mah, va ben che padova all'inizio degli anni 80 era da alcuni tacciata di "modernismo" (per via probabilmente di scienza delle costruzioni e campi complementari, con teoria dei sistemi fondamentale...), però insegnare il Fortran ad un elettronico non vedo proprio che senso abbia... e secondo me non avrebbe senso insegnarlo a nessuno, anche se posso capire che i fisici abbiano un sacco di codice in ForTran IV e lo vogliano continuare ad usare generazione dopo generazione ;)
Per inciso, da noi la parte "programmazione" dell'esame di programmazione e calcolo numerico era basata quasi interamente sulla fattorizzazione ricorsiva in metalinguaggio di progetto, insomma l'intento era di ottenere uno scheletro perfettamente strutturato ed organizzato - se poi lo traducevi anche in linguaggio di compilazione, magari prendevi uno o due punti in più, ma l'obiettivo era chiaramente insegnare a progettare software, non insegnare a scrivere codice; e insegnare a progettare software con il Fortran (allora, il più futuristico era l'ANSI 77, che comprendeva ancora le stringhe di Hollerith e non sapeva cosa fosse un record...) sarebbe stato praticamente impossibile :-o
Il giorno 14 Dec 2007 21:51:15 GMT, AleX ha scritto:
Che gaffe, adesso tutti penseranno che sono decrepito :-(
Ho delle attenuanti, non ho fatto Ingegneria ma Fisica, e ricordo che qualcuno degli studenti di ingegneria parlava di SdC come di un esame tosto anche per gli elettronici. Questo circa nel 1980, dal momento che ho messo nel piano di studi e dato degli esami come esterno a Ingegneria Elettronica in quel periodo.
Il Fortan oramai l'ho dimenticato.
Pensa che lo ricordo soprattutto perchè ho usato per anni come fogli da brogliaccio (dalla parte bianca) quei chili di carta che la stampante a 136 colonne buttava fuori per ogni listato. Era carta migliore di quella dei bloc-notes (e molto + economica) ;-)
almeno per gli ingegneri elettronici..... MOOOOOLTO idealmente. Le commissioni ora come ora sono composte dagli stessi professori con cui hai sostenuto gli esami universitari e quindi difficilmente si discostano nei temi d'esame dal programma dei corsi che hanno tenuto.
"i3hev, mario held" wrote in news:4763900f$0$16023$ snipped-for-privacy@news.tiscali.it:
Beh, gli "elettromagnetici" sono un tipo un po' particolare di elettronici, molto vicini per certi versi ai fisici. Molti codici per antenne e propagazione sono stati sviluppati in Fortran. (Anche quello della mia tesi....... ;-) )
E poi, a pensar bene, anche il testo di riferimento per il corso di elettrotecnica (martinelli-salerno, mi pare) era zeppo di codici fortran .
E' questo il punto, infatti :-)
Beh, tieni anche conto che non c'era la diffusione dei computer come oggi: ricordo che pochissimi avevano un computer a casa (io ero uno dei fortunati che programmava sullo Spectrum) e l'accesso al "C.E.D. didattico" era in larga misura riservato ai laureandi: i tapini del biennio avevano l'accesso contingentato alle strette esigenze del corso con autorizzazione scritta del docente... In pratica mai messo piede ;-)
In quelle condizioni era difficile che un principiane potesse scrivere del codice realmente funzionante: ricordo una ragazza che in un compito scrito usò per i nomi di variabili le lettere con il simbolo di vettore come se nulla fosse...
a noi, ossia l'indirizzo "elettromagnetismo e propagazione", del
*vecchio* vecchio ordinamento :), quando non esistevano ancora i dipartimenti... (mannaggia, ma che stia invecchiando? Mi pare di parlare del paleolitico, ma a me sembra la settimana scorsa...), per la verità, ci chiamavano, con una certa arietta di scherno, "ingegneri matematici", forse perché facevamo matematica e fisica a canna, ma elettronica pochina pochina... Molti codici per antenne e propagazione sono stati sviluppati in
anche quello della mia, se è per questo: per le funzioni di Hankel e Bessel mi servivano le librerie IML, mathlab non esisteva ancora... ;)
fratello! Mi costò mesi e mesi di ripetizioni.... :)
noi avevamo l'obbligo, per l'esame, di portare i tabulati di un certo numero di programmi __funzionanti__, altrimenti ciccia... e, dato che quello passava il convento, si perforavano schede e si aspettava tre giorni il run - però devo dire che, in quel modo, ho imparato a fare il debugging prima del run, e a far funzionare i programmi senza pasticciare il codice con decine di rappezzi :)
ROTFL! :) :)
Ciao!
--
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Il giorno Sat, 15 Dec 2007 16:21:26 +0100, "i3hev, mario held" ha scritto:
Mi sa che siamo della stessa epoca (geologica!!!), anch'io trafficavo con le schede perforate; eravamo costretti ad ogni run ad usare come prima scheda una scheda rossa fornitaci dal docente con estrema parsimonia... ovviamente il livello di priorità delle schede di run didattiche era molto basso (A oppure B).
Per evitare che, in caso di caduta del mazzo di schede perforate, fosse praticamente impossibile ritrovare l'ordine, le numeravamo una per una a penna.
Come output avevamo un pacco di carta da 136 colonne con bordi perforati; erano riportati il listato del programma e quindi l'output. Mi ricordo quando scrissi il programma di elaborazione per l'esame di Teoria dei Sistemi, con il grafico della risposta nel dominio del tempo ad asterischi sulla carta a 136 colonne.
All'epoca il computer del nostro centro di calcolo era l'Univac 1100.
Il giorno Sun, 16 Dec 2007 09:07:21 +0100, mmm ha scritto:
Ah, allora non condividiamo solo la stessa epoca... Mi ricordo che alcuni chiamavano in gergo le schede di run "delta run", l'origine di "delta" mi è ignota (errata traslitterazione di "@"?)
Come facevate a maneggiare quel pacco di schede? Mi ricordo che già 200-300 schede era un problema serio.
Mi ricordo ancora tutte quelle lucine tremolanti, la sua dismissione è stata effettivamente la chiusura di un'epoca, come per i dinosauri... In effetti, come parallelamente ai grandi rettili vivevano piccoli mammiferi simili ai topi, così i primi pc IBM iniziarono a spuntare nel centro di calcolo, quando l'Univac era ancora in funzione. Con la scomparsa dell'Univac i pc ebbero praticamente "campo libero" in facoltà.
be', sì, eravamo anche noi più o meno messi così :)
Però il sistema mi pare fosse un qualche modello di IBM/360, mentre invece al laboratorio didattico (che sarebbe stato uno stanzino con 4 VT100, in pratica riservato al corso di elaborazione numerica dei segnali ed ai laureandi) si accedeva ad un VAX11/750 oppure, via rete, ad un vax più grosso (forse un 7200, ma è passato parecchio tempo e non ricordo), sul quale però i tempi di elaborazione concessi erano assai ristretti: ricordo ancora le facce smarrite e perplesse quando, per far girare un programma che tracciava delle linee di campo in una guida d'onda particolare (tesi...), chiesi un'ora e passa di tempo cpu >:)
da noi era di moda uno scherzo un po' carogna, che consisteva nello sfilare una scheda dal mazzo e rimetterla dentro rovescia...
Ciao!
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Io credo di essere un quarto di generazione avanti; ricordo che quando ottenni l'accesso al calcolatore dell'uni (un UNIVAC? Boh, chi si ricorda) vedevo tanti tecnici fare avanti e indietro per smontare i dispositivi per le schede e installare tastiere e monitor; usai le schede, credo, una volta sola per far girare un programma che nemmeno era mio. Poi ebbi il mio 8088 e mi sentii onnipotente, potevo invertire matrici con N=3D15-20! Oggi che la triangolarizzazione di una matrice simmetrica con N=3D10000 =E8 affare di pochi secondi e mi irrita pure quell'attesa l=EC, cerco sempre di pensare a come stavano le cose relativamente pochi anni addietro.
ciao!
C.
--=20 Opus Dei qui tollis pecunia mundi dona nobis partem
be', il fatto è che le generazioni informatiche si sono susseguite a distanze di mesi o anni tra di loro, quindi quel gap che dici tu potrebbe essere in realtà di un anno o due, forse anche meno... :)
pensa che c'era chi si sentiva onnipotente con lo zx spectrum... :) io non solo ci calcolavo i circuiti, ma disegnavo anche gli schemi ed i circuiti stampati! E in scala 1:1, pronti per l'uso :)
Ciao!
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Il giorno Sun, 16 Dec 2007 22:08:24 +0100, "i3hev, mario held" ha scritto:
Da noi c'era un terminale, che non era a disposizione di tutti gli studenti ma riservato credo a tesisti e/o ricercatori. La "massa" aveva a disposizione solo i perforatori di schede e i cassetti per la raccolta delle schede per il "run".
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