duplicatore a diodi in arternata?

"Franco" ha scritto nel messaggio news: snipped-for-privacy@individual.net...

... snip...

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Beh, hai parlato di problemi di dimensioni e costi e poi mi usi un bestione della RIFA per questo oggetto?

Scherzi a parte questi signori lavorano bene e danno un ottimo supporto. Sto lavorando su un chopper e utilizziamo un PEG126 da 2200uF per gestire correnti di ripple di circa 17A a 110°C ambiente.

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Hai piu' sentito Marco? Ho provato a scrivergli un'e-mail ma mi è ritornata indietro

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Saluti

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GG

Ogni giorno, ogni ora ti cambia: ma mentre negli altri la rapina del tempo 
e' piu' evidente, in te invece non e' manifesta poiche' non avviene sotto i 
tuoi occhi - Seneca
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GG
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Secondo me ti serviva una resistenza negli avvolgimenti maggiore di 3ohm per giustificare la non necessità di mettere resistenze a limitare la corrente sui diodi. E difatti per quel diodo le resistenze non servono proprio in virtù del fatto che la resistenza degli avvolgimenti è di 5 ohm. Ma basta cambiare diodo, tensione o trasformatore affinchè si renda necessario limitare la corrente sui diodi. Sul Millman è simili, queste cose non le trovi perchè fanne parte delle tecniche di progettazione, sul Millman (Microelettronics) poi per il duplicatore di tensione ci sono meno di 20 righe. Queste cose le trovi sui manuali, tanto è vero che poi anche tu ti affidi a quelle che chiami "formule magiche" infatti per dei calcoli dici:

A proposito, grazie per il riferimento, appena posso gli do un occhiata. In quanto al ripple, se ho capito bene il calcolo lo fai ipotizzano una forma d'onda a dente di sega, questo ti porta a sovrastimare il condensatore. Poi non tieni in considerazione la resistenza degli avvolgimenti, nei diagrammi che adopero io, tratti la Motorola Silicon Rectifier Manual, si tiene conto anche delle resistenze di limitazione. Nel tuo caso quella degli avvolgimenti, visto che la adoperi per limitare la corrente sui diodi. Il tuo trasformatore continua a restare per me altamente improbabile, anche le perdite nel ferro, generalmente i 2/3 di quelle del rame, corrispondono. Cmq, uno puo farsi avvolgere il trasformatore come più gli pare. Specialmente se poi intende usarlo come fusibile.....

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Arkannen

Ecco, bravo. Così non mi tocca leggere di regolatori messi in parallelo. Ancora c'ho il mal di mare per tutte quelle tensioni che salivano e scendevano all'occorrenza. La prossima volta che chiedono un circuito per far lampeggiare un led gli diciamo di usare due regolatori in parallelo e di mettere i led su quello che si spegne ciclicamente.

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Arkannen

Quella che ho calcolato e` l'impedenza che fornisce un trasformatore normale da 500VA con quella tensione di uscita. Se hai visto, avevo anche fornito la formula per calcolare la impedenza di uscita:

Zout= RU*(Vs)^2/(VA)

dove RU e` la regolazione di uscita in volte (5%=0.05), Vs la tensione di secondario, VA la potenza del traformatore.

Certo, ed e` la impedenza di uscita di trasformatori di quel genere. Se prendessi un trasfo da 5 kVA per alimentare quel duplicatore, una protezione da inrush current dovrei metterla. Ma sarebbe un progetto sbagliato. Se mi attaccassi direttamente alla rete, la protezione sull'accensione dovrei metterla di sicuro.

Se cambi i diodi o la tensione del trasformatore, cambi il progetto. Nel primo post in cui facevo i conti con Io, avevo fatto vedere che le cose vanno sempre bene.

Se aumenti la tensione di secondario, a parita` di potenza di uscita, aumenta in modo quadratico la impedenza di uscita. Se invece aumenti la corrente sul carico, l'impedenza di uscita scende, ma devi anche usare dei diodi piu` grandi.

Sono formule che so cosa vogliono dire e che so ricavare, di cui conosco i limiti di validita`. Formule che, tanto per cambiare, anche nei miei appunti sono state ricavate :-) (ma anche sul mclyman sono dedotte)

Per il progetto faccio il conto della tensione di ripple picco picco, triangolare, con un tempo di salita e uno di discesa (ovviamente non uguali). Per la verifica metto dentro tutti i dati che ho. Anche per i condensatori che avevi suggerito tu, ho fatto i conti completi.

Delle resistenze che limitano la corrente, non necessariamente resistori di limitazione. Il manuale che citi dice esplicitamente che spesso quelle resistenze sono quelle del primario portata sul secondario, quella del secondario e quella differenziale dei diodi.

Comunque, quando ho fatto la verifica ho tenuto in conto la resistenza e l'induttanza di uscita del trasformatore. La resistenza di uscita non e` quella che si misura con un tester, perche' c'e` anche la resistenza di primario riflessa sul secondario.

[apro una parentesi per un commento su quei grafici. Le curve di schade sono un po' vecchiotte: non e` che non siano piu` giuste, ma sono state ricavate con dei criteri di dimensionamento diversi da quelli attuali. In particolare all'epoca, con i raddrizzatori a vuoto, la resistenza di sorgente era facilmente elevata (non se ne poteva fare a meno), e veniva usata per ridurre il ripple (gia` che c'e`, usiamola). Attualmente invece nei raddizzatori il rapporto resistenza di sorgente/resistenza di carico e` sempre un valore abbastanza basso, dalle parti dal 3% a scendere]

Visto che c'e`, e che non posso evitarla, almeno che faccia qualcosa di buono! (impedenza di uscita sempre).

Trova un costruttore che dia per un trasfo da 500VA un regolazione dell'1%. Mentre cercavo un altro dato, ho trovato questo:

formatting link

Se vai a vedere il modello STEU 500/230 (500VA, 230V di uscita), vedi che ha una regolazione del 5% (voltage factor. Da vuoto a pieno carico la tensione scende del 5%) il rendimento e` del 92%, quindi vuol dire che dissipa 40W (ne avevo stimati 30W): a pieno carico sara` un po' piu` caldo di quanto avevo calcolato. Da notare che le dimensioni sono di

12cm, come avevo stimato per il calcolo della resistenza termica.

Adesso spiegalo tu al signor tauscher che non sa fare i trasformatori.

Eh eh. Trova un costruttore che per un trasformatore da 500VA dichiari una regolazione dell'1% e un rendimento del 99%.

Piccola info sui trasformatori. Tranni applicazioni particolari, i trasformatori si costruiscono sempre i piu` piccoli possibile compatibilmente con la potenza che devono trasformare.

Le dimensioni dei trasformatori sono determinate *SOLO ED ESCLUSIVAMENTE* dal fatto che bisogna portare via il calore generato dalle perdite, e che non deve far salire troppo la temperatura del trasfo stesso. Ripeto: le dimensioni del trasformatore sono dettate UNICAMENTE da considerazioni dei carattere termico, non elettromagnetico.

A proposito, ti sei convinto che puoi fare la limitazione di corrente con un solo elemento in serie al secondario? E ancora meglio e` metterlo in serie al primario, cosi` si limita anche l'inrush dovuta al trasfomatore (c'e` anche quella, anche piu` forte di quella dovuta ai condensatori di uscita scarichi)

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Urca! Mica uno scherzo. Occhio al layout se ne metti in parallelo.

Visto ieri sera con tutta la famiglia.

Ciao

--

Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Guarda che si puo` fare, c'era anche in un manuale della fairchild sui regolatori.

Allora non hai capito come si comportano. Prova a rivedere questo messaggio:

formatting link

e dimmi come sono secondo te le correnti di uscita nelle tre condizioni.

Mica e` detto che si spenga ciclicamente. Non ho fatto i conti ma direi che sia abbastanza improbabile. Essendo i sistemi termici essenzialmente del primo ordine, non ci sono abbastanza poli per far oscillare il tutto (ma potrei sbagliarmi).

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Franco

Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
(L. Wittgenstein)
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Franco

Questo è il ragionamento che hai fatto con Io:

Che la corrente di corto circuito sia 50-60 volte Io non lo vedo giustificato da nessuna parte. La corrente di corto circuito dipende dal diametro del filo che usi per gli avvolgimenti e dal numero di spire per volt. Per Io hai indicato 2,2A che moltiplicato per 50-60 fa 110-132A Il diodo scelto con una corrente di inrush di 60-80 volte Io dovrrebbe quindi avere 132-176 ampere di corrente di inrush. Ne hai scelto uno da 100A, non hai quindi seguito i tuoi stessi dettami. Hai scelto un diodo da 100A in funzione di una resistenza equivalente di 5 ohm.

E poi non è vero che cambia il progetto. Io posso tranquillamente fare un duplicatore di quel tipo con un comune

1n4007 che ha una corrente di inrush da 30A. Mi basta mettere in serie ai diodi due resistenza da 11 ohm. Diodo che tra l'altro costa un quinto di quello che hai usato tu e che trovi pure dal pizzicagnolo. Ed in ogni caso, limitare la corrente sui diodi limita anche la corrente erogata dal trasformatore indipendentemente dal fatto che possa fornirla o meno.

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Arkannen

Riprovo. Repetita juvant. La corrente efficace che il trasformatore deve poter erogare dipende dalla corrente di uscita, attraverso opportuni coefficienti che tengono conto del valore efficace di un segnale impulsivo, coefficienti calcolabili con la definizione di valore quadratico medio. Data una corrente che il trasformatore deve poter erogare, la sua corrente di cortocircuito e` pari a quella di uscita moltiplicata per uu valore che va da 10 a 20 (per trasformatori piccoli).

In definitiva la corrente di uscita determina la corrente di secondario a regime, e la corrente di cortocircuito e` legata a questa.

E quindi alla potenza del trasformatore, che viene determinata dalle specifiche del carico (ma non vale la tensione di picco diviso un ohm? non eri tu che dicevi che la resistenza del secondario era un ohm?).

no, la corrente Io e` di 0.6A. Quella di 2.2A e` gia` la corrente di secondario del trasformatore.

60-80 volte Io fanno 60-80 volte 0.6A: Io e` la corrente di uscita in continua, non quella efficace che deve fornire il raddrizzatore. 60-80 volte 0.6A fanno una quarantina di ampere.

Hai confuso la corrente di uscita con il rating del secondario.

Mi sembrano un po' piccoli, ma ci si puo` provare. Con condensatori da

100uF, per avere un ripple di 80V circa, la corrente di inrush viene 31A! Un po' troppo: in questo caso bisogna mettere una limitazione, oppure scegliere diodi un po' piu` grandi, anche perche' i diodi dei duplicatori lavorano abbastanza male.

Stai scherzando, vero? Ditemi che sono su candid camera. A parte che di limitazioni di corrente se ne puo` mettere una sola (ma non riesci proprio a capirlo?), e che mettere le resistenze non e` una buona idea (meglio una ntc), davvero ti hanno insegnato a mettere quelle resistenze? Chiedi indietro i soldi, ti hanno imbrogliato!

Poi aggiungiamo una resistenza da 12 ohm che dissipa 32W (oppure due resistenze da 12 ohm che dissipano 16W l'una), e queste non costano? Sai vero quanto costa una resistenza corazzata da 50W? E quanto spazio occupa? e come lo porti via il calore? Infine con le due resistenze, la tensione media di uscita va a 500V: ma non si stava parlando di un duplicatore con 600V di uscita?

Questa mi pare una pessima tecnica di progetto, ripararsi da una cosa che non puo` capitare e` una fesseria.

Mi sembra che tu lavori in una scuola. Guarda se fra gli insegnanti ci fosse un ingegnere elettrotecnico, e fatti spiegare come e` l'impedenza di uscita di un trasformatore, che cosa e` la tensione di cortocircuito e quali sono i valori tipici per trasformatori piccoli. La cosa buona e` che hai smesso di dire che la resistenza del secondario e` di un ohm

Ciao

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Franco

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Franco

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