sempre su batterie ricaricabili

ho demolito la mia precedente auto di 13 anni che era dotata di una torcia asportabile che ho deciso di tenermi. la torcia e' tenuta in carica dall'auto quando e' riposta nel suo alloggiamento. il circuito di ricarica sono 4 resistenze da 330 ohm in parallelo e un diodo in serie.

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cosa c'e' di strano ? funziona ancora dopo 13 anni che e' sempre stata nel suo alloggiamento, ben

20 minuti di luce prima che diventasse un lumino da cimitero. come e' possibile che con un circuito di carica del genere le batterie siano ancora sane dopo 13 anni ?
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alfio
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Il 27/08/2021 18:58, alfio ha scritto:

E' il circuito giusto per le NiCd o NiMh, le resistenze sono calcolate per la resistenza interna delle batterie quindi quando circola la minima

batterie buone e non sono state usate molto.

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Drizzt do'Urden

"Drizzt do'Urden" ha scritto nel messaggio news:sgb87e$1ear$ snipped-for-privacy@gioia.aioe.org...

per

Le batterie sono della Panasonic, e in effetti in questi 13 anni l'avro'

usata un paio di volte, e' sempre stata nel suo alloggiamento. giusto per provare gli ho dato 13V con l'alimentatore da banco e l'assorbimento e' di 90mA, che sono costanti da circa un'ora, all'inizio

(batteria scarica) per poco tempo e' stato 120mA, poi e' rapidamente sceso a

90
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alfio

alfio ha scritto:

e

l

protestare. si chiama "furbata commerciale" o in dialetto "inculata postuma"

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emilio

necessaria, la resistenza basta e avanza. Basta che a celle completamente scariche non scorra troppa

1.2V, poi ci pensano loro a ridurla caricandosi.

Assumendo che il coso funzionasse solo a quadro e motore acceso, la carica sarebbe stata suddivisa temporalmente in tanti intervalli al max di qualche ora, che avrebbe permesso per es. alle celle di freddarsi in caso di sovracarica.

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asdf

Il 29/08/2021 00:41, asdf ha scritto:

Con quel sistema, se calcolato bene sulla corrente di mantenimento, quando arrivano alla tensione giusta rimane la corrente di mantenimento e la tensione non si alza, come diceva un amico, semplice e banale e le

che "una volta" quando le cose si facevano bene andavano caricate a 1/10

fanno caricare in 1h (vedi i vari caricatori "moderni"). Altra cosa, se cambi le batterie con resistenza interna molto diversa

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Drizzt do'Urden

"asdf" ha scritto nel messaggio news:sgee2q$e88$ snipped-for-privacy@gioia.aioe.org...

mi sa che hai ragione, peccato che non mi sia venuto in mente di verificare se era sempre sotto tensione o solo a quadro acceso.

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alfio

"Drizzt do'Urden" ha scritto nel messaggio news:sgfm4d$1nde$ snipped-for-privacy@gioia.aioe.org...

quando

provando a banco dopo averle scaricate (cioe' fino a luce fioca) la corrente parte da 120mA e in pochi minuti scende a circa 90 (il mio ali da banco segna 0.09A, per cui non ho modo di essere piu' preciso) dove rimane anche con batterie cariche, la tensione si attesta a 4.5V ai capi delle 3 batterie in serie.

le batterie sono da 700mAh, e quindi siamo vicini alla carica a C/10

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alfio

Il 27/08/2021 18.58, alfio ha scritto:

E' un "circuito" di ricarica calcolato per quelle precise celle, per quella precisa tensione di alimentazione...ha funzionato bene e a lungo perche' i loro parametri elettrici erano ben noti e stabili.

Cambiando pila (anche stessa capacita'), o tensione, magari sballa tutto e, se provi a sostituirle con altre nuove capace che si danneggiano anzitempo.

Tanto per fare un altro esempio, non raramente alcuni circuiti di alimentazione tengono conto delle resistenze interne per gestire i sovraccarichi in sicurezza e, se uno cambia un alimentatore con un altro, fermo restando i parametri elettrici "esterni", rischia di imbattersi in guasti che non si avrebbero altrimenti. Insomma, tutto il sistema rimane in equilibrio solo se completo in ogni sua parte originale.

sandro

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sandro

Vecchie luci di emergenza (tubo fluorescente da 8W), dopo piu' di un decennio non si accendevano piu', vado a smontarle, trovando un circuito molto pulito con tre ni-cd (saldate con linguetta, dimensioni poco meno del "mezza torcia"). Avevano... boh. Dodici, quindici anni. Cerco di recuperarle con ripetute cariche e scariche (essendo luci di emergenza, sono state sempre alimentate. Ni-Cd, ripeto!) e sembrano recuperare, ma non reggono a lungo. Vado a cercarle, trovandole (uguali uguali) nel catalogo RS dell'epoca: oltre che costare una follia rispetto a qualsiasi altra batteria (tipo cinque o dieci volte, anche considerato che si parlava di RS!), avevano la dicitura che erano fatte per essere alimentate in tampone, per luci emergenza. Ne ho comprate giusto tre per recuperarne almeno uno, smontandolo (un elegante parallelepipedo non troppo grande) e mettendogli cavo e spina ed interruttore (in modo da poter decidere se, a spina staccata, restasse acceso o spento). Saranno passati altri quindici anni... ed ancora va. Messo in un angolo, ogni tanto gli stacco la spina... e dura molto piu' di mezz'ora (mi stufo e me ne vado via).

Morale: quello che chiamano "effetto memoria" NON ESISTE: il Buchmann ("battery in a portable world") dice che la Black&Decker ha cercato di replicare la "memoria d'uso" nei suoi laboratori per anni, senza riuscirci. Esiste la microcristallizzazione dell'elettrolita e quella si che fa danno (e viene sbriciolata da cicli di scarica e ricarica). TUTTAVIA, a quanto pare, esistono ni-cd di qualita' che ne sono soggette poco o nulla.

Fabrizio

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Bowlingbpsl

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