valore fusibile su primario trasformatore

snipped-for-privacy@l2g2000yqd.googlegroups.com...

eno

r

No. succede anche all'ENEL ed anche a vuoto...

Fruga un po' fra questi (una ricerca a caso):

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Saluti.

Reply to
Tomaso Ferrando
Loading thread data ...

snipped-for-privacy@l2g2000yqd.googlegroups.com...

lmeno

per

Mi sembra un po' limitativo pensare che a valle di ogni trasformatore ci sia sempre e solo un raddrizzatore ed degli elettrolitici...

Saluti.

Reply to
Tomaso Ferrando

snipped-for-privacy@l2g2000yqd.googlegroups.com...

almeno

i per

i

e cosa ci dovrebbe essere?

Reply to
Per. Tec. Onofrio Cannone

Tutto quello che puo' funzionare alla tensione e frequenza secondaria...

O magari nulla.

Saluti.

P.S.: quando ci sono carichi induttivi, che tipo di curva scegli per gli automatici? E perche'?

Nuovamente.

Reply to
Tomaso Ferrando

RoV ha scritto:

bingo. durante ogni semionda del normale funzionamento, la densita' di flusso si porta dal valore massimo a quello di opposta polarita', passando dallo zero +- sul picco della tensione; partendo invece da spento e da flusso zero, la prima semionda e' in grado di sviluppare una densita' di flusso che ha valore doppio del valore normale, con possibile saturazione del ferro ed elevata corrente (inrush); tutto dipende dall' istante di chiusura dell' interruttore. i toroidali, che per convenienza di costruzione hanno tanto ferro e poco rame, possono tirare delle botte notevoli.

saluti

--
  lowcost
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lowcost

ROTFL... ovviamente mi riferivo alla causa, non all'effetto. Ma suppongo stessi solo zizzaniando... esempio:

formatting link

Mi riferivo alla necessita' di protezione dai sovraccarichi medio-piccoli, quelli che dopo un tempo prolungato fanno surriscaldare il trasformatore in maniera anomala, ma che il fusibile in ingresso lascia passare, in quanto necessariamente sovradimensionato rispetto al carico nominale. Se ad es. l'oggetto in questione e' un ali stabilizzato, la cosa piu' ovvia e' limitare la corrente di uscita, il che non salva solo il trasformatore... A questo punto il fusibile sul primario puo' essere generoso e dimensionato per fondere in caso di cortocircuito. Un fusibile o un disgiuntore termico pero' ci stan bene lo stesso!

Ciao,

--
RoV - IW3IPD
http://digilander.libero.it/rvise/
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RoV

Visto che sai cercare sui libri non ho voglia di spiegartelo quindi leggiti qua:

formatting link

l'ultima nota ....la 10 per l'esattezza...

Non avevo sottomano l'olivieri ravelli ma pensavo ne parlasse....se vuoi ti tiro fuori l'autore giusto...ma credo che gia lo conosci...visto la solerzia nel trovarmi le pulci.... Saluti...

Reply to
GattoNero

PeSte ha scritto:

Son contento che tu nel tuo lavoro non vada a spanne....saper distinguere dove serva una analisi approfondita da un calcolo della serva è il primo passo che distingue una persona seria da un dilettante...

Se volevi un calcolo preciso sul dimensionamento di una protezione primaria su un Trasformatore credo allora che almeno avresti dovuto formirmi i dati di targa completi.... Visto che mi sembrava una domanda da bar ho rispsoto a tema....o meglio visto che la domanda verteva su che fusibile porre a protezione di un primario che assorbe all'incira 1 Ampere (dico 1...) fatta immagino da un hobbista pensavo che la risposta da conto della serva bastasse e avanzasse.... Se vuoi un consulto professionale possiamo metterci daccordo ...ovviamente non a gratis e non su un trasformatorino da qualche sputacchia di mAmpere .... Saluti

Reply to
GattoNero

"GattoNero" ha scritto nel messaggio news:TnrBm.79589$ snipped-for-privacy@twister2.libero.it... [...]

sono per evitare alla grande i conti della serva (l'elettronica purtroppo non la faccio per hobby), nello storico dell'azienda dove sono (30anni di progettazione elettronica), i progetti nati con i conti di suddetta serva sono appesi in bella vista in bacheca in ufficio tecnico a monito di cosa voglia dire il termine "bagno di sangue" ;-)

richiesta da fare a lumix, direi

discorso pericoloso, vale lo stesso peso dei "conti della serva".

No, al momento i progetti che sto seguendo sono ben coperti dal know-how mio e dei miei colleghi.

Che fai, te la tiri? ;-)

Ste

--

Ogni problema complicato ha una soluzione semplice...per lo piu` sbagliata
[cit. Franco, i.h.e. 20.01.2007]
Reply to
PeSte

Non vedo riferimento alle prove da te citate...

Saluti.

Reply to
Tomaso Ferrando

.

Bisognerebbe essere certi che riescano ad "aprire" anche alla tensione di rete...

,

in

Normalmente si mette a protezione del trasformatore.

ia

...

Se la limitazione e' fatta "al punto giusto", il trasformantore don dovrebbe trovarsi a lavorare oltre la sua potenza di targa.

to

... prima del regolatore.

Se dimensionati opportunamente...

Saluti.

Reply to
Tomaso Ferrando

Mi sembra che siamo usciti fuori traccia... La domanda era per un dimensionamento di un fusibile (1,5A )da inserire ad un Trasformatore di 24 V 200 V.A. e non di LINEE ENEL provenienti da centrali nucleari.

Reply to
Per. Tec. Onofrio Cannone

re

Certamente, ma la "la favola della grande quantit=E0 di corrente che attraversa il Primario dei Trasformatori da alcuni chiamata "Magnetizzazione" nell'istante in cui si alimenta il Primario, sia in realt=E0 l'ENERGIA richiesta dai grandi condensatori elettrolitici posti subito dopo il SECONDARIO." non l'ho tirata fuori io...

Se la corrente di prima magnetizzazione di un trasformatore da

4 VA puo' essere sicuramente trascurata anche senza confrontarla con quella di una macchina da 100 MVA, cio' non significa che non esista. Cosi' come non e' vero che a valle del secondario di un trasformatore ci siano sempre dei condensatori da caricare. solo perche' ci sono passati sotto il naso alimentatori con trasformatore e regolazione serie.

Saluti.

Reply to
Tomaso Ferrando

Domanda: se l´inserimento del trasformatore cioé la chiusura dell´interruttore, avviene nel momento di zero-cross c´é lo stesso il picco di magnetizzazione o il trasformatore si comporta normalmente ? Se ho capito bene il caso peggiore dovrebbe essere la commutazione al picco massimo delle semionde ?

Grazie

Reply to
Enne

"Enne" ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@4ax.com...

... snip...

Direi il contrario. Tanto ferro puo' indicare una bassa induzione magnetica nel nucleo e quindi lavorare lontani dalla saturazione del circuito magnetico -> correnti di magnetizzazione di valore ridotto.

Per zero cross indichi il passaggio della tensione di alimentazione per lo zero? Se si', quello e' il caso peggiore (cioe' induzione magnetica doppia nel nucleo e quindi corrente di magnetizzazione elevata e distorta).

Se per commutazione al picco massimo delle semionde intendi alimentazione del trasformatore nel momento di massimo valore della tensione di alimentazione, allora no. Quello e' il caso migliore.

Saluti GG

Reply to
GG

GG ha scritto:

perche' mai un costruttore dovrebbe mettere piu' ferro del necessario ? per avere un prodotto piu' costoso dei concorrenti e fallire ?

il toroidale non puo' essere avvolto direttamente dal rocchettone: deve essere prima stivata la necessaria quantita' di filo di rame, poi avvolto; e non puo' essere avvolto su bobinatrice multipla, 10 alla volta contemporaneamente, ma solo uno alla volta. per questo conviene avvolgere poco rame su tanto ferro, ottenendo gli usuali valori di densita' di flusso.

saluti

--
  lowcost
Reply to
lowcost

"lowcost" ha scritto nel messaggio news:hcstoi$ohi$ snipped-for-privacy@nnrp-beta.newsland.it...

... snip...

Io non ho detto che e' cosi'. Ho fatto un'ipotesi.

Il problema del costo e' un mix di materiale (ferro e rame, da valutare a peso; oltretutto ci sono anche le smaltature e i materiali per l'isolamento), di scarti di lavorazione e di tempo di produzione. Quindi non e' detto che chi usa piu' ferro debba *per forza* essere piu' costoso di altri.

Completamente d'accordo con te.

Su questa cosa non sono molto d'accordo. Il flusso nella struttura magnetica dipende esclusivamente dal numero delle spire dell'avvolgimento. Fissata la tensione e la frequenza di alimentazione, il numero delle spire e' inversamente proporzionale al flusso nel nucleo secondo la relazione fi=V/(omega*N). Fissato il nucleo e conosciuta l'induzione massima del materiale, si ricava la sezione minima del nucleo ferromagnetico. Da qui in poi entrano in ballo altri parametri che influenzano il progetto del trasformatore (corrente nominale, perdite nel ferro e nel rame e quindi temperature dell'avvolgimento e del nucleo; senza parlare di limitazioni meccaniche, cioe' spazio sufficiente per il rame e distanze d'isolamento). Da qui il ragionamento di prima, a pari avvolgimento (numero di spire) sezione del nucleo maggiore corrisponde a induzioni inferiori.

Saluti GG

Reply to
GG

GG ha scritto:

tu hai detto:

"Tanto ferro puo' indicare una bassa induzione magnetica nel nucleo e quindi lavorare lontani dalla saturazione del circuito magnetico -> correnti di magnetizzazione di valore ridotto."

io ti ho fatto notare che questo ferro ha un costo e che nessun costruttore che voglia restare sul mercato te lo regala; il ferro maggiorato ha senso solo perche' ti consente di ridurre le spire.

non sei d'accordo sul fatto che per i toroidali sia conveniente ? o che raddoppiando la sezione del ferro e dimezzando le spire si ottiene la stessa densita' di flusso ?

no: partendo da uno dei nuclei di dimensioni standard, conoscendo sezione + freq + Bmax si ottengono i V/spira.

a pari avvolgimento un toroidale sarebbe un suicidio economico; se poi metti anche tanto ferro...

saluti

--
  lowcost
Reply to
lowcost

lowcost:

Non lo sapevo mica. Però, raddoppiando la sezione, c'è da dire che la lunghezza di ogni spira aumenta.

Reply to
F. Bertolazzi

"lowcost" ha scritto nel messaggio news:hcvhfk$8oj$ snipped-for-privacy@nnrp-beta.newsland.it...

... snip...

Ricordo cosa ho scritto. Infatti ho detto *puo' indicare* e non *indica*. Era frutto di un'ipotesi che si basava sul ragionamento che ho esposto sotto. Quindi non una verita' assoluta, ma una semplice ipotesi.

Infatti non ti ho dato torto. Ho solo cercato di argomentare che al di la' delle difficolta' costruttive ci sono altri parametri che possono influenzare il dimensionamento di un trasformatore.

No, no, non posso reinventare la fisica. :-) Sul fatto che raddoppiando la sezione puoi dimezzare le spire non ci sono dubbi.

Che e' esattamente quello che ho scritto io. fi=V/(omega*N) dove: fi=B*S quindi: B*S=V/(omega*N) e: V/N=B*S*omega prendendo la massima induzione magnetica per quel materiale si ha: V/N=Bsat*S*omega cioe' quello che dici tu. Alle volte le parole si prestano a interpretazioni, le formule no :-)

Lungi da me il consigliare di fare lo stesso avvolgimento tra un trasformatore toroidale e un trasformatore "tradizionale". Era solo un esempio che seguiva un certo flusso logico.

Saluti GG

Reply to
GG

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