Ho letto che le batterie al piombo quando vengono ricaricate emettono una piccola quantità di idrogeno e pertanto non possono essere inserite in apparecchiature sigillate per ovvi problemi di sicurezza. Ci sono soluzioni a questa cosa con il vincolo di avere un contenitore isolato IP65?
"PeSte" ha scritto nel messaggio news:wRT%d.14977$ snipped-for-privacy@tornado.fastwebnet.it...
ho guardato....sulla targa c'è scritto di non ricaricarle in ambienti sigillati. L'applicazione che sto analizzando è per una batteria tampone che viene sempre tenuta in carica durante il funzionamento di rete in un contenitore IP65
E' un problema insito nella tecnologia al piombo-acido, percio' con questi accumulatori ci sara' sempre il rischio di formazione di idrogeno. Se non puoi usare altri tipi di accumulatore, prova a considerare un contenitore con valvola permeabile ai gas, ma non so se in questo caso manterresti l'IP65. Ciao.
Le NiCd possono fornirti quella corrente senza problemi, costano relativamente poco e sono facili da ricaricare. Pero' devi fargli fare un ciclo completo di carica e scarica almeno una volta al mese.
Per le NiMH vale un discorso simile, ma il ciclo glielo devi far fare una volta ogni tre mesi.
Se il costo non e' un problema, puoi usare delle celle al litio. Non hai nessun bisogno di ciclarle. L'unica cosa che non gradiscono e' di restare a lungo al caldo a piena carica. Proprio sull'elektor di questo mese c'e un circuito di ricarica per celle al litio. Non e' particolarmente complicato.
Ciao Boiler
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Ciao E' vero; emettono idrogeno che mescolato con aria e' un detonatore. SIP non ci permetteva di usare box sigillati ,per apparati telefonici,se vi erano batterie al piombo , all'interno. Per salvarsi dalla umidita' dovevamo proteggere le piastre con trattamenti antimuffa e affini, oltre che trattamenti superficiali sui metalli.
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