Circuito regolatore per saldatore a stilo

Roberto ha scritto:

Giusto

Giusto.

ingresso...

Sbagliato. Il diodo fa passare solo una semionda delle due che compongono la tensione di rete. La semionda che sopravvive dopo il diodo ha sempre come valore di picco

230*sqrt(2) = 325 V Un disegno spiega più di mille parole, guarda la prima figura di questo link:
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Ciao Paolo

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paolo
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Ciao!

Sì e fin qui ci siamo.

Giusto... anche se, comunque, da qualche parte ho letto che dimezza la tensione in uscita, anche se mi sembrava strano... cercherò il link, almeno per infamare l'autore! :) Il diodo mi fa avere, quindi, una tensione pulsante a 230V... ... ma una tensione pulsante a 230V come fa a ridurmi la potenza del saldatore? Considerando che non ce la fa a freddarsi durante la semionda a

0V quel tanto che basta per ridurre la temperatura...

Calcolando che è da 25W 230V... I = 25 / 230 = 0,108A (che poi 'sti calcoli servono a ben poco, vedi sotto :P)

Per calcolare i W pulsanti si fa la media tra i W della semionda positiva e i W della semionda a 0V (0,108A * 0 = 0W!)? W = (25 + 0) / 2 = 12,5W?

Se il ragionamento è questo, la potenza nel periodo si dimezza, ma la temperatura non credo... O meglio, in fase di riscaldamento sì, ma quando viene azionato il pulsante per bypassare il diodo il saldatore raggiunge la temperatura massima, non credo torni più indietro, per lo meno non in pochi secondi... sbaglio?!

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Roberto

"Il Razziatore" .. esclude automaticamente la firma ( che inzia

sì, la signature, era perché io non ne uso.. e i trattini li elimino oppure ne uso tre:)e vediamo. ti ringrazio ciao

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rawmode

Roberto ha scritto:

In internet si leggono tante cose e non sempre giuste, anche ciò che scrivo in questo messaggio potrebbe essere sbagliato :) Meglio ragionare con la propria testa: come fa un diodo a dimezzare la tensione ?

Non e' esatto. La tensione pulsante e' 325 V di picco per una semionda,

0V per la seconda. Dimenticati i 230 V. 230 sono la tensione efficace (in inglese si usa dire rms) che valgono solo se la forma d'onda e' sinusoidale. Se la forma d'onda cambia bisogna tornare alla definizione di valore efficace e mettere mano alla matematica.
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La potenza si riduce perché c'è solo una semionda.

E' corretto. Giusto per completezza si deve ricordare che 230 e 0,108 sono tensioni e correnti efficaci ed il loro rapporto e' la resistenza del saldatore che a 230V vale: 230/0.108 = 2116 ohm. La resistenza cambia con la temperatura quindi con un diodo la tensione efficace e' 230/sqrt(2)=162V mentre la corrente efficace potrebbe non essere 162 / 2116 = 0,077 A. Questo e' sicuramente vero per una lampadina, non so per un saldatore.

Il risultato finale e' giusto ma i passaggi intermedi sono un po' pasticciati. In primo luogo la corrente nella seconda semionda e' zero come la tensione. In secondo luogo e' più corretto ottenere la potenza media dalla definizione:

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Usando la seconda formula e qualche passaggio si ottiene che, senza diodo, la potenza media della due semionde e' 12.5W e la potenza sull'intero periodo e' 12.5+12.5=25W. Con il diodo la potenza nel seconda semionda e' zero quindo la potenza media sull'intero perido e' 12.5 + 0 = 12.5 W

Se riduci la tensione non e' possibile che la temperatura rimanga costante: la temperatura cala di certo. In quanto tempo dipende dalla geometria e dai materiali. Sino ad ora si e' sottinteso che si parlasse di fenomeni stazionari. Se introduci il concetto di tempo e vuoi analizzare il transitorio devi introdurre altri concetti che hanno a che fare con la termodinamica. Senza entra in dettaglio quantitativi pensa a cosa succede ad un saldatore saldatore acceso da molto tempo in modo che la sua temperatura sia andata a regime quando togli tensione. La temperatura non torna alla temperatura ambiente istantaneamente ma dopo pochi minuti puoi tranquillamente prendere in mano la punta ! Ora se dimezzi la potenza elettrica con un diodo la temperatura calerà con la stessa costante di tempo. In generale la temperatura del saldatore senza controllo termico non potrà mai essere costante ma dipenderà dalla potenza elettrica che gli applichi ma anche dallo scambio termico che il saldatore ha con l'ambiente esterno.

Ciao Paolo

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paolo

rawmode ha scritto:

usarne 3 non avrebbe molto effetto visto che lui vedrebbe comunque che ne hai messi 2 e toglierebbe il resto, puoi usare i ... come hai fatto con me ;)

De nada se non ci si aiuta tra di noi? :)

-- Il Razziatore, "Lo sviluppo di una nazione si misura anche dallo stato della sua rete ferroviaria". Camillo Benso Conte di Cavour "Per tutto quanto non previsto nel presente regolamento il capostazione deve usare senno e ponderatezza." Regolamento d'esercizio FS

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Il Razziatore

Roberto ha scritto:

Mah forse non è "buona" come quella fatta apposta, ma funziona. Io ho avuto ottimi risultati, tu hai avuto ottimi risultati un mio amico ha avuto ottimi risultati. A fronte di tanti pro perché dovrei abbandonarla? Forse per applicazioni particolari non va bene ma per quello che faccio io...

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ferroviaria". Camillo Benso Conte di Cavour
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Il Razziatore

Ciao!

Innanzitutto non posso che ringraziarti per i consigli e le risposte più che esaurienti!

Infatti me lo chiedevo anch'io... Mi pareva molto strano, ma sono solo uno che si sta avvicinando all'elettronica per hobby!

Sì, correttissimo. Ho scritto 230V perché credevo che, comunque, in generale si tenesse di conto il valore efficace.

Ok, eliminato il dubbio di cui sopra! :)

Esauriente! :)

Senza contare la caduta di tensione provocata dal diodo, ma due o tre volts su 162 sono irrisori.

Sì, boiata mia, ovvio che con tensione 0V non si ha differenza di potenziale e quindi passaggio di corrente! I = 0A. W = 0 * 0 = ... chissà che risultato verrà fuori! ;)

Ma non sono i calcoli che ho fatto io?! :| Sono identici!

Certo che cala, intendevo dire che attaccando il saldatore alla presa col diodo in serie, sicuramente la temperatura sale in proporzione alla potenza ridotta a metà, ma se si bypassa il diodo per il tempo necessario a riscaldare la punta fino al massimo, o comunque elevarla abbastanza, una volta rimesso in serie il diodo (col famoso pulsantino) penso ci voglia abbastanza tempo per riportare la punta alla temperatura iniziale (con potenza dimezzata) per le proprietà dei materiali metallici con cui è costruita la punta e lo stilo del saldatore. Ma vedi sotto...

Ecco, io, invece, supponevo che la costante di tempo fosse diversa, ovvero, come sopra: da freddo il saldatore si scalda fino alla temperatura che riesce a raggiungere a potenza dimezzata, ma una volta portato a piena potenza bypassando il diodo, una volta ripristinato il diodo in serie la tensione pulsante bastasse per mantenerlo alla temperatura massima o quasi, considerando che il saldatore non ce la fa a raffreddarsi nel semiperiodo a

0V e riavendo un istante dopo tensione massima a 325V... tutto qui!

In ogni caso suppongo che la risposta sia semplice: provare! Visto che ho sia diodi che pulsanti a portata di mano! :)

Grazie di nuovo per le risposte! Roberto.

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Roberto

Ciao!

Ah, sì, usando quella lo stagno cola che è una meraviglia! Non credo faccia molto bene ai polmoni respirarne i fumi, comunque il suo lavoro lo fa molto bene. Tra l'altro ho notato che molti connettori jack di fabbrica trovati in cavi e pannelli vari (quindi già saldati) presentano spesso residui di quella che sembra proprio pasta salda!

Roberto.

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Roberto

Oggi sono andato in ferramenta e... ho trovato la pece greca! :) Mi sono avidamente preso tutta la scorta che avevano, ovvero gli ultimi 300g rimasti a magazzino (che credo mi dureranno secoli), spendendo una cifra esorbitante: 90 centesimi! :) Son tornato a casa e ho provato a scioglierla in alcool (quello classico denaturato rosa che si usa anche per disinfettarsi quando si fanno le punturine!)... devo dire che non sono riuscito a scioglierla benissimo, le scaglie non demordono facilmente! E devo dire che è proprio pece, ancora ho le dita appiccicose! Comunque, in effetti, sembra svolgere bene la sua funzione, le prime due saldature che ho fatto applicando una pennellatina a piazzola e reoforo (di uno zoccolo per integrato) su un millefori sono venute a regola d'arte! Sono riuscito a fare anche una bella pistina sul millefori unendo lo stagno, bella lucida! Poi dopo mi sa che il saldatore ha voluto mostrare tutta la sua potenza e mi sono venute via quattro o cinque piazzole, mannaggia! Va beh, tanto era una prova.

Devo capire, però, qual è la consistenza migliore... La mia è molto liquida, meglio fare una pappina (se la soluzione non si satura prima)?

Altra cosa... ma non è che fa un po' male respirare i fumini di questo mix alcool-colofonia?!

Grazie, Roberto.

P.S.: Sinceramente all'inizio avevo paura che a contatto con la punta calda l'alcool in cui è sciolta la colofonia facesse una fiammata, per fortuna sono stato smentito dalla prova! :P

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Roberto

Roberto ha scritto:

aspetto=20

sso=20

E'giusto, se serve si da il via toccando con lo stagno il saldatore, ma=20 poi non serve aspettare tanto, nel momento in cui lo stagno (dopo la=20 fumata iniziale) si liquefa avvolgendo completamente il reoforo e la=20 piazzola basta, un paio di secondi in tutto.

ciao Claudio_F

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Claudio_F

Roberto ha scritto:

Che siano diodi da un migliaio di volt 1A, come l'1N4007.

ciao Claudio_F

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Claudio_F

Quello che non ho capito è perché il diodo ha due semionde, la tensione di rete non varia tra 0 e il valore massimo? In questo modo il diodo è polarizzato sempre direttamente o, secondo il modo in cui lo si posizione, inversamente. Nel primo caso conduce con la sua caratteristica, nel secondo dovrebbe essere abbondantemente oltre la tensione di rottura (decine di volt?), giusto?

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Andrea D'Amore

Andrea D'Amore ha scritto:

Non e' il diodo che ha ha due semionde, e' la tensione di rete.

No, tensione di rete varia tra 0, il valore massimo (325 V) e poi torna a 0 nella prima semionda e varia da 0, il valore minimo (-325 V) e poi torna a 0 nella seconda semionda. E' per questo che si chiama alternata.

Se la tensione fosse sempre positiva ciò che scrivi sarebbe vero, ma tensione di rete e' alternata per cui in una semionda il diodo e' polarizzato direttamente nell'altra inversamente

La tensione di rottura di un diodo può essere anche centinaia di volt, dipende dal modello ed e' scritta ben chiara sul data sheet. Per esempio:

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Come qualcuno ha scritto in un altro messaggio di questo thread l'economico 1N4007 ha un Peak Repetitive Reverse Voltage di 1000V (Absolute Maximum Ratings ovvero valori assolutamente da non superare) che sono abbondantemente superiori alla tensione inversa che si può generare sia sulla rete 230 monofase che sulla 400V trifase.

Ciao Paolo

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paolo

Ciao!

In effetti nottetempo (sono nottambulo!) mi sono visto alcune guide di saldatura su YouTube e ho notato che quasi tutti dopo aver appoggiato il saldatore su piazzola e reoforo danno un "colpetto" di stagno alla punta, che probabilmente scioglie subito il flussante e migliora anche la diffusione termica, dopodiché fanno sciogliere lo stagno dalla parte opposta della punta, toccando la piazzola e il reoforo. In 2-3 secondi a quanto sembra viene fuori una saldatura ad hoc. Io invece avevo letto tante altre cose, tipo scaldare la piazzola per due o tre secondi, poi mettere lo stagno, lasciarlo altri 4-5 secondi... altro che bruciature!

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Roberto

E cosa pensi che abbia a portata di mano?! ;)

Li ho comprati per scorta proprio in settimana! Quando si dice il destino... :)

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Roberto

Faccio una domanda qui senza rispettare il nest dei messaggi per evitare confusione!

Se un giorno decidessi di acquistare una stazioncina saldante (a 'sto punto mi sembra inutile passare ad un altro stilo "fisso"... ho già il mio Multitip 25W, un economico ma potentissimo - anche troppo - 80W e un altro da 25W ma da buttare) per avere un più ampio raggio di regolazione e uno stilo isolato per i componenti più sensibili (ma i transistor rientrano tra questi?!), una cosa del genere potrebbe andare bene o son soldi buttati?

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Oppure...

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O alla fin fine, visto che non sono di marca, vale la pena di risparmiare ancora e attestarsi su questa economica:

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Grazie mille per i pareri! :)

Roberto.

P.S.: Com'è che tra i saldatori vanno "di moda" le punte che infilano dentro allo stilo fermate con la vite, piuttosto che quelle che si infilano esternamente come nel Multitip? Semplice "usanza" oppure prestazioni migliori?

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Roberto

Si è chiaro, intendevo la tensione quando è presente anche il diodo.

Ok, in questo caso è chiarissimo.

Eh, decisamente superiore.

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Andrea D'Amore

aleee oh oh !!!

finalmente ti sei deciso

lasciale in un barattolino CHIUSO con l'alcool e si scoglie da sola se non ci giochi con le mani non le lascia appiccicose

vuol dire che strisci il saldatore sullo stampato devi avera la mano piu' delicata

ah, mai unire le piazzole della millefori col solo stagno , usa dei sottili fili di rame e lo stagno solo sulle piazzole

de gustibus, ho la sensazione che alcool e colofonia sono miscibili in ogni gradazione e ottiene consistenze da liquido,liquido a sciroppo a semisolido ( plastilina )

al limite stura il naso :-) comunque mica sei obbligato a tenere il naso sopra lo stampato

per inciso: la colofonia e' il residuo delle resine di pino/abete dopo la distillazione

ultima cosa: non confondere la colofonia con la pasta salda che e' a base di cloruro di zinco ed e' corrosiva, ho impressione che la colofonia sia essenzialmente un detergente e che lavori facendo 'galleggiare' gli ossidi invece che ridurli a metallo.

Reply to
mmm

Ciao!

Già già! :)

Ho notato, ho provato a girarla e ad agitarla, senza risultato, dopo qualche decina di minuti, invece, si è sciolta da sola! :) Per la mia piccola soluzione colofoniosa a cui mi sono subito affezionato uso un contenitore per i rullini fotografici, molto comodo! Ogni tanto le faccio anche due coccole... :P

Ho provato a mettere il diodo in serie: saldature perfette! :) Bisogna insistere un po' più per dissaldare, per il resto va bene. L'unico problema è che continuo a non trovare le punte... la mia a penna è sottilissima e credo sia il problema principale, ovvero non riesce a trasmettere in maniera ottimale il calore. Su internet nei tutorial ho letto (e visto) che è consigliabile usare la punta più grande consentita dal lavoro che si vuole fare, per questo una punta a matita più grande o magari a scalpello non sarebbe male, d'altronde non saldo SMD e simili... In ogni caso ho provato a prestagnare i fili nei jack e a usare il saldatore a metà potenza col diodo e i risultati ora sono perfetti! :) Per saldare i reofori alle piazzole ho provato (ovviamente a punta stagnata e lucida) a mettere la famosa gocciolina di stagno sulla punta prima di appoggiarla a reoforo e piazzola, facendo sciogliere poi lo stagno dal lato opposto e devo dire che funziona. Probabilmente la gocciolina trasmette meglio il calore e quel pochino di flussante interno che scioglie fa bene all'intento. Ho dimezzato i tempi di saldatura migliorando anche il risultato! Ho notato anche che dando dei colpetti col filo di stagno sulla piazzola-reoforo (visto su YouTube, lo facevano quasi tutti) piuttosto che tenere il filo appoggiato staticamente sembra aiutare. Ho provato anche a dissaldare (con l'ausilio del succhiastagno) delle piazzole su un PCB di un preamplificatore vecchio e rotto, comunque saldato industrialmente, che avevo e a risaldare i componenti e le saldature che ho fatto, anche viste con la lente d'ingrandimento, sono irriconoscibili da quelle originali... quindi sono più che soddisfatto! :)

Non ho ben capito una cosa però... i watt di un saldatore non sono direttamente correlati alla temperatura... mi spiego, magari un 8W arriva a

250°C, un 15W a 350°C, un 25W a 450°C... ma dopo, 40W, 50W... non credo che salgano ancora! Quindi i W, oltre a un certo limite, servono soltanto per riuscire a scaldare più superficie? Ri-domanda, a che serve usare una temperatura di 450°C (come nel caso del mio saldatore) quando la lega stagno-piombo fonde a 183°C?

Per fare lo sborone ho provato anche a fare delle piste di solo stagno, sono venute molto bene, belle lucide! Anche se ci va un quintale di stagno e ogni tanto la piazzola successiva si ciuccia lo stagno di quella precedente! :P Anch'io nei millefori, comunque, ho sempre usato fili di rame oppure degli spezzoni di reofori avanzati (di norma quelli lunghi li conservo proprio per usarli nei millefori o in qualche ponticellatura su PCB). In ogni caso, da quando mi sono costruito il bromografo uso quello, moooolto comodo anche se porta via più tempo del millefori.

Va beh, chiedevo in base all'esperienza se fa il suo lavoro meglio quando è liquida o quando è pappina! Per ora ho provato ad aggiungerne altra, si è sciolta anch'essa senza aumentare in maniera notabile la viscosità... ma non si satura mai?! :|

Lo so, ma ci vedo meglio da vicino! :P Comunque pensavo di costruirmi un aspiratorino con una ventolina per PC...

Lo so, mi ero informato... dovrebbe essere una distillazione delle trementine ricavate da quegli alberi... Tra l'altro ho scoperto che spesso il flussante dell'anima dei fili di stagno che usiamo è proprio colofonia!

Grazie di nuovo per i consigli! Roberto.

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Roberto

Ciao Se usi componenti vecchi conviene spesso ravvivarne i terminali, immergendoli nella colofonia, poi in un pozzetto di stagno liquido (ad es un gocciolone di stagno fuso su un pezzo di vetronite). In questo modo eviti di sollecitare troppo le piazzole. perche' la saldatura avviene in tenmpi minimi. Ricorda che i fili che si stagnano peggio sono.......... i fili stagnati (vecchi) Ciao Giorgio

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non sono ancora SANto per e-mail
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giorgiomontaguti

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