Ancora su contatori geiger

"JUL" ha scritto

Era uno schemino che avevo visto su un vecchissimo data book, mi pare della National. Il diodo era polarizzato inversamente con 150 V attraverso una resistenza da 1 MOhm posta fra anodo e massa. Il segnale, prelevato sull' anodo, era inviato ad un LH0033 per l' amplificazione. Il diodo era denominato semplicemente "large area silicon diode"; io penserei ad una celletta fotovoltaica al silicio, oppure ad una piastra dei vecchi raddrizzatori al Selenio. Il circuito era indicato come "Nuclear particle detector". Io non l' ho mai sperimentato ma dovrebbe funzionare.

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SOMMERGIBILE
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SOMMERGIBILE ha scritto:

Ti ringrazio. Appena finisco il progetto che sto facendo mi dedicherò a questi rivelatori. Pensavo anche di provare quei bulbi al neon che i cinesi mettono nelle lucette notturne.

Ciao. Giuliano

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JUL

vecchi

cinesi

Scusate ma penso che stiate andando incontro a delusioni. I rivelatori a semiconduttori sono poco sensibili e vanno bene per misurare livelli di radiazioni molto forti, anche se esistono dei rivelatori in grado di misurare la radiottivita' naturale di fondo, ma di certo non puoi avere questi risultati con normali diodi o celle fotovoltaiche. Riguardo a lampadine al neon e simili, sono anche queste poco sensibili e tutto il circuito sarebbe critico. Il problema e' che, se la tensione e' bassa, l'impulso di corrente dovuto alla ionizzazione della particella e' molto debole e difficile da misurare. Se invece alzi la tensione, quando arriva una particella si innesca la ionizzazione di tutto il gas e questo e' si' facilmente rivelabile, ma poi non riveli piu' niente perche' la lampadina resta accesa. Inoltre tieni presente che il gas viene ionizzato anche dalla luce e da disturbi elettromagnetici. I tubi Geiger sono proprio studiati per superare questi problemi, soprattutto impiegano una particolare miscela di gas per smorzare la ionizzazione.

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Valeria Dal Monte

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