Rapporto tra campo magnetico e frequenza.

Salve, sto cercando di venire a capo di una mia sensibilita' nei confronti di alcuni apparecchi elettrici. Ho avuto la possibilita' di usare uno strumento professionale che permetteva di misurare i campi magnetici in micro tesla.

Oltre a misurare i micro tesla pero' segnalava anche la frequenza. La cosa pero' non mi e' molto chiara.. e cioe' il rapporto tra le due grandezze.

In pratica avvicinandolo ad un monitor veniva segnalata la frequenza di aggiornamento tipo 80 Hz Negli apparecchi normali veniva segnalato 50 Hz Nella batteria di una macchina veniva segnalato 400 Hz (ma non vorrei sbagliare.. lo ritenete possibile?).

Ora mi chiedo che rapporto c'e' tra i tesla e la frequenza.. se e' possibile che due apparecchi emettano lo stesso campo magnetico in tesla a frequenze diverse... se e' possibile che ho misurato nelle batterie di due auto due valori, uno di 400 HZ e uno di 200 Hz.. se inoltre e' possibile che un organismo possa essere sensibile alla frequenza. In modo che paradossalmente un apparecchio che emette un basso campo magnetico a frequenza alta dia piu' fastidio di un apparecchio che emette un campo magnetico piu' alto a frequenza piu' bassa.

Vi ringrazio per la l'attenzione sperando che mi possiate essere d'aiuto.

Nicola

-------------------------------- Inviato via

formatting link

Reply to
Nfm
Loading thread data ...

In data Thu, 20 Nov 2003 01:04:19 GMT, Nfm ha scritto:

Allora Nicola, ti premetto che non sono un esperto e che sicuramente ti saranno fornite risposte più esaurienti della mia, ma per ora accontentati! Prendi un magnete, una calamita: come sai, intorno alla calamita c'è un campo magnetico. Questo campo, punto per punto, è costante nel tempo. Se ora incominci a muovere la calamita su e giù, puoi immaginare che, in un certo volume nel quale ti muovi, il campo magnetico sia diventato

*variabile nel tempo*, perché quando ti avvicini ad un certo punto, con la tua calamita, il campo sarà più forte di quando invece te ne allontani. Il campo in quel punto che tu consideri (e ovviamente lo puoi fare per tutti i punti che ti interessano) varierà con una certa velocità o, se vogliamo, con una certa frequenza. Questo per dirti in soldoni che intensità e frequenza di un campo sono due proprietà indipendenti. Quanto alla sensibilità alla frequenza, ti ripeto non ho mai studiato l'argomento, però ti posso dire un'altra cosa che riguarda la fisica dei fenomeni elettromagnetici. Un campo elettrico *variabile* genera un campo magnetico *variabile*, e viceversa un campo magnetico variabile ne genera uno elettrico variabile. Ora, il punto importante è che tanto più è veloce, questa variazione, tanto più forte è il campo che viene generato. Perciò è assolutamente plausibile una /sensibilità/ alla frequenza perché, a parità di intensità, gli effetti che un tale campo produce crescono col crescere della frequenza. Io non so se "faccia più male", so per certo però che più è alta la frequenza di un campo magnetico variabile, maggiore è l'effetto elettrico che ne deriva. M
--
email: mancheesREMOVE@THIStiscali.it
Reply to
Michele Ancis

Michele Ancis wrote in news:15gdauathm22w$. snipped-for-privacy@40tude.net:

Questa è un onda elettromagnetica. Alle distanza e per le frequenze di cui parla lui i campi si considerano indipendenti, regione di campo reattivo: esiste il campo E perchè ci sono delle cariche, esiste il campo H perchè c'è una corrente. Bisogna essere almeno ad una lunghezza d'onda, campo radiato, (quindi per

50Hz -> 6000km) per osservare la relazione EH. (E in quel caso nel vuoto o in aria E/H=377ohm, indipendentemente dalla frequenza)

Attenzione però a non confondere la misura di differenza di potenziale ai capi di una spira aperta (la sonda in questione) con il campo elettrico. Se lo scopo è misurare il campo *magnetico*, devi tener conto che la ddp che misuri dipende dalla frequenza, quindi devi avere una scala di calibrazione dello strumento perchè se leggi 1V a 50Hz e 1V a 1kHz non hai lo stesso campo magnetico. Se invece pensi di mettere in relazione questa misura con il campo *elettrico* sei fuori strada.

AleX

Reply to
AleX

snipped-for-privacy@csr.unibo.it (Nfm) wrote in news: snipped-for-privacy@usenet.libero.it:

Plausibile, nei monitor dei pc la frequenza di refresh è impostabile dal sistema e la si tiene sicuramente sopra ai 75Hz: l'immagine è decisamente più riposante. Quello che vedevi era il campo magnetico delle bobine di deflessione.

anche questo normale: potresti aver misurato il flusso disperso dal trasformatore di alimentazione cosi come il campo magnetico della deflessione verticale .

E questa invece è una misura sballata. Nel senso che te hai misurato qualcosa, ma non quello che credevi di stare misurando. La batteria della macchina eroga corrente continua, quindi frequenza=zero Hert.. Se hai letto 400Hz (e non c'è motivo di dubitarne) hai misurato qualche altra sorgente. C'era il motore acceso? Perchè in quel caso poteva trattarsi dell'alternatore o altri disturbi derivanti dal circuito di accensione.

'X' Tesla sono sempre 'X' Tesla, ad una o l'altra frequenza. Semmai c'è da domandarsi quale è la sensibilità della sonda in funzione della frequenza e se la taratura dello strumento ne tiene conto. Altrimenti a pari campo magnetico leggi (e commetti un errore) letture diverse a frequenze diverse.

non glielo vieta nessuna legge fisica: il campo magnetico dipende dall'intensità di corrente che scorre, non dalla frequenza.

ripeto, hai misurato qualcosa, ma non le batterie.

Sensibile in che senso?

L'occhio umano ad esempio distingue i colori e i colori non sono altro che frequenze diverse in uno stretto intervallo di frequenza dello spettro elettromagnetico. Poi da questo a trarne delle conclusioni ce ne corre: se si fosse cosi sensibili saremmo già sordi e ciechi con le sole emissioni naturali.

AleX

Reply to
AleX

In data Fri, 21 Nov 2003 01:19:28 GMT, AleX ha scritto:

Uhm...c'è qualcosa di giusto in ciò che affermi, e qualcosa che non mi torna. Ti premetto che non pensavo all'onda elettromagnetica, quanto all'effetto di induzione. Il discorso di radiazione che fai tu è corretto, ma tieni presente che, per avere un'onda EM, sono DUE i termini che devono essere PESANTI: induzione elettro-magnetica, induzione magneto-elettrica. Non farmi scrivere le equazioni di Maxwell, penso che abbia capito a cosa mi riferisco. Allora, sebbene io abbia parlato di /effetto elettrico/ e non di campo elettrico, devo dirti che non riesco a pensare ad una ddp senza

*campo elettrico*. Questo cozza con quanto affermi qui (riporto anche quanto dicevo io):

Ecco...non penso di essere molto fuori strada, la ragione è questa. Se hai una variazione di flusso magnetico concatenato con un certo percorso, ecco che si manifesta una ddp, proporzionale alla frequenza della variazione del flusso. Hai induzione magneto-elettrica e, non si scappa, la causa della tua ddp è *per forza* un campo elettrico. Ma non hai ancora onda EM. Perché? Semplice, perché il termine di induzione magneto-elettrica è trascurabile. E' la stessa cosa che succede in una induttanza: c'è un termine, mentre l'altro è trascurabile. L'effetto duale si ha nel condensatore. Riassumendo: ti sei spinto troppo in là, affermando che:

Se ciò è vero in generale, è altrettanto vero però che le condizioni esterne (per esempio la presenza di un corpo umano, conduttore), modificano l'importanza dei vari termini delle eq. di Maxwell. In pratica, si hanno zone dello spazio, anche vicine alle sorgenti, dove un termine può essere preponderante. E' il caso degli induttori e dei condensatori. Ma finché non sono tutt'e due significativi, non hai onda.

M

P.S. Non è che voglia *misurare* il campo elettrico vicino alle sorgenti, con questa tecnica. Ho solo affermato che, ai capi di una spira (il nostro corpo) l'effetto del CM, una ddp, cresce proporzionalmente alla frequenza di variazione del suo flusso. E se c'è ddp, stai tranquillo che c'è pure campo elettrico.

--
email: mancheesREMOVE@THIStiscali.it
Reply to
Michele Ancis

Michele Ancis wrote in news: snipped-for-privacy@40tude.net:

Si, però quel contributo, finchè le distanze in gioco sono piccole rispetto alla lunghezza d'onda, è molto minore del campo elettrico dovuto alla sorgente. E' questo il discorso per il quale si dice che in prossimità delle sorgenti i campi si considerano indipendenti.

Vedi anche:

formatting link

Certo, ma quanto vale questo campo, contributo di induzione, rispetto al campo elettrico totale ?

Pensa ad una configurazione di questo tipo: un conduttore, in vicinanza di un piano di massa e con un certo potenziale V rispetto ad esso, percorso da una corrente I. Prova a ragionare sui campi, sull'induzione, etc e prova a immaginare cosa ti vede una spira messa li vicino.

AleX

Reply to
AleX

In data Fri, 21 Nov 2003 18:49:16 GMT, AleX ha scritto:

Grazie per il link, al quale ho dato solo un'occhiata sommaria...ma ci ritornerò! Credimi, conosco abbastanza bene il discorso sui campi, sulla zona reattiva e su quella di radiazione e così via...ma il discorso che si fa qua, parlando di sensibilità di un corpo a campi magnetici variabili, è un po' diverso. Facciamo finta che il corpo sia un conduttore, una spira, che tu avvicini ad un C.M. variabile. Quello che succede è, grossomodo, quello che viene in elettrotecnica idealizzato con una *induttanza*. In essa, un effetto è preponderante, quello che genera una ddp, dunque un campo elettrico, a partire da un C.M. variabile. L'altro effetto è invece nullo. Quanto influiscono eventuali altri campi elettrici lì presenti? Beh, credo che il principio di sovrapposizione degli effetti possa valere in questo caso, per cui la risposta è: si sommano gli effetti! Nel caso che "Nfm" proponeva, si parlava solo di C.M. niente sorgenti di C.E., ed a questo ho risposto che gli effetti sul suo corpo, dipendono dalla frequenza del campo magnetico per le ragioni di cui sopra.

Te lo ripeto, dipende dai valori. Come si calcola la ddp ai capi della tua spira? Con la legge di Faraday. Se vuoi ragionare in termini di correnti invece che di flussi, ti calcoli il tuo bel coefficiente di induzione, e hai il tuo bell'uomo-induttore. C'è anche un campo elettrico variabile, prodotto da cariche in moto, da qualche parte? Bene, lo calcoli, e lo sommi. Attenzione che un filo percorso da corrente viene considerato normalmente e macroscopicamente *neutro*, quindi i due effetti sono ben separabili.

In pratica, una linea di trasmissione? Il discorso è un tantino più complicato, ma ti ripeto: vede la somma dei due effetti, se siamo abbastanza vicini da poterli considerare *indipendenti*. Altrimenti, vede il campo E.M. con tutti i termini di mutua interazione al loro posto. Ti ripeto, il sistema spira conduttrice è un sistema particolare, in cui un termine di induzione prevale sull'altro. Ecco perché non c'è contraddizione tra quello che ho affermato ed affermo, e la teoria dei campi. La stessa cosa, dualmente, avviene nel condensatore, dove è l'altro tipo di induzione a farla da padrone, mentre l'effetto "magnetico" è praticamente nullo.

M
--
email: mancheesREMOVE@THIStiscali.it
Reply to
Michele Ancis

ElectronDepot website is not affiliated with any of the manufacturers or service providers discussed here. All logos and trade names are the property of their respective owners.