Problema con l'uso della carta di smith

Ciao a tutti, sto cercando di imparare l'uso della carta di smith.ed ho trovato un esercizio che non capisco...

Un'antenna per stazioni base UMTS che lavora alla frequenza f= 2 GHz e' collegata al trasmettitore mediante una linea di trasmissione di impedenza caratteristica Zo= 50 Ohm e fattore di velocità u=1/3.Alla frequenza di lavoro l'antenna presenta un'impedenza di ingresso Zl= 75

-j45 Ohm.

Trovare, mediante la carta di Smith, il ROS.

Trovare poi la lunghezza minima di uno stub in CC e la distanza minima dello stub dal carico necessaria per avere adattamento.

Io avrei risolto così:

lambda(lunghezza d'onda)= (u*c)/f= 5 cm

zl=Zl/Zo= 1.5 - j0.9

Trovo il punto zl sulla carta, traccio la circonferenza con centro nel centro della carta e raggio pari al punto trovato, e dove la circonferenza interseca la parte destra della diagonale orizzontale della carta, leggo il ROS ( S = 2.25 )

Adesso devo adattare la linea:

- Traccio una retta che dal congiunge il centro della circonferenza e il punto in (1.5,-0.9).

- Vado a leggere il valore sulla ghieda esternza della carta dove passa la retta appena tracciata.

- A questo punto mi muovo sulla circonferenza a |rho| costante fino al punto dove l' impedenza normalizzata vale 1 -j0.85 Ohm, e traccio un'altra retta che unisce questo punto con il centro della carta.

- Vado a leggere il punto sulla ghiera esterna relativo a quest'ultimo punto.

- Infine faccio la differenza fra i valori letti sulla ghiera estrena, moltiplico il risultato per lambda ed ottengo la distanza dal carico a cui devo piazzare lo stub ( a 0.185 cm dal carico )

Il libro invece dice che e' necessario usare la carta delle ammettenze!

Perche'?

Ringrazio fin d'ora chiunque mi voglia aiutare!

Scusatemi per la lunghezza del post!

Francesco

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Francesco
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Francesco ha scritto:

Ciao Francesco,

perdonami ma non ho avuto voglia di leggere tutto per filo e per segno, per cui non so dirti se ci sia un errore nel tuo procedimento. Il suggerimento del libro, comunque, è di usare la carta delle ammettenze perché (non so se l'abbia specificato e tu l'abbia omesso, oppure proprio non hanno specificato), probabilmente considera lo STUB in *parallelo*. In questo caso, lo stub produce una suscettanza, ossia ammettenza puramente immaginaria e a te conviene ragionare in termini di curve a parte reale dell'ammettenza costante. Dunque prima ti sposti di quanto serve lungo il cerchio (con centro in Zo) a modulo di Gamma costante, e poi "scendi" verso Zo con l'ammettenza di stub opportuna.

Beh, spero di averti dato qualche spunto.

M
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Michele Ancis

Michele Ancis ha scritto:

[...]

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Michele Ancis

Michele Ancis ha scritto: _cut_

Si e' vero, devo usare uno STUB in parallelo, ma da quel che capisco dal mio libro dovrebbe produrre un'impedenza puramente immaginaria! Sbaglio?

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Francesco

Riporto il discorso che mi ha impastato il cervello

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Cosa e dove ho frainteso?

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Francesco

Francesco ha scritto:

Non credo tu abbia frainteso, anzi, il discorso del tuo libro è abbastanza chiaro. Solo ti manca il piccolo passo di calcolare Y = 1/Z, dove Z è l'impedenza del tuo stub in CC. Anch'essa è immaginaria, come giustamente ci si aspetta. In sostanza, sfasa solo ma non introduce perdite. Ce lo si aspetta, visto che la linea è senza perdite ed un corto (a meno di non irradiare edahihoi!) non dissipa.

Perché prendere Y[stub] anziché Z[stub], nei tuoi calcoli? Semplice, perché inserendo un elemento con sola suscettanza in parallelo, ottieni una nuova *ammettenza* che ha la stessa parte reale...Ossia, ti muovi sui luoghi a parte reale dell'*ammettenza* costante!

M
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Michele Ancis

Michele Ancis ha scritto: _cut_

Perdonami Michele,ma ancora non capisco :-(

Che differenza fa se inserisco in parallelo uno STUB con parte reale nulla e reattanza ( spero sia il termine giusto per indicare la parte immaginaria della resistenza ) uguale in valore ma di segno opposto a quella dello stub nel punto di inserimento?

Se io mi allontano dal carico ed arrivo ad un punto in cui l'impedenza normalizzata vale Z = 1 - jb ed in quel punto inserisco uno STUB con reattanza Zstub= jb il gioco e' fatto.

Nella speranza di riuscire prima o poi a saltarci fuori ti ringrazio vivamente!

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Francesco

Francesco ha scritto:

Non ho seguito tutto il discorso, quindi perdonami se la mia osservazione non =E8 attinente. Ricordati che se fai un parallelo di due bipoli (componenti discreti, come due resistenze, oppure anche due sezioni di linee di trasmissione, come accade a te), devi fare la somma delle ammettenze Y=3D1/Z e non delle impedenze Z. Puoi ricavare facilmente questa propriet=E0 ricordando che mettendo due bipoli in parallelo, questi sono interessati dalla stessa tensione e calcolando la corrente totale che entra all'interno del parallelo.

Se metti in parallelo due resistenze di valore R1 e R2, la resistenza totale =E8 R1*R2/(R1+R2) e NON la somma delle due. Occhio, perch=E9 =E8 un errore grave...

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Darwin

Francesco ha scritto:

Dehaioihoih Francesco!! Se metti un'impedenza in parallelo, il bipolo risultante NON, ripeto NOOOOOON ha un valore pari alla SOMMA delle impedenze!!! Per il parallelo, puoi sommare le AMMETTENZE!

Il gioco è fatto se inserisci IN SERIE uno stub di reattanza +jb. Se invece ne metti uno in parallelo, ottieni un'impedenza che vale Z//Zstub. Ora, siccome il tuo problema ti IMPONE di usare stub in parallelo, ecco che tu puoi sempre lavorare con le impedenze, solo che hai più calcoletti da fare. In particolare, ti conviene arrivare ad un punto dove la tua ammettenza vale Y = 1 - jb, e a questo punto, mettendo una suscettanza (si chiama così la parte imm. dell'ammettenza) di valore +jb IN PARALLELO, poiché in parallelo si sommano le ammettenze, ottieni ammettenza unitaria, ossia uguale all'ammettenza di riferimento.

Prego Francesco, spero che mo ci siamo!

M
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Michele Ancis

Michele Ancis ha scritto: _cuttotutto_

Adesso torna tutto, anche il fatto che non capivo perche' le impedenze e le conduttanze non si comportassero come nei circuiti elettrici normali!

Grazie mille, sia a te che a Darwin

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Francesco

Francesco ha scritto:

Prego,

comunque guarda che le impedenze e le ammettenze si comportano SEMPRE allo stesso modo, per quanto riguarda le regole di composizione. Solo che nel caso delle linee, dipendono da dove le vai a misurare.

M
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Michele Ancis

Francesco ha scritto:

Prego, allora avevo capito bene...

Mi permetto un piccolo appunto: 'circuiti elettrici normali' non vuole dire nulla. Stai forse intendendo la classe dei circuiti a parametri concentrati? Sono piccole cose, ma una persona competente la si riconosce anche dal fatto che utilizza un linguaggio corretto.

Poi, come ha fatto correttamente notare Michele, le regole di composizione delle induttanze e delle ammettenze restano esattamente le stesse che hai visto nei corsi di elettrotecnica o di teoria dei circuiti. Di qui la grande potenza dell'analogia circuitale anche nella classe delle guide d'onda dove la propagazione non avviene su un modo TEM, per esempio le guide d'onda a tubo (come si dice in italiano? intendo una "hollow waveguide". Come dicevo sopra a proposito del linguaggio corretto, questo prova che non sono molto competente in materia...). Non si puo' parlare di tensione e corrente su una sezione di una guida rettangolare nella stessa maniera con cui si puo' fare in un cavo coassiale, ma l'analogia permette di fare i calcoli esattamente nella stessa maniera.

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Darwin

Darwin ha scritto:

[..] le guide d'onda a tubo (come si dice in italiano?

In italiano io dico "guide d'onda", a sezione rettangolare. In tedesco le chiamavamo "Hohlleiter", che è il cuginetto di "hollow waveguide". Ma neanch'io sono uno specialista delle guide...Per "fortuna" non ho mai progettato con le guide, ne ho qualche volta assemblato du' tre pezzi qua e là :-)

M
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Michele Ancis

Michele Ancis ha scritto:

Grazie!

Anch'io, pi=F9 o meno. Abito in Francia ed in francese si chiamano "guides d'onde creux", che pero' comprende anche guide a sezione diverse dalla rettangolare (per esempio circolare), un po' come mi sembra che faccia la locuzione inglese.

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Darwin

Darwin ha scritto:

..mumble mumble...guide d'onda circolari...Radar?

M
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Michele Ancis

Ciao Usando il piano delle ammettenze e' molto piu' facile. Si parte dalla ammettenza dell'antenna,e si aggiunge una linea lunga quanto basta perche' la parte reale della ammettenza risultante sia unitaria .(cerchio dal punto iniziale ,nel piano delle ammettenze) al cerchio di ammettenza unitaria e sul cerchio esterno si misura la la lunghezza come differenza in lunghezze d'onda) In quel punto,la parte reale e' a posto,resta una scuscettanza da compensare con quella (di senso opposto)che presenta uno stub chiuso in corto ,a quella frequenza, e si trova la lunghezza necessaria dello stub.

Spero di non essere riuscito a confonderti le idee !!!

Ciao Giorgio

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non sono ancora SANto per e-mail
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giorgiomontaguti

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