Ciao. Nell'ambito di un progetto di "telecontrollo" mi e' venuta l'idea di aggiungere un rudimentale sensore di pioggia (si/no): ne avete mai realizzato uno, e se si, con quale materiale?
Il concetto e' quello di avere due aree elettriche separate, ma ... cosa usare? Rame nudo? Rame nudo ma trattato? Alluminio? Altro che non si ossidi? La zona e' alpina, non marina.
Anche se durasse "solo" 12 mesi potrei agevolmente sostituirlo ogni estate :-)
Un pluviometro che ho visto installato in montagna usava una lamiera di acciaio inox circa 20X10 centimetri inclinata di circa 30 gradi (i lati lunghi uno in alto l'altro in basso) con sovrapposta parallelamente a qualche millimetro (forse tre) di distanza un'altra lamiera inox sempre 20X10 con una serie di fessure lunghe circa 8 centimetri e larghe 5 millimetri; le fessure andavano dall'alto in basso ed erano distanti 5 millimetri l'una dall'altra; le due lamiere erano montate su quattro supporti isolati posti agli angoli; quando pioveva le gocce rimanevano intrappolate tra le due lamiere e conducevano; quando smetteva l'acqua scolava. Gocce molto piccole non avevano effetto.
Grazie a tutti! La descrizione del pluviometro professionale e' molto istruttiva, ma credo che perseguiro' la strada delle lamiere in inox (con contatto a pressione sui fili di rame) o alla basetta incisa e stagnata. Propendo per quest'ultima per la facilita' di lavorazione...
Ora mi chiedo quanto effettivamente conduca l'acqua dolce. Ho letto qualcosa in rete e dubito di potermi aspettare un bel corto circuito alla prima goccia :-) Peccato che oggi qui e' l'ultimo giorno di pioggia intensa e non riesco a fare qualche esperimento pratico! ;-)
Magari considerando il sensore come un condensatore, la cui capacita' varia con la quantita' di acqua tra le armature ...
l'acqua distillata e un ottimo isolante , in teoria la pioggia e distillata , pero cattura una quantita enorme di particelle nell'atmosfera ( anidridi ), quindi piu inquinato e l'ambiente piu acida e quindi piu conduttiva risultera l'acqua
Credo che come sensore un po' migliore si possa usare una cosa tipo "serbatoio aperto". Se il fondo ha un uscita correttamente "strozzata" tipo tubicino con fi basso, quando piove l'acqua si portera' ad un certo livello proporzionale alla "portata dell'acqua della pioggia" in modo da avere la giusta pressione nella strozzatura, giorgio
Se vuoi anche il mio parere: bronzo. Unisce i vantaggi dell'inox con la saldabilità a stagno (anche l'inox si salda a stano, ma è una sofferenza).
Un paio di consigli "meccanici":
1) Dopo aver applicato i pettini metallici sulla basetta, ricoprila interamente di resina epossidica (o simili). Quando si sarà indurita procedi smerigliando via tutto quello che è in eccesso, usando grane sempre piu' fini e finendo con pasta abrasiva. In questo modo avrai una superficie perfettamente piatta. Altrimenti corri il rischio che una goccia si "incastri" tra due denti del pettine e ci rimanga a lungo falsando il risultato. Eviti inoltre l'accumlarsi di sporco che potrebbe fare da ponte.
2) Riscalda dal basso la basetta (magari non di continuo, solo a determinate temperature o quando piove). Cosi' facendo hai tre vantaggi: viene rilevata anche la neve, la rugiada non genera falsi allarmi e il tempo di reazione quando smette di piovere diminuisce.
Boiler
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vai tranquillo, che con l'inquinamento atmosferico dei nostri giorni, non hai nessun problema.......la pioggia la trovi sicuramente acida,basica o salina.
"PaoloC" ha scritto nel messaggio news:iskunn$s5n$ snipped-for-privacy@mophus.csi.it...
esporre agli agenti atmosferici rame, stagno o oro non mi piace molto. che ne dici di sperimentare l'effetto capacitivo? fai come per il modo di misurare la conduzione dell'acqua ma ricopri tutto il pcb con la vernice verde che solitamente si usa per isolare le piste e misuri il cambiamento di capacità che si crea quando una goccia si deposita tra le due piste. in questo modo i metalli non si ossidano e risulta isolato elettricamente
Mah, visto dove verrebbe installato andrebbe meglio l'antigelo dell'auto :-)
Sono contento di aver stimolato un po' di riflessioni sull'argomento. Provo a riassumere.
Misurando la resistenza:
- basetta intagliata di rame nudo
- basetta intagliata con rame stagnato
- basetta intagliata di acciaio inox
- basetta intagliata con contatti dorati
- basetta intagliata di bronzo (v. risposta di Boiler)
Misurando la capacita':
- piastra ramata con vernice resistente a UV e basse T
Girovagando in rete ho anche trovato un altro sistema, quello utilizzato sulle auto per regolare la velocita' del tergicristallo (ma anche qui in Italia? Sara' che non guido macchine costose...):
- misurazione della rifrazione IR di un vetro (parabrezza)
... ma quest'ultima soluzione richiede che poi passi la spazzola del tergicristallo a pulire :-) Mi sembra poco pratico in un "telecontrollo" :-)
Magari stasera metto mano al taglierino ed espongo una piccola basetta ramata alle interminabili piogge, tanto per vedere cosa cavo con il tester misurando R e C.
Avendo scartato l'utilizzo di un tal sistema non ho approfondito la metodologia. Se non erro l'ho trovato descritto su wikipedia in inglese ("rain sensor").
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