a te interessa vedere lo spettro di una sorgente luminosa, tipo una lampadina, dico bene?
Normalmente per fare lo spettro occorre una componente meccanica che faccia ruotare il prisma o la grata di diffrazione, in modo da presentare al detctor un raggio (preso dalla sorgente che sta analizzando) di lunga d'onda via via diversa. Di conseguenza la realizzazione 1) e' meccanicamente delicata e 2) la scansione dello spettro richiede tempo, in quanto sorgente e strumento devono stare immobili durante la scansione.
Il progetto che indichi azzera la necessita' di muovere meccanicamente il dispersore, in quanto invece di avere un solo detector ne hai una serie (array) sempre attivi e puoi campionare lo spettro in un colpo solo. il raggio entra, viene disperso a ventaglio, e al termine del ventaglio trovi un centinaio di diodi allineati che sentono ciascuno il loro pezzettino di spettro. L'elettronica li legge in sequenza e poi spara -credo- una serie di stringhe relativa al valore del singolo fotodiodo.
Naturalmente posizione e realizzazione pratica va studiata, ma non devi progettare elementi in movimento.
penso che il prisma si possa tagliare, a questo livello di tratta di mettere insieme la parte ottica con le dimensioni e la forma fisica dell'array.
a collegare il valore analogico che stai leggendo, col singolo diodo che stai misurando?
vado a informarmi sul dispositivo che hai citato TSL1401R-LF
Io ne ho uno fatto recuperando un vecchio strumento chimico.
se potrebbe farlo, ma misura l'assorbimento di un materiale o un liquido trasparente alle varie lunghezze d'onda dall'infrarosso all'ultravioletto.
E' composto da una normale lampadina ad incandescenza, che
disco con delle fessure mantenuto in rotazione da un motore.
un piccolo specchio con la superficie con delle sottilissime incisioni parallele. Credo che si chiami grating mirror.
passa attraverso il una sottile fessura, quindi attraverso il campione da analizzare e infine entra nel fotometro. Un fotodiodo raccoglie la luce e, grazie al chopper iniziale, produce un segnale alternato a qualche centinaio di Hz che puo' essere amplificato facilmente e misurato.
le componenti delle varie lunghezze d'onda con risoluzione migliore di un nanometro.
Se al posto della lampadina a incandescenza metti un'altra sorgente luminosa e non metti niente al posto del campione, puoi misurare lo spettro di quella sorgente. Logicamente il tutto va calibrato in modo da avere una lettura piatta su tutto lo spettro.
Grazie x x per avermi fatto ricordare gli spettrofotometri, che riparavo parecchio tempo fa.
grazie.
che opera una bellissima diffrazione della luce che lo colpisce con la risoluzione che dipende da quanto sono vicinissime tra loro le leggerissime incisioni sulla sua superficie. Il principio di uno spettrofotometro compatto l'aveva sviluppato un fiorentino, idea geniale. Il normale prisma si usa per applicazioni con risoluzioni molto basse, oppure con lunghezze di ottica ingombranti. La fenditura che dici serve a ridurre l'ampiezza dell'angolo attraverso il quale la luce riflessa
ma ovviamente
frequenza
Per farla breve, con una manopola cerchi la lunghezza d'onda ( in nanometri) alla quale fare la misura di "Assorbimento" e si ricavava il delta tra un azzeramento o di riferimento e il campione da analizzare. Con un motorino si faceva uno "sweep" sulle frequenze ( pardon, lunghezze d'onda ) e facevi lo spettro come su un analazzatore di frequenze. Il tutosu un registratore a carta, ora digitale, collegato.
a) che risoluzione vuole ottenere: poca risoluzione = grafico appiattito.
c) che precisione di lettura il campione: non dimentichiamoci che il reticolo o il prisma restituiscono
potente, per indagine nel campo UV), mentre il sensore non era un fotodiodo da mezzo euro, ma un fotomoltiplicatore a 750V o recentemente dei fotodiodi con signori amplificatori.
Diversamente, con dei filtri sui 3 colori fondamentali, da pochi soldi, da leggere in sequenza, si ricava un'analisi RGB con poca spesa.
"x x" ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@googlegroups.com...
Si chiama spettrofotometro.
Io ne ho uno fatto recuperando un vecchio strumento chimico.
se potrebbe farlo, ma misura l'assorbimento di un materiale o un liquido trasparente alle varie lunghezze d'onda dall'infrarosso all'ultravioletto.
E' composto da una normale lampadina ad incandescenza, che
disco con delle fessure mantenuto in rotazione da un motore.
un piccolo specchio con la superficie con delle sottilissime incisioni parallele. Credo che si chiami grating mirror.
passa attraverso il una sottile fessura, quindi attraverso il campione da analizzare e infine entra nel fotometro. Un fotodiodo raccoglie la luce e, grazie al chopper iniziale, produce un segnale alternato a qualche centinaio di Hz che puo' essere amplificato facilmente e misurato.
le componenti delle varie lunghezze d'onda con risoluzione migliore di un nanometro.
Se al posto della lampadina a incandescenza metti un'altra sorgente luminosa e non metti niente al posto del campione, puoi misurare lo spettro di quella sorgente. Logicamente il tutto va calibrato in modo da avere una lettura piatta su tutto lo spettro.
Il giorno sabato 11 febbraio 2017 09:30:12 UTC+1, robby_1 ha scritto:
,
Il contenitore era azzurro e il nome del costruttore era scritto in rilievo su grossa targhetta rettangolare nera e metallo, circa 1x6 cm. Ma non credo che fosse Perkin Elmer dato che ho avuto qualche affare con loro e me lo sarei ricordato.
Ad occhio lo daterei a cavallo tra gli anni 60-70, display a 3 nixie. Era veramente un rottame da discarica.
Il problemi maggiori erano meccanici, sporco, cinghie distrutte. Il fotometro era fatto con due fototubi a vuoto (non fotomoltiplicatori) diversi tra loro e la luce veniva ripartita tra i due con un sistema di specchi e filtri colorati con un movimento collegato al reticolo.
, doveva essere sistema molto critico e infatti la risposta era completamente sballata anche a causa dell'invecchiamento dei filtri di plastica e lo sbilanciamento dei fotodiodi.
Per usarlo ho conservato solo la lampada, il chopper, lo specchio e la camera del fotometro dove ho messo un grosso fotodiodo al silicio ad ampio spettro.
e lo specchio l'ho comandato con un motorino passo passo.
Il tutto poi, nelle mie intenzioni, doveva essere controllato da un micro, ma nei test ho usato un pc per comandare
caratterizzare led, sensori e soprattutto filtri, fino a 1200 nm.
Grazie a tutti. Perdonatemi se non ho dato risposte, ma non ho abbandonato la mia domanda. In questi ultimi giorni non ho letto i NG.
Come ha intuito Giacobino, voglio analizzare la luce emessa da LED, lampadine a LED e simili. La risoluzione non deve necessariamente essere elevatissima, ma indicativa della distribuzione alle varie lunghezze d'onda.
Il sensore che ho trovato esce in analogico, selezionando in seriale (i2c, mi sembra) il fotodiodo. Completamente digitale ho trovato sensori RGB, con cui posso provare a realizzare un termocolorimetro.
Solo un'osservazione: un fotodiodo da' una risposta ottimamente lineare su un ampio intervallo di intensita' per una fissata lunghezza d'onda, ma non e' lineare come risposta spettrale, v. fig. 3 del datasheet, quindi dovresti trovare un modo per compensare, ad es. via software, questa non linearita' del fotodiodo.
Tutto vero ma nella fattispecie "Linear array" indica solo la posizione fisica dei diodi allineati in fila uno di fianco all'altro, non la loro risposta piu' o meno lineare o logaritmica ecc.
Del resto in spettrofotometria prima di misurare bisogna sempre azzerare, sia la singola lunghezza d'onda sia l'insieme di lunghezze che compongono lo spettro.
La parte elettronica utilizza un pic 24xxxx, ma , la parte meccanica sarebbe la stessa , e , se sei abbastanza pratica di programmazione di Arduino, puoi facilmente adattare il tutto.
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