A cosa serve la T della batteria?

La batteria (guasta) della mia videocamera ha 3 poli: + , - , T (pos., neg., e al centro T). Dato che prima di comprarne una nuova (che scosta 50 euri), volevo accertarmi che la telecamerea fosse funzionante, ho provato ad alimentarla con un alimentatore stabilizzato con la stessa tensione della batteria (6 Volts). Ma lasciando naturalmente libero il polo centrale (quello dove va la T della batteria.). La telecamera non dava nessun segno. Mi sono rassegnato a comprare la batteria e per fortuna tutto ok. Adesso mi chiedo (anzi Vi chiedo): a che diavolo serve sta mazza di T ?, dato che lasciandolo libero la telecamera non va? E, poichè presumo che la batteria sia composta da più pile in serie, a quale capo delle pile è collegato? Tenchiù, Tony

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Tony
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Di solito un NTC che misura la temperatura della batteria, usato principalmente come sicurezza durante la ricarica.

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Tony ha scritto:

un sensore di temp. che serve per non superare la temp. max ammessa dalla batteria e per terminare la carica. (quando una batt. è carica la T della batt. stessa aumenta molto rapidamente...) emi

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emilio

e quindi, nel caso si volesse simulare il suo funzionamento basterebbe mettere una resistenza? e collegata come?

emilio wrote:

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ESWA

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eswa

Lo stesso utilizzo anche nei telefonini cellulari.

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niki

eswa ha scritto:

Puoi semplicemente aprire la vecchia batteria, smontarla e misurare il valore dell'NTC a temperatura ambiente vedendo inoltre tra che piedini è montato. Stessa cosa farai con una resistenza di valore prossimo montata tra gli stessi piedini della telecamera a fungere da NTC.

Ciao Bennny

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Bennny

"Tony" ha scritto nel messaggio news:qTKmj.1244$ snipped-for-privacy@tornado.fastwebnet.it...

neg.,

Anche nella mia vecchissima Philips-Panasonic. Ma collegando un alimentatore adeguato ai due contatti + e -, la telecamera funziona. Il contatto T = Temperatura e' usato come sensore solo dal circuito di ricarica integrato nella camera.

segno.

Quanti ampere eroga il tuo alimentatore? ha lo strumentino per far vedere che sta erogando effettivamente corrente? Nella mia telecamera, che usa NiCd da 4,8 V, assorbe 1,06 A a 5 volt. Se tu usassi un alimentatorino da 600-800 mA, il problema sarebbe quello.

dubito che sia colpa sua

uh, ho verifica il mio e in realta' nelle batterie panasonic non e' un resistore ma a freddo risulta aperto sia verso massa che verso il +VCC, e' come se fosse scollegato. Sara' un interruttore termico che chiude quando il pacco batterie supera una certa temperatura.

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A. Vincenzoni

in un ciclo tipico di vita delle batterie, direi piuttosto: PRIncipalmente per terminare la carica, e SECondariamente come sicurezza durante la ricarica.

Faccio questa osservazione perchè nelle realtà attuali, la gestione corretta degli accumulatori (mi limito alle Ni-MH e in parte alle NiCd, conoscendo meno altre tecnologie commercialmente molto note) viene fatta, per la maggior parte dei casi con i due metodi tipici: 1) Riscontro di un dV/dt negativo ai capi delle celle. 2) Superamento di una determinata soglia di temperatura. Vedi qualche driver "tuttofare" pronto all'uso. Poi ci sono anche quelli con MCU che ti contano i picoWattOra I/O e gli intelligenti (spesso anche un po "scemi" e pieni di bug), con carica a impulsi etc... etc... Nella maggior parte delle ipotesi, almeno per una bella porzione delle N celle presenti nel mondo, un qualsiasi apparecchio portatile viene scaricato per oltre la metà dell'energia accumulabile, seguito da un breve periodo di riposo e successivamente sottoposto al processo di carica. In questa situazione suppongo che il primo evento che dia luogo all'interruzione del processo di carica sia appunto il superamento di una determinata soglia di temperatura.

Purtroppo gli integrati del mio telefonino, notebook e trapano avvitatore non parlano da soli, quindi vado parecchio ad intuito e al riscontro tattile (quell'NTC sotto ai polpacci) che ho quando afferro uno di questi oggetti. E ne deduco che l'interruzione per dV/dt negativo avvenga solo in quei casi in cui viene riavviato il processo di ricarica ad un pacco batteria (freddo, a riposo a alcune decine di minuti) già carico o poco scarico (ad esempio, spostare la spina del caricatore del telefonino da una presa all'altra se è già carico) in questo caso l'inerzia termica e il tempo che occorrerebbe per portare le celle alla temperatura di sicurezza sarebbe maggiore del tempo necessario all'effettiva ricarica.

Ma in questa particolare situazione, mi sembra ottimo e pienamente in tema approfittare per inserire questi due quesiti:

- Il riscontro del dV/dt negativo può essere spesso influenzato dalle variazioni della resistenza interna delle celle in funzione delle variazioni di temperatura a cui sono soggette. In questo caso la determinazione del fenomeno in corso è resa più difficoltosa, spesso richiede buoni accorgimenti antidisturbo (sul valore di Vbatteria letto) e se ad esempio di utilizza una MCU con ADC anche una buona risoluzione del convertitore dato che le variazioni negative tipiche sono nell'ordine di 0.2 ... 0.5%, e anche qualche accorgimento software.

- Ho sentito parlare (dico proprio "parlare" nel senso che ho ascoltato parole ma da persona attendibile, se avessi visto scrivere mi sarei appuntato qualche vocabolo da dare in pasto al Dottor Google) di sistemi di ricarica impulsivi di questo tipo: (:Inizio) Attivazione della corrente nel verso di carica --> Breve riposo, e lettura della tensione di batteria --> Goto Inizio chi me lo ha raccontato, sosteneva (giustamente) la lettura della tensione ai capi della batteria se seguita da un breve riposo non è influenzata dallo stato attuale della resistenza interna delle celle, e che quindi l'interruzione di ricarica avrebbe potuto essere messa in atto con un semplice superamento di un valore di tensione fisso. Ho qualche perplessità dato che per quanto ne conosca superficialmente il funzionamento una batteria appena disconnessa da un processo di carica presenta una tensione decrescente, suo malgrado posso credere che la funzione TensioneLettaDopoImpulsoDiCarica(t) sia un dato più che utile per la gestione delle celle, dato che viene fatto ciclicamente nelle stesse condizioni. Non conosco l'elettrochimica nei dettagli ma mi hanno dipinto questo sistema come l'unico vero modo per salvaguardare al massimo la longevità degli accumulatori. Non ho chiesto ulteriori dettagli sulla frequenza tipica del ciclo, che potrebbe essere 0.01, 10 o 20 Hz o kHz. Nel mio pensiero ho X motivi validi per credere che sia veloce e Y motivi validi per per credere che sia lenta (X+Y = troppi, non raccontabili). Sistemi di questo tipo, stando alle parole udite, vengono utilizzati su impianti di emergenza di medio e grosso taglio (a tatto credo di aver intuito da 50kg di batteria al Pb-PbO2 in poi. Ulteriore osservazione, a cosa servono tutti questi accorgimenti per il dV negativo su delle batterie al piombo, se non motivati dalla costretta necessità di far fronte ad un processo di ricarica rapido? Se c'è qualcuno che è in grado di farmi un po' di chiarezza ....... ben venga. Grazie. Saluti. iw5dei

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iw5dei

Speravo che i circuiti di controllo della ricarica fossero piu` sofisticati della semplice temperatura (almeno spero che sentano la derivata della temperatura non la temperatura soltanto).

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

in un ciclo tipico di vita delle batterie, direi piuttosto: PRIncipalmente per terminare la carica, e SECondariamente come sicurezza durante la ricarica.

Faccio questa osservazione perchè nelle realtà attuali, la gestione corretta degli accumulatori (mi limito alle Ni-MH e in parte alle NiCd, conoscendo meno altre tecnologie commercialmente molto note) viene fatta, per la maggior parte dei casi con i due metodi tipici: 1) Riscontro di un dV/dt negativo ai capi delle celle. 2) Superamento di una determinata soglia di temperatura. Vedi qualche driver "tuttofare" pronto all'uso. Poi ci sono anche quelli con MCU che ti contano i picoWattOra I/O e gli intelligenti (spesso anche un po "scemi" e pieni di bug), con carica a impulsi etc... etc... Nella maggior parte delle ipotesi, almeno per una bella porzione delle N celle presenti nel mondo, un qualsiasi apparecchio portatile viene scaricato per oltre la metà dell'energia accumulabile, seguito da un breve periodo di riposo e successivamente sottoposto al processo di carica. In questa situazione suppongo che il primo evento che dia luogo all'interruzione del processo di carica sia appunto il superamento di una determinata soglia di temperatura.

Purtroppo gli integrati del mio telefonino, notebook e trapano avvitatore non parlano da soli, quindi vado parecchio ad intuito e al riscontro tattile (quell'NTC sotto ai polpacci) che ho quando afferro uno di questi oggetti. E ne deduco che l'interruzione per dV/dt negativo avvenga solo in quei casi in cui viene riavviato il processo di ricarica ad un pacco batteria (freddo, a riposo a alcune decine di minuti) già carico o poco scarico (ad esempio, spostare la spina del caricatore del telefonino da una presa all'altra se è già carico) in questo caso l'inerzia termica e il tempo che occorrerebbe per portare le celle alla temperatura di sicurezza sarebbe maggiore del tempo necessario all'effettiva ricarica.

Ma in questa particolare situazione, mi sembra ottimo e pienamente in tema approfittare per inserire questi due quesiti:

- Il riscontro del dV/dt negativo può essere spesso influenzato dalle variazioni della resistenza interna delle celle in funzione delle variazioni di temperatura a cui sono soggette. In questo caso la determinazione del fenomeno in corso è resa più difficoltosa, spesso richiede buoni accorgimenti antidisturbo (sul valore di Vbatteria letto) e se ad esempio di utilizza una MCU con ADC anche una buona risoluzione del convertitore dato che le variazioni negative tipiche sono nell'ordine di 0.2 ... 0.5%, e anche qualche accorgimento software.

- Ho sentito parlare (dico proprio "parlare" nel senso che ho ascoltato parole ma da persona attendibile, se avessi visto scrivere mi sarei appuntato qualche vocabolo da dare in pasto al Dottor Google) di sistemi di ricarica impulsivi di questo tipo: (:Inizio) Attivazione della corrente nel verso di carica --> Breve riposo, e lettura della tensione di batteria --> Goto Inizio chi me lo ha raccontato, sosteneva (giustamente) la lettura della tensione ai capi della batteria se seguita da un breve riposo non è influenzata dallo stato attuale della resistenza interna delle celle, e che quindi l'interruzione di ricarica avrebbe potuto essere messa in atto con un semplice superamento di un valore di tensione fisso. Ho qualche perplessità dato che per quanto ne conosca superficialmente il funzionamento una batteria appena disconnessa da un processo di carica presenta una tensione decrescente, suo malgrado posso credere che la funzione TensioneLettaDopoImpulsoDiCarica(t) sia un dato più che utile per la gestione delle celle, dato che viene fatto ciclicamente nelle stesse condizioni. Non conosco l'elettrochimica nei dettagli ma mi hanno dipinto questo sistema come l'unico vero modo per salvaguardare al massimo la longevità degli accumulatori. Non ho chiesto ulteriori dettagli sulla frequenza tipica del ciclo, che potrebbe essere 0.01, 10 o 20 Hz o kHz. Nel mio pensiero ho X motivi validi per credere che sia veloce e Y motivi validi per per credere che sia lenta (X+Y = troppi, non raccontabili). Sistemi di questo tipo, stando alle parole udite, vengono utilizzati su impianti di emergenza di medio e grosso taglio (a tatto credo di aver intuito da 50kg di batteria al Pb-PbO2 in poi. Ulteriore osservazione, a cosa servono tutti questi accorgimenti per il dV negativo su delle batterie al piombo, se non motivati dalla costretta necessità di far fronte ad un processo di ricarica rapido? Se c'è qualcuno che è in grado di farmi un po' di chiarezza ....... ben venga. Grazie. Saluti. iw5dei

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iw5dei

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