242V ...accidenti

Questa mattina ho misurato in un impianto trifase la tensione fra il neutro e una fase (l'ho misurata con tutte e tre le fasi) risultato

242V. Notare che questa linea viene poi usata per illuminazione e altre utilizzazioni negli uffici, bagni ecc...

La tensione fra le fasi superava abbondantemente i 400V. Sono allibito. CIao

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Gab
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Il 09/03/2019 19:09, Bernardo Rossi ha scritto:

Secondo la norma CEI EN 50160 alla quale si affida Enel... peccato che per le apparecchiature moderne siamo al limite, infatti leggendo sui vari apparecchi danno come massima tensione 240V. Immagino sia tutto calcolato per far durare poco certe apparecchiature,

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Saluti da Drizzt. 


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Drizzt do'Urden

Il 09/03/2019 19:34, Drizzt do'Urden ha scritto:

Ciao

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Gab

Il 09/03/2019 19:44, Bernardo Rossi ha scritto:

boh, magari ne rispettano un'altra, comunque se guardi le targhette degli apparecchi elettronici arrivano tutti a 240V :-)

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Saluti da Drizzt. 


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Drizzt do'Urden

"Gab" ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@mid.individual.net...

e al popolo?

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Roberto

Il 11/03/2019 09:55, Roberto ha scritto:

Stitichezza

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Gab

Il 11/03/19 09:55, Roberto ha scritto:

quello che amate allo stesso modo in cui i pedofili amano i bambini?

fatto in passato

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bye 
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not1xor1

Roberto ha scritto:

2V.

fascistello dei miei stivali

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emilio

"emilio" ha scritto nel messaggio news:q65lgu$h5a$ snipped-for-privacy@dont-email.me... Roberto ha scritto:

trifase....

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Roberto

Se tornassimo indietro nel 1983, sarebbe giusto dentro il limite massimo di un 220V+10% --> 242V. Solo nel caso di specifica di un 220V+5% --> 231V poteva lamentarsi.

Norma IEC 60038:1983 e varianti nel tempo.

Una volta all'interno della Comunita' Europea c'erano due tensioni "nominali" privilegiate:

  • 220/380 V (Francia. Germania ed Italia e satelliti)
  • 240/415 V (Regno Unito e satelliti)

Per i gestori delle reti elettriche, questo non rappresentava alcun problema. Dopotutto, la tensione finale e' imposta nelle centraline elettriche di quartiere.

Ma invece era un grosso problema per i fabbricanti di materiale elettrico francesi (Legrand ?), germanici (AEG ?), italiani (Vimar ?) e di elettrodomestici ed apparecchiature elettriche francesi, germanici ed italiani.

Agli inglesi per tanto tempo stava bene cosi', perche' cosi' difendevano in qualche modo le loro piccole realta' di settore (oggi praticamente quasi tutte sbaragliate dalla macchina industriale continentale, a parte piccole realta' come la Dyson, nata dopo).

Ma sapete come e', con il Mercato Comune, veniva chiesto agli inglesi di adeguarsi: dopotutto italiani e tedeschi avevano diritto a fare concorrenza alla pari nel Regno Unito. All'inizio i tedeschi, spalleggiati dagli altri due sodali, cercano di imporre agli inglesi il passaggio secco a 220/380 V. Il che avrebbe pero' significato per milioni di cittadini inglesi di buttare via quasi tutti i loro elettromestici ed apparecchi elettrici. Infatti, anche considerando una ampia tolleranza del 10%, un apparecchio funzionante a 240 V non era previsto funzionare a meno di 216 V. Ed una tensione di rete di 220V, anche con una tolleranza ristretta del 5%, non poteva garantire che la tensione potesse scendere a 209 V (se poi la tolleranza fosse alla pari, al 10%, si andrebbe giu' fino a 198 V). Dopo lunghe discussioni e qualche lite, alla fine, si conclude che si potrebbe "distribuire" le "variazioni" su tutti i cittadini europei, con un effetto quasi trascurabile sull'inventario di apparecchi esistenti di loro proprieta', abbiando anche una lunga fase di transizione (15 anni sulla carta, ma e' stata ben piu' lunga, in Italia di 20 anni) cosi' che gli apparecchi piu' vecchi finissero in discarica e si diffondessero quelli nuovi a cui la nuova tensione era piu' confacente.

Il ragionamento fatto e' il seguente:

Situazione di partenza, tensione tollerabile di funzionamento:

  • per gli apparecchi britannici: tra 228V e 252V
  • per gli apparecchi continentali: tra 209V e 231V

Notare la piccola zona di sovrapposizione (228V-231V).

Per cominciare si e' cominciato a cambiare la tolleranza nei due blocchi di mercato:

  • britannico 240V +5%/-10% cioe': tra 216V e 252V
  • continentale 220V -5%/+10% cioe': tra 209V e 242V

In questo modo la zona di sovrapposizione si amplia notevolmente (216V-242V).

Cioe' ai produttori inglesi e' stato detto: potete stare tranquilli che la tensione non superera' i 252V, ma dove prevedere che la tensione potrebbe scendere sotto fino a 216V (dai minimi 228 V precedenti)

- tenete conto nella costruzione.

Ai produttori continentali il messaggio invece e' stato: potete stare tranquilli che la tensione non scendera' sotto i 216V, ma la tensione massima potrebbe arrivare fino a 242V (dai massimi 231V precedenti) - tenete conto nella costruzione.

Nel 1988, si passa ad una prima fase di tensione comune:

  • per tutta la Comunita' Europea: 230V -10%/+6% ovvero tra 207V e 244V

Notare che in questa fase sono stati leggermente favoriti i continentali, forzandoli a tollerare solo fino a 244V, mentre i britannici hanno dovuto scendere fino a 207V.

Nel 2003, considerando anche la tipologia piu' comune di apparecchi, ormai molti con alimentazione elettronica, invece di restringere la tolleranza per tornare ai valori del secolo scorso (quindi un 230V +/- 6%), si e' ritenuto, probabilmente anche per un occhio sui mercati globali, dove la Comunita' Europea non poteva imporre le sue regole sulle tensioni, ma le tensioni di rete di 240V erano vicine a quelle di 230V, si e' invece optato per ampliare la tolleranza:

  • 230V +/-10% cioe' tra 207V e 253V.

Per i fabbricanti continentali e' significato passare a componenti di tensione ancora piu' elevata (cioe' dai

231V del secolo scorso, ai 244V della fase di transizione ai 253V massimi oggi). Per i fabbricanti britannici e' invece stato un parziale ritorno, almeno per i massimi (da un massimo di 252V, poi scesi nella fase di transizione a 244V, ed ora tornati a 253V), con la conferma sul lato delle tensioni minime a 207V.

A chi si chiedesse: ma perche' costringere gli inglesi ad aggiustarsi ad un 244V nella fase di transizione ? Perche' all'inizio si era pensato di concludere l'unificazione con una tensione di 230V +/-5% (cioe' tra 218V e 242V), ma poi i costruttori italo-tedeschi hanno avuto la meglio, perche' cosi' vendevano di piu' all'estero. I poveri inglesi quindi si sono trovati inutilmente a modificare per giocare su una tolleranza piu' ristretta (max 244V) per poi vedere vanificato tale vantaggio.

Rimane pero' il fatto, che in ogni tempo, dal 1983 ad oggi, la tensione che lei ha misurato di 242V rientra nei limiti

Ovviamente lo stesso vale per il 400V, che oggi con un +10% significa fino a 440V perfettamente leciti (ed un minimo di

360V).

Questo e' quello che si ricorda uno che "c'era" ... ;-)

Notare che l'Italia si e' "adeguata" ben 20 anni dopo (a memoria verso il 2010, o giu' di li'), e quindi c'e' stato abbondante tempo per aggiustarsi.

Chi ha piu' ragione a lamentarsi e' l'utilizzatore britannico, (e forse ha contribuito al BREXIT), non quello italiano.

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Roberto Deboni DMIsr

Il 11/03/2019 17:58, LAB ha scritto:

non dirmi che lo hai letto tutto?

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Franco Af

Il 11/03/2019 18:28, Franco Af ha scritto:

io si ;-)

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Saluti da Drizzt. 


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Drizzt do'Urden

Il 11/03/2019 18:28, Franco Af ha scritto:

Aah, io ho guardato solo le figure!

Mandi

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virus. 
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zio bapu

opera omnia ^_^

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in crisi la nostra relazione!

- Lo so cara, ma preferirei che tu non lo avessi proprio.

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Archaeopteryx

Il 11/03/2019 19:24, zio bapu ha scritto:

lol :) io solo la prima parte poi, dopo aver notato la lunghezza, mi sono arreso :)

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Franco Af

Bella Roberto! l'ho letto tutto d'un fiato. Domando: la robetta che compriamo made in China rientra nei nostri parametri o dobbiamo aspettarci che si fulmini. Ciao Gab

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Gab

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