Vorrei provare ad alimentare in pwm dei motori per aeromodellismo, in modo da lavorare con tensioni piu' alte dei 6V previsti, e prelevare dall'alimentazione una corrente piu' bassa rispetto agli 8..15A assorbiti a regime da questi bestiolini. Considerando che dovrei alimentare 4 motori attraverso un cavetto da... ehm... 0,33mmq, dovrei salire con la tensione almeno a 50V per avere un assorbimento medio di 5A (avrei 0,5V di caduta e
2,5W di dissipazione per ogni metro di tratta).
Premesso che in prossimita' dei motori vi sarebbero adeguati condensatori in grado di fronire i picchi di corrente richiesti... qualcuno ha mai provato a pilotare questi motori (parlo per esempio degli speed 280 della graupner) in un modo cosi' anomalo (duty del 12% con picchi da 50A)?
Solo di assorbire meno ampere dalla sorgente di alimentazione, sia per non "stressare" la stessa, sia per poter usare un cavetto sottile leggero da tirare per aria senza pesare troppo. Sto comunque valutando anche le batterie... ma e' molto grigia anche in questo caso.
Li sto chiedendo info sulla spinta delle eliche partendo da zero... ma gia' ho capito che propulsori da almeno 350..400 grammi di spinta richiedono assorbimenti superiori ai 10..15A (a 6..8V). Con 4 rotori vedi un po' che razza di assorbimento mi viene fuori:(
E che è ?? Un modello di un C130 ?? A parte gli scherzi ... Ho notato che questi motori sono molto 'ingordi' di corrente, e mi chiedo spesso se le batterie sopportano bene questo 'quasi' cortocircuito che è il motore ... !
Gia', e' come avere un'automobile con il cambio bloccato in quinta, con la differenza che sotto sforzo un motore a scoppio si ferma... uno elettrico invece assorbe tutta la corrente che puo' assorbire andando in fumo.
Infatti, questo e' un altro motivo per cui volevo scendere con la corrente media fornita da esse.
Bello !! Però mi entusiasmava di più un C130 ... Sarà perchè dopo averne visto uno stipato in una maniera impensabile, avrei giurato che neanche si sarebbe staccato dal suolo, ed invece ....
Vantaggi e svantaggi di avere la coppia massima a zero giri .....
Beh, non posso darti un aiuto, se non dirti che a mio avviso sei sulla strada giusta ....
"Claudio F" wrote in message news:242Pc.81370$ snipped-for-privacy@news4.tin.it
Premesso che non conosco i motori che intendi utilizzare, se sono motori in corrente continua non mi sembra che il pwm risolva la questione corrente. Se il motore richiede, ipotesi, 10A alimentato normalmente, alimentato in pwm con rapporto on/all pari a 1/10 dovrai dare per 1/10 del tempo una corrente di 100A e per 9/10 del tempo una corrente da 0A. Il ché è un disastro sotto tutti gli aspetti. A meno di non metterci una (pesante!) induttanza in serie, con relativo diodo volano, capaci di mantenere i 10A per tutto il periodo off. In tal caso dalla batteria, che dovrà avere una tensione almeno 9 volte quella del motore, verranno richiesti impulsi di corrente da 10A per il solo periodo on. Sottolineo che gli impulsi richiesti alla batteria sono ancora da 10A, è solo il valor medio lato batteria che si riduce, il valore di picco no. Nei motori in corrente continua si usa la parzializzazione partendo da una tensione a corrente alternata, ma il motore e il generatore hanno pressocché la stessa tensione nominale. La parzializzazione serve a ridurre la potenza, e quindi a diminuire la velocità, ma alla potenza o velocitò massima la parzializzazione è assente. Il pwm è la parzializzazione a partire da una tensione continua. Ma come la parzializzazione è utile a ridurre la potenza applicata al motore, non ad adattare la tensione di alimentazione a quella del motore. A potenza massima il rapporto on/all è tenuto a 1/1. Il pwm si usa sui piccoli motori cc con induttanze assenti o sottodimensionate, anche dei modellini, ma solo perché ha una regolazione un po' più efficiente e più graduale delle resistenze in serie.
IMHO per usare batterie con tensione maggiore dovresti usare un vero e proprio alimentatore switching, mettendolo vicino al motore. Ma il suo peso non so se compenserà il minor peso dei cavi di collegamento alla batteria.
Se ho capito il conto che hai fatto è ((15+8)/2)*4*6/50=5.52A Ed è corretto ipotizzando un alimentatore switching, rendimenti a parte, o un pwm con induttanza e diodo volano.
La cdt và calcolata con la corrente del motore, non con la corrente media erogata dalla batteria. Con dei condensatori e basta non riuscirai ad evitare che sia la batteria ad erogare i picchi. Per riuscirci dovrai mettere un filtro LC, con un'altra bella e pesante induttanza vicina ad ogni motore.
Si, sono normali cc a spazzole, ho sparato la storia del pwm prima di accendere il cervello;) Si, pensavo anch'io ad un simil switching per convertire i parametri della potenza (VxI).
Ho trovato una configurazione motoelica che viene dichiarata da 300 grammi di spinta con soli 6V 4,5A e sarebbe l'ideale, si potrebbe anche mettere un pacchettino batterie per ciascun motore e le correnti in gioco sarebbero cosi' accettabilissime, anche per un cavo... magari con sezione piu' adeguata;) Lo svantaggio sono i rotori da 30cm di diametro;P
Con 4..6A potrebbe diventare possibile.
Il peso dei cavi influisce molto sulla dinamica del volo... ma avrebbe anche un effetto stabilizzante... Pensavo di mandare i segnali lungo li stesso cavo anziche' via radio... ma il volo free ha tutto un altro fascino;)
Trasmettevi direttamente gli impulsi o passavi attraverso qualche codifica? Io pensavo ad una vera e propria trasmissione a pacchetti, con crc e meccanismi fail-safe...
La portata quant'era ad occhio?
Comunque la mia domanda riguardava i banditi;) E'lecito usare quelle frequenze per il controllo di aeromodelli? Suppongo di no.
Ho montato il modulo TX dentro una trasmittente per radiocomando con modulo RF intercambiabile, quindi la modulazione era quella data dal resto del TX, ossia un treno di impulsi larghi 1-2ms separati da 200us. Che poi è l'unico sistema per poter usare servocomandi normali. Non so quanto possa essere la portata all'aperto, dentro casa non arrivava alla terza stanza. Le frequenze che si possono usare sono solo quelle autorizzate, e solo con apparati omologati. Le sanzioni per l'uso di frequenze o apparati non omologati sono, rispettivamente, denuncia penale con possibile arresto e sequestro con multa.
Ciao. Giuliano
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Sarebbe interessante vedere per quanto era dichiarato, o, in alternativa la potenza di trasmissione.
D'accordo, pero' per esempio la aurel adesso produce dei moduli per uso qualsiasi omologati per una certa serie di normative europee con tanto di marchio CE (su bande 433 e 868MHz con alcune restrizioni sull'occupazione oraria dei diversi canali e in un caso senza nessuna restrizione). Visto che uno puo' farci quello che vuole (sensori, telemetria, controlli remoti, radiocomandi, radiomodem, microspie ecc) e che la portata dichiarata e' di
50..200m outdoor (a seconda del modello), non credo che ci sarebbero difficolta'legali nell'usare questi moduli per il "controllo remoto" del nostro mezzo radiocomandato... o no?
Bella domanda, a cui non so rispondere. Da un lato c'è la proibizione ad usare trasmettitori per radiocomando non omologati, pena l'arresto. Dall'altro lato il libero uso di quei moduli. Non so che dirti, tranne una cosa: La potenza. Un radiocomando "normale" ha quasi un watt, e arriva a circa un chilometro. I moduli di libero uso hanno 10mW. Pensa anche che un modello a motore è una cosa estremamente pericolosa, anche con sistemi affidabili. Però, visto quello che vorresti farci, forse la cosa è possibile.
Ciao. Giuliano
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