Allora, partendo "dal" Buchmann...
...si imparano molte cose interessanti e si sfatano molti "miti" da tecnosciamani, ma non e' questo il punto.
Il punto e' che, sia per caricare piu' rapidamente le batterie e, soprattutto, per frantumare al meglio la formazione microcristallina interna, e' salutare caricare le batterie "al nickel" AD IMPULSI.
Ora, ho provato a ricercare a destra ed a manca, ma non solo non mi pare che nessuna rivista di elettronica abbia MAI pubblicato un qualche caricabatteria di questo genere, ma non e' che esista granche' nemmeno in Rete.
Cioe', se esiste... non ho trovato niente.
Forse e' possibile adattare qualche circuito SEMPLICE allo scopo? L'unica cosa che ricordo che aveva vagamente a che fare, era un interessante progetto per un'economicissima luce di emergenza, pubblicato su CQ Elettronica di (troppi) anni fa, che usava delle banalissime pile zinco carbone, ricaricate (1) con la tensione della rete, brutalmente raddrizzata da UN diodo, resistenza, zener e nessun condensatore, realizzando cosi' uno splendido circuito impulsivo.
Memore di quella realizzazione e visto che un orologio marcatempo aveva la pessima abitudine di "cuocere" le sue ni-cd di backup, vista la bassissima corrente di mantenimento, le ho brillantemente sostituite con quattro zinco-carbone "da ipermercato", con durata minima di piu' di un anno, anche due.
Cosi', chiedo: qualcuno ha mica uno schema o, meglio, un integrato "facciotuttoio" in grado di realizzare quella sospirata carica impulsiva, capace di frantumare la famigerata microcristallizzazione interna meglio di tutte le (dannose) scariche di questo mondo?
Spero di ricordare bene: non leggo "il" Buchmann da un po' di tempo, cosi' potrei aver sbagliato qualche termine.
Fabrizio
1) Imparai giusto allora della parziale reversibilita' delle zinco-carbone. Poi vennero le Big,