Raddrizzamento sincrono?

Devo realizzare un'alimentatore che partendo dal trifase 400V eroghi una tensione DC regolabile fra 0 e 12V con corrente anch'essa regolabile fra 0 e un paio di centinaia di ampere. La potenza complessiva tutto sommato non è un gran che, si parla di poco meno di 2,5KW, e non ho problemi per la parte primaria in quanto utilizzerei lo stesso mezzo ponte che ho già usato varie altre volte per alimentatori anche parecchio più grossi. Il dubbio ce l'ho sul raddrizzamento secondario in quanto ho sempre lavorato con tensioni di uscita ben più alte (da 48V in su) e pertanto il classico raddrizzatore a diodi è sempre andato più che bene. Con tensioni così basse però la caduta sui diodi diventa comparabile con la tensione di uscita (anche usando degli schottky) e rischio di mandare a farsi benedire il rendimento generale del sistema, che da capitolato deve essere molto elevato, almeno 80%. Pensavo quindi di ovviare al problema con un raddrizzamento sincrono a mosfet, soluzione però che non ho mai avuto occasione di provare. Qualcuno del ng ha un po' di esperienza in merito e può darmi dei suggerimenti su cosa fare e soprattutto cosa non fare? La frequenza di commutazione per ovvi motivi non sarà molto elevata, direi poco sopra 20KHz, e per il trasformatore pensavo ad un E65 con singolo primario e secondario a presa centrale. Dopo il raddrizzamento ci sarà un filtro LC con induttanza di valore opportuno e come C alcuni polipropilene di alta capacità in parallelo (devo garantire almeno una decina di anni di operatività continuativa e non me la sento di metterci degli elettrolitici)

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