Forno a microonde, schermatura e cellulare..

ciao a tutti, non mi ricordo dove l'ho letto, ma ricordo che dicevano che per provare se la schermatura per le microonde del forno casalingo è efficace, bisognerebbe mettere dentro il cellulare, chiudere senza accendere il forno a microonde (e ci mancherebbe!) e provare a farlo squillare...se la schermatura è efficace, non dovrebbe prendere...

secondo voi è vero? io l'ho provato, ma il cell prende..per cui non so se è una bufala o è il mio microonde (samsung) che non è schermato a dovere....

grazie a tutti per le delucidazioni!

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Planity
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Planity ha scritto:

A chi produce i forni e' necessaria una schermatura efficace ma non perfetta al 100 per 100. Ora non saprei ma se supponiamo che i modi d'onda siano disposti essenzialmente nella direzione Larghezza e Altezza e non profondita' non c'e' bisogno di gran schermatura in quest'ultima direzione. Cmq prova a girare il microonde, potresti trovare una direzione nella quale non prende, dipende dalla direzione del ponte.

ciao giorgio

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Giorgio Padoan

Il Thu, 27 May 2010 13:00:15 +0200, Planity ha scritto:

a logica, la schermatura di un forno dovrebbe avere il medesimo valore in ambedue i sensi, percio' se fosse idealmente perfetta il cellulare posto acceso nel forno spento dovrebbe restare acceso ma completamente passivo. Io pero' ho sentito sostenere che il cellulare acceso in un forno spento segna sempre campo pressoche' massimo, per cui ritengo che la schermatura dei forni sia ben lungi da una efficenza perfetta.

Di fatto io a casa mia ho ospitato anni fa un team dell'allora USSL dotato di misuratore di campo professionale, chiamati allo scopo di misurare il campo irradiato da una vicina antenna Telecom. Ora non ricordo i valori di campo rilevati, ma ricordo bene che quando per mia curiosita' hanno passato la sonda davanti allo sportello chiuso del forno acceso in cucina, l'indice dello strumento balzava ben oltre i valori misurati all'esterno sul terrazzo irradiato dall'antenna Telecom. Quindi e' meglio stare alla larga dai forni microonde accesi ...

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Uplbet
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Uplbet

Planity wrote in news:4bfe50c5$0$18998 $ snipped-for-privacy@reader5.news.tin.it:

Se il cellulare ha la funzione netmonitor (vedi vecchi nokia) oppure è un symbian (cerca "celltrack"), puoi leggere il valore del segnale e stimare l'attenuazione.

Ma la semplice prova "dello squillo", non è ti dice nulla, non è significativa:

se il campo della stazione radio base fuori dal forno ti arriva con -

60dBm (valore comune in ambito urbano) e il forno attenua di 30dB, il cellulare si troverebbe in ingresso un segnale di -90dBm più che sufficiente per farlo funzionare a dovere.

Per fare la prova dovresti essere in una zona dove il segnale è già al limite.

Ho fatto l'esempio di 30dB perchè è l'attenuazione che si ha passando da

1kW a 1W. Ovvero, un abbattimento del segnale del 99.9%.

Altra considerazione importante: come diceva il mio prof di compatibilità, se non dissipi, da una qualsiasi fessura passa tutto (non poco o tanto). Il microonde è progettato per lavorare "sotto carico" (il cibo in cottura è il principale elemento dissipante della cavità). Nella prova con il cell invece sta lavorando a vuoto, senza praticamente perdite.

Ciao, AleX

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AleX

Praticamente stai sostenendo che un cellulare può funzionare anche con segnali "riverberati" dalla cavità del forno?

P.

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Pasu

prova a mettere il cellulare e poi accendi il uonde per vedere se prende ancora... :-)

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Claus

Un bel giorno Planity digitò:

I microonde funzionano attorno ai 2.4 GHz, quindi è assai probabile che la schermatura sia progettata per frequenze uguali o maggiori. Quindi siccome i cellulari funzionano perlomeno sulla banda dei 900 MHz, non c'è da stupirsi che ricevano comunque.

Di fatto io ho provato su quattro o cinque microonde e il cellulare ha sempre squillato senza problemi.

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emboliaschizoide.splinder.com
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dalai lamah

Pasu wrote in news:htltjt$83e$ snipped-for-privacy@tdi.cu.mi.it:

Beh, è risonante, non riverberante. (Altrimenti non ci dovresti metterere il piatto rotante)

Mi riferivo comunque a questo esempio: prendi un contenitore con pareti perfettamente conduttrici e dividilo in due con un setto anch'esso conduttore nel quale sia praticata un apertura grande a piacere. In una delle due camere supponi che ci sia una sorgente di campo. Quanto è il campo nell'altra camera? Beh, a regime, dopo un tempo che dipende dalla sezione dell'apertura, avrai comunque lo stesso campo. La cosa cambia se nella seconda camera c'è un materiale dissipativo.

Ciao, AleX

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AleX

Beh, è risonante alla frequenza di 2.4GHz, quando la piloti nel modo giusto. Anche una cattedrale ha le sue frequenze di risonanza quando l'onda (magari assimilabile ad un'onda piana) ha la giusta direzione...

Eri stato chiarissimo anche prima, ma non mi hai convinto lo stesso :-)

Sì, dipende anche da quanto sono riflettenti le pareti (anche loro dissipano qualcosa no?) e una manciata di altri fattori... Il tuo regime (campi uguali) potresti anche non raggiungerlo mai. Anche perchè se non ci fosse dissipazione il campo continuerebbe a crescere visto che la sorgente sta pompando energia all'interno delle camere.

P.

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Pasu

Non mi fraintendere, sono d'accordissimo con quello che dici sul forno "sotto carico". Il teorema di Poynting l'ho studiato anch'io, anzi, ho passato l'esame di Fisica II grazie a Henry :-) Per questo se fai andare un forno a vuoto e poi lo apri mentre sta ancora andando qualche radiazione in più te la prendi. Ma non vedo cosa ci azzecca con l'esperimento del telefonino. Se ci fossero significative riflessioni (risonanze o riverberazioni che siano) non dovresti ricevere più nulla... Il segnale non è un'onda sinusoidale, le riflessioni non ti cambiano solo la fase, ti distruggono l'informazione in esso contenuta.

P.

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Pasu

Pasu wrote in news:hto0mt$m4v$ snipped-for-privacy@tdi.cu.mi.it:

Uhm... no, il riferimento era esplicito alle camere riverberanti per le prove EMC.

Me ne sono accorto ;-)

E' lo stesso discorso del Q di un circuito LC (costanti concentrate vs costanti distribuite).

Ovvio che l'esempio è riferito al caso ideale (pareti PEC). Ma anche con conduttori reali il Q a vuoto (assenza di materiale nel forno) e Q sotto carico (cibo in cottura) è diverso.

A vuoto hai due conseguenze: minor efficacia della schermatura, operazione fuori specifiche della sorgente.

N.B. vero che la sorgente pompa, ma essendo un carico reattivo (caso ideale privo di perdite), è un pompaggio "va e vieni".

Ciao, AleX

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AleX

Pasu wrote in news:hto1re$n83$ snipped-for-privacy@tdi.cu.mi.it:

In linea di principio è corretto. Però non è sufficiente che ci siano riflessioni, bisogna vedere anche quanto è il ritardo.

La cosa avviene anche per i segnali in cavo coassiale, per le emissioni radio in ambiente reale (es. urbano o collinare) o per qualsiasi situazione di multipath.

Per valutare quanto l'informazione è effettivamente degradata devi confrontare la banda di coerenza (=1/delta_delay) con la banda del segnale utile. (risposta del canale a banda piatta vs fading selettivo)

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IMHO il segnale GSM è a banda stretta rispetto le riflessioni in cavità, quindi funge ugualmente.

E l'UMTS , nonostante la banda più larga, è comunque più robusta al fading selettivo grazie alla modulazione COFDM.

Ciao, AleX

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AleX

Uhm, questo era il tassello che mi mancava... Ora mi hai convinto :-)

Ciao e grazie per le delucidazioni

P.

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Pasu

Uplbet:

Da quando le micoonde sono diventate ionizzanti? La luce delle lampadine è enormemente più pericolosa.

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F. Bertolazzi

Il Fri, 28 May 2010 20:31:36 +0200, "F. Bertolazzi" ha scritto:

fonte? motivo? Ciao

--
Uplbet
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Uplbet

Uplbet wrote in news: snipped-for-privacy@4ax.com:

Emissioni UV residue?

/QUOTE ON With adequate blocking of UVC and UVB radiation, the CFL do not pose a risk for inducing snow-blindness (sunburn on the exposed surface of the eye ball). However, recent measurements (see section 3.4.) show that some commercially available CFL emit traces of UVC and significant amounts of UVB radiation, which could conceivably cause snowblindness if the lamp is in close proximity to the eye for an extended period of time(the eye is far more sensitive to UVC radiation than the skin). However, preliminary measurements (personal communication De Gruijl) showed that threshold limits are not easily exceeded. Long-term exposure of the eye to UV radiation (wavelengths lower than 320 nm) may contribute to cataract formation (opacity of the lens). With overhead positioning of lamps this should not pose a significant risk in comparison to sun exposure, but with UV emitting lamps at eye level contributions may become important. There are no indications that fluorescent tubes used in room illumination cause either snow-blindness or cataract. /QUOTE OFF

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019.pdf

Ciao, AleX

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AleX

Il giorno Fri, 28 May 2010 22:08:51 +0200, Uplbet ha scritto:

Perchè l'energia di un onda elettromagnetica è uguale alla sua frequenza noltiplicata per la costante di Planck.

E = h *ni

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Dal momento che le microonde sono a frequenza più bassa rispetto alla luce visibile e all'ultravioletto, vedi la tabella:

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l'energia dell'onda elettromagnetica sarà minore nelle microonde rispetto al visibile. In particolare si ritiene che un onda elettromagnetica sia sicuramente dannosa quando la sua energia è sufficiente a ionizzare l'atomo di idrogeno, ed è detta perciò ionizzante. Questo avviene solo con le frequenze a partire dall'ultravioletto in su fino ai raggi X e gamma, che sono ionizzanti e possono provocare altrazioni delle cellule o del DNA con danni a lungo termine.

Quindi la lampadina emette onde elettromagnetiche che sono più energetiche di quelle di un forno a microonde, e poichè emette fino all'ultravioletto può essere più pericolosa.

Il fatto poi che le microonde possano scaldare i cibi dipende dal funzionamento del forno come camera risonante a 2,4GHz, non dalla pericolosità intrinseca delle micoonde che è molto bassa.

Per approfondire:

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-- ciao Stefano

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SB

Il Sat, 29 May 2010 12:52:50 +0200, SB ha scritto:

chiaro, grazie. Resta il fatto che i produttori di pacemaker raccomandano di mantenere una distanza minima di 20-30 cm tra un forno a microonde acceso ed un pacemaker, per evitare possibili interferenze, mentre nulla dicono di analogo circa una lampadina ed un pacemaker. Quindi la pericolosita' non e' (ovviamente) solo questione di energia emg. Ciao

--
Uplbet
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Uplbet

OK, questo e' un'aspetto, forse il piu' importante sulla pericolosita' delle onde elettromagnetiche: la ionizzazione.

C'e' pero un altro aspetto che credo sia sottointeso nella discussione ma ritengo opportuno evidenziarlo: ogni campo elettromagnetico puo' essere dannoso se sufficientemente intenso, anche se a frequenze non ionizzanti. Detto in soldoni il campo elttrico, ma non solo lui, se intenso abbastanza interferisce sulla "chimica" delle cellule, tessuti e organi, provocando anomali spostamenti di atomi e molecole ioniche e dei relativi canali ionici, modificando cosi' la loro naturale fisiologia, con conseguenze pericolose per la salute del soggetto. Cio' e' noto da molti anni, studiando l'effetto di questi campi sui roditori. I valori di E che provocavano anomalie erano cmq piuttosto intensi. Vado a memoria, potrei sbagliare, ma semplificando diciamo che a norma di legge un soggetto puo' essere sottoposto a vita ad un campo elettromagnetico che non superi l'intensita' di 6V/m. Diciamo che in prima aprossimazione quello che deve essere rispettato e' il prodotto n.anni*V/m, ad esempio un soggetto non deve essere sottoposto ad un campo di 60V/m per + di 1/10 della sua vita. Per cui i limiti di Tensione/m all'esterno, dove un soggetto non permane a lungo sono piu alti, inferiori nelle abitazioni. Analogo discorso, che ho semplificato al massimo, vale per il campo magnetico. Ci sono dei limiti per legge che ad esempio nelle abitazioni non devono essere superati. I cavi ad alta tensione possono produrre valori di B oltre la norma nelle loro vicinanze.

Ciao giorgio

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Giorgio Padoan

Uplbet ha scritto:

In effetti e' cosi' ma in questo caso non c'entra la ionizzazione, inesistenze e per le microonde e per la luce. In questo caso sono i valori del campo elettrico che producono l'interferenza negativa con i pace-maker. In sostanza la potenza di un'onda e' proporzionale a f alla seconda * E alla seconda (F=frequenza, E=Campo elettrico). Ne risulta che a parita' di potenza le microonde generano un campo E parecchio piu' intenso di quello di un'onda luminosa, cio' spiega la sensibilita' degli pace-maker ai forni a microonde e non alla luce.

giorgio

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Giorgio Padoan

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