Impedenza dell'ampli diversa da quella dei diffusori...

Ciao a tutti,

avendo da poco montato un subwoofer amplificato per home theater (da pochi spiccioli) coi relativi 5 satelliti, ho notato che le uscite del sub sono tutte a 6 ohm (così come i satelliti). Avendo delle casse più grandi accantonate da una parte, volevo usarle al posto dei satelliti inclusi nella confezione, ma ho notato che un paio sono ad 8 ohm, un altro paio a 4 ohm. Che succede collegandole ad un'uscita da 6 ohm? Inoltre, se il subwoofer ha delle uscite per i satelliti da 10 watt, se ci attacco casse da 60 watt si creano problemi?

Grazie mille a tutti!

Roberto.

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Claudia
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Claudia ( snipped-for-privacy@TOGLIMIDAQUIcasentinomusica.net) ha scritto:

:: Avendo delle casse più grandi accantonate da una parte, volevo usarle al :: posto dei satelliti inclusi nella confezione, ma ho notato che un paio sono :: ad 8 ohm, un altro paio a 4 ohm. :: Che succede collegandole ad un'uscita da 6 ohm?

8ohm su 6 ohm suonano meno forte. 4 ohm su 6 ohm potrebbero bruciare i finali dell'ampli.
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SBS

Ciao,

innanzitutto grazie per la risposta!

Io fino ad ora ho usato, su un amplificatore, due coppie di casse in due canali, ovvero, sul sinistro una cassa da 8 ohm abbinata ad una di 4 ohm, idem col destro. Per abbinate, intendo che ho collegato polo con polo (rispettando segnale e massa) la cassa da 4 ohm con la cassa da 8 ohm e queste all'amplificatore. Non mi è successo niente, ma volevo sincerarmene visto che avrei intenzione di acquistare un sintoamplificatore. Questo ha un'uscita di 6 ohm, quindi posso collegarci tranquillamente le due casse da 8 ohm e mettere in disparte quelle da 4 ohm? Oppure c'è un modo per poter usare anche quelle da quattro (che ne so, interporre una resistenza)?

Grazie mille, Roberto.

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Claudia

e

intenzione

disparte

Gentile Claudia o Roberto,non è che come colleghi delle casse con Z più bassa di quella dell'amplificatore questo bruci all'istante,dipende da come è dimensionato e da che volume stai usando; per esempio se tu attacchi una cassa da 0 ohm,cioè un cortocircuito,ma sull'uscita non c'è segnale perchè è finito il cd allora non succede niente(evita la prova).Però certamente se tu fai funzionare l'ampli con casse a impedenza più bassa rischi di romperlo . Mettendo come hai fatto tu in parallelo 4 e 8 ohm ottieni secondo la nota formula (Z1 X Z2)/(Z1 + Z2):

(4X8) : (4+8)= 2.6 ohm ,e meno sono gli ohms più l'ampli deve tirare fuori corrente e dissipare potenza

quindi quell'ampli ha davvero rischiato,e tieni presente che il 99% degli ampli che hanno 4 uscite in realtà hanno solo 2 uscite sdoppiate su 4 morsetti,altrimenti si chiamano ampli multicanale,come quelli degli home theater(chi invece fa paralleli strani ottiene un OHM theater..............................ahahahahah maròòò quantsofforte quantsofforte)

diciamo che con l'ampli che hai usato fino ad ora, a maggior ragione dovresti mettere da parte le 4 ohm

il modo più sicuro,anche se forse non ben suonante,ma qui non si parla di soluzioni hi fi,è di mettere le casse in serie,cioè uscita ampli rosso con rosso cassa da 8,nero cassa da 8 con rosso cassa da 4,nero cassa da 4 nel nero dell'ampli.

oppure se i uno dei tuoi ampli ha un uscita DI SEGNALE tipo quella che va alla piastra di registrazione colleghi questa con un ingresso tuner o cd o aux dell'altro e usi due ampli ognuno per due casse e questa volta finalmente sfrutteresti meglio le tue 4 casse . Ah in qualsiasi caso connetti le 4 casse devi controllare la fase cioè che gli altoparlanti"spingano assieme all'infuori o all'indentro(si dice?) ",altrimenti alcune frequenza suoneranno più deboli che con due casse io uso il rozzo metodo "botta della pila" collego con due filini una pila da

1.5 V all'ingresso,massa sul meno per esempio,volume basso e tengo una mano appoggiata sull'altoparlante(woofer se è a + vie) se la botta butta l'altoparlante,per esempio in fuori deve essere così anche sugli altri canali,se un solo altop. va in dentro allora inverto i fili della sua cassa,insomma devono picchiare tutti nella stessa direzione,che sia dentro o fuori.

un bacetto a te se sei Claudia o una ginocchiata nelle palle se sei Roberto

Ciao

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blisca

Non parlate di "impedenza di uscita dell'ampli". Considerate invece che più è bassa l'impedenza mostrata da una cassa, più questa cercherà di "succhiare potenza" all'amplificatore. Chiedo scusa per i termini sempliciotti, ma probabilmente rendono bene l'idea a chi non ha esperienza circa la resistenza del carico, quella interna del generatore ,accoppiamenti in potenza etc. etc. Gli amplificatori in genere fino a quattro ohm di carico più o meno se la cavano tutti (infatti in genere quello è il valore minimo esibito nominalmente dalle casse). I problemi possono nascere quando si collegano più di una cassa in parallelo. Se l'impedenza di ciascuna è la stessa, si considera il totale pari alla metà di ciascuna di esse e se diverso esso nominalmente sarà pari al prodotto diviso la somma e quindi sempre meno di quella con impedenza più bassa. Attenzione quindi quando collegate una cassa qualsiasi ad una che è già a quattro ohm (due da quattro, mai !). Chi oramai l'ha già fatto (8 + 4) tenga d'occhio la temperatura dei finali dell'ampli se questo lavora ad alti regimi e senza dimenticare che è possibile innescare un cosiddetto "effetto valanga" che inizia a far crescere la temperatura sempre più sino all'auto-distruzione dei finali. L'impedenza per una cassa non è poi, per così dire, un dato "certo". L'impedenza, in generale ed in quanto tale, non è altro che la resistenza mostrata in funzione della frequenza. Non è quindi UN valore ma viene semmai meglio espressa da una curva funzione della frequenza (modulo). Il dato che viene riportato dovrebbe essere il valore esibito a 1000 Hz ma serve anche a poco perché statisticamente la massima concentrazione energetica di un programma musicale è intorno ai 200 - 250 Hz. Come si vede è tutto molto eleatorio e da verificare. Per ultimo il dato di potenza indicato sulle casse. Gli altoparlanti sono componenti passivi e quindi il dato espresso in watt riferito ad una cassa non è altro che la massima potenza sopportata. Qui potremmo discutere su come viene misurato questo dato, ma il discorso sarebbe mooolto lungo. Non necessariamente una cassa data per una certa potenza massima si danneggia se collegata ad un ampli capace di potenze ben più alte: basta dire che la potenza è anche funzione del livello d'ascolto (poco però conta la posizione assoluta del controllo di volume). Non necessariamente una cassa data per una certa potenza non potrà essere danneggiata da ampli di potenza minore. Buon ascolto.

"Claudia" ha scritto nel messaggio news:45ea22c2$0$17950$ snipped-for-privacy@reader1.news.tin.it...

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Pino

blisca ha scritto:

Non è un errore. Theatre è inglese, theater americano.

Giuliano

--

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JUL

Ciao e grazie per la risposta!

Appena tornato dal dolore per la ginocchiata (sono Roberto, stavo usando il pc della morosa...) e raffreddatomi il cervello per seguire la spiegazione dettagliata, credo di aver capito che se metto nella scatola le casse da 4 ohm (che alla fin fine non mi servono, le usavo tanto per non lasciarle in disparte) e collego all'ampli le casse da 8 ohm non rischio nulla, giusto? Ovvero, a grandi linee, se le casse hanno impedenza più alta dell'uscita dell'ampli non ci sono problemi, ri-giusto?

L'ampli che ho usato fino ad ora era un economico subwoofer amplificato con

5.1 entrate e 5.1 uscite collegato al dvd per l'home theatre, 100w rms totali, ma volevo acquistare un sintoamplificatore 6.1che avevo trovato a prezzo interessante per collegarci anche altre fonti audio/video (ed è sempre con uscita a 6 ohm). Volevo, quindi, fare un bel fritto misto, ovvero usare le due casse da 60w 8ohm del vecchio impianto stereo per il surround, usare le casse dell'impiantino subwoofer-amplificatore che tanto son passive e sono a 6 ohm per la centrale e le frontali e collegare poi il subwoofer all'amplificatore. Il subwoofer è amplificato, ma a quanto ho capito quasi tutti i sintoamplificatori "preferiscono" il subwoofer amplificato anche se l'uscita dell'ampli è già amplificata... boh, spero non si creino problemi... spero di essermi spiegato!

Grazie di nuovo, Roberto.

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Claudia

Grazie mille per la risposta esaustiva.

A grandi linee, quindi, se collego una cassa da 8 ohm su un'uscita da 6 ohm non ho danni, giusto? E se collego una cassa che "regge" più watt, il finale dell'amplificatore non si "sforza" più per muovere i coni, quindi non ho danni? Altra domandina, l'ultima davvero, se collego una cassa con "ingresso massimo 60 watt" ad un finale con uscita da 100w, tenendola sempre a volume ragionevole, posso avere danni? Più che altro mi interessano eventuali danni all'amplificatore...

Grazie mille, Roberto.

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Claudia

più

"succhiare

è vero,un ampli a stato solido ha un impedenza di regola molto più bassa(frazioni di ohm) se è un ampli controreazionato ce l'ha bassissima(a potenze per cui il guadagno ad anello tiene) ,in modo da avere coff. di smorzamento molto alto

va beh..si è un pò semplificato gli 8 ohm non sono l'impedenza d'uscita degli ampli ma l'impedenza su cui si consigli a di farlo lavorare,poi si sa che le casse fanno vedere un impedenza diversa ad ogni frequenza,secondo Bartolomeo Aloia certe casse sono per l'ampli peggio di un cortocircuito,in quanto il "rimbalzo" dell'altoparlante potrebbe indurre tensioni per cui in certi momenti questo è come se fosse un generatore che succhia corrente mentre l'ampli ne sta già pompando ecc ecc(molto bello il suo articolo sul penultimo costruire hifi dove evidenzia come,pilotando con una tensione quasi indistorta un altoparlante, la distorsione della trasformazione elettroacustica corrente-pressione sonora sia irrisoria in confronto alla distorsione della corrente)

ma quello che chiedo io è:

se hai già un affare con le 5 uscite +1 com'è che attacchi due coppie ad ogni uscita? attaccati le tue casse da 8 davanti e da 4 dietro e se non usi volumi assordanti terrà visto che ha tenuto sovraccaricando le singole uscite fino ad ora

grazie per la precisazione sul termine Inglese.

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blisca

santo subito :)

uno che veramente è capace di fare gli ampli e pure di spiegare come e perché si fanno.

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Herik

E anche quali spine e cavi di alimentazione usare per avere un suono cristallino :)

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

no,guarda che Aloia non si è mai perso troppo in cose esoteriche basandosi sull'impressione del suono setoso o del basso lanoso,se dici così non hai letto molti dei suoi articoli,che sono sempre corredati di misure e foto di oscillogrammi (quando ancora non c'erano oscilloscopi interfacciati al pc),negli anni '80 o 70' mentre andavano di moda ampli con 130 dB di retroazione e distorsioni dello 0,0000 ecc pubblicava articoli su come l'altoparlante buttasse indietro segnali che iniettandosi nell'anello di controreazione sconvolgendo l'amplificatore oppure negli anni 70', forse prima di Matti Otala o altri quasi scienziati dell'amplificazione ,evidenziava cosa succedeva ad un stadio d'ingresso quando entrava un transitorio che solo apparentemente poteva essere gestito senza problemi.Tra l'altro si è sempre organizzato per fare ascolti comparativi diretti tra esecuzione acustica live e riproduzione,penso che di musica se ne intenda,e quando c'è qualcosa costruito da altri che gli piace ne fa le lodi senza problemi.

penso che siano altri i "golden ears" che si perdono in cavi alimentazione piedini ecc. per le mie tolleranze acustiche e musicali penso che un cavo di alimentazione suoni bene quando non è interrotto,però se mi invitassero a una dimostrazione ci andrei senza preconcetti,certo che devono farmi sentire una bella differenza per farmi credere che influiscano sul suono. Comunque c'è gente tutt'altro che scema che ci crede,boh

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blisca

Sentito in un workshop dell'AES del 2001 parlare dell'importanza del fusibile, dell'interruttore e del cavo di alimentazione sulla qualita` del suono riprodotto.

Se lo ha detto cosi` non e` molto corretto, e` la vecchia storia che qualunque amplificatore puo` essere fatto diventare instabile con opportuno carico sufficientemente bastardo :)

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

basandosi

ah...non dico più niente,se non altro non mi pare che venda lui ciabatte ,cavi magici del 220 ecc

che

amplificatore puo` essere fatto diventare instabile con

no,non proprio,dimostrava con tanto di prove e misure come i segnali indotti dal ritorno di energia accumulata dall'altoparlante su alcuni ampli controreazionati causessaro distorsioni consistentissime e non considerate dalle prove standard del tempo,una cosa così

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blisca

Il giorno Wed, 7 Mar 2007 09:32:16 +0100, "blisca" ha scritto:

Ricordo una serie di prove condotte dalla rivista Suono diversi anni fa che dimostravano come la rotazione di fase che alcuna casse avevano a determinate frequenze introduceva una distorsione armonica in alcuni amplificatori.

Naturalmente bisogna vedere l'effetto finale sul suono generato perchè è anche una questione di ampiezza, che alle frequenze medio-alte non è alta, però ricordo che la cosa era evidente.

-- ciao Stefano

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SB

indotti

considerate

che

determinate

Se non sbaglio in quel caso faceva due tipi di prove,in una aveva realizzato un ampli da mettiamo 30w,ma espressi su carico di 30 ohm,quindi alte escursioni di tensione,questo ampli doveva simulare la tensione indotta dall'altoparlante,poi attraverso una resistenza da 30 ohm o giù di lì iniettava questo segnale sull'uscita dell'amplificatore sotto test che avrebbe dovuto essere inamovibile e "neutralizzarlo", cosa che non avveniva

un' altra prova era mi pare eseguire le misure mentre l'altoparlante dell'ampli sotto test era "pneumaticamente" comunicante in una cassa chiusa con un altro altoparlante pilotato da un altro amplificatore a cui era applicato un certo segnale,queste prove risalgono agli anni '70 o forse primi '80

anche

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blisca

Il giorno Wed, 7 Mar 2007 10:37:58 +0100, "blisca" ha scritto:

Non mi ricordo di carichi di 30 ohms (i neuroni, eh) ma ricordo che certi diffusori introducevano una rotazione di fase elevata 150° ~ 180° e che alcuni amplificatori anche di nome non digerivano proprio la cosa, distorcendo sensibilmente.

Quanto poi la cosa influisse dal lato pratico sul suono non so, erano prove essenzialmente strumentali.

Già, ma non apriamo OT nostalgici, che poi scrivo cavolate ;-)

-- ciao Stefano

Reply to
SB

E` proprio questo approccio che mi rende sempre scettico: non e` un sistema con ritardi di trasporto o a costanti distribuite. L'altoparlante e` un carico elettrico (abbastanza complicato) e un carico particolarmente bastardo puo` mettere in crisi qualunque amplificatore, sia in termini di stabilita` che di sovraccarico.

--

Franco

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(L. Wittgenstein)
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Franco

ma è proprio quello che spiegava lui :)

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Herik

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