Schemi / consigli su filtro attivo 3 vie

Ciao a tutti, sono Lucast85 uno studente in ingegneria elettronica nuovo in questo gruppo. Vorrei realizzare delle casse acustiche a torre con componenti Ciare o misti. Il progretto =E8 molto simile a quello visibile sul sito della Ciare H05.3

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h05.3.pdf). In pratica sono delle casse a 3 vie con tweeter, mid/ woofer da 16 e subwoofer da 32 (=E8 s=EC, mi piacciono i bassi). Dato che non ho un amplificatore da 150w per pilotarle, pensavo di utilizzare 3 ottimi gainclone per canale, cos=EC dovrei realizzare anche un filtro attivo per dividere il segnale per i 3 altoparlanti. Che ne dite del ne5532 dell TI ? Avete qualche schema e/o consiglio da darmi per partire con la progettazione ? Per ora parto dal doc della TI chiamato: Active Filter Design Techniques
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e dal sito molto intereasante:
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Filter.html). Inoltre, come mai non si vedono molti progetti di filtri attivi per casse acustiche di qualit=E0, ma solo passivi ? La solita paura di "sporcare" il segnale a monte con altre elettriniche piuttosto che con componenti passivi a valle ? Grazie a tutti in anticipo!!

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Lucast85
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Per i filtri attivi vanno benissimo i TL072, largamente usati in campo professionale. Ultimamente vengono usati anche gli NJM4560 e gli NJM4580 che, potendo dare un bel po' di corrente in uscita, sono anche degli ottimi amplificatori per cuffia.

Come finali monterei senza dubbi gli LM3886, che sono stati anche usati in configurazione a ponte con 3 + 3 in parallelo da un noto produttore high-end (in questo momento non mi viene il nome), o altri modelli della serie.

Ciao

--
Gianluca
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LAB

C'=E8 un sacco di materiale sui filtri attivi. Prima di tutto, bisogna avere una funzione di trasferimento che approssimi il filtro. Poi bisogna sintetizzare il doppio bipolo di modo che la realizzi il meglio possibile. Prima di tutto, bisogna scegliere l'approssimazione pi=F9 adatta (Butterworth, Cebyshev, Bessel, Cebyshev inversa, ellittica...). Questo ha senso se l'ordine =E8 elevato, con un secondo ordine le cose sono banali. Dopodich=E9 si sintetizza il filtro:

- o direttamente come bipolo attivo (ed =E8 la via percorsa dalla SLOA088), pescando i poli e gli zeri della funzione di trasferimento complessi coniugati due a due

- o si sintetizza un filtro passivo (se si pu=F2) e poi si simulano le induttanze con giratori ed altri animali.

La seconda possibilit=E0 =E8 pi=F9 ostica, perch=E9 sintetizzare un filtro passivo richiede qualche condizione matematica in pi=F9 (Brune), ma essendo un argomento studiato da sessant'anni, tutti i calcoli sono gi=E0 stati fatti ed esistono tabelle normalizzate per sintetizzare ogni tipo di filtro (vedi i cataloghi come lo Zverev). C'=E8 per=F2 il vantaggio che la sensibilit=E0 rispetto alle tolleranze dei componenti pu=F2 essere pi=F9 bassa (teorema di Orchard) della soluzione di sintesi diretta.

Probabilmente perch=E9 si =E8 sempre fatto cos=EC e certe abitudini sono dure a morire. Puoi comunque dare una lettura a questo:

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Un'induttanza di valore elevato =E8 un incubo da un punto di vista elettrico. Sarebbe molto meglio simularla con un GIC, ma questo non si pu=F2 assolutamente fare quando le correnti sono elevate e quindi viene assolutamente richiesta la doppia amplificazione con il filtro prima dei finali per adottare questa soluzione.

Ci sono topologie interessanti per quanto riguarda i cross over. Per esempio, una cella biquadratica permette di avere un filtro di secondo ordine da cui puoi prelevare automaticamente un'uscita passa alto ed una passa basso, automaticamente agganciati in frequenza. Con ordini pi=F9 elevati la faccenda si complica leggermente, ma lo si pu=F2 ancora fare. Non credo comunque che sia cos=EC fondamentale avere filtri di ordine elevato da usare come cross-over.

Per quanto riguarda la sintesi di un'induttanza, c'=E8 una discussione di alcuni giorni fa:

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(archivio di Google gruppi)

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Darwin

Lucast85 ha scritto:

Che puo' andare bene, e, come dice il buon LAB, anche il TL072/82 (che costa un po' di meno ed e' un po' piu' reperibile).

In ordine di conoscenze necessarie e/o di rottura di palle (l' inverso della passione)

1) non farlo 2) partire da un progetto sicuro (gia' realizzato) 3) partire da un progetto due vie 4) non adattare un progetto "filtro passivo" per utilizzare un filtro attivo 5) varie ed eventuali

Questa e' la teoria applicata.

Guarda anche queste pagine, dove puoi trovare progetti gia' fatti:

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ed articoli :

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sui filtri attivi per audio.

Per diversi motivi (IMO e INPO), nel mondo dell' elettroacustica consumer:

- tendenza dei cosiddetti "progettisti" audio a copiare, piuttosto che ad inventare (o reingenerizzare), se non precisi limiti culturali

- maggiore complessita' del sistema attivo

- maggiori costi di progettazione, realizzazione e produzione (nella maggiorparte dei casi)

Nel caso del mondo PA, invece, la situazione e' *quasi* ribaltata: nel campo delle piccole potenze e budget si utilizzano diffusori monoamplificati e filtri passivi, mentre nel campo delle alte potenze e' pratica corrente l' utilizzo della multiamplificazione (e dei filtri attivi)

IMO, no: un buon progettista sa' "dominare" l' uno e l' altro.

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Englishman

Darwin ha scritto:

Mi permetto di correggerti: sopratutto nel professionale si tende ad utilizzare la massima pendenza pratica disponibile (oggi 24 dB/ott, ma esistono anche esempi di filtri a 5 poli o varianti -

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- ), almeno nel passa-alto, per diminuire il piu' possibile la distorsione associata alle componenti di segnali fuori banda.

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Englishman

Appunto... un quarto ordine non =E8 esattamente elevato :-)

Scherzo! Grazie per l'info, comunque.

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Darwin

Jeff Rowland

Ciao CG

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CG Audio Laboratories

Il filtro che ho deciso di costruire =E8 quello suggerito da Englishman al seguente sito:

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=E8 un Likwitz-Riley 24dB/oct, o meglio un PB per il woofer, un PB con in cascata un PA per il medio ed un PA per il tweeter, tutti a 24dB/ oct. Ora per una maggiore flessibilit=E0 in fase di taratura, mi piacerebbe poter variare tutte le 4 frequenze di taglio. Penso di dover concentrare l'attenzione al valore delle resistenze, xch=E8 i condensatori variabili sono, oltre che pi=F9 costosi anche pi=F9 difficili da reperire. Nei PA le resistenze sono 4: 2 dello stesso valore e 2 di valore doppio. Dunque se voglio variare di dy la frequenza di taglio, devo aumentare 2 resistenze della quantit=E0 dx e le altre 2 resistenze della quantit=E0 2dx. Servirebbe un potenziometro con 6 uscite equivalenti di cui 2+2 ne devo collegare in serie... Oppure, per aumenti della frequenza di taglio discreti si potrebbero utilizzare gli array di resistenze in package tipo dip12 o simili facilmente sostituibili. Come mi consigliate di procedere ? Se ci sono altre vie per risolvere il problema sono ben accolte!! Grazie.

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Lucast85

Il 26/01/2010 14.24, Lucast85 ha scritto:

Forse e' piu' semplice ed economico prevedere un dip switch (es 8 vie) che commuti 4+4 resistenze per ciascuna cella. Ciascuna R e' quella "giusta" in funzione della frequenza di taglio scelta.

IMO, non ha senso prevedere piu' di 4 frequenze, ed eventualmente puoi saldare le resistenze su dei pin (magari solo una coppia su 4) in modo che possa staccare falcilmente una coppia e sostituirlacon una di valore che non hai a disposizione sul PCB.

Quindi, la prima cosa da chiarire, secondo me, e' la determinazione e la scelta delle frequenze di taglio, il relativo calcolodei componenti (tenendo invariati i C), poi modificare il PCB per alloggiare le 8 resistenze e il dip-sw.

Nella stessa pagina che hai linkato, c'e', se non mi sbaglio, un calcolatore che puo' calcolare il valore delle R partendo dai C (fissata la F) oppure sia la C che la F secondo le serie standard.

Ricordati, operativamente, di impostare le due celle in serie di ciascun filtro (sono due celle da 12 dB/ott) alla stessa frequenza di taglio.

Ancora: se farai delle misure sulla risposta in frequenza, sia analizzando le uscite dei filtri, sia quelle degli AP, del dip a -3dB caratteristico di questo filtro, ad ogni frequenza di incrocio.

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Englishman

Grazie del consiglio!! In effetti cercando di ridurre i componenti sulla pcb sarebbe meglio con le reti/array di resistenze ma ho visto che sono molto difficili da trovare, quindi come suggerito da te prover=F2 con i dip switch. Ora, in base alle caratteristiche degli altoparlanti, le frequenze selezionabili (4) tramite gli switch saranno:

80, 100, 125, 160 Hz per la FC1 (tra sub e midwoofer), mentre 1000, 1250, 1600, 2000 Hz per la FC" (tra midwoofer e tweeter). Dove il sub sar=E0 un hertz hx300d in cassa reflex, il woofer un ciare hw162 in cassa chiusa, ed il tweeter un ciare ht264. Che dite, in linea di massima possono andar bene ?
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Lucast85

Il 28/01/2010 11.53, Lucast85 ha scritto:

Se parliamo di un sistema Hifi casalingo, potrebbero andare anche bene (anche se 160 e' gia' troppo alto). Se parliamo di altro, dipende da questo qualcosa.

Anche qui dipende dal tipo di realizzazione e dai componenti: 1000-2000 possono andare bene per un incrocio tra un mod altro e uno basso nel caso di un 4 vie oppure tra un W e un Tw a tromba, nel caso di un due vie, oppure tra un W e un mid nelle realizzazione a tre vie "a-la-JBL", con W "stoccafisso" tirato fino ai 2000.

Dividiamo il discorso in due parti: l' opportunita' di tagliare quei componenti a quelle frequenze e l' omogeneita' dei componenti tra loro (che dipende anche da quello che vuoi ottenere).

- anche se il Ht246 potrebbe essere tagliato a 2000 (non meno), diventa poco usabile (nella maggior parte dei casi, a causa della sella nella riposta proprio a 2000Hz(*). Il suo taglio giusto dovrebbe esere proprio sui 3000 (anche a 12dB/ott).

- per il HW162 nessun problema, ma mi sembra sprecato per essere tagliato verso il basso

- l' Hertz mi sembra troppo sensibile (94dB, che diventeranno necessariamente almeno 97 quando lo infilerai nel suo box, per terra), e parametri che lo rendono piu' adatto ad un boom-box che ad un sub per usi musicali.

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Englishman

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