Ricarica pile ad impulsi.

Non so dove, non so quando, ma mooolti anni fa lessi da qualche parte che ricaricare le pile (e non ricordo di che tecnologia) con una corrente monodirezionale impulsiva, in pratica onde quadre, anziché con la solita corrente continua costante, produceva degli effetti benefici nell'elemento. Qualcuno ne sa/ricorda qualcosa in merito?

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SOMMERGIBILE
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nuova elettronica su riviste ultimi anni 80 fino meta anni 90 aveva fatto diversi kit ed articoli. mi ricordo di aver letto che gli impulsi disgregavano i cristalli delle nicd per eliminare l'effetto memoria . ho costruito un kit di nuova elettronica che carica le pile nicd in 12 ore ed usa il sistema ad impulsi , piu che per caricarle lo uso per rigenerarle. molti integrati moderni per la ricarica rapida delle nimh usano questo sistema , caricano in sequenza 4 nimh, in questo modo la ricarica del singolo elemento e indipendente . maxim dallas ha parecchi ic di questo tipo .

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kfm

SOMMERGIBILE ha scritto:

Era un kit di Nuova Elettronica, l'LX1069, rivista numero 153. Ai tempi l'ho realizzato e tutt'ora fa il suo sporco lavoro. L'avevo anche modificato permettendo cariche fino a 10A.

Eccolo:

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And®ea

"SOMMERGIBILE" ha scritto nel messaggio news:i71kp4$952$ snipped-for-privacy@speranza.aioe.org...

Nel modellismo con batterie NICD utilizzavamo il metodo a impulsi per la ricarica, il motivo è stato già esposto da kfm. Oltre a questo metodo alcuni tipi di caricabatterie applicavano a intervalli regolari anche dei corto circuiti controllati durante la carica per migliorare la resistenza interna. Poi uscirono le NIMH e la carica da impulsiva divenne in normale corrente continua e tuttora i caricatori da modellismo usano questo metodo. I caricatori commerciali per batterie AAA oppure AA sono comunque quasi tutti a impulsi, in genere l'impulso è di 2A o più e viene controllato per ottenere la corrente richiesta. Il motivo è sicuramente dovuto al fatto che in questo modo si ottengono caricatori di dimensioni e costi contenuti che consumano anche poco, poi se alle pile faccia bene o no penso non sia un grosso problema in quanto la vita di una nimh difficilmente passa i 5 anni.

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Tittopower

Io posso dirti la mia esperienza. Molti anni fa avevo uno strumento portatile con accumulatori NiCd. Il caricatore era un semplice trasformatore con diodo raddrizzatore e resistenza in serie, niente condensatori. La maggior parte del tempo lo usavo a casa collegato alla rete, perci=F2 gli accumulatori andavano in sovraccarica e diventavano bollenti. Nonostante questo trattamento, mi sono durati una decina d'anni con molte centinaia di cicli e nessun effetto memoria. Quando hanno cessato di vivere, li ho sostituiti con accumulatori simili. Dopo un paio d'anni si =E8 bruciato il trasformatore del caricatore e cos=EC l'ho sostituito con un alimentatore cc stabilizzato, pensando fosse migliore. Invece in questo modo gli accumulatori mi duravano pochi mesi. Tornato al caricatore pulsante, non ho pi=F9 avuto problemi. Morale: la corrente impulsiva a 50 Hz =E8 molto pi=F9 salubre della corrente continua, almeno per gli acumulatori NiCd.

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Dimonio Caron

"Dimonio Caron"

Quindi, a quei tempi, un caricapile Ni-Cd semplice e ed efficace si sarebbe potuto realizzare con un piccolo Variac, un diodo (1N5404 ad es.), un amperometro.

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SOMMERGIBLE

Con una resistenza che faccia cadere un po' di tensione si puo' fare a meno del variac...

Saluti all'antica.

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Tomaso Ferrando

"Tomaso Ferrando"

Era per adattare velocemente l'aggeggio al numero di elementi da ricaricare di volta in volta.

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SOMMERGIBILE

Certo, ma la resistenza fa il resto...

Saluti circoscritti.

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Tomaso Ferrando

"Tomaso Ferrando"

Certo, ma la resistenza fa il resto...

Fa, fa, ma dissipa.

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SOMMERGIBILE

Sicuro, ma non credo sia quello che fa aumentare la bolletta!

Poi, visti i rendimenti delle pile ed i vantaggi apportati...

Saluti.

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Tomaso Ferrando

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