Impedenza d'ingresso in amplificatore

Dati iniziali:

NAD stereo amplifier 3225PE 1 ingresso AUX-CD 1 ingresso Tuner 1 ingresso Phono(sì, ho ancora il "giradischi") 1 ingresso Tape Monitor

In attesa di tempi migliori e di poter acquistare un ampli dedicato, sicuramente più adatto, vorrei collegare al NAD la chitarra preamplificata Takamine TK-40. Chiedo a chi ne capisce di impedenze, quale ingresso è più indicato? e magari Perché, in due righe qua, oppure per mail all'indirizzo "purgato"

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Non importa sperare per intraprendere, 
né riuscire per perseverare. 
(Guglielmo il Taciturno)
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prefix
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Il 06/12/2013 22.30, prefix ha scritto:

Se parli di questo oggetto (la chitarra potrebbe essere una G)

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Si tratta del solo preamplificatore.

Visto che lo strumento ha elettronica attiva, puoi entrare direttamente dentro un finale, anche se secondo me sarebbero consigliati un paio di monitor attivi. Data la classe del prodotto, andrei su una coppia di Beheringer B2031, al cui acquisto puo' seguire un Lexicon serie MX o LXP da mettere tra chitarra e monitor per dare un po' di apertura al suono. Si trova tutto abbastanza tranquillamente sul mercato dell'usato, a meta' prezzo del nuovo.

PS Altamente sconsigliato collegare strumenti musicali ad impianti stereofonici. Si rischia, per svariate ragioni, la distruzione dei diffusori. Eppoi suonano anche male.

sandro

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sandro

sandro ha scritto:

o?

molto interessante quest'ultimo ps....se potresti darci + lumi, te ne saremo molto grati.....cosi molti potrebbero evitare danni.

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emilio

Il 07/12/2013 10.28, emilio ha scritto:

Laddove non arriva la perizia dovrebbe arrivare la curiosita'... basta vedere com'e' costruito un amplificatore per chitarra (o un monitor da studio), per capire che ad esempio il solo altoparlante e' costruito per resistere a qualsiasi maltrattamento, eventualita' che non e' permessa ai fragilissimi tweeter di un impianto stereofonico vulgaris.

Potrebbe essere sufficiente una pizzicata un po' piu' energica su una corda, per distruggere un componente domestico.

Il discorso vale per qualsiasi strumento, chitarra acustica, elettrica, basso, ecc... ma soprattutto per i sintetizzatori, che sono in grado di generare energie nella parte alta dello spettro quasi pari a quelle della parte bassa. E ovviamente l'impianto stereofonico domestico, che e' invece attrezzato per riprodurre uno spettro complesso *insieme* di strumenti (gia' ben controllati in fase di mix), non puo' farcela perche' non ha ne' il dimensionamento adatto, ne' macchine dinamiche a disposizione per contenere eventualita' di picchi incontrollati.

E, ripeto, comunque non suonerebbe bene perche', nel caso delle chitarre/bassi, solo una frazione del timbro del suono proviene dallo strumento. L'altra parte, e non parliamo di bruscolini, ce la mette la testata con tutta l'elettronica (a tubi) del caso, e la relativa cassa dedicata.

sandro

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sandro

sandro ha scritto:

ato?

r

quindi,dici tu, se io compero un tweeter HiFi da 50Wrms che lavora nella banda di freq. da 6 a 20KHz, e gli applico tramite un amplif. HiFi da 50Wrms, un segnale a 10KHz lo rompo?

ma se il mio ampli + di quella potenza non puo erogare,come faccio a romperlo?

a parte queste tue "supposizioni", qualche argomento un po + tecnico lo puoi fornire. (lasciamo da parte le proprie impressioni.....)

quindi codesto impianto altera notevolmente il suono! e che cavolo di amplificatore è???? + che altro sembra un "sommatore".....nel senso che mi somma al segnale in ingresso della roba che non si sa dove la prende. che mi

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emilio

Il 07/12/2013 20.55, emilio ha scritto:

Innanzitutto bisognerebbe vederlo, un tweeter "hifi" che dissipa realmente 50W ;) Normalmente, la potenza dichiarata su un componente di questo tipo e' riferita al pre filtraggio passivo.

50W di solo tweeter, potrebbero significare circa il doppio al driver medio e almeno 6 volte tanto allo spettro basso, per avere un diffusore equilibrato. Quindi stiamo parlando di una roba da circa mezzo kW in totale...

Un diffusore passivo vulgaris tre vie da un centinaio di Watt avra' un tweeter che, grasso che cola, dissipera' un decimo dell'energia totale.

Il tuo ampli, se fa il suo lavoro, e' benissimo in grado di erogare 100W a 10Hz, cosi' come a 20KHz. E' il tuo sistema di diffusori domestico, che non e' stato ideato per sopportare questo, ma esclusivamente un programma musicale complesso e completo, con una distribuzione dell'energia spalmata nello spettro, e non concentrata su una sola frequenza.

La differenza tra un monitor domestico e uno professionale, inizia proprio dalla progettazione, dal dimensionamento degli amplificatori e relativi drivers, perche' le destinazioni d'uso del primo (musica riprodotta, mix controllato) non sono decisamente quelle del secondo (musica grezza, singoli registri, dinamiche incontrollate).

Cosa vuoi di piu' tecnico, del fatto che non esiste un diffusore domestico da 100W totali, che sia in grado di sopportare questa potenza singolarmente, su ciascuno dei drivers che lo compongono?...

Mi sembra tanto chiara, la faccenda.

Stai dicendo sul serio, o e' una battuta?...

sandro

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sandro

sandro ha scritto:

o,

icato?

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per

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W

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scusami, ma stai parlando come "audiofilo" o come "tecnico elettronico"? te lo chiedo per il semplice fatto che in tutte le tue argomentazioni non c'è uno straccio di formula matematica, di teoria audio o altro che possa ricondurre a qualche fatto "sperimentale oggettivo" e non "sperimentale soggettivo". o provato a rileggere + volte i tuoi post e tranne che delle "impressioni soggettive" non ho trovato altro,che possa suffragare le tue argomentazioni. se mi sbaglio,correggimi.................

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emilio

emilio a écrit :

Quindi per te amplificare una chitarra con un Vox AC30, un Marshall, un Orange o un Fender è assolutamente la stessa cosa. Stai scherzando vero?

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drbrown 
Bologna
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drbrown

drbrown ha scritto:

a
a

ro?

io voglio intendere che se 2 amplificatori hanno gli stessi parametri elettrici di potenza,distorsione ,banda di frequenza,ecc......e vengono collegati alle STESSE casse acustiche ed in ingresso uso la STESSA chitarra, il suono che ne uscira sara uguale. perchè dovrebbe essere diverso? se è diverso vuol dire che i 2 ampli hanno delle caratteristiche diverse tra loro, e che quindi introducono delle "deformazioni" al segnale di ingresso che "falsano" il segnale

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emilio

Sicuramente la potenza dichiarata dalla ciare è quella complessiva per cui può essere progettato un diffusore che impieghi quel tweeter. Se la ciare dice che quel tweeter può essere impiegato in un diffusore da 100W, significa che quel tweeter è in grado sopportare la potenza che gli arriva quando viene riprodotto un segnale musicale con una distribuzione spettrale simile a quella "standard" attraverso filtro crossover che rispetti le caratteristiche dichiarate dalla ciare.

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LAB

Il 08/12/2013 19.19, emilio ha scritto:

L'arcano sta semplicemente nel fatto che non conosci l'argomento di cui stai discutendo. La CIARE, infatti, lo sa benissimo a quali altri altoparlanti e' opportuno abbinare un prodotto come quello, che tipo di filtraggio e' meglio usargli, e anche in che tipo di geometria rende piu' o meno efficiente montarlo. E' ovvio, che lo sappia, perche' lo ha progettato fornendogli intenzionalmente delle precise caratteristiche elettroacustiche.

Sei tu che, preso in mano un oggetto come quello, evidentemente non hai idea di come possa essere utilizzato. Correttamente, intendo, perche' poi per la "teoria del transistor", ognuno e' uguale tutti agli altri... ;)

E' infatti lecito pensare che quel tweeter venga normalmente inserito in un sistema composto da altri altoparlanti i quali, assieme, potrebbero realizzare un diffusore in grado di dissipare, diciamo, 150-200W RMS complessivi (ipotizzando un tre vie domestico). Ed e' questo, il "dato di targa" del diffusore che trovi sulle tabelle: non quello del singolo componente ma la somma, dei singoli.

Ragionando dal punto di vista da dove siamo partiti, ti rendi ora conto di come quel diffusore ipotetico da 200W, incorpora tra gli altri un pezzo DA SOLI 60W dedicato alla riproduzione delle frequenze alte, perche' le altre energie fino ad arrivare ai 200W della targa saranno da destinare agli altri due driver per il resto dello spettro (senno' con quale energia suonano?...).

Ora, se tu tenti di mandare nello nostro ipotetico diffusore da 200W, non 200W di musica (ossia un programma composto da un insieme eterogeneo di registri che completano piu' o meno tutto lo spettro, con una distribuzione dell'energia spalmata per tutta la banda), ma 200W generati da un sintetizzatore con una nota fissa a 15kHz, tutta questa energia erogata dall'amplificatore traversa il crossover che la instrada completamente verso il povero tweeter (ma che se ricordi bene piu' di

60W non dissipa) e che per tale motivo non puo' far altro che surriscaldarsi per la quota eccedente dei 140W forniti.

Concludendo: hai mandato 200W verso un diffusore da 200W credendo di essere a posto, e ti ritrovi con la bobina del tweeter fusa. Torna l'arcano... ;)

Provo a indovinare: Bastera' un generatore qualsiasi (strumento da laboratorio, PC con sk audio, ecc...), attaccato ad un amplificatore da 100W qualsiasi?...

Non rispondo dei danni, ovviamente.

sandro

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sandro

emilio a écrit :

Intendi male.

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drbrown 
Bologna
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drbrown

drbrown ha scritto:

lo

la

ssa

i
o

un

vero?

li

ok....avrai ragione tu,ma spiegamelo! io ti ho fornito la mia versione se tu mi fornisci la tua,posso verificare se è +"attendibile" della mia . prego,pero di non dare giudizi "soggettivi" o "orecchiometrici" ma qualcosa di + concreto.

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emilio

sandro ha scritto:

non so che titolo di studio tu possegga, o quale lavoro tu faccia o quale esperienza hai maturato in materia, ma mi sembra di capire che le tue teorie sono del tipo "orecchiometriche". ti potrei spiegare in modo tecnico e matematico che se allacci un ampl. da 100w ad un tweeter, e gli fornisci in ingresso un segnale a 15KHz di valore tale da dare in uscita la max Vrms che esso possa fornire, sul tweeter non ci saranno mai i 100W da dissipare, ma molti ma molti di meno....... se sei cosi bravo e ferrato ,sicuramente me lo potrai spiegare tu, prima che te lo dica io. e questo ti spiega il perche il tweeter non fonde.

ps-voglio specificare ,ma penso che tu l'abbia capito anche da subito, che io intendo che ad ogni diffusore si invia solamente la parte di spettro audio che gli compete.......

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emilio

Quindi se prendo una cassa lem o montarbo eccetera da 100W RMS e ci porto un segnale sinusoidale a 10kHz dell´amplificatore sempre da

100W, il tweeter non fà una grinza e suona i 10kHz per tutto il tempo che voglio, perchè è materiale professionale, mentre il tweeter di una cassa hifi schiatterebbe subito ?

Art

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Art

Gli amplificatori per chitarra "colorano" e caratterizzano pesantemente il suono in ingresso, ed ogni amplificatore ha la sua sonorità. Niente a che vedere con l´alta fedeltà e nemmeno con quella bassa.

Spesso gli amplificatori sono integrati, finale+speakers. I chitarristi amano sentire il suono dei coni "tirati per il collo", ossia ai limiti di vibrazione meccanica.

Questo se parliamo di segnale "clean", altrimenti ci sono distorsioni, overdrive eccetera che alterano totalmente il suono. Come detto, si tratta di oggetti progettati in partenza per avere una certa sonorità, e non per restituire il segnale al jack di ingresso nel modo più neutro possibile.

Art

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Art

2 ampli

assa.

o

questo mi "suona" giusto. ovvero gli ampl. per chitarra non sono ne lineari ne neutri ma "alterano" il segnale di ingresso.....quindi sono dei "falsi" in audio. perchè spesso i cosi detti "audiofili" si fanno convincere che basta

usare dei cavi di "rame elettrolitico 100%" e il suono,come per magia "splende in tutta la sua vigorosa sonorita"....naturalmente codesti cavi "miracolosi" costano un pozzo di euro.....come si suol dire : se vuoi prendere un pesce grosso,all' amo, devi metterci un esca costosa.

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emilio

Una cassa acustica attiva per uso professionale ben realizzata (non tutte lo sono...) ha adeguate protezioni per gli altoparlanti. Avendo all'interno due o più amplificatori, il crossover è elettronico e agisce sul segnale a basso livello. Prima degli stadi finali agiscono dei circuiti compressori/limitatori che intervengono quando il relativo segnale assume un'ampiezza che mette pericolo l'altoparlante. I circuiti di protezione tengono conto anche della durata dei segnali di ampiezza eccessiva, lasciando passare segnali brevi,ma intervenendo quando si prolungano.

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LAB

Il 08/12/2013 22.56, Art ha scritto:

In linea teorica dovrebbe essere cosi'.

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Questo oggetto usa DUE amplificatori con stessa energia sia per la via bassa che per quella alta.

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Questo oggetto, invece, usa UN solo amplficatore per entrambi i drivers e, se leggi bene tra le righe delle specifiche, a differenza dei 265W sbattuti in faccia sul depliant a caratteri in grassetto, trovi che in realta' sono 140W e, se misurati secondo specifiche, arriviamo addirittura a 100W.

Tradotto: solo a livello di energia, servono 4 Behringer per fare quel che fa una Dynaudio... Ovvio, che ancora ci guadagni, perche' la 2031A costa 200e e la Air12

2.000, pero' *forse* stiamo parlando di due oggetti dalle promesse iniziali (e relative aspettative) profondamente diverse.

Te lo scrivo con la tranquillita' di chi, raccogliendo richieste di suggerimenti, indica senza malizia l'acquisto di una coppia di 2031A, avendole anche io regalate al nipote che si diletta di suonare una batteria elettronica. Perche' alla fine suonano e l'investimento e' accettabile per il consumatore occasionale. Basta che non ci si aspetti che durino una vita e suonino come le Dynaudio, pero'... e infatti, a dispetto del mercato a cui tentano di proporle, poi non le trovi affatto nel professionale "ortodosso". ;)

In realta' dell'aggettivo "professionale" oggi si e' appropriato un mercato di prodotti che ne distano tanto quanto quelli domestici, in qualche caso, anche di piu'.

La distribuzione, il prezzo di vendita e la vetrina, dovrebbero far riflettere ed essere un discreto campanello d'allarme, perche' la roba affidabile, robusta, di qualita', non puo' essere sullo scaffale di un supermercato da "3x2".

sandro

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sandro

Il 08/12/2013 22.19, emilio ha scritto:

Innanzitutto, la musica e' nata, "orecchiometrica", non poteva essere altrimenti quando si percuotevano tronchi cavi nella foresta qualche decina di migliaia di anni fa... Solo in tempi storicamente recenti, venne codificata (dai grandi maestri italiani, che si sappia).

Devi fare distinzione tra musica suonata, e musica riprodotta. Una grande, distinzione.

Nel primo ambito, vale qualsiasi scorrettezza. Perche' un musicista ottenga il risultato che ha in testa, la sua arte non ammettera' vincoli per ottenerlo. Non gli freghera' nulla di violare gli standard imposti dalle regole, sia esse (anche...) musicali, sia (figurati!) tecnologiche.

Nel secondo ambito invece, l'opera di creazione e' ormai conclusa e il brano e' stato registrato, congelato, messo su un supporto. Lo sforzo che dobbiamo fare noi ascoltatori e' quello di estrarne tutte le minime informazioni per restituirci tutte le emozioni che l'artista ci ha messo dentro.

Le due intenzioni hanno punti di arrivo identici (evocare una emozione) ma seguono come vedi strategie completamente diverse: un musicista puo' voler usare un amplificatore che distorce, per ottenere un certo suono, ma un ammiratore di quell'artista non puo' usare un amplificatore/impianto che distorce per ascoltare quello stesso suono perche' commettera' un errore sistematico. Sara' costretto invece ad usare un sistema di riproduzione elettroacusticamente perfetto, neutrale, altrimenti ne snaturera' l'origine e non si mettera' nella condizione di ascoltare quel che l'artista aveva esattamente intenzione, di fargli ascoltare, mentre creava l'opera.

A tal proposito, leggiti ad esempio come viene registrato uno dei brani (secondo me) tra i piu' belli al mondo:

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sandro

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sandro

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