Salve a tutti, premesso che non sono un esperto riguardo questo metodo di protezione dalla corrosione, un amico mi ha mostrato un circuito di test che ha fatto realizzare per alcuni suoi serbatoi interrati e mi ha chiesto se è possibile migliorarlo. Dopo essermi documentato alla meno peggio, non mi sono ancora molto chiari alcuni dettagli di questo circuito, che espongo alla vostra attenzione. Da quanto ho potuto capire, al circuito arrivano tre cavi: il primo è collegato ad un elettrodo di riferimento, il secondo al serbatoio ed il terzo all'anodo sacrificale. Sembra che il circuito in oggetto misuri la tensione presente fra serbatoio ed elettrodo di riferimento, verificando che questa non sia mai inferiore ad un valore impostato (0.85 V con elettrodo Cu/CuSO4) e qui nulla da obiettare. Sulla scheda c'è poi una resistenza da un paio di ohm collegata tra il filo proveniente dall'anodo sacrificale ed il filo del serbatoio e viene misurata e visualizzata la tensione ai suoi capi (proporzionale quindi all'intensità di corrente che circola fra serbatoio ed anodo sacrificale). Questo ultimo valore viene soltanto visualizzato su richiesta dell'operatore. Le domande che vi pongo sono le seguenti:
- Che senso ha misurare la corrente fra serbatoio e anodo sacrificale? Fra quali limiti deve essere compresa questa corrente secondo normativa o buon senso?
- Non è pericoloso effettuare il collegamento fra serbatoio ed anodo sacrificale sulla scheda elettronica? Penso che le norme prevedano che la funzionalità del sistema di test non debba condizionare la protezione catodica, se per esempio la resistenza è difettosa e si brucia il serbatoio non è più protetto.
Grazie per l'aiuto ed auguri di buona Pasqua a tutti. Fabio.