Gestione energia in modo economico con LIDL

Lidl ha due prodotti molto interessanti (per il prezzo, piu' che altro).

Un wattmetro:

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Ed una serie di prese telecomandate:

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Ora, il wattmetro prevede anche:

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di impostare una potenza massima. Il superamento di questa potenza fa scattare una segnalazione.

Ora, posso immaginare che la modifica del progetto del wattmetro (che e' molto semplice, senza alcuna azione sulla 230V) per collegare un rele' a bordo che possa essere controllato da questa segnalazione potrebbe essere costosa (per le direttive di sicurezza).

Ma se consideriamo l'alternativa per cui questo segnale attiva semplicemente un segnale con un circuito identivo al telecomando delle prese telecomandate, abbiamo la possibilita' di far funzionare una presa telecomandata controllata come limitatore di carico per evitare il supero della potenza massima impostata.

Mi domando, come mai nessuno dei fornitori di LIDL ha pensato di uscire con un simile ibrido. Io lo acquisterei subito.

Secondo voi possono esserci difficolta', nel senso che la vedo troppo semplice ?

Tra parentesi ho anche considerato l'ipotesi di modificare il wattmetro, ma dovrei "intercettare" in qualche modo la codifica che sul LCD fa apparire il simbolo di overload, cosa non proprio banale.

Suggerimenti ?

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Roberto Deboni DMIsr
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Il 20/10/2016 03:45, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:

,

all'assemblaggio di moduli e a scrivere qualche riga di codice

mi pare infatti che ci siano degli "shield" energy monitor per

in alternativa si potrebbe ricorrere ai moduli ST oltre ai discovery, ci sono i nucleo che dovrebbero essere compatibili con gli shield di arduino e a novembre dovrebbero uscire nuovi moduli compatibili anche con l'IDE arduino (non ricordo come si chiamano) che hanno una maggior potenza computazionale (e migliori prestazioni a livello degli ADC nel caso si voglia fare tutto con quello integrato)

(moltiplicatore analogico + vari comparatori, opamp, ecc.) :-)

--
bye 
!(!1|1)
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not1xor1

ha scritto:

l

E' molto piu' semplice: non serve il telecomando...

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ferrando

ha scritto:

Se c'e' l'accesso al piedino del lcd che comanda il simbolo ti basta una po rta xor tra questo e il backplane.

mandi

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zio bapu

Purtroppo ci sono troppo pochi piedini in rapporto al numero di simboli ... temo una "codifica". Il "non banale" era nel senso che occorre studiare cio' che esce verso l'LCD fino a scoprire la combinazione interessante che poi va "intercettata" con un po' di logica (CMOS a questo punto ?).

Reply to
Roberto Deboni DMIsr

Ovvero (brancolo nel buio: ma si ricordi la premessa: niente attuazione diretta per ragioni di sicurezza - il telecomando ha il vantaggio di una netta separazione tra generatore del segnale - che lei tiene in mano - ed attuatore - sicuramente inserito nella presa elettrica).

Mi riferisco al problema della certificazione di sicurezza dell'oggetto finito.

Reply to
Roberto Deboni DMIsr

La mia domanda era anche nel senso: ma i "cinesi" cosa aspettano a farlo per la LIDL ? Ci sono problemi che non ho visto ?

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Roberto Deboni DMIsr

MIsr ha scritto:

lidl

-

inito.

Cominciamo col definire chi deve "attuare" che cosa...

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ferrando

MIsr ha scritto:

o,

a porta xor tra questo e il backplane.

..

Da quel poco che so sugli lcd, non mi sembra che possano essere multiplexat i, dovrebbe esserci un segnale a onda quadra "comune" il BP e un segnale in vertito per accendere il simbolo o in fase per spegnerlo. Poi tutto puo' essere.

mandi

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zio bapu

Abbiamo una (o due ?) aziende che fabbricano secondo certe normativa:

- un wattmetro digitale

- un telecomando con prese telecomandata

Il mettere insieme i due oggetti, dal punto delle normative di sicurezza (sostanzialmente gli oggetti che vanno ad "infilarsi" nella presa con 230V) il wattmetro ed le prese telecomandate sono, si suppone, gia' a norma.

Ora, dal punto di vista della 230V (ove sta il pericolo per l'utilizzatore) se il wattmetro emette una onda radio (il lancio del comando), non credo che cambia qualcosa (non diventa, cioe' piu' facile prendere la scossa).

In quanto alle prese telecomandate, non occorre alcuna modifica, non fanno altro che svolgere il loro compito.

Infine, con il radiocomando risolviamo anche il problema del cablaggio. Infatti, il wattmetro deve essere posto a monte di tutto l'impianto domestico in modo da misurare il consumo totale. Le prese telecomandate vanno invece sistemate sulla presa vicina all'apparecchio "ingordo" che vogliamo gestire.

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Roberto Deboni DMIsr

Il 23/10/2016 14:47, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:

Ma il problema rimane il wattmetro che misura solo cio` che passa attraverso di lui e uscente dalla singola presa. Senza modifiche all'impianto elettrico non vedo come possa essere usato altrimenti.

A meno di voler cablare un impianto elettrico secondario, alimentato dal wattmetro su una presa dell'impianto principale...

Tra l'altro mi domando cosa dicono le norme in questo caso... visto che l'impianto elettrico base non verrebbe minimamente toccato/manomesso.

Reply to
Claudio_F

MIsr ha scritto:

%20lidl

e

po

e

no -

o finito.

V)

e)

che

o

tico

Oltre al sistema di misura (non farei passare tutta la corrente di casa att raverso un coso della LIDL), non vedo come quest'ultimo riesca a capire e s taccare il carico che in quel momento assorbe di piu'.

Saluti e Load Shedding

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ferrando

On 2016-10-23, snipped-for-privacy@libero.it wrote:

Io lo faccio da ormai oltre dieci anni (da quando e' uscito il primo apparecchio e nel contempo sono stati installati i telegestori), altrimenti dovrei fidarmi ciecamente delle misurazioni del mio distributore di energia elettrica. La portata c'e' quasi tutta: 3600W, e poi il mio massimo (che nel 2017 tutti vedrete in ogni bolletta il proprio massimo) e' sempre inferiore a 2000W, percio' ci sto alla grande. La spina schuko e' una spina molto robusta, capace di portare tutti i 16A della sua portata nominale.

Ho acquistato una presa schuko in modulo DIN da centralino. Ho aperto il salvavita, togliendo cosi' tutta la corrente. Ho staccato i due fili che partono dal salvavita per andare ai due magnetotermici. Ho collegato questi due fili alla presa schuko che poi ho inserito nella barra DIN, di lato degli interruttori (per fortuna ho un quadro da 12 moduli, con abbondante spazio di riserva). Poi ho preso una buona spina schuko, scelta con i morsetti piu' grandi possibile, in grado di accettare cavetti da 4 mmq (le spine non sono tutte uguali, se le aprite e provate con varie marche, scoprite che alcune hanno i morsetti piu' robusti ed altri sono schifezze). Ho collegato due cavi da

4 mmq, uno blue, ed uno (nero, grigio o marrone) dello stesso colore della fase che arriva dal salvita, ora sulla presa elettrica. Il rispetto del colore non ha funzione elettrica, ma segue la norma per l'identificazione. Ho infilato un capocorda su ogni cavetto e poi ho intestato i cavetti nella spina. Il capocorda che intendo io non e' altro che un tubicino metallico (sembra acciaioso) con il diametro giusto per accogliere i trefoli, con un collarino di plastica colorata di pochi millimetri che serve da "imbuto" ed identificazione e serve ad impedire che i trefoli vengano danneggiati dalla vite che stringe, mentre ruota, oltre ad assicurare che tutti i trefoli vengano presi e facilitare l'operazione (ecco perche' era importante trovare una spina con i morsetti abbastanza grossi). Ho intestato i due cavetti nella spina, stringendo con forza le viti. Ho infilato i due cavetti in una guaina isolante da 750V, ho messo il coperchio alla spina, con la guaina che passa dentro il foro (in modo che i cavi da 4 mmq sono completamente nascosti). Ho forato uno dei "tappi" che chiude lo spazio nel centralino non occupati da moduli din e ci ho fatto passare la guaina citata. Poi ho fissato l'altro capo dei cavetti a monte del primo magnetotermico, insieme al "cavallotto" all'altro magnetotermico. Ho chiuso il pannello del quadro, ho incastrato il "tappo" forato al suo posto, ed ho infilato la spina schuko nella presa. Ho dato corrente, e da quel momento, ad altezza d'occhi, con pochi clic, ho a disposizione:

- lettura della tensione istantanea

- corrente istantanea

- potenza istantanea

- potenza massima erogata (picco)

- consumo cumulato in prima fascia oraria

- consumo cumulato in seconda fascia oraria

- consumo cumulato totale Purtroppo si puo' gestire solo due fasce orarie, ma per fortuna i fornitori domestici spesso si limitano a solo due fasce orarie. Ovviamente e' impostabile l'orario delle due fasce, completo di calendario per gestire sabato e domenica (quindi il ciclo settimanale). Non e' possibile inserire le festivita' infrasettimanali, ma questo causa, sulla lettura a lungo termine, un modesto errore di misurazione, peraltro rettificabile in parte con alcune stime ed ipotesi di calcolo (considerando ad esempio il consumo medio giornaliero).

Fino ad oggi i consumi misurati sono compatibili con quelli in bolletta, come c'era da aspettarsi. Ovviamente non ho consumi degni di menzione nello scantinato e nel garage, che non vengono presi dal wattmetro. Dato che cio' che nei garage o nella cantina consuma, sarebbe collegato a spina (non sono le lampadine, oggi a LED, di pochi watt, a fare la differenza) chi per esempio, ci mette un congelatore, basta che infili in mezzo un altro wattmetro e poi deve solo sommare le due letture. Una seccatura in piu', ma con un foglio elettronico, non e' poi la fine del mondo e cosi' si torna in pari con le letture in bolletta.

PS: la lettura di corrente mi ha permesso varie volte di accorgermi di avere dimenticato qualcosa di acceso in casa. Ormai ho preso l'abitudine, prima di uscire, di lanciare uno sguardo al rilevamento. Ovviamente se in quel momento il frigo e' acceso, non "vedo" i carichi piccoli, e lascio perdere.

Per chi capisce di volte, ampere e watt e' molto interessante avere la situazione sotto controllo di come sono le cose in casa.

Una modifica da fare in futuro e' di spostare la misurazione a valle di ogni magnetotermico con due wattmetri. Ma chissa' quando avro' tempo ... Magari quando installo le pompe di calore ed aumento la potenza a 6kW. Allora un wattmetro Lidl non potrebbe farcela, ma dato che le sottoreti su un contratto da oltre 3 kW sono normalmente entro i 3 kW cadauno, basta inserire un wattmetro a valle di ogni magnetotermico.

Questo mi porta a ricordare una promessa AEEGSI che dal 2017, con l'installazione dei nuovi contatori elettronici (vengono cambiati ogni

15 anni circa), sara' disponibile l'accesso da internet (e quindi anche da smartphone) e/o con un dispositivo acquistabile facoltativamente, in remoto dei dati misurati e memorizzati dal misuratore elettronico. Scopro ora, pero', che la lettura non sara' instantanea ma i dati saranno disponibili a remoto solo nelle 24 ore. Insomma, in realta' si tratta di "trasposizione" software dalle banche dati del distributore ? Ma che fesseria!

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Ovviamente non puo' saperlo. E' l'utilizzatore che avra' cura di inserire la presa telecomandata sulla presa a cui e' collegato il carico "sacrificabile".

Ovviamente non si sfruttano tutte e le prese telecomandate del kit, ma una sola. Le altre restano telecomandabili con il telecomando. Una versione piu' evoluta di questo wattmetro che lancia comandi remoti radio potrebbe essere una con due canali selezionabili, sfruttando due prese telecomandate, usando una priorita': in caso di supero si stacca un primo carico, se il supero persiste o ritorna, si stacca anche il secondo carico. Questo puo' anche essere utile se il primo carico in quel momento non sta assorbendo (e quindi il suo distacco non avrebbe effetto di alleggerimento).

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Roberto Deboni DMIsr

Il wattmetro deve misurare TUTTO il carico della propria utenza, altrimenti come fa a rilevare il supero di potenza contrattuale ?

Per quale ragione ? Oltretutto cosi' perderebbe la capacita' di rilevamento del supero dei limiti contrattuali.

In teoria, l'intervento sul quadro elettrico sarebbe una manomissione. Ma essendo limitato al quadro elettrico, quindi facilmente visibile a qualsiasi installatore o verificatore che dovesse entrate nella abitazione, e se fatto come deve essere fatto, non vedo problemi. Al limite si chiede di far fare il lavoro ad un elettricista (e' cosi' semplice che non dovrebbe chiedere piu' di 50 euro + 50 euro per la dichiarazione). E se il centralino e' solo da 8 moduli o meno, basta mettere la presa schuko di lato, in una scatola apposita (se ad incasso) o con un modulo da parete (se non ci sono problemi estetici o di spazio).

Se fatto in fai-da-te, problemi potrebbero esserci per gli inquilini, perche', se l'impianto originale aveva la conformita', il padrone potrebbe chiedere il ripristino (peraltro abbastanza rapido, basta "togliere" le aggiunte nel centralino), per ragione della sua responsabilita' come proprietario.

Reply to
Roberto Deboni DMIsr

...snip...

Ovviamente, il cavo di terra non va toccato (cioe' non pensate di staccarlo ed inserirlo nella presa-spina!). L'impianto elettrico deve restare solidamente collegato all'impianto di terra del fabbricato. Pero' va certamente derivato un cavo di terra alla presa schuko, per il caso che si volesse utilizzare la presa in diretta, staccando tutto l'impianto elettrico in casa. Sulla spina schuko invece non ci va alcuna connessione di terra, essendo l'impianto elettrico gia' collegato originariamente alla terra.

...snip...

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Roberto Deboni DMIsr

Il 24/10/2016 14:07, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:

Ma come per quale ragione? Per il fatto che mettere le mani sull'impianto e` semplicemente vietato.

Che poi si faccia, e con cognizione di causa si possa tecnicamente fare in piena sicurezza e anche meglio di tanti professionisti troppo frettolosi, non cambia le prescrizioni.

La mia ipotesi era di intervenire senza manomissione. Ovvio che se uno si assume la responsabilita`di quello che fa, finche` non succede niente (o deve vendere) tutto va bene...

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Claudio_F

"vietato" ?

a parte il fatto che: a) non avevo inteso il significato del suo impianto secondario b) anche l'impianto secondario deve rispettare le prescrizioni salvo sia un impianto "volante"

La modifica puo' essere fatta anche da un impiantista, con tanto di dichiarazione. Non sto incitando al fai-da-te a tutti i costi.

La "manomissione" e' solo a livello centralino, e non e' clandestina, ma perfettamente visibile. Non vedo possibilita' di incidenti da parte degli installatori per errate manovre o presunzioni.

Vediamo di chiarire cosa si puo' o non si puo' fare.

E chi.

Prima di tutto l'inquilino ha sostanzialmente le mani legate, ed e' giusto, visto che se "muore", e' il proprietario che va nei guai.

E nel caso del padrone di casa a casa sua, dove non ci sono dipendenti o studi (luogo di lavoro) ?

Prima di tutto, ogni manomissione puo' inficiare la Dichiarazione di Conformita'. Ritengo pero' che se si opera solo nel centralino, rimanga la tutela per guasti dovuti all'impianto stesso nel resto della cassa. La questione e' che l'onere della prova passa al cliente, che deve provare (con un perito) che la modifica non e' causa di quanto avvenuto altrove.

Ovviamente se siete uno dei milioni che non ha la Dichiarazione di Conformita' (la cui necessita' scatta solo alla prima vendita come abitazione "finita"), il problema non esiste. Hmmm, anche il cambio di potenza elevata (da 6 kW, che implica una modifica degli impianti) puo' far scattare la necessita' di fare la Dichiarazione di Conformita' o la Dichiarazione di Rispondenza, per impianti privi della DiCo. Chi ha la casa vecchia, stia attento alle variazioni contrattuali!

Quali sono gli obblighi del proprietario ? Si trovano nel DM 37/2008 all'art.8:

  1. Il committente e' tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione straordinaria degli impianti indicati all'articolo 1, comma 2, ad imprese abilitate ai sensi dell'articolo 3.

La questione e' se l'inserimento su una linea nel centralino (e tutto stando dentro il centralino) di un coppia presa-spina va ritenuto:

- installazione di impianto

- trasformazione di impianto

- manutenzione straordinaria di impianto

Secondo me, siamo in zona grigia, data la limitatezza dell'intervento (in pratica non facciamo altro che inserire un "sezionatore meccanico", cosa anche auspicabile in certe situazioni).

Gia' che ci sono, come e' per per il proprietario la manutenzione ? Vedi art.10

  1. La manutenzione ordinaria degli impianti di cui all'articolo 1 non comporta la redazione del progetto ne' il rilascio dell'attestazione di collaudo, ne' l'osservanza dell'obbligo di cui all'articolo 8, comma 1, fatto salvo il disposto del successivo comma 3.

Come vede, se vuole cambiare lampadario o una presa elettrica rotta, o un magnetotermico inceppato, non deve chiamare l'installatore (e' manutenzione ordinaria, ovvero sostituzione di un pezzo con uno equipollente).

All'art.15 abbiamo le sanzioni. Per il proprietario si tratta di sanzioni amministrative da ?1'000 a ?10'000 da valutare in base alla entita' e complessita' della modifica apportata, dal grado di pericolosita' ed altre circostanze obiettive. Se fatto bene, con tutti i "crismi", e si cade tra le grinfie di un aguzzino, non vedo una multa superiore a ?1'000. Altro non c'e'. Ovviamente si deve trattare di un lavoro fatto bene, serio, altrimenti, se qualcuno si fa male, potete finire sul penale e costare ben piu' di ?1000 di multa.

Se si e' diplomati periti elettrotecnici o altra professione (anche come dipendente in una ditta dove si cablano cavi elettrici) ritengo che non avete nulla da temere, se non delle seccature burocratiche.

Se siete fai-da-te "puri" (con studi umanistici), temo che la via sia tutta un salita, in una Unione Europea dalla cultura sempre piu' asfissiante combinato con un certo zelo fascistoide nazionale.

Reply to
Roberto Deboni DMIsr

ha scritto:

Io, per sicurezza, avrei tolto la tensione...

Magari anche/solo i kWh, quelli che si pagano.

quel

la

le".

a

adio

o.

o).

Ma ne varra' la pena?

Reply to
ferrando

Ma e` proprio considerando il: "Il committente e' tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione straordinaria ecc", che essendo tenuto A, deve astenersi da fare il contrario. Se non lo fa e` responsabilita` sua.

Questo aprirebbe un discorso interessante su cosa sia o non sia da ritenere volante. Una ciabatta che alimenta un televisore sicuramente si considera volante (si puo` staccare tutto e portarsela via), ma se per tenere piu` in ordine si passa il cavo in una canalina attaccata al muro?

E se poi per aumentare la sicurezza si sostituisce la multipresa finale con una scatoletta 503 sempre attaccata al muro, ma, bada bene, partendo comunque dalla spina originale della "ciabatta" inserita nella presa preesistente, non e` piu` volante perche` e` avvitata?

L'insicura "ciabatta" che si puo` calpestare o prenderci dentro non richiede alcuna precauzione, ma se la si immobilizza al muro e` richiesto un progetto + installatore + DiCo?

Oh, io ho un quadretto gewiss con tre MT da 5A appoggiato sullo scaffale che alimenta tre ciabatte (sono abbastanza paranoico sulla sicurezza elettrica), ed e` alimentato con una spina da una normale presa della stanza. Se lo avvito al muro diventa impianto?

Direi che proprio quella cosa non va fatta da chi non e` autorizzato (cioe` se ne assume la responsabilita`).

Ok, ma l'inquilino si sa che di propria iniziativa non puo` fare un sacco di altre cose in quanto non e` roba sua.

Presente! E non me la vogliono neppure fare nonostante abbiano verificato che l'impianto e` ok... se in itaGlia uno non puo'regolarizzare la sua posizione pazienza, vivro` anche senza DiRi (e intanto l'impianto me lo sono controllato filo per filo perche` piu` di DiCo DiRi mi premeva la sicurezza... ed e` meglio che glisso sulla lunga lista di orrori lasciati dal precedente proprietario).

Si e` installato qualcosa di nuovo "dentro" l'impianto e quindi lo si e` modificato. Che l'ulteriore sezionamento possa anche essere utile non ci piove, ma non credo verrebbe considerata un'attenuante :)

Mi sembra che qui si parla di progetto/collaudo, non di chi deve/puo` intervenire.

Questo articolo mi sembra indirizzato alle violazioni degli installatori autorizzati. Al comune mortale "non autorizzato" in caso di guai (perito o non perito) credo restino solo "siluri". Anche se spero di essere eccessivamente pessimista.

Presente! Perito elettronico/elettrotecnico equipollente, MA, non iscritto all'albo, ecc ecc, per cui di fronte alla legge "comune mortale", con -secondo me- non l'attenuante, ma anzi l'aggravante che se succede qualcosa non posso neppure appigliarmi all' ignoranza della materia.

Reply to
Claudio_F

Pare che la gente sia disposta a spendere un 200 euro per soluzioni diverse.

Reply to
Roberto Deboni DMIsr

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