Alimentatore regolabile

Ho visto nelle fiere quei cinesotti 12v / 5a in vendita a circa 50-60 euro (sulla baia sono sui 75) e mi è venuta voglia di acquistarlo.. ho però avuto modo di provarlo in quanto un venditore ne aveva uno collegato proprio per lo scopo e ho notato che a circa metà corsa del potenziometro V era come se ci fosse stato uno step.. sono rimasto perplesso e ho pensato a un difetto, ho chiesto di provarne un altro e il venditore, gentilissimo, ne ha estratto uno ma l'effetto era lo stesso.. di cosa si tratta? la regolazione avviene in due step? Sono prodotti validi? voglio dire, a parte l'uso sporadico, hanno una certa affidabilità oppure muore di punto in bianco e la destinazione discarica diventa il solo utilizzo affidabile?

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Daniele
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Il 13/02/2013 16:56, Daniele ha scritto:

o

se non ho frainteso quello che hai descritto, per diminuire la dissipazione del calore (e il costo per i dissipatori necessari allo scopo) probabilmente il trasformatore ha due secondari che vengono commutati...

ma per step intendi una discontinuità nello scorrimento del potenziometro o una discontinuità nei valori della tensione di uscità ?

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not1xor1

Il 13/02/2013 17:47, not1xor1 ha scritto:

Entrambe purtroppo, è stata la cosa che mi ha fatto desistere dall'acquisto. in pratica si sente il potenziometro fare un piccolo scattino e a fronte di ciò si vede la variazione nel voltmetro, la differenza tra prima e dopo lo scattino viene ripresa in questo modo (ad esempio, il valore esatto non me lo ricordo ma ricordo che la differenza era di 0.6V):

0-----7.4|6.8-------12V

Dove "|" è il punto in cui si sente il balzello del potenziometro. Quando l'ho notato e ho chiesto di vederne un altro si è formato un capannello di gente curiosa e qualcuno ha voluto constatare la stessa cosa e ha rinunciato all'acquisto come me perchè si cercava qualcosa di lineare, a me sta cosa del balzello non va..

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Daniele

Il 14/02/2013 01:41, Daniele ha scritto:

forse c'è un meccanismo collegato direttamente con l'albero del potenziometro invece di un circuito che commuta un relè in base al valore della tensione

anche se in pratica lo "scatto" di tensione di cui parli non dovrebbe essere importante (di solito regoli l'alimentatore prima di collegarlo al circuito da testare) un meccanismo azionato dal perno del potenziometro potrebbe essere meno affidabile di un relé (ammesso che la mia supposizione sia giusta)

ma non hai preso in considerazione l'autocostruzione?

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not1xor1

Il 14/02/2013 06:30, not1xor1 ha scritto:

Si, dopo aver visto questa cosa ci ho pensato e ho pensato che se dovessi farne uno da me lo farei almeno da 24V e 10A, avevo trovato dei trasformatori generosi a buon prezzo.. L'importante è che sia regolabile in tensione e corrente, ma dovrei trovare uno schema non troppo complicato altrimenti rischio che mi convenga comprarneuno già fatto..

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Daniele

Vedi se trovi anche dei bei dissipatori...

Forse la seconda...

Saluti scontati (in ambo i sensi)

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Tomaso Ferrando

Il 14/02/2013 10:48, Daniele ha scritto:

ma ti serve veramente tutta quella corrente ? sei un radioamatore ?

Il problema maggiore per quella potenza è il sistema di dissipazione del calore... specialmente se vuoi farlo variabile fino a valori di tensione bassa... per una decina di BJT in TO3 te la cavi anche con una decina di euro, ma tra dissipatori, ventole e isolatori se ne vanno almeno 5 volte tanto...

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not1xor1

Il 14/02/2013 14:54, Tomaso Ferrando ha scritto:

+1 ;)
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Daniele

Il 14/02/2013 15:32, not1xor1 ha scritto:

si

Non più ma mi tornerebbe comodo per alimentare anche dei filamenti di valvole di notevole amperaggio, ti direi anzi che a 10 sarei al limite in qualche caso..

Ventole e dissipatori non sono un grosso problema, forse gli isolatori..

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Daniele

A tensione variabile? E poi perche' in continua?

Per l'anodica?

Saluti di placca e griglia schermo.

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Tomaso Ferrando

Il 15/02/2013 00:32, Tomaso Ferrando ha scritto:

Perchè le tensioni non sono sempre uguali e vorrei poterlo usare anche per altri eventuali necessità e poi, nel caso specifico, i filamenti sono in continua (catodo a riscaldamento diretto)

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Daniele

Questa me la spieghi?

Qui sembra che non sia necessario:

formatting link

Ma forse si tratta di circuiti Ai Fai o di DAC a valvole...

Saluti polarizzati automaticamente.

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Tomaso Ferrando

Il 15/02/2013 01:21, Tomaso Ferrando ha scritto:

A me pare invece si tratti di un finale RF e nei finali RF non è prettamente necessaria la DC in quanto, a seconda del circuito, la rete non sale in aereo e qui mi pare abbiano usato solo un filtro. Non è comunque il terreno in cui mi muovo io, non me ne sono mai occupato, preferisco occuparmi di radio anni '30-'40 e a volte capita anche qualche amplificatore da cinema (o da "sala di soggiorno") che succhia diversi ampere ai filamenti..

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Daniele

Penso che si parli di antenne e non di Alitalai o concorrenti... Ma credo sia il caso di sorvolare...

Quelle che filtravano l'anodica con la bobina di campo?

Vantaggi apportati del "riscaldare" delle EL34 o 807 in continua?

Saluti a vuoto.

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Tomaso Ferrando

Il 15/02/2013 02:54, Tomaso Ferrando ha scritto:

ma ROTFL.. dimmi che questo passaggio l'hai scritto per fare la battuta, sono sicuro che sai che aereo è l'antenna..

Mi è anche capitato che il campo fosse con presa e una parte del campo era filtro e l'altra parte resistenza di polarizzazione.. la casa adduceva a un ritrovato per migliorare la musicalità ma in verità non l'ho più visto fare..

Personalmente (leggi "per quanto generalmente, ma non esclusivamente, passa dalle mie mani") nessuno, per altri si ridurrebbe il calore prolungando la vita del filamento e altre alchimie che lascio all'orecchio di quegli audiofili un pò snob; è però vero che in uno chassis, montato in aria, l'assenza di una rete di alimentazione in alternata non crea il problema di dover stare attenti a dove far passare la linea segnale, soprattutto nel front end di preamplificazione.

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Daniele

Certamente, ma non ho capito quale "rete" si arrampichi fin lassu'...

Non e' che fosse il "carico anodico"? (che fosse roba attaccata alla g2? Resistenza?).

Sara' diminuito il costo dei magneti permanenti...

Di solito i triodi piccoli (non le 2A3) non si mettono vicino al trasfromatore di alimentazione...

Saluti.

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Tomaso Ferrando

Il 15/02/2013 18:24, Tomaso Ferrando ha scritto:

ronzìo di rete [cit.]

No, non c'entra niente il carico all'anodica, se trovo lo schema da qualche parte lo posto così lo vedi.

Si saranno resi conto che gli effetti sperati non erano così rilevanti..

Puoi mettere lontano finchè vuoi ma ci sono schemi e chassis che portano disturbo e allora dai prima a mettere i filamenti in continua che non tribolare con cablaggi e logistica di posizionamento..

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Daniele

Il 14/02/2013 10.48, Daniele ha scritto:

Per non andare sul complicato ti suggerisco di usare schemi con l'IC uA723 che necessita di pochi altri componenti. G.

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Giorgio

"Giorgio" ha scritto nel messaggio news:kfnt79$v4r$ snipped-for-privacy@speranza.aioe.org...

Siamo nel 2013 e viene ancora consigliato un regolatore progettato 30 e più anni fa che mi sembra di ricordare richiedeva per funzionare delle tensioni negative o di riferimento. Interessante.

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VxIxcosfi
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VxAxcosfi

Il 16/02/2013 13:29, VxAxcosfi ha scritto:

A723

più

ioni

ma no... solo che se non ricordo male la tensione di riferimento era uno zener (transistor polarizzato inversamente) piuttosto che un più moderno bandgap, quindi si aggirava sui 7 V

comunque un alimentatore lineare è tutto sommato un circuito banale

basta un tl431 per il riferimento e un paio di operazionali di cui uno come differenziale per monitorare la corrente erogata con maggior precisione della solita giunzione BE di un transistor

se l'O.P. ha bisogno di tutta quella corrente, può essere conveniente usare un circuito con stabilizzazione sull'uscita negativa così ha degli NPN col collettore a massa che può fissare direttamente sui dissipatori senza isolante elettrico

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not1xor1

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