Domanda su soft-start x amplificatore

Salve a tutti! In rete avrei trovato questo schema:

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Nello specifico, il carico è rappresentato dai condensatori di alimentazione di un (grosso) amplificatore. L'obiettivo è ottenere una carica maggiormente graduale dei condensatori, per evitare bruschi assorbimenti dalla rete.

Secondo lo schema, nell'istante di accensione la richiesta di corrente è massima, pertanto si avrà una caduta di tensione sulla resistenza, che non permetterà al relè (da 220V) di chiudere il contatto. In questa fase, al carico (condensatori) non arriverà tutta la tensione di rete, per via della caduta sulla resistenza.

Superato il transitorio, la caduta di tensione sulla resistenza cessa di esistere, quindi il relè può scattare e chiudere il contatto, che mette in corto la resistenza, facendola di fatto 'scomparire'. A questo punto il carico può beneficiare di tutta la tensione di rete.

Vi chiedo se effettivamente funziona così. Poi in merito alla resistenza (mi hanno detto 20 o 30 ohm, 50W), I=V/R, dunque 220/20 = 11A, e 11A x 220V = 2400W... immagino che la resistenza da 50W non vada a fuoco solo perchè 'lavora' per un istante molto breve.

Cosa ne pensate di tutto ciò? Grazie, saluti Poeta®

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Poeta®
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"Poeta®" ha scritto nel messaggio news:G7aLk.175653$ snipped-for-privacy@twister1.libero.it...

Lo schema che hai mostrato nel link ha uno scopo ben diverso, sostituisce la resistenza NTC in serie al primario del trasformatore! Nei grossi toroidali lo spunto di corrente all'atto dell'inserzione è elevatissimo nell'ordine delle centinaia di A, ovviamente per brevi tempuscoli quindi normalemente si adottano due tecniche , un fusibile ritardato e una resistenza NTC, la quale appena inizia a circolare corrente inizia a scaldarsi pertando al sue resistenza a valori prossimi a 0 ma attenuendo il surge del trasformatore, il grosso problema di questo metodo è che non consente riaccensioni istantanee, ovvero se spengo l'oggetto e lo riaccendo dopo pochi secondi la resistenza è ancora calda e quindi non svolge la sua funzione limitatrice! Su grossi toroidali un sistema come quello da te indicato è decisamente meglio, ma il ritardo di eccitazione del relè è di qualche mS e non consente una carica lenta dei condensatori di livello, se vuoi caricare i condensatori usa due resistenze in serie per limitare la corrente e un relè temporizzato, e allo stesso temporizzatore fai pilotare anche il relè antibump sull'uscita e un microrelè che tenga chiuso l'ingresso dell'ampli, se ci fosse presenza di segnale prima che si sia inserito il relè di alimentazione potrebbe causare qualche problemuccio! Attenzione che molti amplificatori sono stabili nel punto di riposo alla loro tensione nominale, mentre la tensione cresce attraversano stati di instabilità statica per cui una salita troppo lenta della Vcc-Vee potrebbe essere anche deleteria! ciao Rusty

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Rusty

Rusty ha scritto:

Ok. Cosa mi dici invece in merito alle resistenze da impiegare in serie? Che wattaggio dovrebbero avere per non cuocersi? Il relè temporizzato di quanto dovrebbe ritardare l'accensione? Grazie, ciao! Poeta®

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Poeta®

"Poeta®" ha scritto nel messaggio news:IjiLk.175797$ snipped-for-privacy@twister1.libero.it...

Considera il condensatore scarico come un corto circuito, e dimensiona la resistenza per la massima corrente che vuoi fare scorrere durante la carica, quindi se hai per esempio 40 volt per ramo (duale vero?) e vuoi limitare la corrente ad un ampere ci metti 40 ohm! Per la potenza devi metterci qualcosa che regga per il tempuscolo necessario, quindi con R*I2 verrebbero 40 W, ma dato che non sono continui credo che una decina di W bastino e avanzino! (cmq qualche prova male non fa) il ritardo lo vedo nell'ordine di un paio di secondi al massimo e userei un NE555 Per alimentare tutto ciò devi decidere se usare la tua tensione principale o un avvolgimento di servizio del trasformatore principale o un piccolo trasformatore da una decina di W per alimentare questi servizi, nel caso tu decidessi di usare l'alimentatore principale valuta di realizzare il temporizzatore con componenti che reggano direttamente la tensione main, inutile complicare la baracca, il problema che in questo modo hai le bobine dei relè che "pesano" solo su un ramo di alimentazione e anche se appare incredibile questo può introdurre ronzii! (io in caso di duale cercherei di far funzionare tutto il circuito ausiliario fra il + e il - anziche fra il + e massa, ovviamente le tensioni in gioco saranno nell'ordine del centinaio di volt nel caso di amplificatori tosti) ciao Rusty PS mi sta tornando la voglia di farmi un bell'ampli tamugno:-))

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Rusty

Rusty ha scritto:

Alimentazione duale, sì, per un Gainclone un po' particolare, con 3 LM3886 in parallelo per ogni canale.

Qualche schema elettrico da seguire?

Supponendo di far funzionare il circuito ausiliario tra il + ed il -, la tensione elevata non sarebbe un problema, basta un partitore resistivo per farla scendere. Grazie, ciao! Poeta®

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Poeta®

"Poeta®" ha scritto nel messaggio news:YM_Lk.88266$ snipped-for-privacy@twister2.libero.it...

Cerca in rete, credo che se metti su google le parole "timer e 555" vengano fuori miliardi di pagine:-))))

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Guarda questo che è veramente minimale!!

A quanti volt lavora un gainclone ??? Non è banale ridurre una tensione con un partitore, meglio usare stabilizzatori integrati, o al limite il classico zener con transistor :-) ciao Rusty

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Rusty

Rusty ha scritto:

Sì ma è per proteggere gli speakers, non il 'main'. Cmq ho trovato molte info e link qui:

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Il Gainclone lavora in genere a 24V duali, che diventano (credo) circa

30V a valle del ponte raddrizzatore. Ciao! Poeta®
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Poeta®

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