circuito flash allo xeno...questo sconosciuto

Ciao a tutti e buon Natale ;-)

in queste vacanze, di ritorno alla mia terra, ho pensato di aiutare mio padre con l'adattamento di un circuitino per flash allo xeno, di quelli che si trovano nelle macchine fotografiche usa e getta.

Diciamo che il circuito è *pressappoco* così:

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L'adattamento consiste nel renderlo un flash ripetitivo, con una certa frequenza impostata e non necessariamente regolabile. Per renderlo ripetitivo, ho eliminato l'interruttore S2, il "fire", e messo al suo posto un SIDAC, ossia un oggetto che ad una certa tensione (300V nel mio caso) si "rompe" e diventa una resistenza abbastanza piccola, mentre prima di quelle tensioni si comporta come un aperto. In questo modo, non appena si raggiungono le tensioni necessarie al funzionamento del flash, esso viene azionato. Fin qui, tutto bene. Ora però il discorso è che il flash "spara" troppo rapidamente ( 35 al minuto). Basterebbe una frequenza minore (diciamo 12-18 al minuto): oltre a "servire allo scopo", una frequenza minore dovrebbe garantire maggiore durata della batteria..o no?

La soluzione "pulita" sarebbe pilotare un SCR con un timer...ma ne esistono che lavorino con 1.2V (batt. ricaricabile)? Se si...mi sa che è la soluzione migliore.

Io finora ho però provato ad agire sul circuito in sé, soprattutto per amor di smanettamento :) Ecco che la questione si è spostata sul "capire il circuito", ossia comprenderne il funzionamento e quali sono i punti su cui agire.

La capacità C1 è ovviamente il primo indiziato, solo che cambiando quella, rendendola più grossa per diminuire la frequenza, non ottengo risparmio energetico (visto che vuole più carica per raggiungere la tensione) e quindi C1 risulta "intoccabile".

Si potrebbe pensare a R2, per aumentare la "costante di tempo del circuito", ma in realtà a quanto ho capito R2 agisce solo con C2, fornendo costanti di tempo ben inferiori ai tempi di carica di C1.

4.7M*22n = 103m

Ossia dopo circa 300ms C2 si è caricato alla sua tensione di regime, dipendente dalla tensione cui si è portato C1. Poiché C1 ci mette circa 2 secondi a caricarsi, questi 300ms, fossero anche il doppio, non porterebbero granché.

Rimane da aumentare - diciamo - di 10 volte questa costante di tempo, agendo sul C2. Non l'ho ancora provato.

Qui, dopo tutto questo pappardellone introduttivo, arriva il punto centrale della questione: come viene generata la tensione ai capi di C1? Finora ho pensato che il transistor fungesse da oscillatore, e che "in qualche modo", ciclo dopo ciclo, caricasse C1. In questo ordine di idee, la velocità di carica sarebbe in qualche modo dipendente dalla frequenza dell'oscillatore. Per questo, ho messo in parallelo al primario di T1 (sopra il collettore di Q1), una capacità. Ha funzionato e ha ridotto notevolmente la frequenza dei lampi. Il discorso è che il range di valori per cui questo trucco funziona non è molto esteso, il che mi dice sostanzialmente che il circuito non funziona come io penso.

Ed ecco il domandone: come viene elevata la tensione? E' semplicemente un'alternata che, attraverso il trafo, viene elevata ad un valore "fisso" e basta, oppure viene in qualche modo "pompato" il C1, ciclo dopo ciclo?

Scusate la lungaggine e...spero che qualcuno possa aiutarmi :)

M
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Michele Ancis
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ad occhio direi :

Q1 T1 e la roba intorno sono un convertitore step-up con una uscita alla tensione di picco pari alla tensione 'finale' voluta sul condensatore C1 ( S1 dovrebbe stare chiuso per tutta la fase di carica )

R1 potrebbe regolare in parte il tempo di carica del condensatore C1, aumentandola entro certi limiti dovrebbe ulteriormente limitare la capacita' di erogare corrente dell'inverter, al di sopra di un certo valore potrebbe pero' spegnere l'oscillatore e bloccare l'inverter. prova con 330 e 470 e vedi cosa succede

l'altra strada potrebbe essere aumentare C2

per la limitata capacita' di erogare corrente dell'inverter ci mette 'tempo' a caricare al valore voluto C1 ( segnalato posso suporre dalla accensione della lampadinetta al neon ) C1 non va toccato perche' mantiene l'energia necessaria al lampo del flash.

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mmm

Il circuito e` un flyback autoscillante (essendo natale mi sono dimenticato se ha un nome specifico). Il transistor si accende attraverso una retroazione positiva (corrente di collettore fa circolare corrente di base nel verso giusto). QUando il nucelo satura, la retroazione che tiene acceso il bjt viene a mancare, il bjt si spegne, il flusso scende e si invertono le polarita`, e l'energia accumulata nel campo magnetico va sull'uscita.

Come in molti flyback, se vengono lasciati lavorare senza carico, la tensione di uscita diverge finche' le perdite o qualche valanga la stabilizza.

Ciao, buon natale. Se mi lasci tornare in ufficio posso trovare qualcosa di piu` dettagliato.

Se usi un diac, puoi cambiare la costante di tempo di carica del condensatore del diac.

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
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Franco

mmm ha scritto:

Se interpreto bene quel che dici, questa sarebbe la prima ipotesi, ossia in pratica ho "solo" un trafo che si occupa di passare da "1V AC" al suo primario, a "1V per rapporto spire" al secondario...L'altra volta ho fatto male i conti...In effetti il rapporto spire è circa 300, che torna bene con l'alimentazione e con la tensione "che ci si aspetta" sul C1.

.Per come capisco io, quella resistenza è il bias del transistor...Forse può far qualcosa, devo provare.

Infatti...seguendo quello che ho detto sopra?

Uhm...Limitata capacità di erogare corrente, la vedo come una resistenza serie da qualche parte...è quella della batteria? Avrebbe senso mettere una resistenza in serie alla batteria, per limitare ulteriormente la corrente? Non so se a conti fatti l'energia che risparmio limitando la corrente, la perdo nella resistenza!

M
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Michele Ancis

Franco ha scritto:

Grazie Franco :) Diciamo che ho capito "le grandi linee"...In pratica con un "trasformatore ideale" la simulazione non dà i risultati sperati? Non ho controllato bene, ma mi sembra di ricordare un oscillatore che ha più o meno quella forma lì, col trafo che riporta in base una parte della tensione di collettore. Ma forse manca il tank...;-)

Moooolto volentieri, Franco, come al solito. Aspetto fiducioso :D

Devo guardare, non ho per niente dimestichezza con "componenti di potenza" :(

M
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Michele Ancis

Michele Ancis ha scritto:

Ho fatto diversi circuiti di lampeggiatori. Data la bassa potenza a disposizione il mio problema era come avere più di 60 lampi al minuto. Nel tuo caso dovrebbe essere più semplice. Io procederei così: S2 in corto. C2 aumentato di 10-20 volte. R3 cortocircuitata. Quando la NE2 raggiunge la tensione di innesco, diventa un cortocircuito, e scarica C2, portando a zero anche il primario del trasformatore di innesco, che si trovava a circa 100V. Questo, se non ho preso una grossa cantonata, dovrebbe causare un impulso ad alta tensione sul secondario, ed innescare così la lampada. Dico che potrei sbagliarmi in quanto i miei circuiti erano completamente diversi, e usavano anche un piccolo SCR.

Giuliano

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JUL

Sicuramente no, per due ragioni (una e mezza). Il trasfo ideale non satura, e quindi non avrai mai lo spegnimento del circuito. Questo potrebbe essere compensato dal fatto che interviene il beta del transistore che a un certo punto non fa piu` salire la corrente, ma di solito ci si affida alla saturazione del nucleo.

Il secondo motivo per cui un trasfo ideale in simulazione non va e` che non e` un trasfo, ma sono due induttori accoppiati. La differenza fra un trasfo e due induttori accoppiati e` che questi ultimi accumulano energia. Se vuoi simulare due induttori accoppiati puoi mettere un trasfo ideale e in parallelo a un avvolgimento una induttanza. Per la saturazione non lo so, non mi vengono in mente soluzioni semplici (a parte usare un nucleo vero).

Tieni presente che quando l'interruttore e` chiuso, il diodo di uscita e` aperto.

Il rapporto spire non influenza direttamente (come in qualunque flyback) la tensione di uscita, semplicemente controlla il valore del tempo di scarica dell'induttore.

Ho detto oscillatore ma in realta` e` un multivibratore: il timing e` dato dalla saturazione del nucleo.

Diac e` il sidac. Posta lo schema giusto che usi, e guarda qui, potrebbe darti qualche spiegazione del funzionamento.

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Un altro libro buono era un vecchio manuale della motorola, lo si trova anche sul mulo. Se lo trovo come file te lo mando al tuo email.

--

Franco

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Franco

Franco ha scritto:

Interessante...Al beta non avevo pensato.

A parte vergognarmi per non conoscere queste cose, vorrei chiederti: ma costruttivamente, nella "realtà", qual è la differenza tra trasfo e induttori accoppiati? Nel trasfo si minimizza - con qualche trucco - l'induttanza delle singole bobine? Se hai qualche libro o pubblicazione (ho accesso alla libreria IEEE) su Internet, Mulo, o quant'altro sull'argomento "elettronica di potenza" dove si spieghi il funzionamento di trasformatori, convertitori ecc...Sarei lieto di cogliere l'occasione per colmare questa mia lacuna.

Interessante...Forse dopo oggi avrò due minuti per cercare in google la parola "flyback" :)

Occhei...Ecco perché il circuito è alquanto refrattario ai tentativi di cambiarne il "tempo di carica"...

Il link non funziona, però questa ditta mette a disposizione parecchie papere...Gli darò un'occhiata al più presto. Lo schema l'ho tracciato su carta, nei prossimi giorni forse avrò accesso ad uno scanner e lo metterò in questo thread.

Come sempre, grazie.

M
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Michele Ancis

Franco ha scritto:

[..]

..Ah, in pratica, C2. E' l'unica che non ho provato ;-D

M

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Michele Ancis

"Michele Ancis" ha scritto nel messaggio

Ho smanettato parecchio con questi circuiti e per esperienza posso dirti che se aumenti il numero di lampi contestualmente diminuisci la potenza del lampo, se la potenza dei 35 lampi al minuto (o leggermente superiore) ti sta bene, si possono fare facilmente le modifiche necessarie.

Se non limiti la corrente di ricarica del condensatore avrai solo un lampo piu' potente.

In effetti si usano SCR o TRIAC secondo il circuito, se hai pazienza d'aspettare vado a consultare i miei vecchi circuiti e ti posto quello piu' adatto allo schema del tuo lampeggiatore.

Ciao Celso

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Celsius

Celsius ha scritto:

Scusami ma non ho capito cosa intendi...I 35/min sono "troppi" per due ragioni:

1) Per lo scopo del flash, la frequenza ottimale sarebbe di 12-18 al min. 35 sono "controproducenti". 2) Collateralmente, pensavo che diminuire la frequenza del flash potesse significare allungare la vita della batteria...

Beh, se lascio il condensatore che c'è e lo faccio - in qualche modo - caricare più lentamente, ciò non dovrebbe influenzare la potenza del lampo, visto che essa è proporzionale alla carica presente sul condensatore, a sua volta dipendente dalla sua capacità e dalla tensione "di rottura"...o no?

Certo Celso! Ti ringrazio sin d'ora :)

M
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Michele Ancis

Nel trasfo si massimizza l'induttanza delle bobine, in modo che non accumulino energia (pare un controsenso ma e` cosi`). Negli induttori accoppiati invece si vuole immagazzinare energia e quindi si usa un nucleo a basso mu (per esempio con polveri, non con ferriti), oppure si usa materiale ad alto mu, ma si lascia un traferro, e l'energia si accumula nel traferro.

Se applichi una tensione costante a un avvolgimento, la corrente (inizialmente nulla) sale con questa relazione i(t)=V/L * t.

L'energia accumulata vale 1/2 L i^2, e se sostituisci i calcolata prima, vedi che dopo le semplificazioni resta una L a denominatore, per cui se vuoi accumulare energia in un determinato tempo L deve essere piccola (poi ci sono altre considerazioni sull'energia accumulata che portano ad avere mu piccola)

Appena torno in ufficio o nella casa solita dove ho tutti i libri ti dico.

Manca una f in fondo, e` un pdf, facendo copia incolla ho tagliato l'ultimo carattere :(

Ciao

--

Franco

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Franco

Franco ha scritto:

Occhei...Ah, la storia dell'energia che si accumula dove *mu è più basso* me la ricordo..Una volta avevamo analizzato il problema del flusso dell'energia in un trasfo, e come per l'analogo "elettrico" il vettore di Poynting fluiva "all'esterno" del circuito.

Altre considerazioni oltre al fatto che L dipende in maniera proporzionale da mu?

Occhei, io aspetto :)

Si ma anche io...In effetti mi chiedevo "ma che sarà 'sto formato pd?"...Che acume, ragazzi!

M
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Michele Ancis

JUL ha scritto:

Grazie Giuliano,

insomma mi sembra che la direzione sia chiara: l'unica cosa che ancora non avevo fatto, aumentare C2 in maniera sostanziale :)

M
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Michele Ancis

La densita` di energia accumulata dal campo magnetostatico vale l'integrale di H dB. Dato che (su materiali lineari) H=B/mu si ha che la densita` di energia vale B^2/(2 mu).

Il punto critico e` che B ha un valore massimo che dipende dalla saturazione del materiale, e quindi per aumentare l'energia accumulata senza superare Bsat si deve scendere con la mu (eventualmente equivalente) e aumentare le dimensioni del traferro (se non si usano polveri). Con la ferrite Bmax e` dalle parti di 0.3 T, e la densita` di energia accumulabile (nel traferro di un circuito magnetico di ferrite) vale circa 36mJ/cm^3 (mi sembra tanto, ma mi pare che venga cosi`)

--

Franco

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Franco

Direi che non arrivi mai ad innescare perche' con S2 in corto hai un pezzo di filo storto in parallelo a C2 che non si carichera` mai.

diventa un cortocircuito,

Non puoi avere una tensione continua ai capi di un avvolgimento. Solo per brevi intervalli di tempo, contando sull'induttanza che limita la salita della frequenza, ma non e` questo il caso.

--

Franco

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Franco

Salita della corrente, non della frequenza. E anche prima ho quotato male, la frase "diventa un cortocircuito" doveva ancora essere quotata.

Burp! troppo panettone :) fa di questi effetti.

--

Franco

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Franco

Franco ha scritto:

[..]

Se see...Panettone all'Uischi! :D

M

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Michele Ancis

Franco ha scritto:

Grazie ancora...Devo riguardarmele queste cose, e magari cercare di capirle una volta per tutte.

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Michele Ancis

Franco ha scritto:

Tanto per cambiare, hai perfettamente ragione. E non avevo preso neanche un pò di panettone, ma whisky si. (Comunque sempre una str..... rimane). Cerco di riabilitarmi dicendo che, con C2 molto più grande, e NE messa in parallelo a S2, dovrebbe funzionare.

Ciao. Giuliano

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JUL

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