Ciao a tutti, avrei intenzione di cimentarmi nello sviluppo e costruzione di un cardiofrequenzimetro.
Sto pensando per ora a come fare un sensore per i battiti cardiaci, e mi era venuto in mente di usare un led con fototransistor, si attacca per esempio ad un dito, led da una parte e fototransistor dall'altra e misuro l'impulso.
La cosa può funzionare? C'è una variazione apprezzabile nella luce che attraversa il dito a causa del battito?
Grazie fin d'ora a chi eventualmente vorrà aiutarmi!
Francesco
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La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di
meritarli.
Aristotele
Per rispondermi in privato togliere i numeri!
esiste gi=E0 uno strumento del genere, ed =E8 un ossimetro. Generalmente questi strumentini hanno anche la funzione del battito cardiaco, francamente per=F2 non saprei se fanno tutto con un diodo + fotodiodo (mi pare altamente improbabile).... Potresti procurarti per=F2 uno di quei sensori di forza e risalire al battito cardiaco, anche se questa soluzione =E8 decisamente meno economica di qualla che proponi tu.
Hexfe> esiste già uno strumento del genere, ed è un ossimetro. Generalmente
Non hanno altre derivazioni sul paziente oltre alla pinza da applicare al dito. Penso sia sufficiente rilevare le variazioni del segnale ricevuto entro la banda utile.
I primi link che suggerisce google cercando "ecg circuit" sono ottimi:
Visto uno led+ fotodiodo in pinzetta da applicare al lobo dell'orecchio, faceva parte di una cyclette.
Alternative: fascia al torace - o al polso - e capsula elettrete. Un elettrodo - gomma conduttiva - tre dita sotto ciascun capezzolo e ampli differenziale.
Come battuta non è male, tuttavia agganciare il ritmo cardiaco e portarlo ad una frequenza prestabilita è un compito tutt'altro che facile, soprattutto se non hai intenzione di impiantarti un pacemaker ...
Interessante. Ma temo che sarebbe molto pi=F9 facile agganciarlo a una frequanza sicuramente superiore a quella che avrebbe di suo. A meno che tu non trovi il modo di inbire, prima, la stimolazione naturale :-)
Grazie, lo immaginavo ma non lo sapevo. Ma funziona anche come cardiofrequenzimetro? Pensavo che, nelle punte delle dita, il flusso sanguigno fosse pressoché costante, non più impulsivo.
E il fatto che gli ossimetri non hanno altre derivazioni oltre alla pinza da applicare al dito cosa comporta?, come ho scritto nel post precedente ribadisco l'alta improbabilit=E0 che la funzione di misura dei battiti, in questa serie di strumenti, possa essere realizzata solo tramite la luce in quanto l'alterazione del "raggio" (leggesi volume) del dito da fase sistolica a diastolica credo sia davvero minima (decisamente inferiore a 0.1mm, anche perch=E8 non sono presenti grosse che possono dilatarsi tanto ).
Comunque dal punto di vista concettuale sarebbe sicuramente possibile farlo, daltronde una variazione di volume implica un percorso + lungo che la luce deve percorrere, l'assorbimento di conseguenza sar=E0 maggiore e l'ampiezza del segnale rilevato minore. Forse integrando treni di impulsi sarebbe possibile rilevare delle variazioni anche micrometriche con apprezzabile precisione, il punto =E8 che se (come f=E0 l'ossimetro) l'assorbimento della luce =E8 anche funzione oltre dell'ossigeno "legato" all'emoglobina allora la cosa diventa impossibile dato che hai una funzione che dipende ba 2 variabili di cui una incognita(l'ossimetria).
E' + facile che gli ossimetri presentino una sorta di sensore di pressione alteriosa (e quindi il fatto di mostrare il battito sarebbe derivante proprio dal fatto che il sensore apposito gi=E0 =E8 dispoinibile perch=E8 deve compensare la misura di ossimetria) proprio per compensare il fatto che la % di gas disciolto in un liquido =E8 funzione della pressione (sempre che la fisica classica sia applicabile anche ai sistemi biologici, a spanne credo di si).
Poi, ribarisco il fatto che sto parlando senza avere certezze(non so nulla di medicina & affini) , anche se cerco di farlo con un minimo di logica (mi auguro). Quindi nessuno me ne voglia se in quello che ho scritto vi sono inesattezze, so solamente buttato l=EC delle idee; poi se ovviamente qualcuno sa come funzionano esattamente questi strimenti di carta bianca su cui scrivere c'e n'=E8.....
Come ho appena risposto a SilverLeo, penso che la cosa non sia poi cos=EC immediata e che non bastino solo 1 diodo+fotodiodo....poi magari mi sbaglio: ben venga a chi ne sa di +!
Purtroppo no, si trattava di un progettino di alcuni studenti che non ho seguito io in dettaglio. Ad ogni modo, basta fare la prova, un diodo ed un transistor si collegano in fretta su una pinza da bucato in legno forata, cos=EC come un filtro passa banda di ordine basso con banda passante tra 0,1 e 10 Hz, tanto per iniziare a fare qualche prova con l'oscilloscopio. Nel circuito che ho visto c'era poi un comparatore a soglia ed una parte numerica per misurare la frequenza, implementata in una piccola fpga.
Comunque puoi sempre simulare un malore lontano da casa, chiamare un'ambulanza, attendere che ti ciapettino la sonda al dito e, a quel punto, alzarti dalla barella e correre via con frasi d'effetto tipo: "Io vedo la luceeeeee!!!", asserendo visioni mariane (anche Padre Pio va benone) o cose simili. Naturalmente con la sonda attaccata al dito. I soccorritori, sbigottiti, non saranno mai creduti.
Il Fri, 06 Mar 2009 10:47:51 -0800, Hexfet13 ha scritto:
Attenzione: gli ossimetri valutano la variazione di assorbimento di certe lunghezze d'onda (rosso e infrarosso, credo di ricordare per l'emoglobina combinata con l'ossigeno e l'emoglobina senza ossigeno rispettivamente). non la deformazione dovuta alla variazione di pressione. In particolare, gli ossimetri moderni sono dei pulsossimetri: per discriminare il sangue arterioso da quello venoso *devono* ricavare il profilo di pressione legato al battito cardiaco, facendo qualche giochino numerico con il segnale ricevuto dal fotodiodo. La frequenza cardiaca, per cosi' dire, viene fuori "gratis".
Deve essere *solo* in funzione dell'emoglobina combinata con l'ossigeno, altrimenti finisce il gioco ;-) La deformazione dovuta alla complianza dei tessuti e' un elemento di errore del sistema, che deve essere minimizzato.
No, no, si basano sull'estrazione della componente alternata del segnale ricevuto dal fotodiodo, correlata con il battito cardiaco. Per rendere l'idea in modo abbastanza impreciso ma efficace, i globuli rossi nel letto capillare fra un battito e l'altro sono come delle auto ferme a ferragosto sulla salerno-reggio, tutte un po' distanziate l'una rispetto all'altra. Appena arriva la "pompata" del ventricolo, e' come se una ruspa desse uno spintone in fondo alla coda: tutte le auto si ammassano l'una contro l'altra e avanzano un po'. Nel primo caso la luce del sole arriva a toccare l'asfalto, nel secondo non piu'!
Tranquillo :-) Anch'io sono abbastanza sicuro di avere scritto delle porcherie, e' passato del tempo da quando ho studiato la cosa.
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