Ho un inverter da 4Kw, IN 220 - Out 3x220, le uscite sono riferite a terra. Non sono molto sicuro che il differenziale sull'ingresso protegga anche in caso di contatto con le uscite. Inoltre la frequenza potrebbe essere da 30 a 75Hz e non so nemmeno se il pericolo aumenti sopra o sotto i 50Hz.
"News.tin" ha scritto nel messaggio news:lhsj37$28bv$ snipped-for-privacy@adenine.netfront.net...
non credo che i 220V in uscita siano riferiti a terra, in genere gli inverter industriali non hanno separazione galvanica e il DC bus e' ricavato raddrizzando l'ingresso di linea. quindi l'uscita e' comunque flottante a 50Hz rispetto a terra. dal momento che non c'e' isolamento galvanico, se c'e' una dispersione in uscita si sbilanciano F e N in ingresso e il differenziale dovrebbe intervenire lo stesso, a meno che la forma d'onda non sinusoidale della corrente dispersa non lo mandi in crisi.
i differenziali di classe F fatti apposta per i carichi non lineari e/o che generano correnti di fuga ad alta frequenza.
qui lo nego in quanto non sono un esperto): le fasi in uscita di un inverter monofase a 220V sono a circa 110-115V efficaci, al massimo 130 se viene aggiunta la terza armonica. Quindi ipotizzando un rendimento quasi unitario dell'inverter (ipotesi accettabile in questo caso) accade che una corrente di fuga di 50 mA su una fase di uscita (sufficiente per farti friggere) comporti una corrente di fuga di 25-30 mA sulla fase di ingresso, proprio al limite dei tipici differenziali da 30 mA. Il problema diventa
inverter riducono la tensione di uscita man mano che la frequenza di uscita cala (l'impedenza degli avvolgimenti del motore ovviamente cala al calare della frequenza).
Per cui mi viene da pensare che in casi come questi sia appropriato utilizzare differenziali di classe F, e che inoltre abbiano anche una
Comunque non credo che la frequenza di uscita dell'inverter abbia un impatto diretto sulla forma d'onda della corrente in ingresso, che dipende piuttosto dal tipo di modulazione usata dall'inverter e dal fatto che sia PFC oppure no.
e ne so meno di prima: Un vecchio oscilloscopio analogico non riesce a sincronizzare niente e visualizza un mare in tempesta in cui si riconoscono delle linee
la tensione fra le fasi (uscita) la stimo dall'estensione della figura in circa 700Vpp e a occhio ci siamo; la tensione fra una fase e terra viene letta dal multimetro come 176Vca, e risulta dalla figura circa 350Vpp (non mi pongo domande su questo); una resistenza di 1100ohm fra uscita e terra NON fa saltare il diff, e
Si ma l'analogico non riesce a visualizzare niente di riconoscibile; col digitale (collegato senza terra... 2 minuti brrr) si vede bene il pwm che ricostruisce la sinusoide; 270Vrms, quasi 800 pp compresi di overshoot.
Il digitale si ricava il trigger da un algoritmo sulla sequenza
facile agganciare un segnale PWM al punto giusto.
220Veff (400vpp) fra ogni fase e il neutro;
400veff (700vpp) fra una fase e l'altra. Molti inverter trifase generano direttamente le tensioni fase-fase,
"Massimo Soricetti" ha scritto nel messaggio news:li10mj$pqe$ snipped-for-privacy@ks3294377.kimsufi.com...
tensione di linea = 220 * sqrt( 3 ) = 380 e non 400, qualcosa non torna tensione picco-picco = 220 * sqrt( 2 ) * 2 = 622 e non 400, anche qui qualcosa non torna
"dalai lamah" ha scritto nel messaggio news:4mzmxngsb8n1$.v8ib5wllue7q$. snipped-for-privacy@40tude.net...
la matematica direbbe che sono 127 = 220 / sqrt( 3 )
credo che il tuo ragionamento sia vero ma solo come valor medio (tipo PWM) in quanto dalla linea la corrente assorbita e' sempre impulsiva sulla cresta della semionda, ossia quando i diodi del ponte in ingresso iniziano a ricaricare i condensatori di livellamento.
Immagino che sia proprio questa la differenza fra i vari tipi di
elettronico che calcola il valore RMS su un ampio range di frequenze, mentre i differenziali tradizionali probabilmente contengono solo un filtro RC o comunque qualcosa di passivo che filtra le componenti ad alta frequenza.
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