ci sono delle "regole del pollice" per dimensionare opportunamente la resistenza e l' induttanza del secondario di un trasformatore di alimentazione in funzione della sua potenza?
Per esempio supporre che la differenza tra la tensione a vuoto e quella al massimo carico sia del 10%, puo' essere sensato?
MOOOOLTO a spanne, se hai qualche dato di catalogo del costruttore (se poi avessi le prove a circuito aperto e cortocircuito ancora meglio)
Dal renedimento a pieno carico trovi la potenza dissipata dal trasfo. Ne attribuisci la maggior parte alle perdite per effetto Joule e un po' alle perdite nel nucleo (ad esempio 70%-30%).
Le perdite nel rame le modelli come resistenza in serie al generatore, scelta in modo che a pieno carico abbia la stessa potenza dissipata come calcolato prima.
Oppure, se hai il trasfo a portata di mano, misuri la resistenza del primario, la porti al secondario e aggiungi quella misurata al secondario.
Aggiungi poi una induttanza tale da ottenere la regolazione che dice il catalogo (10% mi sembra tanto).
Dici le parole scaramantiche di tua scelta e speri per il meglio.
Forse ci potrebbe essere un modo per stimare l'induttanza serie, ma al momento mi sembra che ci voglia il numero di spire che sicuramente non si sa. Continuo a pensarci su.
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Franco
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(L. Wittgenstein)
"Englishman" ha scritto nel messaggio news:VRYan.106270$ snipped-for-privacy@tornado.fastwebnet.it...
Se ti serve un modello a regime sinusoidale te lo posso inviare, devi solo inserire le R al primario e al secondario rappresentate dalle perdite totali.
Eppure... scorrendo il catalogo di un costruttore (mi pare qualcosa passato qui' in area), si partiva dal 25% dei 3-6 VA, passando per i 10% del 150-250VA, al 4% dei 800-1000 VA...
Se significativo, si trattava di trafo "a lamierini", non toroidali.
Se puo' servire, il mio interesse e' limitato ai trafo toroidali di potenza 150-300 VA e tensioni tra i 24 e i 48V
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