Un accumulatore per auto rimasto a secco anche parzialmente risulterà danneggiato dall'ossidazione delle piastre esposte all'aria. Normalmente deve contenere una soluzione di acido solforico (ricordo però concentrazioni inferiori). Essa viene venduta assieme ad alcuni accumulatori e spesso in quantità superiori al necessario (forse un elettrauto può esserti d'aiuto). Va considerato sempre il motivo per cui manca tale soluzione: se si tratta di evaporazione va ovviamente ripristinato il livello aggiungendo acqua distillata per non alterare la diluizione dell'acido. Dopo il rabbocco, se considerevole, è consigliabile caricare. Le batteria d'auto non sono indicate per gli scopi indicati. Esse sono concepite per fornire grosse potenze per pochi istanti e poi essere ricaricate al più presto. Se lasciate inattive per giorni o, peggio, utilizzate su piccoli carichi, vanno incontro ad una scarica apparente nota come processo di "solfatazione" (accumulo di sali di zolfo sulle piastre). Una volta, quando costavano un patrimonio (ma duravano di più !) esistevano prodotti in grado di eliminare tali sali In genere basta utilizzare correttamente l'accumulatore per riuscire a liberarne le piastre da tali depositi. Non sopportano poi molti cicli di carica-scarica o di essere scaricati a fondo. In tutto questo considera che nuovi, dalle mie parti, costano ancora
50 centesimi ad Ampere/ora e si iniziano a vedere quelle sigillate a gel, ricambio delle lampade al neon portatili a 4 o 6 euro l'una (6 Volts per qualche Ampere/ora). Attenzione alla ricarica che va effettuata in costanza di tensione (per quanto riguarda la corrente vi è solo un limite da non superare). E' ininfluente la forma d'onda della tensione di ricarica (se non dal punto di vista del tempo, ma la corrente che potrai misurare tiene conto di tutto ciò...). Il ripple potrebbe solo disturbare il funzionamento di eventuali apparecchi alimentati contemporaneamente alla ricarica. Buoni esperimenti. Saluti.
"******" ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@f14g2000cwb.googlegroups.com... Ho reperito due accumulatori al piombo/acido per auto da 36 e 43 Ah, uno dei quali quasi totalmente secco, l'altro pieno per 3/4. Vorrei rigenerarli e utilizzarne almeno uno per alimentare un piccolo inverter switching* (che eroga 60W continui - 100W di picco). Per ottenere ciò:
1) nell'accumulatore con gli elementi vuoti è utile semplicemente versare la soluzione di acqua demineralizzata ed acido solforico? Quale percentuale di acido solforico caratterizza questo elettrolita? Forse
28% (valore tratto da testo scolastico)? È reperibile in commercio?
2) Per l'accumulatore che contiene già l'elettrolita è sufficiente rabboccare con acqua demineralizzata, fino a raggiungere il livello marcato sulla batteria (cioè coprendo quasi totalmente le piastre)?
3) Esiste un composto (solvente liquido, ecc.) da versare negli elementi degli accumulatori per rimuovere il solfato di piombo dalle piastre, ovviamente dopo aver estratto l'elettrolita?
4) Il mio caricabatterie è stato riparato dopo un guasto da un amico di famiglia; ho scoperto però che ha semplicemente stagnato dopo il trasformatore un diodo di potenza. La forma d'onda conseguente dovrebbe essere perciò pulsante, una semionda raddrizzata. Non sarebbe stato più corretto collegare un ponte a diodi, seguito da un adeguato condensatore di livellamento per ottenere corrente continua senza ripple (e magari un adeguato fusibile prima del trasformatore)?
Ringrazio anticipatamente per ogni eventuale risposta!
*-Dispositivo che converte la tensione continua di 12V in alternata alla frequenza di 50 Hz (mediante commutazione di MOSFET) e la innalza a 230V tramite un trasformatore. In sostanza assorbe bassa tensione ed alta corrente erogando alta tensione e bassa corrente. È impiegato per esempio negli impianti fotovoltaici (in quanto i pannelli producono basse tensioni continue).