioni, che e' scritto sulle caratteristiche. Esempio pratico: per 10 led in serie da 1W l'uno cercherai un alimentatore da 350mA, diciamo che essi avranno una tensione che puo' andare p.e. tra 27 e 36V, il tuo alimentatore dovra' essere in grado di tollerare questo range di tensioni in uscita. Spesso gli alimentatori per led hanno le caratteristiche dichiarate tipo "350mA 6-12 led".

Altro discorso e' la corrente ottimale da usare per un dato tipo di led, ma mantenersi sul valore nominale e' in genere un buon compromesso.

Ciao!

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Fabio_78

Il giorno mercoledì 16 gennaio 2013 19:40:14 UTC+1, Fabio_78 ha scritto:

Tutto chiaro, o quasi (sono un po' gnucco). Nell'esempio hai citato un dato numero di LED. E, in effetti, alcuni alimentatori per LED fanno riferimento al numero di LED che possono alimentare. Però è anche vero che molti alimentatori per LED danno solo tensione e corrente erogata. Dall'alto della mia ignoranza direi che, a parità di assorbimento dei LED da alimentare (e ovviamente rispettando la tensione corretta), il fatto di avere più o meno LED non dovrebbe fare una grande differenza dal punto di vista dell'alimentatore. Oppure i LED se ne sbattono della mia ignoranza e rispondono a leggi che non si piegano alla mia volontà? ;-)

Grazie ancora (poi spero di averne capito abbstanza). carburo

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Carburo

Non so se ho capito che intendi comunque vale sempre la seconda che hai detto :) Un alimentatore e' dimensionato per la potenza che puo' erogare, raddoppiando i led a parita' di corrente dovra' erogare una potenza doppia. Per gli alimentatori switching spesso conviene sfruttarli tra 2/3 e 3/4 della potenza massima, perche' al di sotto tendono a ridurre l'efficienza, mentre al di sopra magari vai troppo al limite. Ma e' un discorso troppo generico, un buon alimentatore rende bene a basso carico e regge il 100% senza scoppiare, e magari non costa poco.

Se invece intendi andare al di fuori delle tensioni ammesse dall'alimentatore: se la tensione massima erogabile dall'alimentatore e' minore di quella tipica dei led, questi non si accenderanno o assorbiranno una corrente molto inferiore a quella nominale. Per la tensione minima, invece il discorso e' un po' meno netto, in genere l'alimentatore garantisce la regolazione solo a tensioni superiori alla minima, sotto questa soglia non sai a priori che succede, spesso funziona lo stesso, ma non e' garantito dal produttore, magari la corrente erogata puo' aumentare o diminuire o diventare instabile.

Ciao!

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Fabio_78

Il giorno venerdì 18 gennaio 2013 19:54:42 UTC+1, Fabio_78 ha scritto:

E' evidente che mi sfugge qualcosa.

Dando per scontato che la tensione eroga è quella di targa dei led, se io utilizzo un alimentatore leggermente sovradimensionato (al fine di non farlo lavorare al 100% della corrente massima erogabile) cosa devo fare per evitare che ai led arrivi troppa corrente?

Esempio (sono numeri buittati lì): array di LED e relativa resistenza che dovrebbe essere alimentato con 1A a 12V. Se utilizzo un alimentatore 12V 1,5A, i LED assorbono ugualmente

1A (in quanto la resistenza in serie è dimensionata per tale corrente) o ciucciano di più e rischiano di bruciare?

Se la risposta giusta è la prima, perchè la corrente massima erogata dall'alimentatore deve essere uguale all'assorbimento dei led? Se, invece, è la seconda, come posso far marciare l'alimentatore con un margine di sicurezza?

Grazie, ziggio

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Carburo

Se usi la resistenza per limitare la corrente nei led, allora sei nel primo caso di cui si parlava all'inizio, ti serve un alimentatore DC che potra' avere una corrente massima maggiore di quella di lavoro dei led. Infatti la corrente e' determinata dalla tensione dell'alimentatore (Va), tensione dei led (Vl) e resistenza (R) in questo modo: I=(Va-Vl)/R

Non offenderti, ma queste sono le basi, valide sia per accendere una spia a led, che per costruire una lampada. La resistenza dissipera' una potenza pari a W=I^2*R, che va sprecata e spesso fa a pugni con l'intenzione di avere una sorgente luminosa "ad alta efficienza". E' possibile fare a meno della resistenza, il secondo caso che ti citavo, cioe' usare un alimentatore in corrente costante, prevede che tu connetta i led direttamente all'alimentatore, provvedera' lui a regolare la corrente.

Ciao!

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Fabio_78

Il giorno domenica 20 gennaio 2013 02:09:48 UTC+1, Fabio_78 ha scritto:

Non mi offendo assolutamente. Il dubbio mi veniva principalmente dal fatto di confondere il meccanismo di limitazione della corrente assegnato alla resistenza o all'alimentatore. In altre parole, ero convinto che anche con un alimentatore a corrente limitata fosse necessario mettere una resistenza in serie ai LED, mentre è chiaro che ciò è invece necessario se la corrente erogata dall'alimentatore è eccessiva (e in tal caso vale il discorso dello spreco energetico).

Adesso, vorrei essere certo di avere capito il discorso del range di tensione. Più su hai scritto che "...serve un alimentatore DC... con tensione entro il range ammesso dalla lampada...". La mia lampada (una striscia LED, nel caso specifico) richiede 0,75A a 12V. Nel negozio di elettronica mi hanno mostrato un piccolo alimentatore per LED che ha un range di alimentazione che va da 900mA a 11V a

300mA a 36V. Roba cinese, ma immagino oramai sia così (anche perchè per cinque euro non credo di poter pretendere di meglio). Il mio dubbio è come l'alimentatore regola la tensione. In negozio dicono che lo fa in automatico: nel mio caso la tensione fornita sarebbe di 12V in quanto tale è la richiesta dalla lampada. La corrente sarebbe circa di 0,9A, per cui una piccola resistenza in serie dovrebbe andare bene (1,2-1,5Ohm dovrebbe andare). Il negoziante mi dice la verità?

Grazie, carburo

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Carburo

Il 22/01/2013 9.12, Carburo ha scritto:

ciao la mia testimonianza, le strisce di led "normali " anno la resistenza incorporata su ogni 3 led tra loro in serie, il mio ha 60 led tripli e quindi 60 resistenze già cablate, io lo alimento con un trasformatore

230V 12 V e ponte di diodi, poi per migliorare la luce ho messo un condensatore da 200'0 mf 24V, funziona da più ani (credo 3)

comunque dopo acceso prova la tensione ai capi della striscia e se superiore a 12V aggiungi una resistenza(se 13 V metti un diodo) è sufficiente se superiore visto che sai la corrente nominale calcola la resistenza e la potenza

r= V/I quindi se 14 V- 12V = 2 V/ 0,750 ma = 1,5Ohm W resistenza = V*I quindi 2 V*0,75 = 1,5W meglio se la metti da 3 W

ciao primula

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primula

Come ti ha detto primula, verifica se hanno gia la resistenza incorporata, non ho esperienza di strisce a led (e per l'illuminazione non mi piacciono molto), ma le resistenze dovrebbero essere visibili.

Bello, a potenza costante :o) questa mi e' nuova :)

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Fabio_78

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