Amplificatori e distorsione / alimentatori ecc.. :)

Un amplificatore a bjt, intendo un bjt polarizzato in tensione a singola alimentazione, a che tipo di distorsione è soggetto?

Cioè, correggetemi se sbaglio, il segnale può essere distorto dalla caratteristica di collettore non rettilinea se mi spingo vicino alle zone di saturazione o interdizione giusto?

E poi che c'è, la distorsione di intermodulazione?

La prima la capisco bene, e per limitarla o introduco una retroazione più o meno spinta oppure posso aumentare la tensione di alimentazione e lavorare in modeste porzioni della retta di carico giusto?

La seconda chi è che mi spiega come nasce e come limitarla?

E un'altro quesito, ho alcuni testi di elettronica, vi sono schemi di principio di vario genere e trattazioni di base... in uno parlando di alimentatori stabilizzati parla del diodo zenner e dell'aggiunta in uscita di un bjt di potenza. A tal riguardo dice che la tensione di uscita è fortemente legata alla tensione di zenner e fin qui tutto ok. Nel seguito mostra uno schema in cui un operazionale confronta la tensione di zenner con il punto mediano di un partitore resistivo all'uscita e pilota di conseguenza il bjt di potenza... a tal riguardo il testo scrive che "in questo modo la tensione di uscita è svincolata dalla tensione di zenner" ma io la trovo una frase errata!... Voglio dire anche in questo caso, anzi più ancora in questo caso vista la grande amplificazione ad anello aperto dell'operazionale non dovrei ritrovarmi in uscita tutte le schifezze che ho sulla vzenner?

Uno zenner alimentato da un generatore di corrente costante riesce a fornire una buona tensione di riferimento? Come ottenere un'ottima tensione di riferimento, stabilissima e priva di rumore?

Grazie e scusate se ho scritto imprecisioni e le molte domande... mi sto rimettendo dopo 15 anni a giocherellare con l'elettronica :)

Saluti,

Enrico.

Reply to
Enrico
Loading thread data ...

Dovresti specificare la configurazione del transistore, e il tipo di pilotaggio (l'impedenza della sorgente).

Qualcosa del genere, anche se (fino a un certo punto) e` piu` facile vederlo con le equazioni. Quella che chiami distorsione, e` meglio chiamarla distorsione armonica o disto non lineare.

Certo, se c'e` disto non lineare c'e` anche intermodulazione, se metti in ingresso due segnali sinusoidali distinti.

Se limiti la distorsione armonica, limiti anche quella di intermodulazione.

--

Franco

Herz, mein Herz, sei nicht beklommen und ertrage dein Geschick.
(H. Heine)
Reply to
Franco

uumhhh..... BOH! ;)

Scusa ma le mie nozioni sono decisamente di base! :-)))

Pensavo che la configurazione (intendi emettitore comune, base comune ecc?) influisse magari sulla quantità di distorsione...

Um... non ci capisco niente con le equazioni :( Hai qualche link dove si spiegano ste cose? Ma terra terra.. ;)

Quella che chiami distorsione, e` meglio

Se hai voglia di spiegarmi la differenza e i tipi di distorsione ti sarei grato, o se hai dei link... grazie.

Cmq un transistor in qualunque configurazione sia distorce maggiormente mano a mano che mi avvicino all'alimentazione con l'escursione dinamica del segnale ok? Quindi in teoria potrei alimentare il circuito a tensioni più alte (dissipazione permettendo) e lavorare x modeste variazioni del punto di lavoro del transistor?

Sul discorso alimentatori e zenner non mi dici nulla? ;-)

Grazie!

Enrico.

Reply to
Enrico

Ni, nel senso che puoi distorcere il segnale cosi', ma anche in altro modo. Omettendo tutto quel che riguarda la polarizzazione del circuito, in linea di massima un ampli dovrebbe essere lineare, nel senso che se Vin e' il segnale d'entrata, allora Vout, il segnale d'uscita, dovrebbe essere dato dalla formula: Vout=G*Vin dove G e' il guadagno dell'amplificatore. Ora non succede mai cosi'. Prima di tutto per calcolare il guadagno si passa dal circuito a piccoli segnali, che e' una linearizzazione del circuito. In realta' un bjt ha una caratteristica esponenziale, e volendo fare tutti i calcoli come andrebbero fatti si trova che l'uscita e' uguale a: Vout=G1*Vin+G2*Vin^2+G3*Vin^3+G4*Vin^4+... (1) Quindi anche senza saturare e/o bloccare il bjt, il segnale d'uscita non e' piu' proporzionale al segnale d'entrata. Per la cronaca il THD (Total Harmonic Distortion) viene calcolato come: THD=sqrt((G2^2+G3^2+G4^2+...)/(G1^2+G2^2+G3^2+...)) oppure secondo Vladimirescu: THD=sqrt(G2^2+G3^2+G4^2+...)/abs(G1) (personalmente preferisco la prima perche' nella seconda si possono avere distorsioni maggiori del 100%...

Se hai un segnale sinusoidale V*sin(wt) ed una distorsione come quella mostrata in (1), in uscita avrai qualcosa del genere: Vout=V1*sin(wt)+V2*sin(2wt)+V3*sin(3wt)+... quindi il segnale alla pulsazione w piu' le armoniche a 2w, 3w, 4w,... Se inserisci un segnale formato da due sinusoidali a frequenze ravvicinate, ad esempio w+dw e w-dw, avrai le armoniche

2(w+dw), 3(w+dw), ... e 2(w-dw), 3(w-dw), ... ed inoltre avrai anche delle combinazioni tra di loro, ad esempio: 2(w+dw)-(w-dw)=w+2dw 3(w+dw)-2(w-dw)=w+3dw .... e queste ti sporcano il segnale ancora di piu'. Viene chiamato prodotto di intermodulazione.

No, e' giusta nel senso che se usi uno zener (con una n) e basta sei limitato dalla tensione zener del diodo. Ma usando un partitore di tensione puoi avere qualunque tensione e non necessariamente quella zener del diodo.

E' vero che il diodo zener ha una grande resistenza differenziale. E' per questa ragione che non si applica mai la tensione di alimentazione direttamente sullo zener, ma si fanno dei circuiti ad hoc per diminuire le fluttuazioni e cercare di annullare la deriva termica dello zener.

Difficile rispondere via mail, dovrei fare uno schema fidocad, ma non ho troppo tempo ora...

Ciao Scola

Reply to
nicola scolari

"nicola scolari" ha scritto nel messaggio news:43831b93$ snipped-for-privacy@epflnews.epfl.ch...

Ok avevo interpretato male la frase.. :)

Cos'è la resistenza differenziale? Non l'ho mai sentita :(

E' un pò che non giocherello con queste robe, inizierò presto appena sistemato quel pò di laboratorio... però uno zener se ricordo bene non è che dia quella gran tensione stabilizzata, perlomeno con la tipica resistenza di polarizzazione degli schemi che sono sui libri no, e ci trovi sopra di tutto.

Ma cosa si intende x "stabilizzare in temperatura"? Alimentarlo a corrente costante?... Non so xchè sui libri scrivono ste cose senza spiegare come farle ;)

Ti ringrazie intanto del tempo che mi hai dedicato, se un hai pure un link valido è bene accetto...

Grazie,

Enrico.

Reply to
Enrico

Ammetti di imporre una corrente I0 ad un diodo zener: avrai ai capi del diodo una tensione Vz. Ora se aumenti la corrente I0 di dI, dunque la corrente e' I0+dI, avrai ai capi del diodo una tensione Vz+dV, ovvero la Vz e' aumentata di dV. Il rapporto dV/dI e' detto resistenza differenziale.

effettivamente e' cosi', ed e' per quello che bisogna aver cura di non usare semplicemente resistenza + diodo zener.

No. La tensione zener varia con la temperatura, qualche mV (credo anche

10mV, dipende dal diodo) ogni grado centigrado. Stabilizzare in temperatura significa rendere il tuo circuito immune dalle variazioni di temperatura. Di solito lo si fa imponendo una corrente di polarizzazione che varia in modo inverso rispetto allo zener.

Ciao Scola

Reply to
nicola scolari

Ciao Franco Mi permetto di finire il discorso !!

Oltre a questi trovi anche segnali con frequenze ( F1+F2) ,( F1-F2) e altri ancora . Questa distorsione e' usata proprio nei modulatori ,con quello scopo (creare frequemze intermedie da segnale in ingresso piu' oscillatore locale).

Ciao Giorgio

--
non sono ancora SANto per e-mail
Reply to
giorgiomontaguti

ElectronDepot website is not affiliated with any of the manufacturers or service providers discussed here. All logos and trade names are the property of their respective owners.