Salve, qualche giorno fa avevo postato per discutere sulla possibilità di usare un UPS con batteria maggiorata per un sistema di luci domestiche. Applicando quanto detto, ho verificato che la circuiteria originale di ricarica dell'UPS non supera i 2A (forse 1A), e dubito si possa intervenire in quanto il secondario del trasformatore stesso non avrà tanto margine. Mi è venuta questa idea: con riferimento agli schemi indicati (
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), sarebbe fattibile aggiungere un secondo trasformatore con relativo circuito di ricarica adeguato e immettere la corrente supplementare a valle dei due diodi rettificatori D17 e D18? O forse è meglio scollegare quello originale? Probabilmente basta tenere quello aggiuntivo con una tensione leggermente maggiore rispetto a quello originale. Inoltre, intercettando il segnale _charge, potrei altresì abilitare e disabilitare il caricatore supplementare, magari con un relé che scollega il primario del trasformatore aggiunto. L'unico dubbio riguarda il sistema di monitoraggio della carica. A quanto ho capito dallo schema (
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e
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), il tutto dovrebbe basarsi sulla misura, da parte del microprocessore, della tensione della batteria. Esiste anche uno shunt amperometrico (vedi R65 evidenziata), però poiché non fornisce dati al microprocessore ritengo sia solo di utilità al chip che regola la carica della batteria. Si tratta quindi di un sistema a corrente costante? Prevedo anche l'aggiunta di una ventola di raffreddamento sulle alette dei mosfet di commutazione, per evitare che si surriscaldino a causa dell'attività prolungata ottenuta con la batteria maggiorata. Che dite, il tutto può filare come soluzione?
L'unica differenza che posso rilevare aumentando la corrente di carica e' che con la batteria maggiorata si carica prima, ora la domanda e', ma tra due eventi intercorre cosi' poco tempo che non riesce a ricaricare anche con una corrente minore?
1) Se si preoccupati dell enel.....
2) Se no lascialo caricare in un tempo maggiore...........
Più che altro mi preoccupa il fatto che una batteria da 45Ah può assorbire circa 5A se è scarica (magari può saltare il contatore in mia assenza...), e se il trasformatore originale ne sopporta al massimo 1.... comunque grazie. Altre osservazioni sulle modifiche proposte?
Perche dovresti supporre che un sistema di ricarica a tensione costante e corrente limitata possa erogare piu' del limite per il quale e' stato progettato ?
Ciao, alla domanda iniziale rispondo che da queste parti l'enel, o chi per essa, non crea nessun problema. L'assenza di tensione è un evento assolutamente sporadico, spesso notificato con giorni di anticipo tramite avvisi affissi per le vie, e questo potrebbe indurre a pensare "mah si, a che mi serve un gruppo di continuità... in fondo non serve mai", salvo poi pensare "maledetta quella volta che non ho messo il gruppo di continuità", nella rara occasione in cui va via la corrente e ci si trova al buio. Inoltre esistono anche i temporali. Una scarica elettrica, o qualsiasi altro fenomeno, potrebbe far saltare il contatore o il differenziale e, se non c'è nessuno in casa, lasciare l'impianto elettrico senza tensione per diverse ore. Esiste quindi la possibilità che una batteria al piombo, seppur maggiorata, si scarichi completamente, ed è una possibilità che, volendo fare bene le cose, non va trascurata. Ora, non ho nulla in contrario ad avere una carica lunga anche un giorno o più, però devo essere sicuro che il circuito funzioni e sia affidabile. Ho fatto una prova, forse barbara, che però non mi ha dato un risultato positivo, ovvero l'ups si è spento dopo pochi minuti. In pratica ho preso la sua batteria originale, esaurita, e l'ho collegata al suo posto. In queste condizioni ovviamente l'ups non partiva nemmeno connesso alla rete, così ho dato l'avvio collegando in parallelo alla batteria un alimentatore stabilizzato da 12V, dopodiché, acceso l'ups, l'ho scollegato e il sistema è rimasto attivo, sempre connesso alla rete. Per aumentare la corrente richiesta al caricabatterie, ho collegato una lampadina da 12V 25W in parallelo alla batteria e così facendo la richiesta di corrente è arrivata intorno ai 3A scarsi. La lampadina e l'ups sono rimasti accesi sotto rete per qualche minuto, poi si è spento tutto. Escludo un sensore termico, in quanto non ce ne sono e comunque non c'erano componenti eccessivamente caldi. Mi sento anche di escludere il rilevamento della condizione anomala sulla base della misura di corrente, in quanto l'unica resistenza shunt è collegata solo al chip di regolazione, senza inviare dati al microprocessore. L'ipotesi che ho fatto è che il microprocessore, non vedendo salire la tensione della batteria per un tempo prolungato, abbia staccato l'alimentazione. Se collegassi una grossa batteria al circuito di ricarica originale, e questa fosse molto scarica, probabilmente l'ups fornirebbe il suo ampere costante dato dal limitatore, ma la tensione non si siederebbe? In queste condizioni, fornendole una tensione minore pur nonostante la corrente di 1A, la batteria si caricherebbe ugualmente? Oppure, proprio per la lentezza della carica, il microprocessore si comporterebbe come con l'esperimento della lampadina? Grazie per gli eventuali pareri.
Se la tensione di batteria =E8 troppo bassa l'ups non parte; l'unico modo per farlo partire =E8 staccare e caricare la batteria con un alimentatore esterno; solo dopo aver collegato la batteria ricaricata almeno alla tensione minima prevista dal progettista l'ups riprende a caricare per suo conto; gli apc hanno anche funzioni di autotest all'accensione (usano una grossa resistenza dissipata montata sulla lamiera del contenitore), e se la batteria non lo supera accendono la spia di batteria guasta, ma questo lo saprai gi=E0.
Si, mooolto lentamente, la corrente di fine carica / mantenimento di una 7,2AH =E8 meno di 100mA, quella di una batteria per auto da 40AH pu=F2 essere poco meno di 1A, ci=F2 significa che la corrente utile per la ricarica sar=E0 di poche centinaia di mA. Non ti so dire di pi=F9 perch=E8 gli ups sono poco appetibili commercialmente per un riparatore, sono complessi e costano poco, di solito non ci si perde molto tempo, si prova a cambiare le batterie o a risolvere qualche problema facilmente individuabile, e non si va oltre.
bisogna anche tenere conto del fatto che l'ups non scarica a fondo la batteria, si spegne prima. A me basta capire se a un generatore limitato ad 1A collego una batteria che assorbe più corrente, la tensione cala, e se la ricarica avviene lo stesso. grazie
La tensione non so, dipende da com'=E8 fatto il generatore, probabilmente cala perch=E8 l'impedenza della batteria =E8 fissa, e se =E8 limitato a 1A, non pu=F2 dare troppa birra; la ricarica sar=E0 lentissima: su una 45AH che brucia di mantenimento 0,3A sar=E0 come ricaricarla con
No varia con la carica , e' infinita in una batteria completamente scarica, (si chiama resistenza interna , impedenza non ha senso visto che stiamo parlando di CC).
, e se è
Tu dici che ha un autoscarica di 1/150C ?
Da tutti i manuali si legge che una batteria al piombo va ricaricata ogni tre mesi quindi ogni 2160 ore direi che l'autoscarica e' circa 1/2000C!!!!!! E ci vorrebbe fosse diverso , sarebbe micidiale lasciare parcheggiata una macchina 6 giorni.......
Io mi baso su dati derivati dall'esperienza, pu=F2 darsi che siano sbagliati, ma ricordo che a fine carica l'alimentatore che uso per le batterie segna 10 - 20mA per le 7,5AH e pi=F9 di cos=EC non scende, e per le batterie da macchina ricordo correnti di fine carica molto pi=F9 alte, forse erano vecchie e da nuove si comportano diversamente, o devo controllare l'alimentatore, o forse ricordo male e ho esagerato. Far=F2 qualche prova. Comunque parlavo della corrente di fine carica che viene assorbita da una batteria da 12V nominali se lasciata collegata a un alimentatore stabilizzato acceso e regolato a 13,7V anche dopo che ha raggiunto la tensione di 13,7V.
Vorrei chiedere a Giulia: come si chiama la corrente di fine carica di cui parlo? E' corretto definirla corrente di mantenimento? Scusa l'ignoranza e grazie dell'attenzione.
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