Comunicazioni seriali isolate e silenziose

Marco Trapanese:

Quello che ti sfugge è che l'isolamento galvanico devi avercelo (o meno) sia in calibrazione che in acquisizione.

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F. Bertolazzi
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Il 07/03/2010 13.17, F. Bertolazzi ha scritto:

Da quello che ho capito ricavano nel pilastro una cava cilindrica dove resinare il tutto, o forse utilizzano un cilindretto da inserire poi nel cemento stesso, boh.

Questa parte è ancora oggetto di discussione e io non sono al corrente dei dettagli costruttivi.

Marco

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Marco Trapanese

Il 07/03/2010 13.22, F. Bertolazzi ha scritto:

mumble, perdonami ma sono ottuso più del solito oggi (forse a causa del raffreddore).

In acquisizione non c'è collegato nulla su quella seriale e l'eventuale dcdc è spento. Quindi viene meno il concetto di isolamento galvanico visto che non c'è nulla da isolare.

Dove sbaglio?

Marco

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Marco Trapanese

Marco Trapanese:

La seriale non è mai un problema, basta un fotoaccoppiatore. Che non ci sia collegato nulla mi pare assai strano. C'hai messo dei relè o ti fidi del tri-state?

E come si alimentano le schedine (e soprattutto, i relativi estensimetri) durante la misura?

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F. Bertolazzi

Marco Trapanese:

E' un "arrangement" già utilizzato? A me mi pare una strunzata. La resina è elastica, ti si magna tutto il segnale.

Secondo me non si rendono conto che gli estensimetri hanno bisogno di poca forza per essere deformati e quindi, applicati *in superficie*, con uno strato quanto più possibile *sottile* di epossidico fanno benissimo il loro lavoro. Ne esistono apposta di lunghi qualche centimetro, fatti apposta per cemento ed altri materiali non omogenei.

Montare gli estensimetri è un'arte, perché bisogna mettere pochissimo adesivo, uniformemente e su tutta la superficie, perché, ripeto, tanto più è spesso, tanto più si deformerà, riducendo la variazione di resistività.

Anche il fatto di usare un ponte completo mi sembra abbastanza stupido, forse è mia ignoranza, o forse sono loro che non hanno idea di cosa stanno facendo e vogliono imitare sistemi che utilizzano tutt'altri sensori che abbisognano di tutt'altre forze.

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F. Bertolazzi

Il 07/03/2010 15.44, F. Bertolazzi ha scritto:

Temo allora di non essermi ancora spiegato bene, date queste domande. Probabilmente sono io che ho in mente un aspetto diverso del problema.

Riprovo, semplificando per sintetizzare.

Scheda master

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Riceve alimentazione a 24V dal quadro generale, la filtra, la stabilizza a 12V, la filtra, la stabilizza a 5V, la filtra, la usa. La usa per alimentare se stessa e le schedine di acquisizione tramite il bus cat5. Il micro a bordo di questa scheda master presenta i valori letti dalle schedine tramite output digitali paralleli, connessi agli ingressi del plc di supervisione. La seriale del micro (a livello TTL) viene fotoaccoppiata, passata in un driver (supponiamo 422) e presentata su un connettore a bordo scheda. L'alimentazione di questo lato "isolato" è fornito da quel dcdc con shutdown. In condizioni operative il dcdc è spento e non c'è fisicamente niente collegato a questo connettore. Viene collegato il pc del laboratorio solo durante l'acquisizione.

Schede di acquisizione

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Ricevono i 5V da bus, lo filtrano e lo utilizzano per alimentare estensimetri e se stesse, con gli accorgimenti di cui prima (spegnimento dei micro durante l'acquisizione, ecc...).

Dunque, se il punto è di isolare anche il master dai 24V di campo (come verrebbe naturale pensare) l'idea era di usare un dcdc "pregiato" per non mandare in giro sporcizia. Gli ingressi del plc dovrebbero già essere optoisolate, in caso contrario mi basta aggiungerli sulla scheda e così anche questo lato è separato dal resto.

A questo punto siamo completamente "flottanti" rispetto a qualsiasi altro potenziale presente sul campo. Occorrerà sicuramente mettere a terra qualcosa nel punto giusto, ma onestamente questo contavo di verificarlo empiricamente: non sono in grado di progettare sulla carta anche questo aspetto.

Marco

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Marco Trapanese

Il 07/03/2010 16.32, F. Bertolazzi ha scritto:

Attualmente li stanno già utilizzando (con un'altra elettronica, più da laboratorio che da cantiere) in una configurazione simile. E da quello che ho potuto capire non mi sembrano affatto novellini in questo settore.

Se ricordo bene la descrizione sommaria che mi è stata fatta è più o meno come dici tu: cioè applicano sulla superficie di qualcosa (comunque sia: zona soggetta a compressione/estenzione) gli estensimetri collegati alla schedina e annegano la cava con la resina per proteggerla. Rimangono fuori solo gli ingressi dei due connettori RJ.

Non ti so dire :( Al momento io posso solo realizzare quanto richiesto, anche perché non avrei nemmeno le competenze necessarie a discuterne costruttivamente.

Marco

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Marco Trapanese

Marco Trapanese:

Nobbuono. Se serve un isolamento, serve appunto tra quadro e bus Cat. 5

E che te ne fai di questo isolamento?

L'acquisizione o la calibrazione? Cosa lo isoli a fare, dopo che alimenti il tutto dal quadro o comunque da una 24V non isolata per bene?

Ecco, la sola calibrazione necessaria sulle schede è quella del termometro dell'AVR. Perché mandi anche la temperatura, vero? ;-)

Io isolerei solo il bus Cat. 5, *se* necessario.

Non sull'alimentazione. Hai poi letto il thread di quello che aveva collegato *due* trasformatori 220V->12V per avere una 220 isolata e invece gli si accendeva il cercafase?

Non credo lo sia nessuno. Il punto è che, se non hai un isolamento ben fatto da qualche parte, non ti metti a terra un bel niente.

Io, per stare sul sicuro, l'isolamento glielo metterei, alimentando le schedine con relé e supercap.

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F. Bertolazzi

Il 07/03/2010 17.05, F. Bertolazzi ha scritto:

Ma proprio per evitare che le schifezze generate dal pc (fisso quasi certamente) usato per la calibrazione mi invadano il bus.

Scusami, calibrazione. Ho sbagliato a scrivere.

L'avevo scritto sotto. In realtà il 24V potrebbe essere già isolato e filtrato.

Ok, io sono sempre più confuso :) Però stavolta ho capito cosa intendi con isolare (ma mi rimane difficile stimare a priori il *se*, tanto vale isolare nel prototipo e verificare cosa succede a unire gli 0V).

L'ho letto, ma faccio fatica a dedurre in anticipo che comportamento avrà il mio sistema :(

Ok, ci provo!

Marco

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Marco Trapanese

Marco Trapanese:

Mettiamo 70 mA di consumo e che possiamo sopportare una caduta di tensione di 0,2V nei 200 mS che ci servono per campionare. Ci vogliono 70 mF o sbaglio? Basterebbe un supercap da 2 euri.

Purtroppo, per avere una resistenza del "generatore" sufficientemente bassa, devi metterne parecchi in parallelo

10 di questi costano meno di 10 euri:
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Ma 15 ohm voglion dire che, appena stacchi il relè, l'alimentazione cala a

4V.

Meglio caricare questo

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a 12V e metterci un 7805. E una resistenzina da 10-20 ohm verso il relè, sennò ti si brasano i contatti.

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F. Bertolazzi

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