dati di targa trasformatore: a vuoto o a carico?

Sto studiando un progetto per un alimentatore stabilizzato di potenza (5-14V, 25A) di un vecchio numero di Elettronica Pratica (1988). Il progetto prevede un trasformatore da 475W (scrivono W, non VA), primario 220V, secondario 19V 25A.

Penso comprer=F2 un trasformatore da 500VA, primario 230V, secondario

19V. Domanda: i 19V si riferiscono alla tensione a vuoto o a carico?

Seconda domanda: c'=E8 qualche controindicazione nell'usare un trasformatore toroidale? So che costano un po' di pi=F9, ma dovrebbero essere meno ingombranti, pi=F9 efficienti e soprattutto vibrare molto meno.

Grazie!

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kerneltrap
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se stai nei limite dei 25A di assorbimento la tensione non dovrebbe subire forti variazioni , misurerai 19 volt a vuoto , se il trasformatore e ben fatto , ti scendera di mezzo volt . non vedo controindicazioni nell 'usare un toroidale , anzi dovrebbe avere un campo magnetico piu confinato . sei sicuro che 19 volt non siano troppi ?

19 V una volta radrizzati e livellati diventano 26
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kfm

e

un

Intanto grazie per la risposta.

Cito l'articolo: "[...] e si considera che, a valle del ponte raddrizzatori, esattamente sul terminale positivo di questo [...] il valore di tensione =E8 di 23Vcc (27Vcc a vuoto) [...]".

Dunque 19V sembrano corretti. Mi parlano per=F2 di una differenza di 3V tra la tensione a vuoto e quella a carico, tu parli invece di mezzo volt. Come mai questa discrepanza?

C'=E8 da dire poi che il progetto =E8 vecchio, ma non credo che questo tipo di alimentatori siano cambiati negli ultimi anni. C'=E8 il ponte raddrizzatore, i condensatori elettrolitici per livellare la tensione,

4 transistor MJ4502 per stabilizzarla e un po' di resistenze e condensatori. Penso sia uno schema del tutto consolidato, se cos=EC non fosse spero di essere da voi corretto.
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kerneltrap

Cito l'articolo: "[...] e si considera che, a valle del ponte raddrizzatori, esattamente sul terminale positivo di questo [...] il valore di tensione è di 23Vcc (27Vcc a vuoto) [...]".

Dunque 19V sembrano corretti. Mi parlano però di una differenza di 3V tra la tensione a vuoto e quella a carico, tu parli invece di mezzo volt. Come mai questa discrepanza?

----------------------------------------------------------------------- i 27 v sono cc sul condensatore elettrolitico di livellamento che sotto carico avra un ripple piu elevato e la tensione si siede , all'uscita del trasformatore hai 19v alternata che non dovrebbero variare , tanto per farti un esempio ho una lampada alogena da scrivania che consuma quanto la potenza del trasformatore , sul secondario ci sono quasi 12 v se stacco la lampadina varia di poco

C'è da dire poi che il progetto è vecchio, ma non credo che questo tipo di alimentatori siano cambiati negli ultimi anni. C'è il ponte raddrizzatore, i condensatori elettrolitici per livellare la tensione,

4 transistor MJ4502 per stabilizzarla e un po' di resistenze e condensatori. Penso sia uno schema del tutto consolidato, se così non fosse spero di essere da voi corretto.

----------------------------------------------------------------------------- no non sono cambiati , volevo solo far notare che dovrai dissipare in calore molti W

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kfm

ore

In effetti il progetto prevede quattro grossi dissipatori. Allo stato attuale delle cose non credo per=F2 che mi azzarder=F2 a modificarlo, preferisco piuttosto capirlo in dettaglio, in particolare capire il perch=E9 delle scelte progettuali.

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kerneltrap

ore

Ripensandoci, potrei procurarmi un trasformatore con pi=F9 "prese" al secondare, per esempio 17, 18, 19V e poi fare delle semplici prove empiriche, cercando la tensione ottimale che mi permetta di utilizzare l'alimentatore a pieno carico alla tensione voluta minimizzando la potenza da dissipare.

Ci sono controindicazioni?

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kerneltrap

Per esperienza diretta (sto collaudando il mio da 45A) i 19V una volta raddrizzati e livellati diventeranno circa 25V, cioè

19 x 1.41 - 1.4 = circa 25 (1.4 è la caduta sul ponte diodi) , ma quando avrai 25 A di assorbimento si "siederà" fino a tornare a 19-20 V

ottima soluzione, anche perchè nei toroidali puoi modificare facilmente la tensione del secondario aggiungendo o togliendo spire, io avevo due toroidali da 13V e li ho portati a 18.5 V aggiungendo 8 spire.

dissipa molto bene il ponte di diodi, io ne ho fatti saltare due in parallelo da 50A con assorbimento in uscita di 43A nonostante il grosso radiatore e la ventilazione...

ciao, Francesco

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IZ3QQG

Ripensandoci, potrei procurarmi un trasformatore con più "prese" al secondare, per esempio 17, 18, 19V e poi fare delle semplici prove empiriche, cercando la tensione ottimale che mi permetta di utilizzare l'alimentatore a pieno carico alla tensione voluta minimizzando la potenza da dissipare.

Ci sono controindicazioni?

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Pimo

e

A me in effetti l'alimentatore interessa per i 13.8V standard degli apparecchi radioamatoriali. Il progetto per=F2 prevede che la tensione sia variabile in quell'intervallo e in effetti specifica che la corrente massima sia erogabile solo intorno ai 12V.

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kerneltrap

quando

Dunque questo giustifica la scelta di un trasformatore da 19V per ottenerne 14, dico bene?

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kerneltrap

approfitto per avere un consiglio anch'io......

i ponti non erano proprio in parallelo, ognuno aveva a monte il suo trasformatore e le uscite si univano sugli elettrolitici...ma gli ho chiesto troppo e sono inceneriti (li vendono per 50A, ma a 25 sono saltati!!!)

ora ne ho comprati 4 sempre da 50 A , e penso di metterli in parallelo a coppie (due per ogni trasformatore), ma le resistenze di equalizzazione sono impensabili con queste correnti e quindi pensavo di seguire il consiglio trovato qui

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(scorri fino in fondo)

che ne dici? così i diodi in parallelo appartengono allo stesso ponte

ciao, Francesco

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IZ3QQG

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