desolfatare batteria auto

Ciao a tutti. Qualcuno sa che caratteristiche devono avere gli impulsi di corrente per desolfatare una batteria da auto?

Ampiezza relativa rispetto alla capacità della batteria Durata Frequenza di ripetizione

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Andrea Frigo
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Andrea Frigo ha scritto:

Piu' o meno i desolforatori lavorano ad 1Khz @ 100V, ma sappi che per apprezzare dei risultati devi farli lavorare un mese, e spesso non ci si cava nulla.

Io ho adottato la strategia di sotituire l'acido della batteria, in toto, lasciandola umida, cioè togli e metti, se era solo fiacca si riprende, l'esperimento l'ho in ballo da poche settimane, prima non ci avviavo piu' l'auto, ora pare nuova, non so durata ne niente, e non ho avuto tempo di testarla col ciclatore Schultze.

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El_Ciula

Il 07/12/2012 20.50, El_Ciula ha scritto:

L'acido che compri lo devi diluire o lo metti schietto?

Cos'è il ciclatore Schultze? ciao Frankie

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Frankie

Frankie ha scritto:

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El_Ciula

Il 08/12/2012 10.08, El_Ciula ha scritto:

Boia, ne sò quanto prima! Hai proprio un nick giusto

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Frankie

Il 08/12/12 10:32, Frankie ha scritto:

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Ciao G.

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Giuseppe³

Frankie ha scritto:

Va che è riferito a chi lo legge!

Il ciclatore, carica e scarica la batteria anche piu' volte e mostra i parametri di carica e scarica è l'unico modo serio per capire quale è la reale capacità dell'accumulatore.

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El_Ciula

Scriveva Andrea Frigo venerdì, 07/12/2012:

io mi sono preso un caricabatteria CTEK che ha gia' i programmi per tentare il salvataggio delle batterie moribonde. Dato il costo (una cinquantina di euro su ebay) non ho ritenuto conveniente far da me. Comunque, per avere informazioni ho visto che google sforna parecchi link

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e magari qualcosa di buono la puoi trovare

Adrian

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adriano

Io lavoro in un'azienda che produce UPS e inverter fotovoltaici. Sarebbe facile recuperare la scheda di potenza di un UPS. Con quella ho un buck già bello che cablato con un ottimo layout: sfrutterei lo stadiuo inverter mettendoci un controllo molto semplice: un astabile a frequenza bassa e un comparatore che legge la corrente di bobina e spegne l'IGBT quando arriva ad una certa ampiezza... da stabilire. Non dovrei aver problemi a generare impulsi di una 50ina di Ampér.

Ho cercato un po' prima di venire a chiedere qui, ma numeri (frequenza, ampiezza) e ho visti pochi in giro per il web.

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Andrea Frigo

Il 08/12/2012, Andrea Frigo ha detto :

direi che gia' ne sai abbondantemente piu' di me ;-)

Adriano

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adriano

Cercando con google "desolfatazione" esce qualcosa gia' nei primi risultati. Per quello che ho visto fare prima dell'era di google l'unica caratteristica che accomuna i casi di successo e' il tipo di corrente: deve essere alternata. Ho visto elettrauti rianimare batterie che non "prendevano corrente" collegandole per pochi minuti ad una saldatrice (roba da 40A, 50V; di quando le saldatrici erano solo in corrente alternata). Anche qualche desolfatatore commerciale che ho avuto modo di vedere poi, pur lavorando a qualche chilohertz, erogavano corrente alternata. Non sono convinto che la lentezza sia un merito. Credo che un trattamento di desolfatazione debba mettere in gioco correnti che risolvano la questione in poche ore, o non la risolvono piu'.

Ciao. lucky

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lucky

lucky ha scritto:

Allora usali e vedrai che funzionano, l'unico problema è la lentezza e la non garanzia, prima di desolfatare bisognerebbe poter capire cosa ha realmente l'accumulatore, e non è banale. Se si potesse sapere che è solo solfatazione si ripristenerebbero quasi tutte e ritornerebbero quasi come nuove.

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El_Ciula

...

In passato m'e' capitato di rianimare batterie morte caricandole per un po' a polarita invertita. Quei pochi casi in cui il trattamento ha avuto successo riguardavano accumulatori che erano rimasti fermi per molto, non credo fossero profondamente solfatati, di sicuro sembravano un circuito aperto. Una possibile spiegazione di queste rianimazioni credo sia che l'acido dell'elettrolita col tempo reagisce tutto con le piastre (e il solfato da amorfo tende a cristallizare-> problema) e alla fine conduce ben poco, una botta a tensione invertita o un po' di acido (come suggeriva El_Ciula) le riattiva. Se pero' la solfatazione e' profonda e le piastre sono bianche di cristalli credo che sia veramente dura.

Per l'op: i caricabatteria usati in impianti solari o simili contengono o dicono di contenere un sistema "anti-solfatazione", ma credo che si riferiscano alla carica di equalizzazione, che serve ad evitare la solfatazione e non a recuperare accumulatori compromessi. A quanto ne so consiste nel caricare ogni tanto l'accumulatore a tensione + alta del solito, sacrificando un po' di elettrolita che evapora via.

Ciao!

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Muvideo altrove 
Fabio Eboli nella vita reale...
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Fabio_78

Scusa, ma mi sa di cazzata. Hai presente in corrente continua cos'è il secondario di un trasformatore? Un bel corto circuito. Se la batteria non è completamente esanime, si scaricherà con violenza in questo corto circuito. Il trasformatore saturerà e tirerà giù la protezione della linea che lo alimenta. Per fare quel che tu dici credo che la saldatrice dovrebbe essere connessa con un condensatore molto grande in serie oppure collegata in serie ad un alimentatore/caricabatteria DC, in modo da imporre un valor medio alla tensione ed evitare che la batteria si scarichi nel trasformatore.

Sovrapposta ad una continua o a valor medio nullo? Comunque un circuito elettronico è già qualcosa di diverso: non hai per forza un semplice avvolgimento a fornire corrente.

Concordo. Io pensavo a dare degli impulsi di una 50ina di Ampér ad una frequenza tra 1 e 10Hz per una giornata.

Credo che procederò così: acquisto una batteria nuova, tanto per non restare a piedi, la vecchia la la ispeziono e se trovo gli elementi bianchi tento la desolfatazione come sopra o con altri metodi per i quali arriveranno consigli, la provo sommariamente, svuoto l'acido di ogni cella in un recipiente separato e numerato e la tengo di scorta, secca, pronta ad essere ripristinata se servisse di nuovo alla morte della sostituta.

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Andrea Frigo

to

a

Non ti scuso, perche' non sai come e' fatta e come funziona una saldatrice in corrente alternata e cio' nonostante usi toni offensivi e saccenti. Le saldatrici in corrente alternata sono fatte per sopportare il cortocircuito. Hanno uno shunt magnetico, di solito meccanicamente regolabile con un volantino, che limita la corrente secondaria. Collegata a una batteria esanime, fara' circolare nella batteria una corrente alternata, comunque limitata al valore di cortocircuito della saldatrice. La batteria non si carica, si desolfata (forse). Poi va caricata.

Corente alternata. E' chiaro dal mio post, e anche da un'occhiata a qualcuno dei link della ricerca google che ti ho indicata.

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Ciao. lucky

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lucky

Mi scuso per l'offesa.

Se mi leggi bene, chi vede un corto non è la saldatrice, ma la batteria perché la saldatrice in uscita ha un semplice avvolgimento. Se la batteria non è completamente morta ed è in grado di erogare anche solo una frazione della sua corrente di spunto, farà circolare una discreta corrente continua nel secondario del trasformatore.

Questa corrente sposta il ciclo di isteresi del nucleo magnetico e durante una delle due semionde di rete, la somma dell'induzione magnetica provocata dalla batteria più quella della rete potrebbe far saturare il nucleo. Se il nucleo sautra la sua induttanza crolla perché diventa equivalente ad aria e la saldatrice tira un corto sulla rete che la alimenta. E' pur vero che con il traferro tutto ciò è più difficile.

Se in serie alla saldatrice metto un alimentatore DC in grado di sopportare la corrente provocata dalla saldatrice, evito la corrente di scarica nell'avvolgimento. La corrente circolante vista dalla saldatrice sarà alternata con la sovrapposizione di una continua molto più piccola, al limite pari a zero se imposto l'alimentatore alla stessa tensione della batteria. Al limite il sistema lo vedo bene se si usano due batterie per volta: collego insieme i poli negativi e tra i due positivi collego la saldatrice.

Tutto giusto. Mi risulta che il volantino regoli il traferro del giogo del trasformatore, aumentando l'induttanza dispersa, quindi diminuendo il trasferimento di potenza.

Ok ma se vogliamo rianimare una batteria che ha semplicemente una resistenza interna aumentata a causa della solfatazione, ma che ancora non ha gli elementi isolati?

Il circuito indicato è un convertitore buck. La corrente di uscita non è alternata: non cambia mai segno però è pulsante. Può avere il valore minimo che scende a 0 (funzionamento DCM) o non arrivarci (funzionamento CCM). In nessun caso si inverte. Il tipo di funzionamento dipende dal valore dell'induttanza, dalla frequenza, dalla corrente di uscita.

In particolare per il circuito del post, considerando una tensione di uscita di 12V, se la corrente scende sotto 1,5A si ha il funzionamento DCM.

A vedere l'articolo sembra che bastino anche impulsi di corrente molto più piccoli di quelli che avevo in mente io! Se quel che conta è il ringing basta fare in modo che il convertitore vada in DCM. Quando si spegne il diodo di freewheeling è tutto un risuonare di capacità parassite.

Sempre se è così, basta prendere un alimentatore switching di piccola potenza (tipicamente flyback che lavorano in DCM), togliere la capacità di uscita e filtrare il feedback (se è di lusso ed ha il feedback a optoisolatore) o neanche se ha il feedback magnetico con un avvolgimento ausiliario al primario.

Ok, qui parla genericamente di corrente alternata.

Grazie.

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Andrea Frigo

o

ile.

Ho parlato di batterie che "non prendevano corrente". Si dice cosi' di batterie che collegate al caricabatterie non assorbono corrente; neanche, per le 12V, mettendo il caricabatterie a

24V. La densita' dell'elettrolita la si trova molto prossima a 1.00. Comunque una componenete continua sul secondario, anche di un normale trasformatore, non ha esiti cosi' drammatici. In fondo e' quello che capita con un rettificatore a una semionda. Non scendo nei dettagli, ci vorrebbe un 3d apposta.

Regola il traferro, ma non sul circuito magnetico primario/secondario, che non ha traferro. Il traferro e' sullo shunt magnetico che fornisce un percorso alternativo al flusso primario sottraendolo al secondario.

è

La corrente nella batteria e' alternata. L'autore dice che ha notato grandi vantaggi mettendo una lampadina da 20W in parallelo alla batteria. Quando non c'e' l'impulso la lampadina assorbe dalla batteria, quindi la corrente nella batteria si inverte, quindi la corrente nella batteria e' alternata.

Ribadisco, Per quello che ho visto fare prima dell'era di google l'unica caratteristica che accomuna i casi di successo e' il tipo di corrente: deve essere alternata.

Ciao. lucky

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lucky

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