Puff, giovincelli :). Quando ci ero passato io, il problema maggiore era di andare in universita` scansando i dinosauri che correvano liberi di fuori. E portare i libri e i quaderni di pietra da scolpire era veramente faticoso :) (vedi gugu`, zecchino d'oro 1976).
Il primo incontro con un calcolatore era un IBM 360 (poi upgradato a
370) e ovviamente schede. Ho ancora a casa una spanna di schede, che uso per catalogare i libri :)C'era un prof di topografia che faceva usare l'IBM ai civili al secondo anno. Io ero al primo e avevo un amico civile al secondo che mi aveva passato la scheda job, LESCAT 12810 era il codice, e con quello avevo fatto i primi esperimenti. Una volta avevo perforato tutto un programma trovato su un libro di elettronica per l'analisi dei circuiti (niente spice all'epoca), 700 schede, che usava matrici 100x100 doppia precisione, complesse. Quando ero andato a ritirare il pacco dopo l'elaborazione, avevo trovato una notaccia sul deck che diceva "SE SI USANO PIU` DI 600K DI MEMORIA, DITELO PRIMA!".
Con un amico avevamo fatto il programma per giocare a vita, e con la carta ottenuta siamo andati avanti parecchio a prendere appunti :)
Al terzo anno c'era la programmazione di un mini, DDP516, che credo di non aver mai visto. Al quarto anno si andava dagli informatici a lavorare sull'IBM370 in assembler. C'era una tty di sistema,con un tasto ATTN, schiacciando due volte il quale si andava a scrivere direttamente in memoria del calcolatore (o qualcosa del genere). Dopo che si era schiacciato la prima volta ATTN si materializzava dal nulla un tecnico, pallido, che si buttava sul malcapitato per impedirgli di tirare giu` il sistema.
Poi per erano arrivati i sistemi a microprocessore: MCZ della zilog, con Z80, linguaggio PLZ o assembler, 64kB di memoria, due dischi da 8" 320kB l'uno in cui ci stava sistema operativo (bello) compilatore, editor et similia :). E soprattutto era tutto per i tesisti che ci lavoravano sopra :)