quesito su apparecchi elettromedicali ortopedici e fisiatrici, serve piccolo aiuto

scusandomi per l'intrusione anticipo che saro' particolarmente grato a chi vorra' aiutarmi, sembrandomi che la cosa abbia anche una valenza sociale oltre che tecnica.

Descrizione del quesito:

come permettere la vocalizzazione a richiesta dei display di strumenti elettromedicali di riabilitazione, il controllo vocale del timer, e riscontri vocali della pressione di tastini digitali.

In coda trovate la descrizione di alcuni degli apparecchi e dei problemi connessi al loro uso. Chiedo aiuto per delineare una analisi sommaria della componentistica aggiuntiva necessaria allo scopo, dei suoi costi, della messa in opera, al fine di fornire agli organi di governo, in particolare il Cnipa, indicazioni per la valutazione di impatto di tali adeguamenti.

Perche' la domanda non risulti troppo strana o scema chiarisco il contesto.

Intanto mi presento dicendo che sono non vedente, informatico, e mi occupo di accessibilita' dei sistemi informatici ed ho partecipato a gruppi di lavoro ministeriali sul tema. Google puo' fornire ulteriori dettagli a chi fosse interessato. Basta cercare "donato taddei".

Alcuni mesi fa abbiamo raccolto circa 400 adesioni ad una petizione on-line

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piu' un migliaio di firme nelle corsie degli ospedali, con cui si segnalava agli organi di governo la circostanza che sempre piu' spesso gli apparecchi elettromedicali di nuova generazione utilizzati dagli operatori della riabilitazione non vedenti, assunti con riserva di legge come massofisioterapisti, diventano a loro meno accessibili: le manopole e potenziometri controllabili manualmente cedono il posto a pulsantiere digitali e menu ingestibili senza guardare il display: gli fisioterapisti non vedenti, che sono alcune migliaia, o creano un aggravio di lavoro ai colleghi nel farsi dare un occhio o mettono i pazienti a rischio.

Ultimamente il Cnipa (centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione) ha audito i primi firmatari di questa petizione invitandoli a prospettare una possibile soluzione. Abbiamo indicato gli atti amministrativi e normativi che andrebbero emanati, e ci siamo assunti altresi' il compito di fornire una serie di elementi conoscitivi e tecnici sul problema idonei ad avviarlo a soluzione, ovviamente col coinvolgimento dei fornitori delle suddette apparecchiature e nell'ambito dei progetti di innovazione tecnologica finanziabili. Al riguardo prego chi professionalmente potesse essere interessato alla cosa, di volermelo segnalare. Potrebbe essere costituito un apposito comitato tecnico presso il Cnipa e il tutto potrebbe sfociare in finanziamenti o cofinanziamenti mirati.

Come si puo' evincere dalla sottoriportata descrizione di questo campione rappresentativo di apparecchi, nella maggior parte dei casi la vocalizzazione del display non avrebbe bisogno di supportare un motore di sintesi vocale, bastando un set di messaggi preregistrati, un po come gli orologi parlanti da qualche euro, tester parlanti e simili. Al riguardo pregherei chi volesse rispondere di considerare e valutare anche l'ipotesi di un vocalizzatore esterno interfacciato tramite uscita TTY in quanto la legge americana, piu' avanzata della nostra in materia, obbliga i fornitori delle agenzie federali, a garantire, ove non siano previste modalita' di interazioni alternative con gli apparecchi, di prevedere comunque una uscita di tipo TTY cui poter connettere dispositivi alternativi (sottoparte 1194-25, section 508 del Reabilitation Act).

Segue la descrizione di alcuni apparecchi e dei loro problemi d'uso:

1) Apparecchio di elettroterapia modello therapic 7200 serial xx 8q21105 prodotto da tema-srl, 2) Biorem srl elettromedical apparecchio di elettroterapia modello br/155; caratteristiche: è un apparecchio già datato e dispone di comandi a manopole e tastini di selezione corrente . 3) Apparecchio per ultrasuonoterapia: Biorem modello brt/41; caratteristiche: tastini evidenti, ma la digitazione degli stessi non consente un orientamento per il non vedentee display è lcd. 4) Apparecchio per magneto terapia: Biorem modello br/141; caratteristiche: display digitale tastini digitali evidenti di non facile gestione. 5) Apparecchio per radarterapia: fisioray modello microtherm puls; caratteristiche: manopola di regolazione d'intensità manuale senzascatto e timer digitale di difficile impostazione. 6) Apparecchio laser: elettronica pagani modello hpl 7,0 tipo b; tasti assolutamente inesistenti al tatto, display piccolo e lcd. 7) Laser biorem 3b/17: come sopra.

Grazie in anticipo. Donato

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Donato Taddei
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Un bel giorno Donato Taddei digitò:

Credo che l'unica possibilità, come d'altronde hai puntualizzato anche tu, sia quella di richiedere (o al limite imporre con un'opportuna legge) ai costruttori di elettromedicali di fornire un'interfaccia di comunicazione standard alla quale si possano collegare i dispositivi per questi utilizzi speciali. Ad esempio una semplice interfaccia IrDA sarebbe perfetta: vi si potrebbe interfacciare praticamente qualsiasi cosa (dai palmari ai PC a qualsiasi sistema a microcontrollore), e non si incorrerebbe in problematiche riguardo alle normative EMI o cose simili.

Comprendo il motivo per cui si sta gradualmente smettendo di utilizzare i pomelli sostituendoli con le tastiere a membrana: costano molto meno, semplificano moltissimo le operazioni di pulizia e manutenzione dell'apparecchio (fondamentali per gli elettromedicali), e qualora sia necessario permettono anche di costruire apparecchi a tenuta stagna o comunque molto più protetti da agenti esterni.

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asd
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dalai lamah

Se qualcuno mi avesse risposto in privato chiedo scusa: il mio e-mail e' do.taddei$virgilio.it ovviamente sostituendo il dollaro@

valenza

indicazioni

contesto.

on-line

dagli

invitandoli

soluzione,

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i

alternativi

caratteristiche:

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Donato Taddei

Ciao Antonio, Ascolta: Il problema e' proprio cosa ci si deve far scrivere nella legge o norma che sia (potrebbe essere anche una specifica norma Cei ad esempio), una circolare ministeriale ecc.).

Portatepazienza ma ragionarci sopra insieme mi puo' aiutare molto ad inquadrare correttamente il problema.

Dire ad esempio in una norma, ecc.: L'apparecchio deve avere una uscita (irda, usb,) cui poter connettere qualsiasi cosa potrebbe tranquillamente non risolvere il problema: dipende da cosa viene inviato alla porta, ovvero da quali eventi di tastiera e di schermo vengono intercettati e dal tipo di azioni loro associato: potrebbero essere stringhe testuali, come prescrive quale estrema ratio la legge americana, beep, messaggi vocali.

Analizziamo il caso di uscita su porta di stringhe ascii: Vediamo se dalle risposte a queste 4 domande sceme mi aiutate a ricavare elementi utili, con preghiera di indicare all'incirca il costo a dettaglio:

1) - quali componenti sarebbero necessari per intercettare la pressione di un tasto e inviare alla porta una appropriata sequenza ascii? 2) - quali componenti sono necessari all'intercettazione di eventi di un display LCD tipo e invio di stringhe alla porta come sopra? 3) - C'e', se c'e', qualcosa capace di tradurre in formato numerico la rappresentazione grafica di un indice, un cursore, una lancetta ecc.?

Analizziamo ora un'altra possibile opzione:

poiche' questi apparecchi devono poter essere utilizzati anche da personale che non vede, gia' assunto con assunzione obbligatoria, magari da lusti,e poiche' bazzicano con la pellaccia di altri (i pazienti), potrebbe essere chiesta alle aziende direttamente l'uscita in voce o le stesse potrebbero proporla in cambio di rimborsi a carico delle ASL, ovvero del contribuente:

purtroppo tutto quanto attiene a tecnologia e disabilita' alligna in logiche iperprotette di nicchia, sfuggendo a ogni legge di mercato, per cui ad esempio un software che controlla in voce lo schermo oggi costa molto piu' di un computer.

Allora, ritornando alle domande:

4)- cosa serve e quanto verrebbe a costare a un pincopallino qualsiasi, anzicche' inviare stringhe ascii a una porta, sostituire le stesse con messaggi vocali? Ovvero cosa implicherebbe la trasformazione in audio delle suddette stringhe, con messaggi preregistrati, altoparlante, e/o r11 per auricolare compresa?

Qualcuno direbbe giustamente: "e con cio'? Cosa vieni a dire? o le si obbliga in qualche modo o ti attacchi.

Si tratta di far dire a questi signori: guardate, nonostante da impiegati ministeriali dovremmo non capire una mazza di componenti , circuiti, eprom, micro, e simili, ci risulta che la componentistica aggiuntiva necessaria a risolvere il problema ha indicativamente questi costi, (pochi euri ad apparecchio) e la messa in opera, a prezzo di mercato, implica, anche volendo largheggiare per incentivare, al massimo tot euri, per cui Entro questi limiti, ancorche' calcolati molto larghi, lo stato (ovvero il contribuente) e' disposto a finanziarvi questi adeguamenti.

Scriveva ancora Antonio:

Certamente. Io non dico di tornare alla carrozza coi cavalli solo perche' non riesco a vedere il numero dell'autobus. Dico che con l'attuale tecnologia e' semplice e relativamente poco costoso far si' che, all'apertura delle porte dell'autobus, sia annunciato in voce il nome della fermata, a beneficio non solo di anziani, ciechi e analfabeti, ma anche di stranieri o semplicemente distratti.

Per chi potesse essere interessato o incuriosito, riporto quanto scritto in merito al presidente della commissione interministeriale per l'Ict a favore delle categorie deboli e svantaggiate e al coordinatore della sua segreteria tecnico-scientifica presso il centro nazionale per l'informatica nella publica amministrazione (CNIPA).

Scusate la lungaggine e magari rispondete: e-mail: do.taddei virgilio.it od anche sul newsgroup.

Donato

----- Original Message ----- From: Donato Taddei To: ; Cc: ; francesca misseri responsabile operativo nazionale fisioterapisti Sent: Monday, May 15, 2006 4:13 PM Subject: Azioni per l'accessibilita' degli apparecchi elettromedicali

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Reply to
Donato Taddei

Un bel giorno Donato Taddei digitò:

Direi che la soluzione migliore sarebbe quella di riuscirsi a uniformare a norme/legislazioni preesistenti. In questo modo si otterrebbe il doppio vantaggio di accorciare enormemente i tempi legislativi e di ampliare la compatibilità a strumenti che sono già sul mercato.

Esiste già qualcosa del genere? A giudicare da ciò che dici, negli USA esiste già una legislazione vigente.

[...]

Ho qualche dubbio sulla possibilità di prescrivere l'adeguamento di attrezzature preesistenti. Più che il costo dell'elettronica in sè e per sè (che in molti casi può essere irrilevante), il problema in questo caso è rappresentato dal fatto che ci si deve interfacciare con apparecchi estremamente diversi fra loro e a volte molto complessi. Devi considerare la questione in un'ottica commerciale; la prima preoccupazione di un'azienda in questo caso sarebbe quella di progettare un dispositivo unico che possa coprire la più vasta gamma possibile di strumenti. I costi per un adeguamento "personalizzato", strumento per strumento, sarebbero probabilmente inaffrontabili.

Inoltre c'è anche un altro problema: l'applicazione "posticcia" su ciascuno strumento imporrebbe probabilmente la ri-omologazione dello strumento, cosa che (visto il settore di cui stiamo parlando) sarebbe antieconomica.

Sarebbe già un notevole risultato riuscire a normare i dispositivi che devono ancora essere messi sul mercato. In questo modo anche l'applicazione della legge sarebbe molto più semplice: sarebbe direttamente l'ente omologatore (che per gli elettromedicali non so quale sia, probabilmente un ramo del Ministero della Salute) che, nella fase di collaudo del nuovo strumento, ne verificherebbe l'idoneità.

Per i dispositivi preesistenti la legislazione potrebbe fare un'altra cosa: incentivare in qualche maniera una sorta di "contributo di rottamazione", per l'aggiornamento degli strumenti a versioni che aderiscano alle nuove normative.

Fra i due casi esistono differenze sostanziali:

-Un autobus immagino che costi parecchie decine di migliaia di euro (o magari sia vicino alle centinaia), e se l'oggetto costa diciamo mille o duemila euro, l'impatto in termini di costi relativi è piuttosto limitato;

-Gli autobus sono tutti circa uguali, quindi il nuovo dispositivo potrebbe essere praticamente standard per tutti i modelli e omologato separatamente;

-Gli autobus sono relativamente pochi e gestiti in maniera molto centralizzata, quindi la gestione "pratica" dell'aggiornamento sarebbe molto più semplice.

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asd
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dalai lamah

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