Mi e' appena saltato un fusibile sul mio amplificatore. Il fusibile e' un 5x20 siglato F4/250E, che, da quanto ho capito, vorrebbe dire 'Rapido - 4A - 250V' (anche se non ho trovato accenni a sigle con la E finale).
La mia domanda da perfetto ignorante e': questi dati sono sufficienti a scegliere il ricambio? Per farmi un'idea sono andata sul catalogo di RSComponents e ne ho trovati 6 tipi di 5x20 rapidi... LBC, HBC, corpo in vetro, in ceramica... uno vale l'altro?
Se non sbaglio la E è la potenza che riesce ad aprire. Per esempio, se il fusibile ha una capacità di apertura di 10kA e nel cortocircuito stanno passando 11kA, il fusibile brucia, ma non riesce ad estinguere l'arco che si forma.
Metti un qualsiasi fusibile rapido da 4A e vai tranquillo. Se poi non e' da 4 ma da 5A, va benissimo lo stesso. Non porti troppi problemi per un fusibile. Rimane invece da capire perche' e' bruciato. Puo' essere un semplice sovraccarico, oppure se si e' verificato un guasto, il fusibile nuovo brucera' ancora appena riaccendi. In questo caso non insistere e mandalo a riparare. E Buon Natale!
"Feanorelf" ha scritto nel messaggio news:cbTEb.3971$ snipped-for-privacy@tornado.fastwebnet.it...
Mi rimane un dubbio: ho capito che esistono fusibili ad alto e basso o alto potere di interruzione.
I primi indicano una capacita' di interruzione di 35 A, i secondi (che per ora ho trovato solo sui cataloghi Distrelec e RSComponents, ma che assomigliano di piu' a quello da sostituire) di 1500 A.
Pensavo che la rottura del dielettrico, e la conseguente formazione dell'arco, fossero funzione della differenza di potenziale alle estremita', e non di una corrente.
Quindi che cos'e' questo 'potere di interruzione'? E che rischi comporta sostituire un fusibile ad alto potere di interruzione con uno a basso?
35A è molto basso! Di solito sono nell'ordine di grandezza delle kA.
Piccola nota: dielettrico è sinonimo di isolante.
Se hai un carico fortemente induttivo e hai un cortocircuito, se stacchi istantaneamente la corrente (come fa un fusibile) hai un picco di alta tensione che genera un arco sul fusibile bruciato. Questo arco ha resistenza praticamente nulla, quindi la corrente continua a scorrere come prima e non hai risolto niente.
La cosa è abbastanza spettacolare se lavori con i superconduttori: ho visto una bobina superconduttrice in cui passavano 100kA *evaporare* perché la temperatura era salita un pochino e non era possibile staccare un carico così estremo.
Anche se il fusibile deve proteggere da un fulmine si trova ad avere problemi: da un istante all'altro hai una corrente di 10kA sul fusibile, che evidentemente salta, ma se ha un potere di rottura di
1kA, si forma un arco e non serve a niente.
Il potere di interruzione è la corrente massima che un fusibile riesce a disinserire efficacemente. Il rischio che corri è piuttosto basso come danni alle persone, un po' piú alto come danni alle cose. Dipende anche dal tipo di applicazione: se si trova prima di un trafo per proteggerne il primario, uno a basso potere di rottura va benissimo. Se si trova in una protezione a crowbar ne hai bisogno uno ad alto potere di interruzione.
Piccola nota a difesa dell'amor proprio: qui dielettrico l'ho inteso proprio come isolante (quando il fusibile e' gia' fuso), e rottura del dielettrico come la situazione in cui l'isolante non isola piu'.
Immagino quindi che, al contrario, sostituire un fusibile a basso potere di interruzione con uno a d alto (sempre a pari corrente e tensione nominali) non dovrebbe comportare problemi... corretto?
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